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Combinandosi con le procedure del commercio elettronico, lo streaming video diventa

finalmente la forma attuale del video On demand. Dal punto di vista televisivo, il

sistema comprende ormai almeno tre livelli:

una televisione digitale in chiaro, con una forte vocazione generalista e molte

 emittenti locali, diffusa in digitale terrestre;

una pay per view digitale criptata, diffusa via satellite, digitale terrestre e a

 banda larga;

un video On Demand accessibile esclusivamente via larga banda.

A causa dell'elevato costo dei diritti, gli spettatori più pregiati migrano sulla pay-per-

view e il video On Demand che hanno un sistema più efficace per recuperare i costi

rispetto alla TV in chiaro. Si sviluppano le strategie multichannel, lo sfruttamento del

prodotto passa attraverso collocazioni successive. Spesso gli spettatori hanno un

secondo device con il quale commentano in diretta quello che vedono sul televisore.

Tutto l'insieme delle interazioni ed azioni prodotte sui social network degli utenti

durante la fruizione televisiva rappresenta un forte capitale sociale di un programma

di una fiction.

14. Over-the-top

In questo quadro molto diversificato troviamo anche gli over the top, delle piattaforme

che hanno la capacità di andare al di là dei problemi di connettività e di strutture

materiali che angustiano gli altri partner. Si tratta di giovani multinazionali americane

sbarcate in Europa stabilendo la sede nel Lussemburgo e un magazzino in Irlanda. Si

muovono sulla rete fisica che il gestore di telecomunicazione ha costruito con ingenti

costi di manutenzione e scarsi profitti, vendendo contenuti che non hanno contribuito

a creare; senza un possibile paragone con l'ingente sforzo creativo e l'alto rischio dei

produttori televisivi e cinematografici.

15. Netflix

Netflix è rapidamente divenuta una protagonista dello streaming: nata in California nel

1997, occupandosi di noleggio fino al 2008, quando ha iniziato a usare lo streaming

per consegnare i suoi prodotti. La sua formula vincente è stata l'abbonamento,

piuttosto ridotto, che permette al cliente di scegliere tutto quello che vuole nel menu

che gli viene proposto e che è composto di film e serie televisive, senza spettacolo

sportivo o eventi in diretta. Dal 2010 ha cominciato ad espandersi fuori dagli Stati

uniti, secondo un percorso quasi tradizionale: prima in Canada, poi in America latina,

nel 2012 nel Regno Unito e Irlanda. Poi negli altri paesi europei fino ad arrivare in Italia

nel 2015. Infine, Netflix si dedicò anche alla produzione di serie, film e documentari. In

ogni mercato in cui arriva, Netflix offre il suo menù doppiato o sottotitolato, secondo le

usanze del posto.

Parte II - I linguaggi dei media sonori –

Cap 1 - I linguaggi del suono –

1. Il principale medium sonoro

La radio è il primo strumento di comunicazione che non ha bisogno di alcun tipo di

supporto né di connessione materiale. Per natura si presenta come una comunicazione

sonora totalmente immateriale che raggiunge in tempo reale il suo ascoltatore.

L'orecchio a differenza dell’occhio capta suoni da qualsiasi direzione provengano e la

fonte del suono può essere indifferentemente lontana o vicina. Del resto, se qualcosa

non ci piace possiamo distogliere lo sguardo o chiudere gli occhi, ma è più difficile

distogliersi dai suoni, perché la natura non ci ha dato la possibilità di chiudere le

orecchie. Il suono ha la proprietà di estendere la sua azione anche al di là di quello che

si desidera. Questa caratteristica è stata definita “acusma” il suono che si sente senza

vedere la fonte da cui proviene è detto “acusmatico”. Questa non soltanto può essere

miniaturizzata fino a sparire, ma può essere ascoltata senza impegnare lo sguardo e

dunque mentre si svolgono altre attività più complesse o pericolose. Non c'è bisogno

di stare fermi, perché l'apparecchio può muoversi insieme a noi, da questo principio

sono nati il walkman, il discman, l’mp3 e l’iPod.

2. La voce sola

Secondo alcuni luoghi comuni che tutti condividiamo la forma perfetta di

comunicazione riprodotta è quella audiovisiva perché è più simile all’interazione

diretta tra le persone. Solo però che la tv o l'audiovisivo in generale non può essere

applicato a tutte le condizioni. infatti, la vitalità della radio è proprio nella sua

aderenza alle speciali caratteristiche del suono e della voce. Il suono non partecipa

necessariamente a quell'effetto di costruzione della realtà che fa parte integrante

dello statuto dell'immagine, la voce sta benissimo anche da sola. Il suono non ha il

vincolo di dover rappresentare la realtà, ma di accompagnarla. La sensazione sonora è

correlata dalla sfera emotiva, evocativa, simbolica; si richiede di immaginare ciò che

solo suggerisce e ci fa pensare; mentre i media legati alle immagini si dedicano

prevalentemente alla narrazione e quindi a narrativizzare e spettacolarizzare la

società. La radio appare evocativa ed espressiva, conversazionale, emozionale e

confidenziale. Il mondo radiofonico appare fortemente connesso alla capacità di

rappresentare un’interfaccia comunicativa tra la dimensione privata e personale da un

lato, e la sfera pubblica dall'altro. Per questo suo carattere confidenziale, il rapporto

degli ascoltatori con la loro emittente radiofonica preferita è assai diverso da quello

che intrattengono con la televisione, tutto è contraddistinto da una fidelizzazione più

intensa.

