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Diventa CREATORE ossia l'artista trionfa sulla natura. Tale creatività è però subordinata a
un compito: serve all'esistenza. In che senso?
Le forme di una cosa (ossia tutto ciò che può essere colto sensibilmente: linea, superficie,
struttura, funzione) esprimono l'essenza di un oggetto in modo imperfetto che l'artista
deve sviluppare perché possa svelarsi più pienamente.
Quindi è guidato dalle forme ma allo stesso tempo le domina e le plasma, le ordina per
esaltare la loro forza e peculiarità → mimesis. Il pittore cogliendo l'essenza della cosa,
coglie anche se stesso. Sia l'essenza della cosa, sia quella dell'artista confluiscono in
un'unità vitale e protendono verso l'espressione.
3. LE IMMAGINI
Ciò che abbiamo finora esposto si poteva scorgere immediatamente nell’opera d’arte.
Ci sono però anche altri elementi che non si presentato così palesemente, ma non per
questo sono meno importanti. Vi rientrano “le immagini”. Ogni forma ha innanzitutto un
senso immediato, es. del filo esso si può usare in modo direttamente pratico, lo si può
studiare dal punto di vista delle leggi fisiche o si può parlare del “filo della vita” (rito delle
Parche). Mediante questa immagine si spiega l’esistenza. Vi sono altre immagini es.
orizzonte (non calpestabile). L’ambito al quale rimandano e da cui sgorgano inizialmente
le immagini sembra essere quello della visione; la sua prima forma, l’oracolo; la sua prima
cornice, il culto e il mito. La forza della visione scompare poi progressivamente e al suo
posto subentra la fantasia religiosa. L’oracolo si stempra nell’insegnamento di vita e nel
proverbio. Il mito di dissolve e passa nella leggenda, nella fiaba e nel costume popolare.
L’immagine però rimane. La psicologia indica la sopravvivenza delle immagini nella
profondità dell’inconscio, da qui esse:
- continuano a far sentire i loro effetti sulla coscienza,
-influiscono sul pensiero involontario e sull’intuizione creativa,
- guidano la comprensione orientano l’atteggiamento rispetto alle cose e agli
avvenimenti.
In tal modo l’esistenza umana è dappertutto influenzata da simili immagini ed anche
nella modernità, anche se meno consapevolmente, si intravede l’antico significato
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(esempio, due persone che si scambiano gli anelli). Esse fanno sentire la loro influenza
dovunque ci siano riti e perciò soprattutto negli eventi liturgici. Queste immagini hanno
grande importante anche per l’arte. Lo stato in cui si trova l’artista quando crea è affine
a quello del fanciullo o del veggente ed in questo stato possono emergere anche le
immagini. Esse conferiscono alle creazioni un particolare significato es. quando nel
quadro di un paesaggio il cielo e la terra si incontrano e si viene a formare la linea
dell’orizzonte. L’opera non è aperta verso l’oggetto esterno e insieme verso il proprio
intimo; si accosta all’inconscio e fa vibrare l’immagine. In tal modo la rappresentazione
artistica assume una portata che oltrepassa di gran lunga il suo senso più ovvio. Perfino
elementi puramente formali come per esempio il cerchio esercitano qualcosa sul nostro
animo.
In sintesi:
ossia gli elementi primi del mondo immaginario, le immagini elementari.
Queste immagini prima passano attraverso visione → oracolo → culto religioso/mito →
proverbio/insegnamento di vita → fiaba/culto popolare. Tutta l'esistenza umana è
influenzata dalle immagini!
Queste immagini sono importanti per l'Arte. Lo stato in cui si trova l'artista quando crea è
simile al fanciullo o al veggente. Non è diretto dalla ragione ma in lui vibra la vita e in
questo stato emergono anche le immagini, non consapevolmente volute ma intrecciate
in ciò che sta prendendo forma.
La nostra coscienza è inconsapevole; è l'inconscio dove vive ancora il tempo
primordiale. Quindi l'opera d'arte assume una portata che supera di gran lunga il suo
senso più ovvio. Ed è per questo che un'opera d'arte esercita così tanto potere nel nostro
animo.
4. LA TOTALITÀ DELL’ESISTENZA
Un’autentica opera d’arte è una totalità. Es. una sedia appena viene vista da Van Gogh
dà il viaad un processo particolare: la sedia diventa il centro attorno a cui si riunisce nello
spazio tutto il resto; le sue parti si dispongono attorno ad un centro. In tal modo ciò che si
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mostra nel quadro appare come una totalità. Questo processo può assumere caratteri
diversi a seconda dei casi, ma si tratta sempre di quel processo per cui i fenomeni si
concentrano in un’unità. In esso diventa percepibile quanto sta ben al di là dell’oggetto
rappresentato, ossia la totalità dell’esistenza in generale. Questa totalità non si dà mai
immediatamente ai miei occhi. Attorno a essa si raccoglie la totalità dell’esistenza:
l’insieme delle cose, la natura, e l’insieme della vita umana, la storia, ambedue vitali in un
tutt’uno. Ogni opera d’arte sorge il “mondo” che acquista rispettivamente nelle varie arti
un diverso carattere (nella sua essenza ultima però esso è il medesimo in tutte le arti es. il
mondo musicale è diverso da quello della pittura o dell’architettura, ma mirano allo
stesso scopo: conferire all’unità di mondo ed essere umano un’espressione che nella
realtà non ha e nella quale risuoni la totalità dell’esistenza).
