Riassunto esame storia dell'educazione e del sistema scolastico, prof.d'Arcangeli, libro consigliato La scuola della Repubblica, un ideale non realizzato, Alberti, A.
Anteprima
ESTRATTO DOCUMENTO
b) i nuovi programmi per la scuola elementare
c) la soppressione del divieto per la donna di assumere alcuni uffici
direttivi
Il governo del Sud conserva la legislazione scolastica ereditata dal passato
regime per 2 ragioni: A) non vi erano pensieri e idee che potevano portare ad un
rinnovamento. B) l’amministrazione militare voleva conservare le strutture create
dal fascismo e dai governi dell'Italia monarchica. La categoria degli intellettuali
che li sosteneva era conservatrice o alcuni volevano aspettare tempi migliori per
rinnovare il sistema scolastico.
6.Gli alleati.
Per quanto riguarda il rinnovamento scolastico è importante il contributo dato
dalla politica dagli alleati nelle regioni meridionali dell'Italia 1943-1945.Importante
fu Washburne che nel 1944 fu chiamato a coordinare la sottocommissione
dell'educazione, collaborò a diffondere i suoi principi pedagogici attraverso un
bollettino dell'educazione. Collaborando con il governo del Sud, con i ministri De
Ruggiero e Ruiz, Washburne cercò i far entrare nella scuola i principi di
ispirazione deweyana: la centralità del bambino, i suoi bisogni vitali, il principio
dell'interesse ad apprendere come punto di partenza di ogni azione didattica, la
alla vita sociale. Vennero costruiti su questi principi i programmi per le scuole
elementari e materne nel 1945. Gli alleati avevano trovato molte difficoltà in
Sicilia nell'anno scolastico 1943-1944 si dovevano ricostruire edifici, aule, i
programmi di insegnamento. Per quest’ultimi fu chiamato un pedagogista
siciliano Gino ferretti, il quale preparò un opuscolo da distribuire alle scuole in
cui riporta i principi psicologici e le idee di libertà, creatività, spontaneità e gioco.
C'era un problema quello della religione, Ferretti e gli americani pensavano che
la religione dovesse stare al di fuori della scuola, ma l’arcivescovo di Palermo si
oppose e l'opuscolo fu ritirato e distrutto. L'azione degli alleati fu destinato
soprattutto alla scuola elementare, tolsero dai programmi i riferimenti al
nazionalismo, alle mete imperialistiche, alla razza e all'esaltazione della
violenza e si fece più spazio ai valori della democrazia.
7.L'Italia del nord.
La scuola del Nord opera secondo le leggi del passato regime. Le uniche novità
è che si parla di Repubblica invece che di monarchia. Le novità all’interno della
scuola riguardano i libri di testo, i programmi di studio. In questo periodo in cui le
scuole sono distrutte, ci sono le truppe tedesche è difficile far funzionare le
scuole. Tra la popolazione nacquero delle forme di resistenza e di lotta al regime
e nascono sull' esempio francesi i GAP cioè gruppi di azione patriottica, i quali
realizzano azioni di sabotaggio e di guerriglia urbana. Nacquero
successivamente i comitati di Liberazione Nazionale CLN. Contribuiscono a
questi comitati uomini di cultura, la scuola e l'università come il rettore
dell'università di Padova che partecipò alla lotta partigiana decidendo di lasciare
il suo incarico, come avrebbe fatto poi a Napoli Adolfo Omodeo. I comitati di
Liberazione Nazionale che nascono nel Nord e nel 1944 il CLN di Milano in
accordo con il CLN centrale assume poteri di governo straordinario, per la
liberazione dell'alta Italia CLNAI ed emana ordinanze, nomina giudici, amministra
la giustizia, dichiara nulle le leggi segue le direttive del comando alleato e agisce
come rappresentante del governo Bonomi.
8. Le repubbliche partigiane.
Dal 1944 le forze Partigiane e i locali CLN riescono a esercitare per brevi periodi
veri e propri governi. Ci sono molti gravi problemi quello della lotta armata, del
rifornimento dei viveri, della produzione dei beni, della loro distribuzione, la
ricostruzione di una società democratica, la giustizia e la scuola. Era necessario
riprendere l'attività scolastica, epurare e defascistizzare la scuola, gli insegnanti, i
libri di testo, i programmi e inserire principi democratici. Ci furono 2 esperienze
importanti di governo partigiano nella Carnia e nell’Ossola, furono create delle
commissioni di esperti con l’obiettivo di elaborare progetti di rinnovamento nella
scuola. In Carnia vengono chiamati i giovani stessi a partecipare alla stesura del
progetto e le loro proposte sono quasi interamente accolte dalla CLN. Il
movimento partigiano fu portatore di nuove idee: l'apertura delle scuole a tutta la
popolazione, alla partecipazione democratica, all'insegnamento delle lingue
straniere e il legame col territorio.
9. Continuità più che rottura.
In questo periodo a causa della guerra gli edifici erano distrutti, gli alunni
dispersi, i libri introvabili e da riscrivere, si diffusero due linee. La prima linea è
quella dei ministri della Pubblica Istruzione del regno del sud sostenuti dagli
alleati. Il loro scopo è di realizzare un passaggio morbido dal regime fascista a
una scuola meno autoritaria, ma ancora discriminante ed elitaria. Mentre la
seconda linea è quella dei programmi delle Repubbliche Partigiane portatori di
idee innovative le lingue straniere, la scuola media uguale per tutti, la
partecipazione degli studenti nella programmazione didattica, istanze di
modernità che si affermarono nella costituzione del 1948. Fondamentale fu il
contributo delle Repubbliche Partigiane e i principi dell'attivismo di Washburne
anche se non incisero immediatamente nella scuola, sono stati fondamentali nel
futuro. Capitolo secondo. Costituente e scuola.
1.La nascita della repubblica.
Dopo la Liberazione (25 Aprile) e finita la Seconda Guerra Mondiale (8 maggio)
si doveva ricostruire lo stato, c'era da scegliere monarchia o repubblica, quindi:
a) tutta la popolazione adulta comprese le donne dovevano votare, per decidere
con un referendum la monarchia o repubblica. B) si doveva eleggere
un'assemblea con compiti costituenti oltre che legislativi. Il 2 giugno del 1946 ci
fu il referendum vi parteciparono 25 milioni di elettori e scelsero la repubblica. Il 2
giugno segna la fine della monarchia dei Savoia e la data di nascita della nostra
repubblica. Nell’assemblea costituente non c’era una maggioranza omogenea, vi
erano 2 raggruppamenti quello della democrazia cristiana e dei socialisti e
comunisti uniti da un patto d'azione.
