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E POI BASTA UN SACCO DI ALTRI LIBRI.
Il caso del Dottor Zivago. 1957. Feltrinelli pubblica in anteprima mondiale Il dottor Zivago di Boris
Pasternak. Caso editoriale e questione politica. Periodo d’interesse per la letteratura sovietica +
deregulation dei diritti d’autore (era sufficiente far uscire il libro entro i 30 gg successivi alla sua prima
uscita nel paese d’origine). I collaboratori “slavisti” di GG erano Zveteremich e d’Angelo.
• Boris Pasternak (1890 – 1960) nacque da una famiglia di intellettuali d’origine ebrea a Mosca. Studiò
Composizione al Conservatorio e filologia all’Uni di Mosca. Nel ’46 iniziò a scrivere Zivago e si distaccò dal
Partito che aveva sferrato un violento attacco contro “gli intellettuali deviazionisti e borghesi”. Romanzo:
tema della fragilità dell’individuo & solitudine dell’intellettuale; ricostruzione della storia sovietica dei primi
30 anni del secolo, non giudicandola ma proponendo un’alternativa spiritualistica.
•D’Angelo si recò a Mosca (estate ’56) e sentì in radio che il romanzo sarebbe stato pubblicato a breve in
URSS; l’autore disse però di non esserne convinto; d’Angelo gli propone di pubblicarlo in Italia ed egli
accetta, sapendo che in URSS non sarebbe mai uscito. Autorità sovietiche volevano riprendersi la copia
integrale del romanzo; non avevano intercettato la lettera che P. spedì a Feltrinelli col contratto firmato
dentro. Sepilov (Ministro degli Affari Esteri) lo giudicò un “feroce libello contro l’URSS”, partito doveva
impedirne la pubblicazione all’estero. Si rivolsero quindi al PCI, invano. Dall’agosto ’57 il segretario
dell’Unione scrittori sovietici Surkov iniziò a minacciare Pasternak di revocare il romanzo pena l’arresto.
Surkov giunse a Milano incontro di persona con GG, per ore, ma niente da fare.
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Il 15 novembre 1957 Il dottor Zivago era in tutte le librerie italiane, successo straordinario: prima tiratura
(12.000 copie) esaurita immediatamente. Romanzo presentato a Milano lo stesso mese, giornalisti
chiedevano a GG del PCI – no comment. Lo stesso dicembre GG fu accusato dal PCI:
- per aver pubblicato un libro di Fortini in cui un gruppo di comunisti/socialisti si rendeva
indipendente;
- per aver pubblicato Zivago;
- la casa editrice aveva pochi rapporti col Partito (al contrario dell’Istituto Feltrinelli);
- posizione personale di Feltrinelli sul Partito.
Rottura: Feltrinelli non rinnovò più la tessera del PCI.
Intanto a fine ’58 Zivago tradotto in tutte le lingue europee. La Feltrinelli era la detentrice esclusiva dei
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diritti in tutto il mondo, URSS esclusa. Circolavano copie dattiloscritte dell’originale in russo, date
dall’autore stesso a degli amici, tra cui l’olandese Mouton. L’edizione Mouton uscì per Feltrinelli in agosto
’58, prima edizione ufficiale del testo originale russo. In Russia uscì solo nell’89.
Pasternak fu insignito del Nobel a dicembre ’58 ma fu costretto a rifiutarlo; quando si scoprì in URSS fu
chiesto al governo di togliergli la cittadinanza. Pasternak scrisse a Kruciov pregandolo di non espellerlo.
L’Unione degli scrittori sovietici pubblicò un elenco di 32 nomi di autori che supportavano l’espulsione di P.
dall’URSS. Pasternak con un telegramma a Stoccolma rifiutò il Nobel, poi fece pubblico pentimento e
domanda di reintegrazione. Solidarietà degli intellettuali di tutto il mondo. P. morì a maggio ’60 poco dopo
essere stato diagnosticato con cancro ai polmoni. Nessun necrologio sulla stampa sovietica. Sezione Cultura
del Comitato centrale del Partito scrisse della necessità di educare i giovani creativi sovietici che rischiavano
di essere contagiati da P.