3. Le pratiche sociali dell’ascolto

Ascoltare la radio è qualcosa di molto diverso da altre esperienze di fruizione mediale.

Se ti danno l'impressione di un’indipendenza dal tempo, che possiamo gestire secondo

i nostri ritmi; la radio invece è sempre adesso, nel momento in cui la si ascolta. Non

possiamo riascoltarla o rileggere ciò che ci siamo persi, forse possiamo recuperare le

informazioni che ci interessano solo attraverso i podcast. La radio appare sempre

come un segnale della qualità, una testimonianza della società. Per questo l'ascolto è

sempre un'esperienza sociale. Tale esperienza risponde in realtà a molteplici esigenze

sociali, che possiamo ricondurre a tre ordini di funzioni:

connettive (quando svolgiamo un'attività spesso proviamo il desiderio di essere

 accompagnati da suoni e voci che ci danno l'idea di non essere soli e lasciati a

noi stessi. Per alcuni questa presenza di sottofondo rappresenta un contatto con

la società; per altri invece, come i giovani, la miglior forma di connessione è

rappresentata da una colonna sonora musicale con brevi inserti parlati; altri

invece preferiscono una programmazione parlata che ci dà il tono della

quotidianità e si informa in modo soft su tendenze e stili di vita a cui possiamo

ispirarci.)

partecipative (le persone conformano il loro stile di vita sulle base di nicchie e

 tribù, che richiedono continui aggiornamenti e non c'è nulla di meglio della radio

perché possano riconoscersi nell'identità che hanno scelto e apportare

impercettibili e continue modifiche alle proprie scelte culturali e di consumo. La

radio dà la sensazione di partecipare a qualcosa e di far parte di una comunità

di adesione e di riconoscimento, che può essere temporanea o parziale o che

può durare tutta una vita. Giocano un ruolo particolare le nicchie musicali molto

caratterizzate, i dialetti, le appartenenze etniche, culturali, politiche, religiose.

McLuhan definì la radio un “tamburo tribale” sottolineando la sua capacità di

essere uno strumento per tenere insieme la comunità ma anche richiamare il

ritmo che il suono del tamburo introduce nella vita della tribù);

identitarie (la radio ci fornisce buona parte delle informazioni che ci servono per

 affrontare la vita sociale. Si tratta di quel complesso di informazioni di cronaca e

istituzionali, aggiornamenti, avvisi, previsioni metereologiche, bollettini sul

traffico e sulla navigazione, dati di borsa ecc… Questo complesso di

informazioni ci richiama la presenza costante di una sfera pubblica che

frequentiamo saltuariamente, immersi nei nostri interessi e problemi privati.

Cap 2 - Fare la radio –

1. Un’esperienza entusiasmante

Di seguito gli stati e le articolazioni dell’esperienza radiofonica:

in un panorama dell'etere così affollato non c'è stazione radio senza un'idea.

 Una radio generica che è pronta ad accogliere qualsiasi tipo di musica e di

parole non ha senso. Ogni radio sviluppa un’idea di programmazione e un’idea

di pubblico tendendo a fidelizzarlo per diventare così un punto di riferimento.

predisporre e assemblare contenuti da trasmettere, nell'equilibrio che si è scelto

 fra musica e parole. Ormai tutte le radio trasmettono 24 ore su 24: questo

significa che bisogna distinguere tra contenuti di punta, contenuti per le fasce

orarie meno pregiate e infine contenuti messi in onda automaticamente, ad

esempio nelle ore della notte.

mandare in onda i contenuti dell'emittente. Ciò avviene in vari modi: via etere,

 da satellite, in internet. Sicuramente la radio trasmette in FM analogico e

contemporaneamente in un simulcast digitale, uno streaming via web. C'è una

radio da satellite, i contenuti vengono inviati anche in diretta, ossia spediti

verso il satellite che attraversa una superficie riflettente. Se invece siamo in una

web radio, continuiamo a parlare di messa in onda ma in senso traslato. Non si

generano più onde elettromagnetiche ma si mette in internet, con appositi

software, il nostro contenuto in diretta.

organizzare il proprio pubblico e promuove la sua risposta alla nostra

 programmazione, cercando in ogni modo di superare il carattere unidirezionale

del broadcasting radiofonico. Lo scambio vocale per telefono rimane la forma

principale, tutte le altre forme di contatto sono state completamente assorbite

dalla posta elettronica e dei social network. La radio ha il massimo interesse a

passare sugli altri media, a realizzare contenuti multipiattaforma e anche ad

intrecciare la trasmissione con eventi dal vivo attraverso quella formidabile

arma che è la radiocronaca.

2. L’unico medium ancora analogico

L’investimento necessario di una radio è minore rispetto a quello di un emittente TV:

per l'ascoltatore la radio è percepita come un mondo di assoluta gratuità. La

digitalizzazione è un costo che non si sa bene come recuperare e quali concreti

vantaggi porterebbe all'ascoltatore. Per questo l

Dettagli
A.A. 2017-2018
40 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/06 Cinema, fotografia e televisione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher cecconimarta96 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Culture e formati della televisione e della radio e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi Roma Tre o del prof Menduni Enrico.