2. L'assemblea costituente.
L'assemblea costituente iniziò i suoi lavori nel 1946. Venne così creata una
commissione di 75 membri con il compito di preparare il documento suddiviso in
tre aree tematiche, ognuno dei quali è affidata una sottocommissione. Uno dei
tre temi era la scuola e la formazione e vennero create 2 relazioni una di Aldo
Moro per i cattolici e una di Marchesi per le sinistre. Marchesi sosteneva che la
formazione e la scuola sono problemi sociali e che lo stato deve provvedere
all’istruzione. 3 principi erano fondamentali per lui: 1) la centralità della scuola di
Stato che garantisce l'uguaglianza delle opportunità per i cittadini 2) il diritto dello
Stato a dettare i programmi e a fissare i doveri 3) la libertà di insegnamento e di
apprendimento all'interno delle istituzioni statali. Aldo Moro partiva da 3 diritti
fondamentali: 1) il diritto dello stato di costruire scuole elementari e dettare
contenuti e programmi 2) il diritto delle famiglie di fare scelte autonome rispetto
alla politica statale 3) il diritto dei privati singoli o come gruppo di istituire scuole
su un piano di parità con quelle statali. La posizione di Moro appariva più
moderna e addirittura più laica. Ai cattolici interessavano 2 cose: in tutte le
scuole l’insegnamento doveva basarsi sui principi cattolici e i privati
principalmente religiosi dovevano avere la possibilità di istituire scuole che
vengano poste su un piano di parità con quelle statali. Alcuni privati addirittura
chiesero che fosse garantita una sovvenzione da parte dello stato. Si costituiva a
Roma la FIDAE cioè federazione istituti dipendenti dell'autorità ecclesiastica per
tutelare questi interessi. La formula venne inserita nella carta “la Repubblica
istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi, dall'altra enti e privati hanno il
diritto di istituire scuole e istituti di educazione senza oneri per lo stato”. (non
significa che lo Stato non potrà mai intervenire in aiuto economico degli istituti
privati, ma che ha la possibilità di dare o non dare contributi economici; quindi, la
norma impedisce che una scuola privata nasca con il diritto di avere sussidi
statali, ma non ostacola in alcun modo la possibilità che lo Stato li riconosca). È
un compromesso abbastanza ambiguo.
3. Ritardi e limiti dei padri costituenti.
Per quanto riguarda l’istruzione va apprezzato il principio dell’art 34 della
costituzione “la scuola è aperta a tutti”. Così come sono apprezzabili l'articolo 3
“è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale
che impediscono il pieno sviluppo della persona umana” e l'articolo 33 e
articolo 34. Quasi in contemporanea si andavano affermando i principi più
avanzati per esempio nella dichiarazione universale dei diritti dell'uomo adottata
in sede ONU il 10 dicembre 1948 che all'articolo 26 proclamava che a ciascuno
deve essere data la possibilità di accedere a qualsiasi grado anche il più elevato
della pubblica educazione.
4. Gli articoli sulla scuola.
La nostra Costituzione entrò in vigore nel 1948 gli articoli che trattano dalla
scuola sono il 33 e il 34. Articolo 33. 2 La Repubblica detta le norme generali
sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi. È lo stato
repubblicano che detta i principi generali sull'istruzione. 3 enti e privati hanno
diritto di istituire scuole e istituti di educazione senza oneri per lo stato. 4 la legge
deve assicurare alla scuola non statale paritaria piena libertà e ai loro alunni un
trattamento scolastico uguale a quello degli alunni di scuole statali. 5 è prescritto
un esame di stato per l'ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la
conclusione di essi e per l'abilitazione all'esercizio professionale. Proposto
inizialmente 1919 da Don Sturzo e Croce l'esame di stato a conclusione degli
studi, fu ufficialmente introdotto con la riforma gentile 1923. Gli esami di stato per
l'ammissione ai vari ordini di scuola sono serviti per selezionare i ragazzi in
partenza. L'esame di ammissione alla scuola media abolito nel 1961. Le
istituzioni di alta cultura università e accademie hanno il diritto di darsi
ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello stato. Articolo 34 la
scuola è aperta a tutti. è il principio, tutti possono accedervi cittadini e no, piccoli
e grandi, obbligati non obbligati, civili, militari, detenuti, malati, disabili,
handicappati. L'istruzione inferiore impartita per almeno otto anni è obbligatoria e
gratuita. I capaci e i meritevoli anche se privi di mezzi hanno diritto di
raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto
con borse di studio assegni alle famiglie e altre provvidenze che devono essere
attribuite per concorso. Articolo 38 gli inabili e i minorati hanno diritto
all'educazione e all'avviamento professionale. E questo è un diritto riconosciuto
inizialmente a specifiche categorie di disabili sordi, ciechi esteso in seguito altre
forme di inabilità. Dopo una fase in cui a questi allievi si riservavano classi
differenziali e scuole speciali, si arrivò nel 1977 al loro inserimento in classe
normali. In esse si trova il fondamento della scuola della Repubblica, una scuola
democratica e capace di assicurare a tutti una formazione di grado elevato.
Capitolo terzo. Gli anni del centrismo immobile.
1. La fine dell'unità antifascista.
Nel 1947 il mondo era diviso in 2 vi erano gli USA e l’URSS, anche in Italia si
rompeva l'unità fascista. La Democrazia Cristiana si aggiudicò la maggioranza
dei voti, l’impegno e intervento delle gerarchie cattoliche fece riemergere uno
stato di conservazione. Infatti i governi che si succedettero in quegli anni si
definirono centristi, avevano paura del nuovo infatti fecero qualche piccolo
intervento nel sistema, dando più spazio all'iniziativa privata soprattutto cattolica.
La chiesa, gli enti religiosi rivendicavano un ruolo di protagonismo. La Stampa
Cattolica appoggiò la scuola privata gestita da religiosi perché: A) la scuola di
Stato non è mai libera, solo nella chiesa il cittadino può sentirsi veramente libero.
B) inoltre la creazione di scuole private evita allo stato una grande spesa. 2
conseguenze fondamentali: 1) per essere veramente libera la scuola di Stato
deve conformarsi agli insegnamenti della Chiesa cattolica. 2) la scuola privata
evita allo stato una spesa importante e quindi doveva avere privilegi giuridici e
contributi statali.
2. Scuola di Stato e mire confessionali.
La battaglia in difesa della scuola di Stato vide schierati su diverse posizioni
gruppi di liberali repubblicani e socialdemocratici e forze dell'opposizione di
sinistra socialisti e comunisti. La difesa della scuola statale diventava la difesa
dello stato di diritto moderno in cui tutte le libertà sono garantite e tutti gli ostacoli
al loro esercizio sono rimossi.
