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Bicocca poiché si cercò semplicemente di trasferirle da uno stabilimento all’altro. La

continuità femminile nel dopoguerra si rivelò infatti come più rilevante rispetto a

quella maschile. In conclusione l’esperienza lavorativa della donna presso gli

stabilimenti Pirelli, e in particolare alla Bicocca, fu considerato molto positivamente e

si affermò addirittura che le donne avessero ottenuto un alto “senso della disciplina e

della responsabilità”.

Il lavoro delle donne nei servizi pubblici.

Per quanto riguarda i servizi pubblici e in particolare quello dei trasporti le donne

sostituiscono in periodo di guerra gli uomini in un settore in cui alcuna donna era mai

entrata, quello delle tranvie. Fino al 1916 infatti nessuna donna italiano aveva mai

occupato un incarico in questo ambito dell’economia. Si tratta però di un mestiere

temporaneo legato alle esigenze belliche da cui saranno completamente allontanate

nel 1919 alla fine del conflitto. Le donne in questo settore sconvolgono in particolare i

canoni di visibilità sociale della figura femminile. A differenza infatti del lavoro in

fabbrica quello sui tram e un servizio pubblico ben visibile a tutta la popolazione e per

questo soggetto a varie critiche. Esso fu forse anche uno dei mestieri tra quelli che

coinvolsero lavoratrici femminile a maggiormente sconvolgere culturalmente

l’opinione pubblica. Quello dei trasporti urbani è un settore penalizzato dalla guerra

anche se è sempre di più la richiesta di spostamento in periodo di guerra. Purtroppo il

servizio dei trasporti difficilmente migliorò in periodo di guerra a causa delle difficoltà

nelle riparazione e nella manutenzione degli impianti. Le donne assunte sono

prevalentemente mogli o figlie di tranvieri chiamati ora in guerra. La consapevolezza

della provvisorietà del lavoro in questo campo le donne tranviere sono meno

discriminate rispetto ad altri settori. Infatti per evitare che la presenza delle donne in

campo lavorativo possa causare l’abbassamento dei salari i sindacati organizzarono

uno sciopero a Bologna proprio per evitare che a causa della guerra le conquiste

sindacali arretrino nuovamente. Alla fine del conflitto si assisterà però a numerosissimi

licenziamenti femminili per la riconversione postbellica dato che la presenza femminile

nel settore tranviario era stata solo un’eccezione dovuta alla guerra. Inizialmente le

donne in questo settore ricopriranno solo la mansione di bigliettaie e solo

successivamente saranno anche manovratrici. Le donne rappresentano in questo

periodo il 40% degli occupati e ciò ebbe una notevole risonanza culturale perché le

donne ricoprivano una carica pubblica. La performance femminile fu in generale

giudicata non troppo positivamente anche se i rapporti fatti tendevano a volte ad

esagerare in senso negativo in merito alle capacità delle donne per giustificarne il

licenziamento. Essendo solo un lavoro provvisorio non si cerca di tutelare la salute del

personale straordinario e questo è motivo di insoddisfazione da parte delle donne

lavoratrici. Nonostante si fosse capito che che a condizioni igieniche pessime

corrispondesse anche pessimo lavoro non si fa nulla per migliorare le condizioni delle

lavoratrici che addirittura a Roma erano costrette a lavorare anche se incinte. In

particolare il servizio di trasporti pubblici di Genova incontrò in questo periodo varie

difficoltà. A causa del massiccio sviluppo industriale della città i trasporti nella città

sono pessimi e ciò è dovuto dal fatto che la maggior parte degli uomini migliori che vi

lavoravano si trovano ora al fronte. Mancano quindi i conduttori di tram che vengono

inizialmente sostituiti dai bigliettai. Quando iniziano a scarseggiare anche i bigliettai si

cercherà di assumere personale femminile. Le donne rappresentano quindi in questo

settore l’ultima risorsa dopo aver provato tutto. L’orario delle tranviere di Genova si

aggirava intorno alle 10 ore mentre a Roma lavorano anche 11/13 ore. Al salario

veniva aggiunto anche un contributo per il vestiario e il lavoro effettivo era preceduto

da 6 giorni di istruzione. Una volta licenziate le donne hanno 3 settimane retribuite per

poter trovare un altro lavoro. A volte erano i tranvieri stessi a scrivere dal fronte lettere

di raccomandazione per le mogli e ciò contribuisce a pompare l’idea di donna

tranviera come madre di famiglia e moglie di soldato. Con la fine della guerra be il

75% delle tranviere si era dimesso volontariamente e questo contribuisce

ulteriormente ad evidenziare la provvisorietà di questa mansione. Motivo di

licenziamento in periodo di guerra era soprattutto il comportamento femminile non

ritenuto consono: spesso infatti la possibilità di maneggiare così tanto denaro faceva

cadere in tentazione donne la cui condizione economica era spesso al limite della

sostenibilità. Altro problema era quello dell’alcolismo: esistono infatti molti rapporti in

cui si parla di conducenti ubriache o che comunque facevano uso di alcolici alla guida.

