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Osnabrück che afferma di non comprendere chi criticava i campi. In generale le voci
positive furono sempre maggiori rispetto a quelle negative poiché spesso alimentate
dai nazisti stessi. I campi di concentramento crescevano ormai a dismisura e se prima
vi erano rinchiusi soltanto i comunisti, con il passare del tempo vi vennero internati
anche i capi degli altri partiti politici che Hitler aveva decretato come illegali. In
generale in merito ai campi si parlava molto più dei prigionieri politici piuttosto che di
quelli razziali. I tedeschi sapevano fin troppo bene che sui giornali e sulle informazioni
in merito ai campi vigeva la censura, ma nonostante ciò nessuno mise mai in
questione le fotografie estremamente idilliache o le informazioni positive che
provenivano dai campi. I tedeschi erano disposti ad accettare la violenza se con essa
si poteva combattere la criminalità e con il plebiscito del 1934 fu sempre più chiaro
l’appoggio dei tedeschi a Hitler, al nazismo e conseguentemente anche ai campi. Già
nel 1934 i nazisti vantavano la ritrovata sicurezza in Germania e ben presto vari campi
di concentramento vennero chiusi perché non più necessari. Il processo di
svuotamento dei campi fu inoltre accelerato dall’amnistia che Hitler concesse ad
alcuni detenuti. Nonostante ciò i campi on scomparvero del tutto. Infatti nel 1935
Himmler ottenne l’appoggio da parte del führer per il mantenimento dei campi. Eicke
venne Nominato “ispettore dei campi di concentramento” il quale diede vita ad una
nuova forma di organizzazione dei campi: il campo era ora suddiviso in cinque sezioni:
- La direzione del campo
- Un dipartimento politico diretto dalla Gestapo o dalla Kripo
- Una sezione che si occupava degli internati
- Una branca amministrativa
- Il medico del campo
La nuova strategia die nazisti nei confronti dei campi era quella di realizzarne cinque
in modo tale da coprire tutta la Germania per risolvere in modo definitivo il problema
dei “nemici dello stato”. Si cominciò inoltre a vedere una possibilità di ottenere
vantaggi economici per le SS grazie alla manodopera dei campi (campo di
Flossenbürg). Venne allora creata la DEST che si occupò di organizzare cave di pietre e
fabbriche di mattoni. Con il cambiamento dei campi cambiarono anche le informazioni
in merito ad essi che circolavano per la Germania. Ora la polizia non poteva più
diffondere informazioni in merito a coloro che erano sottoposti a “custodia protettiva”.
Vennero pubblicate anche nuove immagini dei campi in cui sono mostrati degli
internati già presenti in passato ma che non erano mai stati mostrati al pubblico:
criminali dall’aspetto losco ed ebrei accusati di contaminare la pura “razza” ariana. Si
comincerà anche a praticare nuove pratiche sugli internati come ad esempio la
sterilizzazione di quei criminali recidivi e dei portatori di malattie genetiche. Le
didascalie delle nuove immagini mostrate invitavano la popolazione a prestare
attenzione alle caratteristiche dei criminali e degli asociali in modo tale da poterli poi
riconoscere facilmente. Ancora una volta lo scopo dichiarato dei campi era quello di
proteggere il popolo tedesco dai “parassiti del popolo”. Lo stesso Himmler iniziò a
mostrare più chiaramente chi erano i nuovi internati, cioè coloro che andavano
appunto ad intaccare la purezza del popolo tedesco: idrocefali, strabici, deformi, mezzi
ebrei e “tutta una serie di tipi razzialmente inferiori”. I campi sono quindi mascherati
da metodo preventivo contro criminalità e contaminazione della razza”.
Successivamente, verso la fine del secondo conflitto mondiale, gli internati verranno
maggiormente sfruttati a livello economico e molte aziende tedesche, quali
Volkswagen, Siemens, BMW, Porsche, …chiesero allo stato di poter usufruire degli
internati come manodopera. Di fatto le condizioni degli internati chiamati a lavorare
per aziende private furono migliori rispetto a quelle dei lavoratori statali.
Legislazione e misure di polizia contro gli “asociali”.
Già da molto prima del 1933 molte persone vivevano emarginate rispetto alla restante
popolazione tedesca. Ciò avveniva perché. Queste non erano in grado di vivere
secondo i valori sociali dominanti come il lavoro e la sobrietà. Questa gente era
chiamata dai nazisti come “degenerati” e “parassiti” e Hitler mostrò sempre il suo
disprezzo nei loro confronti. La polizia fu ben presto incaricata di individuare gli
asociali e di arrestarli immediatamente. Molti scienziati europei ritenevano
erroneamente che i criminali incalliti e gli “asociali” fossero geneticamente
determinati. Queste teorie rappresentavano l’evoluzione scorretta e delirante delle
teorie di Cesare Lombroso il quale aveva cercato di individuare all’interno dell’indole
dell’individuo ciò che poteva indurlo ad avere comportamenti criminali. Hitler pensava
infatti che il criminale sarebbe rimasto sempre tale. Le politiche naziste nei confronti
degli emarginati sociali si basavano principalmente su convinzioni ideologiche e su
attenti studi politici in merito alla possibile accettazione del popolo di questa politica.
