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Riassunto esame Storia dell'arte contemporanea, prof. Grazioli, libro consigliato Sophie Taeuber Arp nel centenario della nascita, Taeuber-Arp Pag. 1
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SOPHIE TAEUBER ARP NEL CENTENARIO DELLA NASCITA

SOPHIE E LA DANZA

Di Sophie si conoscono soprattutto i dipinti, gli acquerelli e i disegni, ma vi è stato un periodo della sua vita in cui ha pensato di abbandonare questo mondo, per dedicarsi completamente alla danza. Grazie ad una sua amica, viene introdotta nel mondo della danza e dei ballerini, dove conosce Laban, di cui sarà allieva.

Laban aveva fondato due scuole:

  • una a Monaco, durante l'inverno
  • una a Monte Verità, durante l'estate, sopra Ascona

Nel 1915, però, l'avvento della guerra gli impedisce di tornare a Monaco, quindi Laban si reca a Zurigo, dove entra a contatto con i danzatori e gli artisti Dada. Da quel momento, Laban e le sue danzatrici non mancheranno mai alle manifestazioni dadaiste: egli si ispirava ai culti pagani e alle danze primitive.

Anche Sophie partecipò a queste serate dadaiste: probabilmente era mascherata o usava un pseudonimo, per non perdere il suo anonimato.

Il suo posto di insegnante alla scuola di arti e mestieri di Zurigo. Attraverso la danza, Sophie entra nella comunità di Monte Verità, dove Laban teneva i propri corsi di danza. Laban insegna che la danza deve essere l'immagine della vita: nei suoi corsi si balla a piedi nudi e senza musica, gli allievi devono vivere nei boschi, nelle capanne di legno. Dopo il 1917, Sophie e Jean tornano a Zurigo, ma non smettono di ballare: ballano anche insieme, con passione. Verso il 1918, il dadaismo stava per esaurirsi lentamente: i dadaisti portano il loro messaggio all'estero, mentre Sophie si dedica all'arte figurativa e crea le prime marionette astratte. Anche se Sophie smette di danzare, la danza la accompagnerà per tutta la vita: nella danza si realizzava in pieno la sua personalità, la sua intelligenza, il suo umorismo. In tutte le sue opere è sempre presente la danza, come rappresentazione di vari movimenti: molti quadri lineari fanno pensare a

Passi di danza e coreografie

SOPHIE TAEUBER - UNA FIGURA NELLO SPAZIO

Il linguaggio artistico di Sophie è composto prevalentemente di forme, piani e corpi geometrici: le sue composizioni emanano ordine e armonia. Da forme elementari nascono delle costruzioni, le varie componenti si uniscono, si sistemano e si equilibrano. Immagini talvolta statiche, talvolta dinamiche: dualismo tra quiete e moto.

➔ 1Hans Arp è testimone degli inizi della sua arte: nel 1915 si incontrano a Zurigo, e Arp ammira fin da subito le sue composizioni verticali e orizzontali, che altro non erano che ciò che Arp stava cercando. Arp riconosce l'importanza del lavoro di Sophie e la spinge a rendersi conto della sua vocazione e ad avere fiducia nelle sue capacità creative. In questo modo i due artisti iniziano a lavorare insieme, a stimolarsi e criticarsi a vicenda: dopo alcuni anni, ognuno di loro riesce così a creare un'arte propria, ma in stretto contatto con l'opera.

Dell'altro. Sophie voleva formare partendo dall'essenza dei materiali o dalla tecnica, per arrivare a creare "cose belle". Sophie, inoltre, si interessava molto alle religioni orientali, soprattutto al buddismo: questo traspare anche nella sua arte.

Il mondo di Sophie è un mondo di forme (quadrati, rettangoli, triangoli, cerchi), ma da cui spesso affiorano figure umane, animali e piante: tutte hanno qualcosa in comune, sono forme simboliche in cui si uniscono elementi geometrici e biologici.

