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La capacità di mettere radici nel territorio consente al Pci di diventare partito di maggioranza in alcune città
italiane con forti tradizioni (a Siena il Pci raggiunge la maggioranza assoluta).
17.3 - L’internazionalismo comunista e l’europeismo della Democrazia cristiana
•• Il radicamento locale del Pci non ne cancella l’internazionalismo, anche se questo è in crisi dopo lo
scioglimento dell’Internazionale comunista e la creazione del Cominform. Togliatti parla di un partito che,
nato internazionalista, assume adesso una sempre più netta caratterizzazione nazionale. Comunque, Pci e
Psi continuano a esprimere la loro solidarietà a tutti i movimenti mondiali che si definiscono rivoluzionari,
anche quelli nazionalisti (rivoluzione è quella del nazionalista egiziano Nasser e quella dell’iraniano
Khomeini). La sinistra crede che il Terzo mondo sia anti-imperialista e quindi che il socialismo si stia
continuamente espandendo. La Dc è invece europeista. In Europa si ribadisce il cattolicesimo, da
contrapporre all’ateismo dei paesi comunisti. De Gasperi propone una Europa economicamente unita che
trasferisca proprietà e reddito ai lavoratori e ai poveri, però ribadendo il riconoscimento del libero pensiero
e del cristianesimo attivo. Schuman nel 1951 crea la Ceca, la Comunità europea del carbone e dell’acciaio,
la prima tappa del cammino verso la Cee (Comunista economica europea) del 1957.
17.4 - La questione della governabilità e gli scandali
•• Nel 1952 Sturzo vuole formare una lista unica con la destra per le elezioni, ma De Gasperi fa approvare
nel 1953 una legge elettorale, la cosiddetta “legge truffa”, così chiamata dall’opposizione, che è una legge
maggioritaria: allo schieramento con più voti (anche con una lievissima maggioranza di voti) andrà il 64,5%
dei seggi. L’opposizione è rabbiosa, ma la legge passa. Alle elezioni del giugno 1953 la Dc ottiene il 40%:
ottiene il premio di maggioranza, ma è in forte calo (il Pci ottiene il 23%, il Psi il 13%). È la fine del
centrismo. Nella Dc le preoccupazioni per il voto vengono subito spente da altre preoccupazioni riguardanti
alcuni scandali: la scoperta del cadavere di una ragazza, Montesi, e l’avvelenamento in carcere di Pisciotta
(si pensa che c’entri il Governo e la mafia), che danneggiano la carriera politica di Piccioni (incolpato dalla
stampa dell’omicidio della ragazza) e di Scelba, i maggiori nella Dc, mentre si rafforza la posizione di
Fanfani. Nell’agosto 1954 muore De Gasperi e la Dc non sa se continuare con il centrismo oppure cercare
vie nuove. Scelba è il meno indicato come successore di De Gasperi anche perché anticomunista e vuole
fare dei provvedimenti che porterebbero a scontri diretti con i comunisti che la Dc vorrebbe evitare. Poco
dopo però anche le sue posizioni diventano moderate: quando scopre di un finanziamento illegittimo
proveniente dall’Urss al Pci, non rivela niente perché significherebbe mettere al bando il Pci, e quindi si
arriverebbe alla guerra civile.
17.5 - Il “miracolo economico” e la motorizzazione
•• Negli anni Cinquanta l’economia cambia radicalmente la vita degli italiani. Il fatto di maggiore importanza
del 1953 non sono tanto le elezioni politiche, ma la presentazione della Fiat di una utilitaria, la Seicento:
comincia l’epoca della motorizzazione di massa. La politica è in ritardo sull’economia, perché per vedere un
governo di centro-sinistra bisogna aspettare la proposta di Moro nel 1962. Dal 1951 al 1963 la ricchezza
degli italiani raddoppia: soprattutto gli anni dal 1959 al 1962 vengono chiamati del “miracolo economico”.
Già nel 1910 Ford ha cominciato con la motorizzazione di massa, ma in Italia il cambiamento, arrivato
tardissimo, ha poi un effetto rapidissimo. Dalla bicicletta si passa rapidamente alla Vespa, poi alla
Lambretta: diventano tutti status symbol dei giovani. L’auto diventa quindi il simbolo del benessere. Il
possesso di una auto diventa una aspirazione di massa. La diffusione dell’auto cambia la percezione del
futuro anche nelle classi popolari e questo crea nuovi problemi politici, soprattutto a sinistra: l’Urss e i
comunisti puntano sullo sviluppo dei soli trasporti collettivi, quindi l’affermazione della Seicento li pone di
fronte a un difficile problema. Quando non c’era benessere, nei giorni liberi i cittadini si riversavano nelle
sezioni o nelle Chiese, adesso invece, soprattutto con l’auto, con la tv e con il benessere economico, i
cittadini si riappropriano del proprio tempo libero, togliendolo ai partiti e alla Chiesa. All’inizio la tv diventa
luogo dell’aggregazione familiare. Il consumo dei primi spettacoli è di massa. Alla televisione delle origini
vengono attribuiti due compiti: informare e svolgere una attività culturale, con la trasmissione di film,
concerti e opere teatrali. Il rapporto con gli spettatori è solo pedagogico. In pochi anni, la pedagogia viene
abbandonata: Mike Bongiorno è il primo a mettersi allo stesso livello dei telespettatori, considerandosi
complice e non maestro. Il Pci guarda solo all’uso politico della tv e la condanna. Nel 1955 viene costruita
la prima autostrada, l’Autostrada del Sole. Il binomio automobili-autostrade permette lo sviluppo industriale.
