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IL FASCISMO

Il fascismo usa i libri di testo, i colori, le illustrazioni a scopo di propaganda psicologica.

Libri di testo rivoluzionati con Lombardo Radice (vedi registrazione 9 maggio). L’ideale di Lombardo Radice è quello di

una “scuola serena” quindi questo riferimento alla serenità ricorre nei titoli dei libri di testo, davano ai bambini la

passione per la lettura, li inducevano a leggere perché erano esteticamente belli. “Freschi sorrisi”, in uso dal 1923 al

1929. Coerenti con l’obiettivo di incuriosire i bambini alla lettura.

Metà degli anni ’20 sono gli anni delle leggi fascistissime in cui vengono meno le libertà civili, politiche, di associazione,

nonostante questo nella scuola elementare sembra che il fascismo non sia ancora penetrato così in profondità.

1929 viene introdotto il libro unico di Stato, non ha immagini, colori scuri, titolo richiama un documento, una legge,

viene meno così l’idea che cercava di introdurre Lombardo Radice, di serenità e di leggerezza. Ecco come alla fine degli

anni ’20 la campagna fascista comincia ad essere oppressiva, anche all’interno della scuola elementare, in maniera

crescente nel corso degli anni. Ricorre il riferimento alla guerra, all’essere soldati, viene introdotto l’insegnamento di

cultura militare come materia nelle scuole secondarie, 20h all’anno, solamente per i maschi che sono chiamati a

frequentare queste ore; le studentesse vengono affidate agli insegnanti di puericultura, levatrici, medici, massaie,

perché l’ideale fascista per la donna è quello di moglie e madre, infatti una delle campagne del fascismo è quella della

crescita demografica., l’Italia sarà una nazione forte quando potrà contare su un numero elevato di giovani: CULTO

DELLA GIOVINEZZA.

Si parla di pedagogia della guerra, cioè un costante riferimento nei testi, nelle letture negli esercizi (educazione fisica è

soprattutto un allenamento militare) al tema bellico, pronti per essere disposti a donare la propria vita alla patria, alla

conquista degli altri territori, c’è la necessità di formare dei soldati, sia dal punto di vista fisica che mentale. Il motto

era “fare dell’Italia una grande caserma”, se le doti del soldato in tempo di guerra, durante la battaglia sono quelle del

coraggio, dell’intraprendenza, in tempo di pace la caratteristica del soldato è l’obbedienza, avere un Italia in cui il

pensiero divergente è annullato, non c’è spazio per la critica bisogna seguire gli ordini: IDEALE MARZIALE.

Utilizzare spazi neutrali a scopo propagandistico, per esempio la copertina di un quaderno di scuola.

L’ideale fascista trova modo di svilupparsi anche attraverso le guerre coloniali, la guerra d’Etiopia, in cui usa i gas.

Immagine che attesta lo stato di inferiorità nella quale la popolazione del popolo da conquistare vive, bisogna quindi

esportare lì la cultura, la democrazia.

Altro canale di propaganda sono le pagelle, per tutte le scuole del regno hanno una pagella unica, simbolo del regno

d’Italia (prima cambiava da comune a comune), ma a fianco dello stemma dei Savoia sono posizionati i fasci littori, che

proteggono i fianchi dei Savoia, ruolo difensivo. Poi negli anni successivi gli stemmi sono messi sullo stesso piano, della

stessa grandezza, una “biarchia”, un doppio potere in Italia. Infine i Savoia scompaiono completamente, rimane solo il

riferimento al fascismo, solo all’interno compare il simbolo dei Savoia, sullo stesso piano dell’Opera Nazionale Balilla,

un ente para scolastico.

Materie: religione al primo posto, canto, disegno e bella scrittura, lettura espressiva e recitazione, ortografia, lettura

ed esercizio per iscritto di lingua italiana, aritmetica, geografia, nozioni varie, storia, scienze fisiche e naturali, nozioni

di igiene, nozioni di diritto e di economia, educazione fisica, lavori manuali, disciplina (ricorda la disciplina militare),

rispetto dell’igiene e della cura della persona (l’insegnante controllava la pulizia personale e della cura dei bambini, il

maestro/a veniva giudicato dal direttore scolastico riguardo la capacità di tenere pulita la scolaresca).

Pagelle con rappresentazioni (per esempio del duce, di un soldato, di un esercito in marcia ecc) con fortissima potenza

evocativa, non erano abituati alle immagini.

Culto della personalità, onnipresente la M di Mussolini.

Nel 1937 l’Opera nazionale Balilla cambia nome e diventa Gioventù Italiana del Littorio alle dirette dipendenze del

partito con iscrizione obbligatoria.

1936 - 1937 sono gli anni del consenso, in cui il partito raggiunge il massimo consenso da parte dalla popolazione

italiana.

Nell’impero del 1944 non si tiene la scuola, per risparmiare per la guerra, non c’è abbastanza gas per scaldare le

scuole.

Il ventennio fascista, ma un periodo in cui il fascismo evolve, diventa pian piano una dittatura. Anche le persone che

non sanno leggere e scrivere sono indottrinate dal regime, soprattutto contadini, genitori, nonni (che vedono la

pagella e sono oggetto di indottrinamento senza esserne consapevoli).