In sintesi:
Un'autentica opera d'arte non è come qualsiasi fenomeno immediatamente percepito
solo una porzione di ciò che esiste ma è una totalità. (x es. sedia di Van Gogh).
Questa totalità non si dà mai immediatamente ai miei occhi perché io sono una parte di
un tutto incommensurabile ma nel processo di formazione artistica avviene qualcosa di
diverso: l'unità che proviene da quella cosa percepita in quel momento e dall'uomo che
la percepisce si raccoglie in totalità dell'esistenza. In ogni opera d'arte (dove + impo il
“come” che il “che cosa” rappresentato) sorge il mondo (che sembra diverso per ogni
tipo di arte – x es. musica, scienza, educazione....-ma non lo è).
SCOPO E SENSO
5.
Essenziale per un’opera d’arte è avere sì un senso, ma non uno scopo (importante non è
cosa fa, ma come lo fa). Non mira a nulla, ma significa; non vuole nulla, ma è.
Naturalmente l’opera concreta serve pure per es. gli edifici esistono affinché gli uomini vi
possano abitare, tuttavia un edificio soddisfa le esigenze pratiche anche se non è bello.
Nell’opera concreta i punti di vista secondo cui essa è formata possono ricollegarsi alle
più diverse intenzioni di utilità pratica.C’è da chiedersi che cosa significhi l’opera d’arte
per l’uomo. È già stato visto come l’artista guardando e formando l’oggetto ne faccia
apparire l’essenza, nella medesima apparizione egli rende manifesta anche la propria
essenza e quindi l’essenza umana in generale. Mentre accade ciò risuona nell’opera
d’arte la totalità dell’esistenza e quel prodotto parziale diviene simbolo del tutto.L’opera
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d’arte non esiste da sé, ma è fatta dall’uomo, appartiene dunque all’incontro dell’uomo
con la natura. Ogni autentica opera d’arte è come un mondo (è un processo che rende
esterno interno e viceversa perché l’autore esterna le proprie emozioni e l’uomo ci si
riconosce): uno spazio ben disposto e ricolmo di significati in cui si può entrare
guardando, ascoltando, muovendosi. In questo spazio le cose e l’uomo sono aperti. Così
lo spettatore, entrando in questo mondo, può vivere anch’egli nella totalità. Ciò che si
richiede, perciò, nella comprensione dell’opera d’arte non è un semplice vedere o
ascoltare, l’opera d’arte apre piuttosto uno spazio in cui l’uomo può entrare, in cui può
respirare, muoversi e trattare con le cose e gli uomini. A questo punto egli deve tendere
alla contemplazione: l’autentico rapporto con l’opera d’arte consiste nel mettersi in
silenzio, raccogliersi, entrare, guardare con sensi desti e anima aperta, spiare, rivivere.
Allora si dischiude il mondo dell’opera d’arte.
In sintesi:
In un'opera d'arte è fondamentale che ci sia un SENSO, ma non uno scopo. Esiste non per
utilità tecnica, vantaggio economico, ammaestramento ma per essere una forma che
rivela.
Non mira a nulla ma significa; non vuole nulla ma è.
(Tuttavia le opere d'arte hanno anche un valore di utilità).
Ma allora cosa significa l'opera d'arte in quanto tale per l'uomo?
Abbiamo visto come l'artista formando l'oggetto ne fa apparire l'essenza, poi rende
manifesta la propria essenza ed anche l'essenza umana in generale. L'uomo giunge alla
coscienza e allo sviluppo di se stesso. E intanto nell'opera d'arte risuona la totalità
dell'esistenza e quindi quel prodotto parziale e casuale diventa simbolo del tutto! E chi
non è artisticamente dotato può però comprendere e rivivere il processo da cui è sorta
l'opera attraverso le mani dell'artista.
Dunque l'opera non appartiene al primo mondo da cui ha avuto origine (natura) ma
appartiene al secondo mondo che risulta dall'incontro tra l'uomo e la natura (e diviene
simbolo del tutto).
Ogni opera d'arte è quindi un mondo: uno spazio ricolmo di significati in cui si può entrare
guardando e oltre che essere più profondo dell'esistenza quotidiana ha anche una
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qualità tutta sua: in esso l'uomo e le cose sono aperti. Nel quotidiano invece sottostano a
legami e a veli (ossia si percepisce qualcosa ma anche è nascosta l'essenza). → lo
spettatore entrando in questo mondo può, riproducendolo in sé, vivere nella totalità..
Quindi di fronte all'opera d'arte l'uomo non si deve limitare ad osservare ma a
contemplare (in silenzio ci apriamo con sensi desti e animo aperto e guardiamo
all'essenziale)--> pochi hanno un autentico rapporto con l'arte!
6. L’ESIGENZA ETICA E LA BELLEZZA
Ecco il rapporto dell’opera d’arte con la moralità. L’estetica antica diceva che dalla
tragedia lo s