Si comincia a unificare l’Italia, missione fallita da Cavour a Mussolini. Lo sviluppo industriale porta alla
emigrazione interna: da sud a nord; questo crea gravi problemi sociali sia al nord sia al sud.
17.6 - Il sogno americano e il sogno italiano
•• Gli Usa sono più avanti di tutti nello sviluppo capitalistico, di cui sono il modello. L’arrivo della produzione
hollywoodiana in Italia nel secondo dopoguerra esercita una grandissima influenza sugli italiani. La
diffusione dei film americani in Europa è anche una operazione politico-propagandistica. Nei film americani
sulla Seconda guerra mondiale, gli italiani sono quasi sempre assenti e i nemici sono solo i tedeschi e i
giapponesi: questo porta a una convinzione negli italiani di non essere stati colpevoli e di essere stati
sempre dalla parte dei buoni. La Dc è molto attenta alla famiglia e dà il via alla costruzione di molte case.
Soprattutto Fanfani crea un organismo autonomo, la Gestione Ina-Casa con il compito di realizzare un
piano per l’edilizia abitativa di tipo popolare: è il “piano Fanfani”. Le palazzine costruite con questo piano
però sono scarne e mal costruite. Ai poveri non importa e sono grati alla Dc.
17.7 - La diminuzione delle tensioni politiche
•• Nel 1953 la morte di Stalin e l’inizio del disgelo nell’Urss sembrano allentare il pericolo di una guerra.
Nello stesso anno Secchia (sostenitore della lotta intransigente) viene sostituito da Amendola come
segretario del Pci. Nel 1955 la Fiom-Cgil viene sconfitta alle elezioni per le commissioni interne della Fiat
(molti credono che il motivo sia nei troppi scioperi politici). La maggioranza relativa viene conquistata dalla
Cisl. Nel 1956 Chruscev denuncia i crimini di Stalin al Ventesimo congresso del Pcus e Togliatti sposa le
sue tesi. Pci e Psi cominciano a distaccarsi, e questo modifica di molto il quadro politico italiano.
17.8 - Il 1960: Tambroni e l’antifascismo
•• Nel febbraio 1960 il governo Segni (Dc, Pli, Msi e monarchici) decade e viene sostituito da un governo
Tambroni (monocolore Dc, ancora di centro-destra), appoggiato dall’Msi: i democristiani di sinistra si
dimettono per protesta e la direzione del Dc chiede le dimissioni di Tambroni, che accetta. La decisione del
Msi di tenere un congresso a Genova suscita un vasto movimento popolare di protesta, guidato dai partiti
di sinistra. Gli scontri provocano dieci morti e tutti hanno paura che si arrivi alla lotta armata, perché tutti gli
schieramenti politici sono impreparati. Ma dopo il rapporto di Chruscev al Ventesimo congresso non c’è più
il pericolo della lotta rivoluzionaria, e neanche della ginnastica rivoluzionaria (come nel biennio 1919-1920).
Alle elezioni del 1958 il Msi ottiene il 5% dei voti, il 5,1% dei voti a quelle del 1963 (scendono i monarchici e
si riversano nei missini: dovrebbero essere nemici, ma a destra la nostalgia prevale sui ragionamenti
politici). Solo la destra del Pli rimane costituzionale, ma non raggiunge neanche il 4% dei voti: gli elettori
liberali continuano a votare per la Dc, perché è più importante la difesa contro il comunismo.
18 - Benessere economico e tensioni politiche
18.1 - Il “miracolo economico”
•• Il miracolo economico facilita la formazione di governi di centrosinistra e riduce la contrapposizione tra
ricchi e poveri. Cresce la produzione industriale e quindi l’occupazione. Le lotte sindacali diventano meno
aspre. Un democristiano, Mattei, diventa capo dell’Agip. Nel 1946 l’Agip scopre dei giacimenti di metano
nella valle padana e si fa concedere il monopolio del loro sfruttamento, cambiando nome in Eni, Ente
nazionale idrocarburi. Nel 1957 l’Eni ottiene il monopolio dell’intero territorio nazionale, esclusa la Sicilia: la
Dc vuole limitare cos’ il potere dei gruppi economici privati. La nascita dell’Eni è vista bene anche dalle
sinistre, perché significa comunque un maggiore intervento dello Stato nell’economia. Viene istituito il
ministero delle Partecipazioni statali. Mattei diventa un vero imprenditore che si serve della politica per
rendere più forte la sua azione. Mattei comincia a condurre una propria politica estera, in concorrenza con
quella delle grandi compagnie petrolifere straniere, proponendo contratti più vantaggiosi ai paesi produttori
di petrolio e stabilendo rapporti con l’Urss. Mattei può esercitare una rilevante influenza sull’economia
italiana e anzi si vogliono statalizzare tutte le fonti energetiche. Il Pci e la sinistra del Psi temono che il
benessere possa provocare profondi mutamenti nella scala dei valori. Gli operai vogliono avere ferie,
frigoriferi e televisori, e in molti nel Pci credono che il proletariato non dovrebbe farsi convincere da questo
cambiamento nelle abitudini di consumo. Lo sviluppo economico sta portando all’estinzione della classe
intesa in senso marxiano. Il Pci predica l’austerità, ma anche il cattolicesimo da sempre considera la
ricchezza un peccato.
18.2 - Il 1962: il rischio del coinvolgimento in una guerra nucleare
•• Moro crede che il Pci non sia l’espressione del male, ma un partito che trae la sua forza dall’adesione di
milioni di italiani, dei quali esprime interessi e passioni. Moro allora pensa a un centrosinistra per sottrarre
una parte della base sociale al Pci, quella più sensibile alle riforme che al richiamo della rivoluzione. Il
centrosinistra voluto da Moro viene criticato sia nella Dc sia nel Psi. Durante le e