3. Guido Gonella e la maxi inchiesta.
Durante i governi detti centristi furono 9 i ministri della Pubblica Istruzione ma la
figura che spicca fu il ministro Gonella. Ministro “della scuola privata” perché
favorì la scuola confessionale ed è colui che ha fissato i caratteri del sistema
scolastico per i successivi decenni anche restando legato al passato. Importante
fu la maxinchiesta 1947 la quale doveva raccogliere opinioni e indicazioni sulla
scuola, creò una commissione gli ex ministri della Pubblica Istruzione con il
compito di sorvegliare e valutare le inchieste. Vennero creati 382 quesiti
indirizzati a insegnanti, presidi, direttori e funzionari ministeriali. Non venivano
rivolti né a studenti né ai genitori. Voleva essere un'iniziativa democratica, ma
non portò novità perché il ministro avrebbe dovuto indirizzare tali quesiti a
insegnanti, amministratori e studiosi che si erano interessati a aggiornare
l'organizzazione della didattica e delle nostre scuole rifacendosi a ricerche,
esperienze concrete come quelle della Montessori, della Pizzigoni e delle sorelle
Agazzi. Il ministro in realtà non cercava il nuovo da costruire ma l'antico da
consolidare e così avvenne. Al termine dei due anni di lavoro dopo che la
commissione aveva ricevuto e analizzato e valutato le risposte e risultati
confermarono questo stato di immobilismo.
4. Patronati scolastici e scuola popolare.
Nel 1947 vennero riordinati i patronati scolastici che affondano le loro radici nella
legge Coppino del 1877 la quale prevedeva per la prima volta soccorsi ai più
poveri e premi al merito. Nel 1888 iniziarono ad essere istituiti facoltativamente e
poi divennero obbligatori in ogni comune con la legge Daneo-Credaro 1911. Il
fascismo li sostituì con l'opera Nazionale Balilla e poi con la gioventù italiana del
littorio. Ora ai patronati avevano gli stessi compiti di allora, con la sola novità di
intervenire anche nella scuola materna. Importante fu anche la creazione della
scuola popolare per soggetti di età superiore ai 14 anni, di corsi serali e diurni di
vari livelli, livello A perché non sapeva né leggere né scrivere, livello B sapeva
leggere e scrivere ma non possedeva il titolo di 5 elementare, livello C chi aveva
licenza elementare ma non licenza media. Vennero inoltre istituiti centri di lettura
e altre iniziative.
5. I centri didattici.
Nel periodo del centrismo 2 sono le principali riforme quella del riordino dei centri
didattici e quella dell'emanazione di nuovi programmi per la scuola elementare.
Centri didattici. l'origine risale alla mostra didattica a Firenze nel 1925 fu creato
un museo che sotto la guida di Calò che svolge un'azione di stimolo e diffusione
della cultura didattica nel 1941 il ministro Bottai ne fece un ente morale e nel
1943 il museo assunse il nome di centro didattico nazionale. Durante la guerra
il governo di Salò istituì a Padova un secondo centro. Il centro di Firenze fu
messo in funzione dai Partigiani e il ministro Gonella nel 1949 con questa
struttura incoraggia l'aggiornamento e la qualificazione professionale degli
insegnanti comunicandogli ricerche scientifiche, sperimentazioni e attività
straniere. Il ministro aggiunge al Centro Nazionale di Firenze il centro didattico
per la scuola materna con sede a Brescia, il centro didattico per la scuola media
con sede a Roma, più tardi sorsero i centri per la scuola elementare, per i licei e
per l'istruzione tecnica e professionale.
6. I programmi Ermini.
Il punto di maggior successo conseguito dai cattolici fu l'approvazione dei
programmi di insegnamento per la scuola elementare del 1955 di Ermini, i 5
anni del corso elementare furono distribuiti in due cicli il primo due anni e
secondo di 3. Nelle prime due classi le discipline non venivano nemmeno
indicate con il loro nome. Nel secondo ciclo terza quarta e quinta le varie
discipline comparivano in quest'ordine religione, educazione morale e civile,
educazione fisica, storia, geografia, scienze, aritmetica e geometria, lingua
italiana, disegni e scrittura, canto, attività manuali e pratiche. L’ordine non è
senza significato. Al primo posto vi era la religione, è strano che la parte
riguardante l’istruzione inizi con storia e geografia e scienze e che la lingua
italiana venga in fondo. Si cerca di costruire una scuola facile per rendere più
semplice il corso degli studi e per fa diminuire le bocciature e l’abbandono.
Invece di migliorare la qualità della scuola e del suo funzionamento, con questi
programmi si vanno ad abbassare i livelli da raggiungere. Fortunatamente con le
varie trasformazioni economiche e sociali grazie allo sviluppo industriale e agli
insegnanti che andavano oltre ai programmi Ermini, la scuola elementare si
avviava a diventare migliore, nonostante quei vaghi programmi.
7. La scuola secondaria.
Durante il periodo del centrismo non ci furono novità per le scuole secondarie.
Nel 1958 il ministero della Pubblica Istruzione, Aldo Moro introdusse nella
scuola secondaria inferiore e superiore l'educazione civica, non si davano però
indicazioni su questo insegnamento, tutto era lasciato all'impegno dei singoli. Ma
questo insegnamento al di fuori di ogni esperienza di esercizio democratico
all’interno della scuola appariva un corpo alieno, di nessun valore educativo,
la materia fu ancor più emarginata nella pratica didattica.
Capitolo quarto. La scuola del centro-sinistra.
1. Sviluppo e scuola. Nuove domande di formazione.
Dalla metà degli anni 50 grazie agli aiuti americani del piano Marshall, ci fu in
Italia una fase di sviluppo e espansione. Nacquero grandi fabbriche soprattutto al
nord come la Fiat e cambiò il modo di vivere e di pensare, la popolazione si
spostò dalle campagne alle città e nacque la civiltà dei consumi con i suoi
vantaggi e i suoi difetti. Nacque malcontento tra i lavoratori, al nord ci furono
ribellioni nelle fabbriche e lo stesso nelle terre del sud, ma il malcontento era
anche all’interno degli stessi partiti. La politica del centrismo era inadeguata al
periodo, servivano dei cambiamenti anche perché l’istruzione elementare era
insufficiente a questo grande cambiamento della società.
2. Il dibattito si allarga.
Il problema della formazione diventa un argomento di interesse generale. Grazie
alle varie riviste come scuola e città fondata nel 1950 da Codignola o riforma
della scuola, scuola e costituzione, Belfagor, Il Mulino, la scuola assume un ruolo
centrale. Con gli studiosi dei problemi della scuola entrano nella cultura italiana il
pensiero di Dewey, di Hessen, le esperienze di Makarenko, della scuola città
Pestalozzi di Firenze. L'industrializzazione del paese esigeva che la forza lavoro
giovanile fosse formata dalla scuola, ai datori di lavoro interessava la
preparazione di una forza lavoro adeguata al buon andamento della produzione.
