Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
CONCLUSIONI I PARTE – LA FINE DELLA VECCHIA EUROPA
Parole chiave:
- Dopoguerra
- Era di transizione
- Tradizione e modernità
- Razionamenti
- Cinema
- Depoliticizzazione
Concetti chiave:
- Nel primo decennio del dopoguerra, in tutta Europa (est e ovest, sud e nord) la vita quotidiana era generalmente modesta e simile a quelli di 50 anni prima:
- riscaldamento a carbone anche nelle città, poche automobili, attività agricole poco meccanizzate, avviamento precoce al lavoro;
- povertà diffusa (esempio: Italia meridionale), pressione dei razionamenti e restrizioni, emergenza abitativa permanente;
- influenza della religione cristiana (in particolare quella cattolica, meno le protestanti) nell'educazione e nei costumi sociali.
- Scetticismo verso modernità, consenso per valori tradizionali e conservatori, che offrono senso di continuità e sicurezza dopo la tragedia bellica.
- Gli europei della transizione post-guerra erano ancora fortemente legati
aicostumi e alleregole di un periodo precedente, talvolta di fine ‘800 (eccezione: la crescita del cinema)
Conclusione: l’epoca di fine anni’40 – inizio ’50 fu segnata da un’atmosfera di pessimismo ed impegno dagli affari sociali
- Europa “meno aperta, meno mobile e più provinciale di quanto fosse stata nel 1913”
- Questo produce un effetto di depoliticizzazione: anziché guardare a ideologie e soluzioni estreme, gli europei si allontanano dalla politica, concentrandosi su economia e consumi familiari
- Saranno i cambiamenti demografici, con la crescita vigorosa del tasso di natalità, a dare il segnale di cambiamento della “nuova Europa”
CAPITOLO 8 – LA POLITICA DELLA STABILITÀ
Parole chiave:
- Stabilità
- Distensione
- Armamento nucleare
- Clientelismo = sistema di favoritismi e scambi tra chi è al potere, corruzione
- Lottizzazione = spartizione di cariche amministrative tra partiti politici
intense: demobilitazione dalla politica di massa, declino delle ideologie radicali e rivoluzionarie - si ratifica la divisione tra le due Germanie - si risolvono conflitti e tensioni minori: accordo su Austria (riconosciuta come indipendente e neutrale) e su Trieste (che rimane all'Italia)
Paradosso del riarmo: la corsa agli armamenti e la crescente capacità nucleare - ormai tendente verso l'equilibrio - tra USA e URSS favorisce la distensione europea. Infatti l'Europa passa di fatto in secondo piano nelle tensioni tra le due superpotenze, ormai in grado di colpirsi reciprocamente in caso di conflitto nucleare.
Un nuovo momento di tensione è però la Seconda crisi di Berlino (1958-61):
- il leader sovietico Kruscev chiede il ritiro USA da Berlino Ovest (enclave della Germania Ovest nel territorio della Germania Est)
- Fermo rifiuto di Kennedy e continua emigrazione dalla Germania Est verso l'Ovest, soprattutto di giovani qualificati e contadini
- Le autorità della Germania Est impongono restrizioni di viaggio e, nell'agosto 1961, iniziano la costruzione del Muro di Berlino
- si rafforza l'equilibrio militare e nucleare tra le due superpotenze
- si risolve definitivamente, o quantomeno si congela, la questione tedesca
- a Cuba si afferma il regime socialista di Fidel Castro che rappresenta una minaccia per gli Stati Uniti che cercano di reprimere il regime
- al fianco di Cuba si schiera l'URSS che installa nell'isola basi di lancio per missili nucleari
- Kruscev acconsente allo smantellamento di basi missilistiche e in cambio gli Stati Uniti ritirano i loro missili dalle basi NATO in Turchia
- Il
centro-orientali che covano risentimenti
- Diffusa immagine, con tratti auto-assolutori, della Germania come "triplice vittima": del nazismo, dei suoi nemici esterni, della propaganda ostile.
- Atteggiamento complesso, che include accettazione delle responsabilità (es.: risarcimento a Israele) ma anche silenzio verso i crimini nazisti (es.: riabilitazione della Wermacht).
- Uso strumentale del "pericolo nazista" da parte della CDU di Adenauer (principio per cui se Occidente vuole evitare revival nazista, deve sostenere CDU sul piano interno e Ger. Ovest in Europa, come argine agli estremisti)
CAPITOLO 9 - ILLUSIONI FRANTUMATE
Parole chiave:
- Colonialismo
- Decolonizzazione
- Guerra d'Algeria
- Crisi del Canale di Suez
- Integrazione europea
- CEE = Comunità Economica Europea
- Politica Agricola Comune
- De-stalinizzazione
- Insurrezione di Budapest
Luoghi principali:
- Gran Bretagna
- Olanda
- Indonesia
- Indocina
- Algeria
- Nord Africa
- Africa subsahariana
- Suez, Egitto
- Budapest
- Ungheria
Protagonisti principali:
- Charles de Gaulle
- Front de Liberation National (Algeria)
- Gamal Abdel Nasser
- Nikita Kruscev
- Imre Nagy
Concetti chiave:
- Paradosso nel 1945: l'Europa occidentale, pur distrutta e umiliata dalla guerra, domina ancora su gran parte del mondo non europeo (Africa e Asia)
- Colonie ancora amministrate dalle capitali imperiali europee, attraverso governatori e intellettuali locali, assimilati dai colonizzatori
- Si erano diffusi sentimenti indipendentisti, poi accelerati dalla II guerra mondiale, in una nuova generazione di attivisti locali
- Eppure la fine del colonialismo non fu prevista dagli europei:
- Per gli stati colonizzatori (Gran Bretagna, Olanda, Francia) le colonie erano parte integrante del mito nazionale e della propria identità di potenza: troppo per essere messo in discussione
- Idea diffusa che lo sfruttamento delle materie prime delle colonie restino fondamentali per le madrepatrie, ancora più nell'impoverimento
deldopoguerra- Persino diversi progressisti consideravano inconcepibile ladecolonizzazione,ritenendo che le colonie non fossero in grado di sostenersi da sole
La II guerra mondiale innesca nelle colonie cambiamenti profondi, indebolendoil controllo deicolonizzatori:
- anche nel primo dopoguerra il controllo delle colonie resta spesso la prioritàstrategicadelle potenze coloniali, al di sopra della Guerra fredda
- Olanda: guerra e sconfitta nelle Indie Orientali (odierna Indonesia) (1945-49)
- Francia: guerra e sconfitta in Indocina (Vietnam, Laos, Cambogia) (1946-1954);indipendenze di Marocco e Tunisia (1956)
Guerra del Vietnam, 1945-1975:
- dopo il ritiro della Francia, il Vietnam viene diviso in Repubblica del Nord,retta dai comunisti di HoChi-minh (Vietcong), e Repubblica del Sud appoggiata dagli Stati Uniti
- sotto la presidenza Johnson gli Stati Uniti tentano l'espansione contro iVietcong ma senza successo
- in America si diffondono
proteste contro la guerra in Vietnam e Nixon, il successore di Johnson, decide di interrompere i bombardamenti e avviare negoziati con il Nord
30 aprile 1975 = i nordisti entrano a Saigon, capitale del Sud
Indocina:
- 1940 = i giapponesi stabiliscono basi militari approfittando della distrazione francese
- 1945 = Ho Chi Minh