La cattiva condotta delle tranviere finirà addirittura sul giornale. Non apprezzati erano

anche i comportamenti eccessivamente materni di tranviere che non facevano pagare

il biglietto ai bambini, ai soldati o alle donne anziane o cariche di borse della spesa. Di

fronte all’opinione pubblica quello delle tranviere diventa un lavoro sconveniente per

le donne che subiscono varie accuse anche da arte dei controllori. La selezione

femminile per l’assunzione era diventata sempre più sbrigativa e questo aveva portato

all’assunzione di personale non sempre moralmente corretto e giusto e spesso la

presenza femminile veniva ritenuta dal personale maschile come tentatrice. Molte

donne saranno licenziate anche se esse avevano molti figli a carico mentre un occhio

di riguardo lo si ebbe solo per le mogli dei tranvieri al fronte. Non si tenne quindi conto

che molte delle donne che rubavano dalle casse dei tram vivevano in realtà in pessime

condizioni economiche. Le donne avevano scelto di fare le tranviere perché questo

mestiere gli permetteva di sottrarsi a mansioni quali quelle della normale domestica.

Dato che però queste vedono il mestiere come qualcosa di solo provvisorio esse

cercano a volte di arricchirsi velocemente e in maniera illegittima, rubando appunto.

Con la fine della guerra si abbandonerà questo mestiere poco gradito dalle figure

femminile poiché erano ormai tante le opportunità lavorative nuove create dallo

stesso conflitto. Inoltre il partito socialista e i sindacati vogliono che alla fine della

guerra la donna sia reindirizzata su nuovi mestieri più favorevoli alla sua salute e con

la fine della guerra le tranviere torneranno proprio alle vecchie occupazioni.

L’espansione del lavoro impiegatizio femminile: la guerra e il dopoguerra.

Lo scoppio della guerra e la domanda di lavoro aumentata porta all’ingresso di giovani

donne come impiegate nell’industria. Lo scrittore italiano Ettore Cozzani le definisce

come una “armata nuova” caratterizzata da una variegata composizione sociale. Il

motivo di questo afflusso delle donne negli uffici italiani era principalmente il fatto che

in periodo di guerra mancassero uomini scolarizzati. Inoltre durante l’epoca giolittiana

erano aumentate le donne istruite. Questa presenza femminile che inizialmente fu

forzata si dimostrò in realtà come strutturale. Lo stato di guerra giustificava

l’altrimenti sconveniente lavoro extradomestico retribuito della donna. Per far fronte

alle nuove richieste di lavoro lo stesso Dallolio chiede alle donne italiane di occuparsi

di nuove mansioni quali quelle della dattilografa, della segretaria, dell’archivista, … Si

aprirà anche in questo settore come i molti altri il dibattito sul salario femminile e il

rifiuto di aumentare gli stipendi causerà vari esodi e problemi. Ci si chiede come mai il

“materiale uomo” (intendendo con questo sia uomini che donne) non possa essere

pagato in maniera equa. Nonostante ciò le donne otterranno soltanto il 60% del

caroviveri degli uomini poiché saranno ritenute meno colpite dall’aumento del costo

della vita. Differenziali per sesso rimarranno infatti per tutto il corso della guerra e

raramente lo stipendio femminile supera la metà di quello maschile. Per quanto

riguarda in particolare la situazione all’Ansaldo, una delle maggiori imprese

meccaniche del paese a mano d’opera prevalentemente maschile, il presidente

Perrone (chiamato “fabbro di guerra” da D’Annunzio che userà proprio un biplano

Ansaldo per volare fino a Vienna in periodo di guerra). chiede espressamente

l’assunzione di donne poiché ritenute migliori in dattilografia rispetto agli uomini e ciò

rappresenta una novità nei criteri di reclutamento. In periodo di guerra l’Ansaldo

quadruplicò gli assunti anche se la crisi postbellica porterà all’allontanamento dei

Perrone dall’azienda. Le prime impiegate arriveranno all’Ansaldo soltanto nell’estate

del 1914 ne settembre dello stesso anno le donne impiegate saranno 20. Nella

seconda metà del ’14 si assumono infatti quasi ed esclusivamente donne come

impiegate a causa dell’aumento del lavoro. Nel 1915 l’assunzione delle donne sarà

costante e massiccia. Per quanto riguarda gli stipendi le donne all’Ansaldo si trovano

sulla scala retributiva più bassa anche a parità di mansione. Le mansioni

maggiormente praticate erano i generale quelle di dattilografa e di stenodattilografa.

Con la guerra si avrà poi una diversificazione dei ruoli anche femminili. Sempre più

donne saranno assunte proprio perché il loro salario era inferiore rispetto a quello

maschile. Gli stipendi femminili risultano stabili durante la guerra e questo significa di

fatto che essi peggiorarono. La mobilità in questo settore inoltre era solo orizzontale

anche se le prime donne assunte sembrano avere avuto stipendi migliori rispetto alle

ultime arrivate. Caratteristica peculiare dell’Ansaldo è che durante la guerra l’azienda

non si riorganizzò ma aumentò il personale. Nel 1915 si assisterà ad un aumento del

salario del personale tecnico e lo stesso Perrone si dichiarerà stupito per gli stipendi

femminili troppo bassi e ribadirà il fatto che per l’azienda era comunque meglio avere

pochi lavoratori ben pagati che rendano molto piuttosto che molti sottopagati e che

rendevano poco. L’Ansaldo curò molto la scelta delle impiegate da assumere e tra i

criteri di selezione c’erano anche i rapporti di parentela con altre persone che già vi

lavoravano. Giungeranno all’azienda anche richieste di assunzione da parte di

Dettagli
A.A. 2017-2018
8 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher valentinaorbacchi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'Europa contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia o del prof Degli Espositi Fabio.