Si voleva per i ragazzi dai 11 ai 14 anni una scuola che educhi tutti allo stesso
modo e che i valori comuni fossero pulizia ordine e disciplina.
2. Le statistiche impietose e l'inerzia dei governanti.
La situazione era drammatica in Italia nel 1951 lo si vede dai censimenti, il 90%
degli italiani non ha raggiunto il livello minimo di istruzione obbligatoria. Nel
campo del lavoro il 74% degli addetti è privo di titolo di studio, ci sono moltissime
bocciature e abbandoni con la leva scolastica i ragazzi erano esonerati
dall’obbligo. Due erano i problemi: A) c’era scarso impegno da parte dei
governanti locali e nazionali in moltissimi centri abitati la scuola elementare si
fermava alla 4 classe o addirittura alla terza. B) la mancanza di scuole.
4. Maestri e professori.
Gli insegnanti elementari anche a causa della guerra non avevano lavoro. Dopo
la liberazione rifacendosi alla Tommaseo nasce l'AIMC, 1945 l'azione Italiana
maestri cattolici. l'AIMC si fece interprete delle esigenze dei maestri senza
lavoro.
5. Le iniziative parlamentari.
Nel 1959 ci fu il del progetto di legge dei senatori Donini e Luporini che voleva
andare a unificare le scuole fra gli 11 e 14 anni in una nuova scuola media e
unica. Molti erano d’accordo, altri no ma solo per il fatto che la ritenevano una
utopia. Per quanto riguarda il latino vi erano pro e contro all’abolizione. Nel 1958
il ministro Medici presenta l’ipotesi di scuola divisa in quattro sezioni umanistica,
tecnica, artistica, normale, ma ottenne molte critiche. Poco dopo Medici presenta
un disegno di legge nel 1960 più vicino al progetto Donini luporini. La scuola
media sarebbe stata unitaria nel primo anno, dal secondo gli alunni devono
scegliere una materia opzionale che li avrebbe indirizzati alla scuola secondaria,
il latino per i licei e per gli istituti magistrali, le osservazioni scientifiche e le
applicazioni tecniche per gli istituti tecnici e le esercitazioni artistiche per le
scuole e gli istituti di istruzione artistica. Era prevista la possibilità di cambiare
scelta nel corso del secondo terzo anno o anche di sostenere un esame
integrativo al momento in cui ci si volesse iscrivere a un istituto di secondo grado
diverso da quello a cui davano accesso gli studi fatti. Questa proposta ottenne
molte critiche, il ministro Bosco succeduto nel 1960 a Medici, tentò di migliorarlo
riducendo le opzioni a 2, latino e applicazioni tecniche, aprendo a tutti gli alunni
la possibilità di iscriversi agli istituti superiori indipendentemente dalle materie
integrative a scelta. Nel 1960-61 fu avviata una sperimentazione nazionale 300
classi di prima media vennero unificate, il latino era opzionale e nell'anno
successivo se ne erano aggiunte altre 3000. Nel 1961 veniva approvata la legge
che dichiarava la licenza elementare titolo valido anche per l'ammissione alla
scuola media in pratica veniva abolito l'esame di ammissione. Con il primo
governo di centro-sinistra si arriva all’approvazione della legge nel 1962
che istituiva la scuola media unica.
6. La scuola media unica.
La legge del 1962 è una legge importantissima, con la media unica non c'era
l’obbligo di fare una scelta. Ancora era presente il problema del latino era una
materia facoltativa, ma ad esempio era indispensabile per iscriversi al ginnasio-
liceo. Purtroppo anche con questa legge prevalse il vecchio modello d’elite che
seleziona e discrimina, non venne curata la formazione e l'aggiornamento dei
docenti e per questo la nuova scuola media continuò a perdere i suoi alunni per
bocciature e abbandoni. Don Milani della scuola di Barbiana denunciò tutto ciò in
una lettera a una professoressa. Il coronamento della scuola media ci fu con la
legge del 1977, fu eliminato il principio della facoltatività e fu estesa l'area delle
discipline obbligatorie tutte con uguale valore e dignità l'educazione linguistica,
l'educazione scientifica educazione tecnica furono rinnovate. I nuovi programmi
affermarono il principio della centralità del soggetto che apprende.
7. Le politiche di piano.
Nel 1958 il ministro Aldo Moro della Pubblica Istruzione presentò il piano per lo
sviluppo della scuola nel decennio 1959-1969 detto anche piano Fanfani, il
provvedimento intendeva promuovere lo sviluppo della scuola italiana, dalla
scuola della prima infanzia a quella universitaria, prevedeva borse di studio per i
figli meritevoli delle classi meno abbienti, ma non si tradusse in alcun
provvedimento concreto. Una sua parte riferita solo al triennio 62-65 arrivò a
diventare legge nel 62. Intanto il ministro Medici nel 59 affidava all’istituto per lo
sviluppo dell’industria del Mezzogiorno SVIMEZ un'indagine sulle condizioni di
lavoro e del 1960 al 1975. Infine nel 1965 il Consiglio dei Ministri approva un
programma di sviluppo economico per il quinquennio 1965-1969. Le situazioni
ricavate dalle indagini del 1959 e il 1981 dimostrano che A) si riduce il personale
con qualifiche generiche o privo di qualifica e un aumento del personale con
qualifica specifica. B) il raddoppio dei quadri intermedi inferiori e superiori. C) il
raddoppio dei dirigenti. E il personale generico privo di formazione specifica
diminuisce. Intanto il centro-sinistra ha portato in porto la legge del 62, sta
istituendo scuole medie uniche in tutta la penisola.
Capitolo quarto mondo in movimento. Da Marcuse a Don Milani.
1. Le rotture degli anni 50 e 60.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale vi erano due blocchi Stati Uniti e URSS.
Eventi fondamentali: il processo di destalinizzazione avviato dall'urss. 2) la
presidenza negli USA di Kennedy e le aperture al mondo socialista. 3) la
rivoluzione cubana di Fidel Castro e la sua proiezione nel mondo latino
americano Specie per opera di Ernesto che guevara. 4) la marcia su Washington
di Martin Luther King in nome di un sogno di riscatto sociale e di liberazione. 5)
l'oscuro assassinio di Kennedy e successivamente quelli di Malcom x e Martin
Luther King. 6) le conseguenze sempre negli USA della sciagurata guerra del
Vietnam 1960 1975. 7) l'ansia di rinnovamento spirituale e morale che si
determina nel mondo cattolico. 8) la rivoluzione culturale proletaria 1965 69
voluta da Mao Tse tung in Cina per superare le difficoltà non solo economiche. 9)
le lotte per l'indipendenza dei popoli colonizzati e movimenti di liberazione che
scuotono varie parti del pianeta dall'Africa all'asia. 10) la politica di non
allineamento perseguitata Jugoslavia, India, Egitto e altri paesi emergenti del
terzo mondo.