Hitler cercava infatti di avere sempre l’appoggio del popolo tedesco in ogni cosa che
faceva. I primi passi verso la legalizzazione della politica nazista contro gli asociali si
manifestò in un decreto prussiano e in una legge federale. Questi davano alla polizia la
possibilità di arrestare preventivamente i criminali già noti alla polizia stessa. Sorgeva
però il problema di che cosa fare di questi trasgressori poiché per i nazisti era
inconcepibile non reagire tempestivamente nei confronti di questi criminali. Le pene
aumentarono sia di numero che di qualità e questo era ritenuto un deterrente per i
criminali che ora potevano essere arrestati anche solo in base a un sospetto e senza
aver commesso un crimine, bastava avere dei precedenti. La stampa informava i
cittadini di queste nuove prese di posizione del regime e ben si sapeva che nessun
criminale recidivo sarebbe stato rilasciato per proteggere la comunità. Iniziarono in un
secondo tempo anche pratiche quali la sterilizzazione dei criminali definiti come
“abituali”. Fino al 1933 la pratica era stata illegale ma verranno poi istituite delle leggi
per legalizzarla in quanto utile per la difesa della “purezza di razza”. Nacquero nuovi
tribunali per la salute della stirpe tedesca che si occupavano proprio di decidere se
determinati casi erano da sottoporre a sterilizzazione forzata o meno. I criteri con cui
si decideva chi dovessero essere sterilizzato non erano solo medici ma anche sociali.
In generale la pratica della sterilizzazione non suscitò alcuna forma di protesta in
Germania e nemmeno la Chiesa fece niente per fermarla. Per tutto il tempo in cui
queste pratiche rimasero in vigore la stampa esaltò sempre la superiorità della polizia
nei confronti della criminalità che sembrava agli occhi del popolo tedesco diminuita.
I generale gli asociali erano coloro che non si conformavano al resto della popolazione
e i nazisti volevano sbarazzarsene. Atteggiamenti ostili vennero mostrati anche contro
chi non aveva un lavoro regolare, contro gli zingari, i lavativi e i vagabondi. Si credeva
che queste persone contribuissero ad alimentare la devianza e quindi la criminalità.
Alla Kripo venne dato l’ordine di stendere liste di criminali e di senza lavoro che
saranno ben presto arrestati. Inoltre la polizia poteva ora controllare ogni aspetto della
vita dei criminali rimessi in libertà dopo aver scontato la pena. Himmler in un discorso
definì gli “asociali” come persone che non per forza attraverso un comportamento
criminale erano ostili verso la società. Erano quindi asociali le prostitute, gli ubriaconi, i
mendicanti, i vagabondi, gli affetti da malattie contagiose, coloro che evitavano di
lavorare, … In particolare i lavativi erano coloro che pur potendo lavorare rifiutavano di
farlo senza un buon motivo. La polizia aveva. Numero minimo di asociali da arrestare e
per questo motivo vennero condotte scrupolose ricerche per individuarli e non sempre
gli arrestati erano davvero colpevoli di qualcosa. La stampa in questo caso non fu mai
precisa sull’accaduto e in merito agli arresti ingiusti. Tutti questi arresti furono
giustificati in nome della “pulizia” del Volk. In un secondo momento verranno creati
anche campi di lavoro in cui internare i criminali e gli asociali per sfruttarli come
manodopera. Ben presto gli asociali internati divennero molti di più dei criminali e
nessuno di loro poteva essere rilasciato per tutto il periodo di guerra. Hitler infatti
voleva essere sicuro che al fronte si fosse certi della sicurezza interna del paese in
periodo di guerra. Un progetto portato avanti dai nazisti sarà quello identificato dal
nome “progetto eutanasia”. Questo progetto riguardava le persone definite come
asociali perché disabili, i quali si trovavano spesso all’interno di ospedali. Hitler era
proprio a favore dell’eutanasia di questi ultimi. Egli ordinerà addirittura la creazione di
quello che verrà definito come “comitato del Reich per la registrazione scientifica delle
malattie gravi a base ereditaria e congenita”. L’eutanasia veniva definita dai medici
ma anche dai parenti delle vittime come “uccisione misericordiosa” di colo che
vivevano una “vita indegna di vivere”. I bambini portatori di handicap venivano ad
esempio portati in una clinica speciale dove erano lasciati a morire di fame o uccisi.
L’operazione eutanasia verrà identificata con il codice “T-4”. Chi soffriva di una
malattia terminale poteva egli stesso chiedere l’applicazione di questa operazione. Si
suggerì di estendere l’operazione anche ai feriti di guerra, gli invalidi, gli incurabili e le
persone improduttive. Fu impossibile per i nazisti nascondere quanto accadeva ma la
maggior parte della popolazione accettò ugualmente le operazioni poiché spesso si
preferiva non sapere. Il passo seguente sarà la legalizzazione della pratica nei
confronti degli asociali. L’eutanasia verrà poi fermata all’interno degli ospedali ma sarà
di fatto portata avanti all’interno die campi di concentramento attraverso soprattutto
la gassazione. L’opinione pubblica sarà in seguito particolarmente divisa in merito ma
si continuò ugualmente a giustificare queste pratiche, spesso perché sostenuta da
personale medico. La radicalizzazione dei nazisti in periodo di guerra sollevò anche il
problema degli zingari. Legato a questa minoranza vi era infatti il pregiudizio che
queste persone foss