CAPITOLO 5: IL LAVORO EDITORIALE DI GIORGIO BASSANI.
Collana “Biblioteca di letteratura diretta da Giorgio Bassani”.
Da sempre antifascista, partecipò alla Resistenza ma contrario all’”impegno come parola d’ordine”.
Rispettava la tradizione ed era contro scapigliati e neorealisti. Lettore attento e scrupoloso, entra in
Feltrinelli prima come consulente poi come direttore di collana. Collana divisa in: “I Contemporanei” (’58 –
’63) con testi della narrativa italiana contemporanea; “I Classici Moderni” (’59 – ’63) con opere straniere
note dell’8-900. La sua scoperta più grossa fu Il Gattopardo.
Collab con Feltrinelli finisce perché GG sceglie di accogliere da fine ’62 gli scrittori del Gruppo 63
(neoavanguardia); Bassani disapprovò, rifiutando di inserire nella sua collana Fratelli d’Italia di Arbasino
perché ideologicamente appartenente al Gruppo 63. B. accusato addirittura di spionaggio per la Einaudi
(finiti in tribunale).
“I Contemporanei” ’58 – ’63. Inaugurata con I soldati di Carlo Cassola: buon successo di pubblico, due
edizioni consecutive. La prima era un volume cartonato, copertina grafica di Steiner, nessuna introduzione
all’autore nei risvolti/in quarta. Bassani aveva pensato a un segnalibro/”scheda editoriale”.
Successivamente: Cos’è l’amicizia di Cancogni e Il ponte della Ghisolfa di Testori. Nel 1959 fece 10 uscite;
nel 1960 furono 7; nel 1961 furono 10. Nell’ultimo anno della collana Bassani scoprì Meneghello: scelta
coraggiosa di pubblicarlo prosa personale nata dall’impasto col dialetto, e in quel periodo vi era
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polemica per l’uso dei dialetti nei romanzi.
“I Classici Moderni” ’59 – ’63. Collana nata per permettere all’Italia frenata dal provincialismo prima, e dal
fascismo poi, di recuperare i classici che si erano intanto affermati in Europa.
Il caso del Gattopardo. Prima volta che un testo di lett. ita contemp. raggiungesse e superasse le 100k copie
vendute in poco tempo.
• Giuseppe Tomasi, principe di Lampedusa (1896 – 1957) apparteneva a una famiglia della nobiltà siciliana
+ antica. A 20 anni interruppe gli studi per andare al fronte. Fatto prigioniero, creduto morto: era in un
campo di concentramento da cui riuscì ad evadere, tornando in Italia a piedi. Antifascista; scrisse il
Gattopardo di fretta tra ’55 e ’56. A Bassani fu segnalato per caso da Elena Croce nel ‘58, poi scoprì che
l’autore fosse già morto. Anche la sua uscita fu casuale: doveva uscire a gennaio ’59 ma alcune copie erano
già arrivate ai critici, che lo recensirono. Il libro uscì a dicembre ’58 e andò a ruba. Era stato
precedentemente rifiutato da Mondadori ed Einaudi.
Il caso Arbasino e la rottura con Bassani. Alberto Arbasino, nato nel 1930, giornalista, scrittore, saggista e
critico musicale, anche lui nel Gruppo 63. Rivista “Paragone” pubblicò nel ’55 il suo esordio Distesa
d’estate. Temi ricorrenti:
- chiusura della provincia italiana post-bellica
- atmosfera pettegola delle ville e dei salotti
- viaggio, sia come divagazione turistica che come critica socioculturale.