2. La riflessione critica negli Usa.
Dopo la seconda guerra mondiale c’è un alto tasso di benessere e ricchezza ma
l’individuo è solo un consumatore, un cliente, ha perso ogni suo diritto alla
felicità. Chomsky denuncia i meccanismi repressivi della società moderna, ma
non è il primo, in Germania questa denuncia era presente già negli anni 30 e 40
del Novecento nella scuola di francoforte i cui esponenti sono Adorno,
Horkheimer, Marcuse e Habermas. Questa denuncia è presente nei libri di
Marcuse “eros e civiltà” analizza i meccanismi su cui si fonda la civiltà
tecnologica avanzata e denuncia gli effetti negativi sull'individuo. L’individuo
utilizza le sue energie per produrre beni e oggetti di consumo, reprime i bisogni
autentici e la ricerca del piacere e della felicità è negata. L'altro libro di Marcuse
è “l'uomo a una dimensione”, in esso descrive l'uomo alienato, prigioniero dalla
realtà, in cui i valori sono ridotti alla soddisfazione materiale. La tesi di Marcuse è
che a far evolvere la società sarà la massa degli esclusi, il sostrato dei reietti,
degli stranieri, degli sfruttati e dei perseguitati di altre razze di altri colori dei
disoccupati e degli inabili, poiché la loro opposizione colpisce il sistema dal di
fuori quindi non è sviata dal sistema. I giovani e gli studenti si sentono chiamati
in causa, sentendosi anch’essi esclusi.
3. Il libretto rosso.
Un evento importante fu la rivoluzione culturale cinese, un movimento guidato
dall’alto formato da studenti, le guardie rosse, fra il 1966 e il 1968. Questo
movimento si ispirò alle dottrine del cosiddetto libretto rosso una raccolta di scritti
di Mao Tse tung, viene indirizzato contro le autorità politiche accademiche sia per
mettere i giovani nella condizione di imparare a fare la rivoluzione facendola, sia
per svecchiare la cultura e le strutture del partito. Questa rivoluzione viene
percepita come strada per far vivere la democrazia. Questa rivoluzione culturale
degenerò in una sorta di guerra civile, con violenze, danneggiamenti e
persecuzioni. In Italia le tesi cinesi si diffusero in tutto l'universo studentesco,
soprattutto perché aprivano la prospettiva che la democrazia rappresentativa
venga sostituita dalla democrazia diretta che si esprime attraverso movimenti del
popolo. Il centro di massima espressione del potere saranno le assemblee in
particolare per la nostra storia, le assemblee degli studenti.
5. La pedagogia degli oppressi.
In questo periodo di rinnovamento nascono iniziative per l'elevazione degli
oppressi. Importanti sono l'esperienza brasiliana legata all’azione di Paulo Freire
e la nascita nel 1961 del movimento di cultura popolare Anche in Italia si
.
diffondono i principi di questa pedagogia degli oppressi, il loro fine era quello di
far vivere e diffondere i valori cristiani, consolidare la fede e le abitudini del buon
cattolico, perciò non avevano interesse ad andare sul piano didattico. Si cercava
quindi di sottrarre i ragazzi ai pericoli della strada e di dare loro un aiuto negli
studi scolastici. Più recente ma dello stesso genere l'attività dei patronati
scolastici concretizzatasi soprattutto verso l’attività del doposcuola.
6. Le scuole altre. La corea.
Negli anni 60 il senso di molte di queste iniziative extrascolastiche cambia.
Nascono scuole, autogestite da gruppi di volontariato collegate agli enti locali
democratici, ai sindacati, alle parrocchie o ai centri sociali che hanno l'obiettivo
non solo di istruire ma anche di liberare il popolo della propria condizione di
inferiorità perciò si propongono come scuole diverse dalle ufficiali (doposcuola,
educatori). Sono diverse perché il loro obiettivo è di far crescere attraverso lo
studio, la consapevolezza dei problemi che la società industriale pone all'uomo.
Comunità cristiane di base CCB nascono in molte parti d'Italia. Le comunità di
base erano sorte in America Latina e in Africa per opera di preti missionari, negli
anni 60 e 70 II si diffusero anche in Italia. Il loro obiettivo non fu quello di
convertire i pagani ma quello di creare all'interno della Chiesa una pratica
religiosa nuova rispetto a quella ufficiale. Importante fu la comunità nata nel
quartiere di Corea, di Livorno, per iniziativa di don Alfredo Nesi. Lui vuole offrire
ai cittadini i servizi scolastici essenziali, essendo assenti o deficitari quelli statali
(scuola materna doposcuola alloggi per studenti universitari), una biblioteca
pubblica, un centro sanitario, campi da gioco, una sala conferenze. Don Nesi
ospitò colloqui e dibattiti di grande attualità e per questo nacquero i quaderni di
Corea.
7. Barbiana e Don Milani.
Fu unica l’esperienza di Don Milani a Barbiana. Barbiana è un paese 220 abitanti
tra i contadini, agricoltori e Lorenzo Milani viene mandato lì per punizione, poichè
si era impegnato non solo in campo educativo ma anche dal punto di vista
sociale e politico, viene cacciato e mandato a Barbiana. Lui creò in casa sua una
sorta di doposcuola, dedicato ai ragazzi che non riescono a completare l'obbligo
di 8 anni, perché in paese non c'è nemmeno la scuola media e poi dopo il 1962
l'insegnamento ha fatto in modo tale da tagliare fuori i ragazzi di paese, tutti
bocciati naturalmente. Non che la scuola del Prete recuperi tutti, Barbiana ottiene
tanti successi ma anche insuccessi. La lettera a una professoressa stampata nel
maggio 1967 è un atto di accusa contro la scuola che esclude, respinge i più
deboli, quei ragazzi del popolo che invece dovrebbe sostenere e promuovere.
Questa lettera è indirizzata a una ipotetica professoressa, in realtà la denuncia
va oltre il piano della didattica e dell'insegnamento tradizionale, sotto accusa
sono i compiti e le materie che vanno a favorire soggetti di ceti dominanti e
mettono in difficoltà gli altri, ma sotto accusa è tutto il sistema scolastico per
come è strutturato e soprattutto per i risultati ingiusti che produce. La lettera
divenne così un manifesto esplosivo, un programma di lotta. Barbiana da quel
momento diventa una delle fonti principali di ispirazione soprattutto per il
movimento che si nascerà all’interno delle scuole e delle università l'anno
successivo. Capitolo 6 il mondo in movimento. I giovani.
