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La logica, la matematica e la scienza secondo Kant

Aristotele era ed è lo strumento attraverso il quale ci esprimiamo e che dobbiamo necessariamente utilizzare per comprenderci e, proprio perché ha a che fare con se stessa, non può essere considerata una scienza vera e propria. L'errore di Kant fu aver identificato la logica non come strumento di comprensione ma come verità insita nella realtà.

Kant prosegue descrivendo la matematica, considerata scienza esatta a partire dai Greci, da Euclide. Le geometrie non euclidee hanno contraddetto Euclide, infatti la geometria euclidea è un ottimo strumento ma non è l'unico; anche nell'assicurare l'esattezza scientifica alla matematica Kant si sbagliava.

Per la difficoltà di doversi confrontare col mondo esterno, dice Kant, la scienza giunse più lentamente a trovare la via della scienza. Fino alla scoperta di Newton la scienza brancolava nel buio. La ragione deve cercare nella natura ciò che deve apprenderne, e di cui.

Nulla potrebbe da se stessa sapere. Così la sica ha potuto essere posta sulla via sicura della scienza. Quindi Kant consegnava alla storia della conoscenza, sia un intelletto sso sia una natura che obbedisce a leggi rigorose e immo di cabili.

Kant si sbagliava su tutte e tre le discipline. Laplace è un sico che completa il quadro meccanicistico disegnato loso camente da Kant, dando la de nizione ultima dell'Universo come grande macchina razionale. Laplace formula un'idea che entra poi nell'immaginario collettivo come l'idea conclusiva di tutta la scienza classica. Secondo Laplace niente nell'universo accade per caso, tutto è prevedibile perchè è tutto meccanicamente strutturato. Dobbiamo dunque considerare lo stato presente dell'universo come l'e etto del suo stato anteriore e come la causa del suo stato futuro. Ipotizzato dunque che l'universo è un meccanismo perfetto, il passaggio successivo appare del tutto plausibile.

Laplace ha disegnato la propria immagine di un essere onnisciente: un demone che si ponga fuori dall'universo e che possa vedere nello stesso momento il passato, il presente e il futuro dell'universo; perché il passato è la causa del presente e il presente è la causa del futuro. Il demone viene descritto come un dio onnipotente, quel dio sul quale però Laplace dubitava. L'intelligenza supposta da Laplace è matematica, infatti con una sola formula può descrivere l'intero universo. L'ipotesi del demone è corroborata dal primo principio della termodinamica: l'energia dell'universo rimane costante, ma per dirlo bisogna che ci sia qualcuno che esca dal mondo e la misuri, sarà dunque un demone? La cornice metafisica del meccanicismo razionale trovava un'espressione così consonante con i propri.

Presupposti di fondo da persistere immutata più o meno coscientemente esplicitata nell'immaginario collettivo dei sici classici. Nel momento in cui la visione scienti ca del mondo espressa da Kant e Laplace era al culmine del successo, le tre scienze "de nitive" e "immutabili" di Kant entrarono in crisi. Si cominciò con la logica a opera di Hegel, il quale, nella fenomenologia dello spirito (1807), mette ne ai sogni di Laplace: Hegel cambiò sia la meta sica che la gnoseologia, rendendole entrambe "storiche"; al Dio trascendente, immobile e immutabile sostituì un Assoluto in continuo divenire e in progressivo perfezionamento; alla logica dell'identità e della non-contraddizione contrappone una logica dialettica nella quale il "negativo" è intrinseco al positivo. Quando Hegel parla di Spirito o Assoluto non parla di un'entità trascendente, ma del senso immanente della realtà.

quel senso che rende questa realtà comprensibile. Hegel elabora una nuova immagine dell'albero per far comprendere che la verità non è una meta da raggiungere, non è il traguardo, la verità è il processo stesso di realizzazione della realtà e non è deterministicamente prevedibile.

Immagine dell'albero: "all'apparire del frutto il fiore viene dichiarato una falsa esistenza della pianta, e il frutto diventa verità. Queste forme non solo si distinguono, ma una scompare quando appare l'altra, perché sono reciprocamente incompatibili. Ma loro sono necessarie l'una non meno dell'altra, e questa necessità costituisce la vita dell'intero.

