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La storia dell'arte

SCHEDA LIBRO

  • Autore: E. H. Gombrich
  • Anno pubblicazione: 1950
  • Struttura: Uno dei libri più popolari che trattano la storia dell'arte dalle pitture rupestri fino a quella contemporanea.
  • Note sull'autore: Fu uno storico d'arte (1909-2001) austriaco, naturalizzato britannico. Egli, infatti, a causa della guerra dovette rifugiarsi in Inghilterra dove divenne professore ad Oxford. Ricevette numerosi premi e riconoscimenti per le sue opere e le sue ricerche come il premio Balzac e il premio Goethe.

La Chiesa Trionfante - XIII secolo da pag. 150

  • Giotto di Bondone, pittore fiorentino (1267-1337)
  • Con lui in Italia inizia un nuovo capitolo dell'arte, nonostante i suoi metodi si rifacciano molto ai maestri bizantini e i suoi orientamenti agli scultori delle cattedrali nordiche.
  • Le sue opere più importanti sono pitture murali e affreschi.
  • Tra il 1302 e il 1305 ricoprì i muri di una chiesa di Padova con storie della Vergine e del Cristo e, sotto, duplice personificazione di vizi e virtù.
  • Tra questi vi è la personificazione della fede che molto ricorda molte sculture gotiche.
  • Questa però è dipinta e dà l'illusione di essere una statua a tutto tondo.
  • Giotto, dopo quasi mille anni, aveva riscoperto l'arte di creare l'illusione della profondità su una superficie piatta.
  • Egli allora poteva darci l'illusione che la storia sacra si svolgesse davanti ai nostri occhi.
  • Per far questo dovette anche ripensare a tutti i gesti e le posizioni che un personaggio poteva prendere durante una precisa scena.
  • Inoltre, non si preoccupa di nascondere i personaggi, di mostrarli in parte, rannicchiati o in secondo piano.
  • Un altro fatto nuovo fu la fama che ebbe a Firenze, non solo tra i vescovi ma anche tra il popolo

- Per via della ricerca del vero in questo periodo si sviluppa anche l’arte del ritratto.

- Uno degli artisti che incarnò di più questo modo di dipingere fu Simone Martini.

- Sebbene la conoscenza della natura venisse messa a servizio della religione per l’artista il suo compito era comunque cambiato.

- Non doveva più imparare ed applicare vecchi schemi ma doveva essere in grado di compiere studi dal vero e inserirli nelle sue opere.

- Il pubblico inoltre iniziava a giudicare in base a come era stata ritratta la natura e all’abbondanza dei particolari.

- Solo però quando gli artisti si dedicarono ad uno studio minuzioso del corpo si poté dire che l’arte medievale fosse finita e iniziasse il periodo del Rinascimento.

  • I nuovi metodi artistici però venivano applicati in tutta Italia.
  • Ad Arezzo e Urbino uno dei pittori maggiori dell’epoca era Piero della Francesca.
  • Egli però, più di tutti gli altri, capì e seppe sfruttare nella costruzione della profondità, la luce.
  • Un esempio è il dipinto in cui illustra il sogno che portò l’imperatore Costantino alla conversione.
  • Sempre questo dipinto poi, grazie all’utilizzo del chiaro scuro, riesce ad evocare tutto il mistero che avvolge questa scena notturna.
  • A Firenze però gli artisti iniziarono ad avere la consapevolezza dei problemi che queste nuove scoperte portavano con sé.
  • Le committenze infatti non erano cambiate e applicare le neo-regole avrebbe potuto portare a:
    • poca chiarezza nella narrazione.
    • poca incisività nella storia.
    • essere poco visibili da lontano.
    • non essere in armonia con la cornice.
  • Uno dei primi artisti che cercò di risolvere questi problemi fu Pollaiolo in un dipinto che raffigura la morte di San Sebastiano.

cadde nella crisi della riforma.

  • Le aspirazioni di Bramante però erano tipiche degli artisti dell'epoca per i quali nulla era impossibile.
  • Gli artisti di Firenze ancora una volta fecero portatori di questa nuova tendenza, i quali però, erano ben saldi nelle fondamenta sulla tradizione.
  • Il più vecchio dei maestri fu Leonardo Da Vinci.
  • Egli fu apprendista in una delle principali botteghe fiorentine: quella di Verrocchio.
  • Uno dei segreti del suo genio si può trovare nel fatto che egli non basava la sua cultura sui libri ma sull'osservazione.
  • Compiva ricerche scientifiche ed esperimenti non tanto per un fine di conoscenza appunto scientifica ma per immortalare la sua arte, il suo status da artigiano.
  • Questa mentalità portò Leonardo a scontrarsi con molti mecenati.
  • La sua non doveva essere una bottega qualsiasi in cui ordinare un'opera.
  • Per questo molte volte non portava neanche a termine le committenze.
  • Molte sue opere quindi ci sono giunte incomplete e quelle compiute spesso sono danneggiate.
  • Un esempio è quello dell'affresco dell'ultima cena.
  • Innovatore non solo per l'uso delle luci e della prospettiva ma anche nella rappresentazione.

- Egli trascurava le regole di composizione e ripristinava l'armonia del quadro attraverso il colore.

- In un quadro raffigurante la madonna egli decise di spostarla dal centro e di rendere San Pietro e San Francesco due figure attive e non lateralmente simmetriche.

- Egli quindi con audacia spezzava le regole tradizionali della composizione.

- Questo era per rendere il quadro più animato.

- Non risultava infine sbilanciato grazie all'uso

  • dell'aria
  • della luce
  • del colore

- Per esempio la vergine la bilanciò con l'utilizzo di una rossa bandiera, calda e vivace.

- La fama maggiore però Tiziano la ebbe con i suoi ritratti. (Carlo V, papa Paolo III).

- Non ricercava né bellezza né tradizione.

- Come esempio si può prendere il dipinto in cui raffigura San Tommaso nel momento in cui tocca le ferite di Cristo.

- Per l'epoca, questa rappresentazione era irriverente.

- Egli però voleva rendere reali e tangibili i personaggi biblici.

- Per far questo utilizzò anche la luce in modo diverso: non per infondere morbidezza al corpo ma per scavare le ombre e far risaltare i corpi.

Il capitolo continua prendendo in considerazione altri artisti.

Il secolo della ragione: Inghilterra e Francia nel settecento

  • Intorno al 1700 il barocco toccò il suo apice.
  • Nelle nazioni protestanti però, come Inghilterra e Germania, venne un forte contrasto con il barocco.
  • Nondimeno ed influsso non mancarono alcune influenze ed infatti vi furono, anche in queste nazioni, stravaganze e bizzarie.
  • In Inghilterra l’ideale non fu il castello ma la campagna.
  • Gli architetti delle case di campagna si attenevano alle regole classiche.
  • Un altro canone da seguire era poi quello della ragione, della razionalità in opposizione al resto dell’Europa che si sbizzarriva in fantasie.
  • In poche parole qui l’arte non veniva usata per esaltare la potenza e la gloria di re, principi o chiesa.
  • Si rivolgeva invece alle persone più comuni.
  • Pian piano iniziavano a rivolgersi alla vita quotidiana.
Dettagli
A.A. 2019-2020
31 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/03 Storia dell'arte contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher gisellapiccolis di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'arte contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Tordella Piera Giovanna.