1. La zanzara.
Nel febbraio 1966 al liceo Parini di Milano viene distribuito un numero del
Giornale degli studenti la zanzara e trattava i temi di cosa pensano le ragazze
oggi, del matrimonio, del lavoro femminile e del sesso. Le risposte pubblicate
infatti mostrano un cambiamento profondo nei comportamenti e nel pensare
delle nuove generazioni ad esempio una ragazza rispose “se mi offrissero una
vita solo dedita al matrimonio e alla casa ai figli diceva una ragazza piuttosto di
vivere così mi ammazzerei”. Un'altra attribuiva alla chiesa di essere in campo
sessuale portatrice di complessi di colpa per cui riteneva la religione un fatto
profondamente negativo. Il sesso a differenza di quanto sosteneva la morale
cattolica non andava visto in funzione della procreazione nel rapporto sessuale
ciò che più pare importante era necessità di essere completamente uniti e perciò
i figli sono conseguenza di un secondo grado e hanno un'importanza relativa. La
maggior parte degli italiani sapeva che si trattava di risposte corrette, ma ciò
diede scandalo, tanto che infatti i tre giovanissimi autori furono denunciati,
condotti in questura fu loro intimato di spogliarsi per verificare la presenza di tare
fisiche e psicologiche. Gli studenti, il direttore del giornale, il preside della scuola
furono incriminati e processati ma assolti. Il caso della zanzara era il segnale di
un passaggio dal modello di vita legata ai valori di un mondo chiuso a un nuovo
modo di pensare. Nello stesso tempo era anche un segnale di insofferenza che
riguardava gli studenti, il sistema scuola. Stanchi di essere considerati come un
oggetto da tenere in cura e custodia da parte degli adulti o al massimo come
destinatari passivi di messaggi, i giovani del Parini volevano assumere un ruolo
attivo.
2. Le organizzazioni studentesche.
Un ruolo importante lo ebbe la chiesa cattolica, essa fu sensibilità verso gli
studenti universitari e favorì la loro propensione a aggregarsi, nacque così una
federazione, la Fuci federazione universitaria Cattolica Italiana. Anche durante il
fascismo gli studenti si aggregarono nel guf (gruppi universitari fascisti. Alla fine
della seconda guerra mondiale ristabilito il regime democratico gli studenti
universitari costituirono le prime associazioni. Si costituì il CUD (centro
universitario democristiano) legato al partito dei cattolici, gli universitari di sinistra
si riunirono nel cudi centro universitario democratico italiano, mentre a destra
nasceva il fuan fronte universitario di azione nazionale. Nel 1948 nasce una
sorta di parlamentino “l'unuri” Unione Nazionale universitaria rappresentativa
italiana. Va tenuto presente che gli studenti universitari erano in quegli anni una
esigua minoranza rispetto al resto della popolazione nemmeno l’1%.
3. Spinte al cambiamento.
L’UNURI e nelle varie associazioni gli studenti universitari potevano cominciare a
prendere confidenza con gli strumenti della democrazia rappresentativa. Ci fu
una marginalizzazione degli studi legati alla produzione, alla tecnologia, gli
studenti di istituti tecnici si vedevano negate le possibilità di continuare gli studi a
livello universitario, infatti i primi a mobilitarsi furono nel 1961 proprio gli istituti
tecnici rivendicando la possibilità di accedere al policlinico.
4. La cultura giovanile la beat generation.
Un primo elemento da prendere in considerazione è la rivoluzione che attuarono
negli USA nel corso degli anni 50 e che va sotto il nome di Beat generation. A
San Francisco nasce un gruppo di poeti e scrittori definendosi Beat, propone un
nuovo stile di vita, contrapponendo all'odio l'amore, alla persecuzione del diverso
la conoscenza dell'altro. I beat americani vengono da buone famiglie hanno una
buona educazione, inappagati dal benessere, cercano filosofie orientali, la
pacificazione e la serenità d'animo. Denunciano il mito della ricchezza materiale
del consumismo e dello spreco. Gli autori beat riprendono i motivi di inquietudine
di angoscia, ed esercitano così una dura critica alla società americana per le
chiusure culturali e conformismi per la segregazione razziale, l'emarginazione
sociale, la persecuzione del dissenso, il materialismo consumistico. Nascono
gruppi musicali e canzoni di grande impatto emotivo. L'influenza di questi
movimenti sulla gioventù è enorme e arriva anche in Italia.
Capitolo VII l'anno degli studenti
1. Il 68.
Il 68 è l'anno degli studenti. La contestazione degli studenti era indirizzata
all’inadeguatezza del sistema scolastico, alla sua impronta classista che
esclude le categorie più deboli, alla sua vocazione monarchica che tende a
ridurre posizioni di potere. Molti episodi di contestazione e di scontro ci furono
come nel 1961 gli studenti dei tecnici si mobilitarono per rivendicare il diritto di
potersi iscrivere al Politecnico o quando nel 1967 a Pisa gli studenti universitari
occupano la facoltà di chimica e fisica per protestare contro il progetto di riforma
varata dal ministro Gui e nel 1967 a Milano viene occupata l'Università Cattolica
per contestare l'aumento delle tasse. Il 68 è l'anno degli studenti, soggetti
sociali che si fanno portatori di problemi e protesi a generare un cambiamento
della società.
2. Gli episodi rilevanti.
Il 24 gennaio 1966 avvenne a Trento la prima occupazione di un'università
italiana ad opera degli studenti che occuparono la facoltà di Sociologia. Gli
studenti che protestano si trovano di fronte alle autorità accademiche o
scolastiche ma dietro di queste prima di queste trovano resistenze ostacoli più
generali, perciò lo scontro si fa aspro e violento. Gli episodi sono molti ne
ricordiamo solo alcuni. 1) Nel 1966 all'Università di Roma in scontri tra studenti
e polizia muore lo studente Paolo Rossi, a Trento viene occupata la facoltà di
sociologia. 2) Nel febbraio 1967 gli studenti arrivando a Pisa da varie parti
d'Italia occupano il palazzo La Sapienza e formulano una serie di richieste le
cosiddette tesi della Sapienza, molti studiosi considerano questo evento il punto
di arrivo in Italia del Movimento studentesco vero e proprio. 3) Nel novembre
1967 viene occupata La Cattolica a Milano e la Facoltà di Architettura a Torino.
La polizia interviene prontamente per sgombrare i locali ma l'occupazione si
estende altre facoltà e altre città. 4) Nel 1968 il movimento si estende e tocca le
scuole medie e superiori. Il fatto più eclatante è la cosiddetta battaglia di Valle
Giulia della zona di Roma nella facoltà di architettura. C’è uno scontro violento
tra studenti e polizia con centinaia di feriti. Gli studenti italiani si ispirano alle
analoghe manifestazioni che si svolgono in altri paesi d'Europa come ad
esempio il maggio francese animato da Daniel Bendit, che lanciò le parole
d'ordine “l'immaginazione al potere” e “non è che l'inizio”, in Cecoslovacchia per
esempio la Primavera di Praga, in Polonia dove una massiccia manifestazione
all'Università di Varsavia dispersa dalla polizia finì per dare il pretesto al
governo di scatenare una violenta campagna antisemita.
