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L'OPERA D'ARTE NELL'EPOCA DELLA SUA RIPRODUCIBILITÀ TECNICA - WALTER BENJAMIN

Prefazione

Cinque saggi

Legato all'attualità, sia in ambito dell'arte di massa che il teatro dell'amico, come Brecht è attento all'avvento delle nuove tecniche

Saggio 1931 sulla fotografia, la esalta e anche nel saggio su Fuchs, punta sulla positività del processo

Nell'opera d'arte c'è indistinzione tra l'anti individualismo della nuova fase liberale del capitalismo e quello comunista.

Premessa: Marx analizza il mondo capitalistico ai suoi esordi, risalì ai rapporti fondamentali della produzione capitalistica e li espone come fossero una predizione futura, cioè della soppressione stessa del capitalismo. Tendenze dello sviluppo dell'arte nelle attuali condizioni di produzione; si eliminano concetti tradizionali e si induce a un'elaborazione fascista del materiale concreto; concetti introdotti per la

prima volta nell'arte.
  1. L'opera d'arte è sempre stata riproducibile. La riproduzione tecnica, invece, è qualcosa di nuovo.
  2. I greci conoscevano solo due procedimenti: conio e fusione, quindi solo bronzi, terrecotte erano riproducibili, il resto era unico.
  3. Con la silografia per la prima volta la grafia fu tecnicamente riproducibile, prima dell'invenzione della stampa che creò enormi mutamenti nella riproducibilità tecnica della scrittura.
  4. Alla silografia, nel Medioevo, si aggiunsero l'acquaforte e puntasecca.
  5. All'inizio del XIX la litografia, procedimento più efficace, maggiori quantità, teneva il passo alla stampa, ma fu superata dalla fotografia.
  6. Fotografia: l'occhio è più rapido, la riproduzione è più semplice ed immediata, in essa si nascondeva il film sonoro, cioè la tecnica del suono fu affinata.
  7. 1900: la riproducibilità raggiunge un livello tale da essere essa

1. La riproducibilità tecnica ha trasformato il modo in cui concepiamo l'arte. Ora possiamo riprodurre un'opera d'arte innumerevoli volte, rendendo possibile la sua diffusione su larga scala. Questo processo ha reso l'arte più accessibile e ha permesso di raggiungere un pubblico più vasto. Tuttavia, manca l'unicità e l'irripetibilità dell'opera d'arte nel luogo in cui si trova, così come la sua autenticità.

2. L'autenticità dell'opera d'arte è ciò che la rende autorevole, tutto il resto è una falsificazione o una copia. Tuttavia, nella riproducibilità tecnica, questo non accade. La fotografia, ad esempio, può rivelare aspetti visibili solo attraverso l'obiettivo, con ingrandimenti e riprese rallentate, permettendo al fruitore di vedere dettagli altrimenti invisibili. Il prodotto della riproduzione tecnica mantiene la consistenza dell'arte, ma svaluta il suo unicità nel luogo e nel tempo. Ciò che viene meno nell'epoca della riproducibilità tecnica è l'aura dell'opera d'arte. La tecnica della riproduzione sottrae il riprodotto all'ambito della tradizione, rendendo l'opera d'arte non più unica.

3. Questo cambiamento ha modificato la percezione sensoriale dell'arte e ha reso la tecnologia un medium fondamentale. Viviamo in un'epoca in cui siamo invasi da immagini riprodotte in modo tecnico, che influenzano la nostra percezione e la nostra esperienza dell'arte.

barbariche: nasce l'industria artistica tardo romana che possedeva un'altra percezione dell'arte. Riegl e Wickhoff si oppongono all'arte classica. Aura: degli oggetti storici mediante quello applicabile agli oggetti naturali. Rendere le cose più vicine, impossessarsi di oggetti a una distanza il più possibile ravvicinata nell'immagine. Con la riproducibilità si ha un'uguaglianza di genere anche in ciò che è unico. 4. L'unicità dell'opera d'arte si identifica con la sua integrazione nel contesto della tradizione, anche se la tradizione è mutevole: la statua di Venere per i greci era da idolatrare, per i monaci medioevali era un idolo maledetto, ma entrambi vedevano la sua unicità, quindi la sua aura. Le opere d'arte sono nate per i rituali dapprima magici poi religiosi, da ciò si deduce che l'opera d'arte autentica trova la sua fondazione nel rituale. Con la

Nascita della fotografia, il primo vero mezzo di riproducibilità, l'arte avvertirà una crisi imminente, così reagirà con la dottrina dell'arte per l'arte (una teologia dell'arte).

La ricreazione di opere d'arte: per il suo valore culturale e per il suo valore espositivo. La produzione artistica è al servizio del culto, il fatto che esistono è più importante del fatto di essere viste, il valore culturale induce l'opera a mantenersi nascosta, ma con l'emancipazione di determinati esercizi artisti le occasioni di esposizione di queste opere aumentano; con i vari modi di riproducibilità tecnica, la sua esponibilità è cresciuta.