Opera Nazionale Balilla

Istituita nel 1925 ma nasce a partire dal 1926

• si rifà ad un bambino Giovan Battista Perasso, di cui si narra che nella rivolta di Genova nel 1746 che abbia preso in

mano un sasso lo abbia lanciato verso l’esercito nemico sollevando la popolazione genovese verso la rivolta, un

simbolo di ribellione giovanile che incarna le vesti del soldato

• sostituisce tutte le associazioni giovanili fino ad allora esistenti che vengono chiuse ed abolite e rimane solo l’Opera

Nazionale Balilla

• è un ente parascolastico che si occupa prevalentemente della gestione dell’educazione fisica all’interno della scuola,

gli stessi insegnanti sono chiamati a dare il loro contributo all’interno delle associazioni giovanili del regime

• i bambini e le bambine sono suddivisi per classi di età

I figli/le figlie della Lupa (6-8 anni)

I Piccoli Balilla / Le Piccole Italiane (8-14 anni)

Gli Avanguardisti / Le Giovani Italiane (14-18 anni)

I Fasci Giovanili di Combattimento (18-22 anni) è il vero servizio di leva

• nel 1937 cambia nome e diventa GIL (Gioventù Italiana del Littorio), passa alle dirette dipendenze del partito con

iscrizione obbligatoria (anche se comunque prima che era facoltativa tutti aderivano, le insegnanti pagavano per far

iscrivere i bambini che non potevano permetterselo, tutta la classe iscritta all’opera nazionale balilla era motivo di

vanto per gli insegnanti e si potevano ottenere promozioni, si poteva accedere alle colonie)

Gli anni del Consenso dal 1936 al 1938

I dissidenti sono già stati allontanati o soppressi e resi inoffensivi.

• La scuola diventa una macchina per creare consenso e formare l’italiano nuovo.

• Vengono introdotte alcune materie a scuola per esempio la cultura militare nel 1934, nel 1930 la dottrina del

fascismo (nelle scuole secondarie).

• Ogni spazio perde la neutralità per diventare spazio di propaganda, per esempio negli anni 30 è obbligatorio

appendere nelle classi anche il ritratto di Mussolini, gli slogan (“Mussolini ha sempre ragione”).

• Campagne del regime per esempio per la crescita demografica, per l’autarchia, per il grano

• A livello lessicale si limita l’utilizzo di formule straniere, anche l’insegnamento delle letterature straniere, libri

stranieri hanno una circolazione molto ridotta.

• La radio e il cinema sono strumenti di propaganda, settimanalmente a scuola si facevano ascoltare le trasmissioni

radiofoniche, con messaggi di Mussolini.

Dal 1935 la scuola viene fascistizzata ancora di più, controllo ancora più oppressivo sulla gestione della scuola, viene

introdotto il programma di letteratura italiana, vietate le classi miste, alle insegnanti donne viene imposto il divieto di

utilizzare il rossetto, la cipria, ha abolito gli organi collegiali (a livello ministeriale).

1938: emanazione delle leggi razziali , la scuola ne prende l’influenza, allontanati studenti, insegnanti ebrei, create

scuole nei ghetti, vengono ritirati i libri di testo scritti da ebrei, i proprietari di case editrici ebrei vengono defraudati.

Vengono allontanati:

• 6 docenti universitari

• 133 assistenti universitari

• 279 presidi e professori di scuola secondaria

• Oltre 100 maestri elementari

• Un migliaio di studenti delle scuole secondarie

• 4400 alunni delle scuole primarie

• Radiati 114 autori di testi scolastici

Le ripercussioni delle leggi razziali sulla scuola italiana furono particolarmente pesanti. La legislazione antiebraica del

1938 rappresenta l’apice dell’atteggiamento razzista in Italia, anche se in realtà negli anni 30 c’erano state campagne

per la salvaguardia della razza.

Tutto era partito dalla pubblicazione di un romanzo “L’amore vinto” sulla copertina cui vi è raffigurata una donna

bianca e un uomo nero, questo romanzo è finito tra le mani di Mussolini che si adirò e questo portò a censure

preventive sulle pubblicazioni, sia periodiche sia di intrattenimento. Vigilanza e controllo stretto e vigoroso sulla

cultura.

Leggi razziali: crepa sul muro di consenso plebiscitario che vi era stato fino a quel momento, soprattutto poi con

l’entrata in guerra dell’Italia. LA SECONDA GUERRA MONDIALE

Nel 1939 scoppia la seconda guerra mondiale, l’Italia attese ed entrò in guerra nel 1940 attaccando la Francia, già in

ginocchio dall’avanzata tedesca.

Il fascismo si era preparato da lunghi anni a questo evento, allo scoppio di una guerra e alla partecipazione della

massa italiana. C’era già stato modo di testare la forza dell’esercito italiano in guerra (guerra d’Etiopia). Ma le

dimensioni dell’evento bellico sono fondamentalmente diverse, con nuove modalità di guerra, è davvero una guerra di

massa, una guerra di distruzione in cui le popolazioni civili sono pienamente coinvolte coventrizzare, terrorizzare la

popolazione civile, distruzione completa. Italia oggetto di grandi bombardamenti, che cambia la vita dei comuni

abitanti, impossibilità di condurre una vita come era stata fino ad allora.

La scuola ne è completamente coinvolta, la cultura non è un bisogno primario e quindi vive un periodo lugubre.

CARTA DELLA SCUOLA DI BOTTAI

Nel 1940 viene anche dato corso alla Carta della scuola di Bottai. Giuseppe Bottai ministro della pubblica istruzione,

nel 1939 aveva emanato una carta della scuola, che era un disegno programmatico non una legge, un insieme di 29

punti che intendevano riformare l’istruzione a tutti i livelli fascistizzandola ancora di più. Avrebbe previsto l’istituzione

di un corso prescolastico obbligatorio a fini di propagan

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
35 pagine
3 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher emadicarlo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della scuola e delle istituzioni educative e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Targhetta Fabio.