La sua opera più importante, Fratelli d’Italia, esce nella collana “Narratori di Feltrinelli”, ’63. Romanzo di
formazione che racconta di un gruppo di giovani intellettuali in viaggio attraverso l’Italia. Tema presentato
in quarta di copertina. Caso editoriale, doveva essere pubblicato nella collana di Bassani – polemica che
sfociò nell’accusa di GG a Bassani di “tradimento” della casa editrice. Forzò i suoi cassetti nella sede
Feltrinelli di Roma in cerca di prove incriminanti, invano. Bassani licenziato, gli fece causa e vinse. Secondo
il critico Siciliano quest’episodio incarna lo spirito “teppistico” e neoavanguardistico del Gruppo 63.
CAPITOLO 6: IL LAVORO REDAZIONALE E LE COLLANE SPERIMENTALI
Avanguardie: École du Regard (Francia), Gruppo 47 (Germania), Novissimi e Gruppo 63 (Italia); quest’ultimo
lotta alla tradizione letteraria italiana mediante ricerca in campo critico.
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Collana “Le Comete”, diretta da Valerio Riva, si dedicò alla fase di emersione del Gruppo 63.
Nanni Balestrini + Luciano Ancheschi: “Il Verri”, rivista espressione naturale del Gruppo.
Editore comunità intellettuale espressa dal marchio Feltrinelli direttore editoriale
ß à
Modello di intellettuale-editore. Riva, Balestrini e Filippini, tutti autori e traduttori, oltre che collaboratori
della casa editrice.
Il rapporto con Erich Linder. Linder dal ’53 nell’ALI (Agenzia Letteraria Internazionale) + collab con
Feltrinelli. Rapporti complessi: GG diventerà la “bestia nera” di Linder, che lo definiva “ricco sfondato e
grossolano”.
Mai stati amici; Linder risentito per non essere stato coinvolto nei successi Zivago e Gattopardo. In più
centinaia di solleciti perché opere rimanevano per più di un anno “in lettura” presso la casa editrice à
Linder minacciava di non mandare più niente. Attriti anche tra Linder e Riva: polemica tra i due poco prima
della morte di Linder.
“Le Comete” 1959–1967. Diretta da Riva dal ’59 al ’67; 44 titoli di autori nuovi destinati a diventare famosi.
Inizialmente copertina cartonata, no sovraccoperta né risvolti. Dal ’62 ogni nuova uscita cambiava: si
aggiunse segnalibro/pieghevole allegato/controcopertina/risvolti ecc. Copertine grafiche by Steiner, nere
con un colore abbinato ogni volta diverso. Talvolta aggiunte foto, sempre in b/n. Oltre a nome autore e
titolo in copertina apparvero dal ’62 anche info aggiuntive (es. sulla promozione pubblicitaria). Tutte le info
su autore/romanzo e le recensioni erano in quarta di copertina. Primi 2 anni: ogni numero = autore di
nazionalità diversa. Riva voleva proporre “narrativa proibita”.
•1°: Zenzero di J.P. Donleavy, tradotto da Bianciardi. Introdotto in Ita da F.; definito il trait-d’union tra
“giovani arrabbiati” inglesi e gli americani della “beat generation”. Libro divise pubblico e critica. Nel ’59
insieme a Zenzero uscì Sulla Strada di Kerouac successo di queste opere sembrava legato, ma polemica.
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•Il sole si spegne di Osamu Dazai, “Il Gattopardo del Giappone”, tradotto da Bianciardi dalla versione
americana di D. Keene (che scrisse prefazione). Volevano rendere accessibile al pubblico ita un romanzo
giapponese: nota sulla pronuncia e sulla trascrizione dei nomi.
L’école du regard francese. 1959: anno del “nouveau roman” francese. Opera simbolo: Planetario di
Nathalie Sarraute. Per Feltrinelli esce Ritratto d’ignoto: in copertina la scritta “romanzo” viene “cancellata”
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