Le forme rappresentano un'allusione all'elemento umano. Il cerchio è la forma preferita di Sophie, compare nelle sue opere dal 1917 alle sue ultime composizioni: attraverso l'utilizzo del cerchio, nelle sue opere compaiono i riferimenti al cosmico, all'interezza e all'eterno, all'armonia tra cielo e terra.

Altra importante forma primaria di Sophie è l'anfora: composta da due triangoli.

Opposti e un cerchio che li unisce, costituisce il punto di partenza di una serie di lavori plastici come le teste dada. Comune a questi lavori è sempre la forma composta da tre parti.

A partire da essi crea anche le teste dada: si tratta di oggetti originali dotati di umorismo, di colori ricchi e elementi ludici. Le varie teste si differenziano nelle dimensioni e nella forma, ma hanno in comune una stilizzazione dei visi.

Altre sue creazioni sono le maschere e costumi che lei stessa indossa: doveva infatti rendersi irriconoscibile per non perdere il suo posto come insegnante, quindi crea maschere e tessuti molto originali.

Nel 1918, viene incaricata di realizzare delle marionette e la scenografia per la fiaba tragicomica di Carlo Gozzi: crea delle figure molto originali, composte di piccoli corpi geometrici che, uniti, formano figure umane, animali e oggetti di scena.

Le marionette ricordano molto alcune parti di animali: probabilmente si era ispirata al corpo di animali.

E insetti. Il carattere di insetto ritorna spesso nelle sue creazioni.le marionette, le teste dada e le sue creature straordinarie mostrano il lato leggero della sua arte: capacità di suscitare un piacere semplice e infantile.

2SOPHIE TAEUBER, DALL'ARTIGIANATO AL DESIGNI primi anniSophie Taeuber aveva ricevuto una formazione ricca nelle migliori scuole tedesche​dell'epoca: una tecnica che aveva imparato, ad esempio, era quella del collage​ , che influenza le sue opere.Il collage, però, non era l'unica lezione che Sophie aveva imparato dai suoi anni a Monaco e Amburgo: là ha imparato a lavorare il legno, il vetro, la terra e i metalli, a fotografare, disegnare mobili e realizzare opere tessili.Le lezioni si svolgevano in un'atmosfera allegra e sana, gli studenti praticavano molto sport: qui impara ad utilizzare la natura come fonte delle creazioni, ma impara anche che un'opera d'arte deve essere soprattutto l'espressione.

della società umana del suo tempo.

Sophie insegnante

Dopo la scuola, a soli 27 anni viene chiamata ad insegnare a Zurigo. Questo lavoro le servirà molto per la sua carriera da artista: il mestiere, infatti, le permette anche di partecipare a numerose esposizioni in Svizzera e all'estero, e far quindi conoscere le sue opere.

Il tessile

Sophie Taeuber, nel corso della sua formazione, impara le tecniche dei ricami e dei merletti svizzeri: dopo l'incontro con Arp, inizia a creare piccoli schizzi, tempere o acquerelli composte di forme geometriche semplificate all'estremo, che vengono poi trasposti in ricami, merletti o tessuti.

L'incontro con Jean Arp le cambia la vita: sarà lui a diffondere la sua arte dall'epiteto di "decorativo". All'epoca, la pittura non figurativa, infatti, veniva accolta ancora con molta incertezza: Arp ribadisce che un tappeto non è solo fatto per sedersi o sdraiarsi, ma può anche essere

un'opera d'arte. La semplicità Le forme predilette di Sophie non sono mai complesse: rimangono ben leggibili, e il loro contorno si stacca sempre nettamente dallo sfondo. I motivi decorativi sono spesso riconoscibili. Le sue opere spesso sono composte da griglie di colori, che raggiungono equilibri perfetti: la semplicità e l'economia dei mezzi, per Sophie sono dei valori primordiali. Questi due principi governano la sua arte come anche la sua vita quotidiana, il suo modo di vestirsi, cucinare, ricevere gli amici. Era molto minimalista nella vita di tutti i giorni. La gaiezza 3
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Publisher
A.A. 2018-2019
5 pagine
1 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/03 Storia dell'arte contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher aeea11 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'arte contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bergamo o del prof Grazioli Elio.