Nella fotografia il valore di esponibilità comincia a sostituire il valore culturale, che si concentra nel volto dell'uomo, di fatti il ritratto è al centro delle prime fotografie. Quando scompare l'uomo dalle foto, il

valoreespositivo supera il valore culturale.
1900, Atget fissa le strade parigine senza uomini, come un documento di prova del processo storico.
Didascalia, diversa dal titolo di un'opera.
7. Nel XIX si assiste a una disputa fra pittura e fotografia, una disputa di portata storica mondiale. L'arte è privata del suo fondamento culturale.
XX sviluppo del cinema.
Ci si chiedeva se la fotografia fosse un'arte, ma non si ponevano il dubbio che forse con essa si fosse modificato il carattere dell'arte.
Il cinema procura più difficoltà che la fotografia all'estetica tradizionale.
Abel Grace paragona il film ai geroglifici.
Severin Mars: il cinema rappresenta un mezzo d'espressione incomparabile.
Alexandre Arnoux si chiede se il cinema non sia una preghiera.
Pur di far entrare i cinema nell'arte gli si attribuiscono elementi culturali che non ha.
8. La prestazioneartistica nel teatro è presentata dall'interprete, mentre nel cinema viene presentata attraverso un'apparecchiatura, essa non rappresenta la prestazione nella sua totalità, ma crea una serie di riprese che poi montate andranno a comporre il film. L'interpretazione è sottoposta a vari test ottici. L'attore non lavorando direttamente col pubblico perde la possibilità di adattare la sua interpretazione al pubblico presente; il pubblico fa un test.
9. Al film importa che l'attore presenti sé stesso davanti ad una apparecchiatura. Pirandello dice che l'attore diventa immagine muta, perde il suo spirito. L'uomo rinuncia all'aura. L'attore di teatro entra in un personaggio, quello cinematografico fa numerose prestazioni, è tutto montato in archi di tempo differenti.
10. Per Pirandello il senso di disagio dell'attore davanti all'apparecchiatura è come quello dell'uomo di fronte a uno.

specchio; l'immagine viene trasportata davanti al pubblico, l'attore sa che poi il pubblico lo guarderà. Il cinema risponde al declino dell'aura con la costruzione della personality fuori dagli studi: il culto del divo. Il cinema permette ai passanti di trasformarsi in comparse. Per esempio, la scrittura era per pochi e i lettori erano tanto, poi con la stampa i lettori si trasformano inscrittori.

11. Nello studio cinematografico l'apparecchiatura entra dentro la realtà. Qual è il rapporto fra l'operatore e la pittura? Il pittore osserva a una distanza naturale da ciò che gli è dato, l'operatore invece penetra nel tessuto dei dati. Le immagini che ottengono sono diverse, quelle del pittore sono totali, quelle dell'operatore sono frammentarie.

12. La riproducibilità tecnica dell'arte modifica il rapporto delle masse con l'arte. Al cinema l'atteggiamento critico e quello del piacere

coincidono.Il dipinto ha sempre avuto a che fare con un o pochi, nel XX invece ha a che fare con l’osservazionesimultanea di un pubblico, da qui inizia la crisi.Si cercava di portare l’arte davanti le masse grazie ai salon e alle gallerie.

13. Il cinema ha arricchito il nostro mondo degli indici di metodi illustrati mediante la teoria freudiana; dopo lapubblicazione della psicopatologia della vita quotidiana, si hanno diverse consapevolezze e anche il cinema simette ad analizzare quelle che sono la sensibilità ottica e quella acustica.Rispetto alla pittura la maggiore analizzabilità della prestazione nei film è data dalla precisione; rispetto alpalcoscenico la maggiore analizzabilità della prestazione nei film è data dall’isolamento.Si promuove la compenetrazione fra arte e scienza.Il cinema garantisce la libertà dalle nostre vite.

14. La storia di ogni forma d’arte conosce periodi critici.Dadaismo: cercava con la pittura

quegli effetti che oggi il pubblico cerca nel cinema; le loro poesie sono "insalate di parole". Con loro l'opera d'arte era al centro di uno scandalo, essa doveva suscitare indignazione; viene proiettata contro l'osservatore, assunse una qualità tattile. La tela su cui si proiettano i film non può essere fissata, muta costantemente, libera l'effetto di shock fisico che il Dada manteneva. 15. La quantità diventa qualità, le masse determinano un nuovo modo di partecipare. Duhamel definisce il cinema un passatempo per miserabili, poiché non presuppone la facoltà di pensare. Colui che si raccoglie davanti all'opera d'arte vi si sprofonda, al contrario la massa fa sprofondare l'opera d'arte. Il pubblico è un esaminatore distratto. Postilla: il fascismo cerca di organizzare le masse, ma senza intaccare i rapporti di proprietà; consente alle masse di esprimersi, ma non di vedere.riconosciuti i propri diritti-estetizza la vita politica: puntano alla guerra (la guerra è bella per molti motivi)

PICCOLA STORIA DELLA FOTOGRAFIA

Indipendentemente uno dall'altro, numerosi uomini volevano fissare quelle immagini della camera oscura, note fin dall'epoca di Leonardo.
Niépce e Daguerre riuscirono contemporaneamente nelle loro ricerche, lo Stato le rese pubbliche.
Il periodo di fioritura della fotografia coincide col suo primo decennio, che precede la sua industrializzazione; l'industria con fotografie formato tessera, il cui proprietario divenne milionario.
Il giornale sciovinista, Leipziger Stadtanzeiger, credeva di doversi opporre all'arte diabolica di origine francese "Voler fissare immagini effimere è impossibile e lo stesso desiderio di farlo è un'offesa a Dio, l'uomo è fatto a immagine di Dio, e l'immagine di Dio non può essere fissata su nessuna macchina umana; al massimo il divino

artista mosso da unaceleste ispirazione può disegnare tratti umani". Concetto filisteo dell'arte. Rapporto tenuto dal fisico Arago il 3 luglio 1839 davanti alla Camera dei deputati in favore

Dettagli
A.A. 2020-2021
6 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/02 Storia dell'arte moderna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher greta.peverelli di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'arte e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Milano o del prof Cordera Paola.