3. Pasolini e gli studenti.
La protesta era indubbiamente giusta, interpretava il bisogno di un passaggio
dal sistema borghese tradizionale statico, chiuso nell'antica struttura classista a
un nuovo sistema più dinamico e moderno, aperto alle innovazioni e alla
mobilità sociale. C’era ammirazione de parte di osservatori esterni al
movimento, giornalisti di fama, intellettuali, artisti, uomini di cultura. Perciò fece
scandalo la poesia di Pasolini scritta dopo la battaglia di Valle giulia. “Avete
faccia da figli di papà, vi odio. Come odio vostri padri buona razza non mente.
Siete incerti, disperati ma sapete anche essere prepotenti e ricattatori. Quando
ieri a Valle Giulia avete fatto a botte coi poliziotti, io simpatizzavo con i poliziotti,
perché i poliziotti sono i figli di poveri e voi eravate ricchi. Bella vittoria dunque
la vostra.” La poesia fu pubblicata sul settimanale l'Espresso con un titolo
provocatorio “vi odio cari studenti”. Il cuore del discorso comunque sta nell'ansia
di trovare fra le forze capaci di lottare per un mondo nuovo quelle che possono
giocare un ruolo praticamente rivoluzionario e secondo Pasolini gli studenti
appartenenti alla stessa classe borghese non sono in grado di farlo. La loro è
una guerra civile per acquistare subito privilegi da qui l'accusa di pensare
sempre loro diritti e mai ai loro doveri. “Smettetela di pensare i vostri diritti,
smettetela di chiedere il potere. un borghese deve rinunciare a tutti i suoi diritti e
bandire dalla sua anima una volta per sempre l'idea del potere.” Così non c'è
neanche la speranza di poter costruire una nuova scuola e una nuova
università, solo piccole riforme marginali.
4. Le rivendicazioni.
L'organizzazione burocratica centralistica autoritaria, i contenuti
dell'insegnamento arretrati, la selezione spesso fatta in danno alle fasce più
deboli erano motivi di profondo disagio e sofferenza per alunni, famiglie e
docenti. Solo che a queste indicazioni non si legavano piani di intervento
concreti in grado di realizzare le innovazioni richieste. C'era la denuncia ma
mancava la proposta efficace o si trattava di proposte di basso livello come ad
esempio quella del 6 politico. Per combattere la selezione di classe, le
ingiustizie subite dagli studenti in sede di interrogazione e durante l'anno
scolastico e negli esami, alcune frange del movimento studentesco ai docenti
universitari e professori delle secondarie chiesero la garanzia che a tutti gli
alunni fosse attribuito un voto di sufficienza minimo il 6. Se fosse stata attuata in
generale avrebbe portato all’abbassamento dei livelli di apprendimento,
premiando la pigrizia e la furbizia.
5. Risultati modesti ed effetti lontani.
la battaglia contro la selezione classista nella scuola non porta frutti immediati,
ma questo movimento quello del 68 fu molto importante tanto che il giornale
Time parla del 68 come di un rasoio che ha tagliato il passato dal presente.
6. La scuola materna.
Sebbene non direttamente collegata alle vicende del 68 nel 1968 importante fu
l'istituzione della scuola materna. Una scuola di Stato per bambini dai 3 ai 6
anni, a tale scuola si opponevano coloro che ritenevano essenziali per i piccoli
la permanenza in famiglia e soprattutto coloro che avevano l'interesse
all'esistenza di scuole private cattoliche e comunali. Per molti l'infanzia non era
degna di attenzioni pedagogiche e didattiche, il bambino apprendeva, ma non
c'era la necessità di pensarci apprendeva per conto suo lo faceva naturalmente
e quando non vi era la mamma veniva portato in qualche posto accogliente ad
esempio presso le suore. Tutta la maggioranza degli italiani pensava che i
bambini fossero ancora dei soggetti incapaci di apprendimento controllato.
Importanti furono le ricerche di Piaget, il quale sostiene che le gran conquiste
intellettuali si fanno prima di 6 anni e quindi bisognava intervenire in modo
adeguato e corretto prima di evitare mortalità scolastica già in prima
elementare. inizialmente vennero istituite delle scuole solo in alcune zone per
non far concorrenza alle scuole private, nessun insegnante maschile e le
maestre erano delle badanti. Poi già nel 1969 vennero accolte nuove indicazioni
e successivamente fu ridotto l'orario di insegnamento e abolita la categoria
dell'assistente donna e riconosciuta l'importanza della figura maschile.
Capitolo VIII società e scuola negli anni 60.
1. L'onda lunga del 1968 e rapporto Faure
Gli effetti del movimento del 68 ci furono negli anni successivi, infatti governi e
parlamenti ne furono influenzati. Anche l'ONU mise all'ordine del giorno i
problemi dell'educazione. Alla 16esima sezione della conferenza generale
dell'Unesco nel 1970 viene affidata a una commissione internazionale di
studiosi, preceduta da Edgar Faure, il compito di analizzare la situazione nei
vari paesi del mondo. Il rapporto Faure presentato nel 1972 poco dopo
pubblicato in Italia segna 3 fenomeni importanti: A) per la prima volta lo sviluppo
della scuola tende a precedere lo sviluppo economico B) per la prima volta nella
storia la scuola lavora consapevolmente a preparare uomini per modelli di
società che non esistono ancora. C) impone che la scuola si adatti di più ai
bisogni soprattutto economici della società oltre che ai desideri e alle attitudini
dei discenti. Da qui nascono tre proposte: A) occorre una formazione continua
per tutto l'arco della vita life long learning B) i curricoli devono diventare
dinamici piuttosto che programmi statici C) è auspicabile una moltiplicazione
dell'istruzione e dei mezzi di educazione e una diversificazione delle opportunità
formative per dare un’istruzione per tutti.