Se per Vico il vero era il fatto, per Hegel il vero è l'intero. Dunque il vero può essere concepito non come risultato statico, ma come processo dinamico che cresce su se stesso "il vero è il divenire di se

stesso”.Hegel è molto vicino alla posizione di Vico: il vero in Hegel è un vero storico, comedel resto aveva insegnato vico. Comprendere che la verità è glia del temposigni ca comprendere nello stesso momento che ogni pensiero dogmatico è unpensiero astratto, perché è un slegato dal tempo. L’insegnamento di Hegel èl’insegnamento chiave del neostoricismo complesso perché ci insegna che quelloche siamo è il frutto di quello che eravamo, e ciò non è determinato in manieradeterministica; non c’è una connessione causale quando si tratta di vita, di storia,perché il meccanicismo non è altro che un invenzione della scienza classica e nonè una scienza della realtà.Nel 1807, in coincidenza con la pubblicazione della Fenomenologia dello Spirito, ilsico francese Jean-Joseph Fourier pubblica un primo articolo sulla trasmissionedel calore e, nel 1811, viene

dell’equilibrio termico. Raggiunto questo equilibrio, contrariamente a quanto era possibile nella meccanica classica, non si può più risalire dall’effetto alla causa: ciò che è avvenuto non può essere più annullato, il processo di diffusione del calore che avviene naturalmente è irreversibile. Il tempo di trasmissione del calore diventa essenziale, non è più un contenitore degli eventi, esterno rispetto a essi, ma ne costituisce la struttura intrinseca. Lo spazio non è più un luogo nel quale, indifferentemente, si situano gli oggetti. Il processo di trasmissione del calore avviene in uno spazio che possiamo definire “ambiente”. Nella produzione e nello scambio di calore tra i corpi, una parte di esso si disperde nell’ambiente esterno sotto forma di energia degradata. Questa riflessione ha condotto a dedurre una conseguenza assoluta: il sole fornisce calore alla terra. Quindi se è vero che

c'è un movimento irreversibile dai corpi più caldi ai corpi più freddi fino al raggiungimento di un equilibrio, l'universo rischia la morte termica. Questa conseguenza fece preoccupare molti contemporanei di Fourier, tra cui Boltzmann, il quale impiegò tutta la sua esistenza per dimostrare che la possibilità della morte termica dell'universo fosse statisticamente irrilevante al punto che non era necessario preoccuparsi, ma non riuscì nel suo intento. Con il premio Nobel Prigogine risolviamo questo problema; Prigogine scopre che è vero anche che non stiamo parlando di due entità morte, ma di due entità vive che chiama strutture dissipative: le strutture non fanno in tempo a dissipare tutto il calore prima di averlo rigenerato. Questa è la fine del determinismo scientifico newtoniano. Anche l'esattezza della matematica viene messa in discussione. La geometria euclidea nasce come pensiero dogmatico: nessuno degli

elementi di Euclide è presente in natura. La geometria non-euclidea si è fondata su postulati esattamente opposti a quelli di Euclide; infatti, se la geometria euclidea nasce e si sviluppa sul concetto di retta, le geometrie non-euclidee partono dalle smentite del fatto che la retta sia un dato presente nella realtà, mettendo in crisi il principio di rettificazione della realtà. Secondo le geometrie non-euclidee la retta è stata scelta da Euclide per orientarsi e misurare la realtà; infatti la geometria euclidea è utile per creare, misurare, ma non è la verità, non è scritta nella realtà come pensavano Galileo, Keplero e Cartesio.

Una svolta ancora più radicale avviene per opera di un'altra scienza: la biologia. Darwin scopre che tutto ciò che è vita e vivente non può essere chiuso in rigidi concetti deterministici: la vita tutta è in divenire, in evoluzione. Il suo studio

Si concentra sulle specie, scoprendo che nessuna di esse è statica e immutabile, sono tutte connotate intrinsecamente dal tempo. Darwin aveva ragione a sostenere che il tempo è la struttura della vita, ma nell'ottica darwiniana il tempo viene considerato come unidirezionale, le specie possono solo evolversi verso il meglio, cosa che ora sappiamo non essere vera. Con Darwin abbiamo completato il quadro di storicizzazione della vita.

In questo contesto nasce la corrente del positivismo che ha una sola pretesa: leggere la storia come il graduale conseguimento di risultati sempre migliori da parte della scienza. Nasce quindi con la convinzione che la scienza sia caratterizzata da un'evoluzione positiva. Per i positivisti l'unico metodo di conoscenza è quello sico-matematico, ovvero l'applicazione della matematica a ogni ambito della realtà per calcolare e prevedere gli effetti delle cause che si hanno sott'occhio.

La disciplina regina del positivismo è la sociologia.
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Publisher
A.A. 2021-2022
12 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/06 Storia della filosofia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher silvia321 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della filosofia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Messina o del prof Anselmo Annamaria.