2. Gli effetti del 68 in Italia
Nel 1968 si ebbero leggi importanti nel campo dei diritti civili, del lavoro, della
partecipazione democratica e si modificò la stessa struttura istituzionale dello
Stato con la realizzazione delle regioni. Il 1969 fu l'anno di lotta degli operai,
milioni di ore di sciopero manifestazioni per le vie cittadine, assemblee e
occupazioni delle fabbriche. Nacquero così due percorsi antagonisti sebbene
intrecciati tra loro: 1) da una parte le manifestazioni degli operai e dei lavoratori,
con l’obiettivo di arrivare al rinnovo di una sessantina di contratti nazionali che
erano fermi da anni ma anche di diritti di libertà e di democrazia, il diritto di
rappresentanza quello di assemblea e in particolare il diritto a usufruire di
permessi retribuiti per lo studio e per la formazione 2) dall'altra parte si registra
una violenta reazione “la strategia della tensione” che si sviluppò in anni di
terrorismo a cominciare dalle bombe fatte scoppiare a piazza Fontana a Milano
nel 1969 o come a Piazza Loggia a Brescia che ebbe come sua massima
espressione del rapimento e l'assassinio di Aldo Moro 1978.
3. Il tempo pieno alle elementari.
Nella scuola il protagonismo di genitori e insegnanti si manifestò per la prima
volta con la legge del 1971. A tale effetto dopo aver stabilito il tetto di 25 alunni
per classe, il primo articolo della legge stabilì la possibilità di istituire un posto di
insegnante elementare di ruolo per ogni 25 ore settimanali di attività integrative
e insegnanti speciali, svolte al di fuori del normale orario scolastico. Era una
novità assoluta motivata dalla necessità di procedere all'arricchimento della
formazione dell’alunno e della prospettiva di realizzare una scuola a tempo
pieno. Si venne costruendo in paesi della penisola una didattica più ricca e
articolata dispiegata su 8 ore giornaliere. La giornata scolastica piena era
sentita da insegnanti e genitori come una necessità democratica per la
formazione di tutti. Mattina e pomeriggio diventava la condizione
fondamentale per una didattica di qualità superiore. Il tempo pieno è
importante per andare a realizzare l'eguaglianza di tutti i cittadini.
5. Scuola e società.
Gli insegnanti dovevano trovare una nuova collocazione nell'ambito delle grandi
confederazioni dei lavoratori. Per primi 1964 sono i professori cattolici delle
scuole medie che abbandonano il SNSM cioè il sindacato nazionale della
scuola media per confluire nella SISM sindacato italiano scuola media, dentro la
CISL Confederazione Italiana sindacati lavoratori. Nel 1967 dentro la CGIL
Confederazione generale italiana del lavoro si forma il SNS cioè il sindacato
nazionale scuola, in cui confluiscono gli insegnanti cattolici laici, estrema destra
socialisti e comunisti del SNSM sindacato nazionale della scuola media. Nel
1971 nasce nella UIL Unione Italiana del lavoro, la CGIL, CISL, UIL proclamano
uno sciopero generale nel 1973 e si arrivò ai decreti delegati del 1974.
6. I decreti delegati. Gli organi collegiali.
I decreti delegati sono i decreti del Presidente della Repubblica emanati nel
1974 che trattano l'ordinamento scolastico, lo stato giuridico del personale, la
valorizzazione degli operatori e l'apertura delle scuole alla partecipazione
sociale. Furono 5 i decreti e due introducono delle novità, il più innovativo è il
numero 416, intitolato “istituzioni e riordinamento degli organi collegiali della
scuola materna elementare e secondaria artistica”. Si costituiscono così A) a
livello di singola istituzione scolastica: 1) il consiglio di circolo nelle scuole
elementari con la presenza dei genitori, il consiglio d'istituto nelle secondarie
con la presenza di genitori, nelle superiori anche degli studenti 2) il collegio dei
docenti 3) i consigli di classe 4) L'assemblea dei genitori e degli studenti. B) sul
territorio: il consiglio Distrettuale e Consiglio provinciale con la rappresentanza
dei docenti, dirigenti, genitori, enti locali e sindacati C) presso il Ministero un
consiglio nazionale.
7. Ricerca sperimentazione e aggiornamento.
Innovativo è pure il decreto 419 che tratta la sperimentazione e la ricerca
educativa non solo nell'ambito didattico ma anche di ordinamenti e strutture.
Nello stesso decreto importante è l'aggiornamento culturale e professionale dei
docenti e vengono istituiti degli enti di supporto all'azione delle scuole e del
ministero: IRRSAE istituti regionali di ricerca sperimentazione e aggiornamento,
il CEDE Centro europeo dell'educazione di Frascati, la BDP biblioteca di
documentazione pedagogica di firenze. Importante fu anche l'OCSE
organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico e nacque nel 1968
il CERI centro per la ricerca e l'innovazione educativa con l'obiettivo di produrre
ricerche e promuovere l'innovazione. La sezione italiana del CERI si colloca
all'interno del CEDE. Ad Amsterdam nel 1958 venne istituita IEA International
Association for the evaluation of Educational achievement che si specializzò
nella definizione di parametri e standard internazionali per rilevare i punti di
forza e debolezza di vari sistemi scolastici, lo stesso obiettivo si pone oggi
all'interno del OCSE il programma per la valutazione internazionale dell'allievo
(PISA programme for International student Assistant) che con cadenza triennale
valuta livello di istruzione degli studenti.
8. La legge 517/77 programmazione e valutazione.
Un altro provvedimento fondamentale legge del 1977 che riguarda la scuola
elementare e media relativamente alla programmazione della didattica, la
valutazione, all'abolizione degli esami di riparazione, ci sono anche altre
importanti norme A) il calendario scolastico rivolto a tutte le scuole, fissa l'inizio
dell'anno scolastico il 10 settembre stabilisce 215 giorni di lezione e lascia al
ministro il compito di determinare in anno e anno l'inizio e la fine delle lezioni
che può essere tra il 10 e il 20 settembre e il 10 e il 30 giugno. B) il
riconoscimento del diritto universale di studio quindi vengono inseriti in classi
normali gli alunni disabili fino alla scuola dell'obbligo, l'estensione per questi
alunni alle scuole degli istituti secondari avviene con la legge del 1987. È
importante anche la legge che riguarda l'introduzione della programmazione e
della valutazione. La programmazione è un'operazione didattica organizzativa
mediante la quale la scuola fa vivere i programmi nazionali in maniera flessibile
adeguandoli alle esigenze del gruppo di alunni. Una valutazione in itinere
consentirà di stabilire se la programmazione iniziale consente di ottenere i
risultati previsti per garantire a tutti una formazione ottimale, sarà poi la
valutazione finale a mettere il suggello definitivo a tutto il processo.
9. La formazione disabili. Victor fanciullo selvaggio.
Tradizionalmente, nella scuola monarchica, i soggetti diversi venivano esclusi,
allontanati, dalle classi comuni e mandati in istituti speciali. Questa differenza si
trova ancora nei primi anni dell'Italia repubblicana. Quella sensibilità del 68 non
si poteva accettare che la diversità venisse allontanata. Le scuole speciali fatte
per handicappati, le classi differenziali per svantaggiati, erano istituti nei quali
questi ragazzi venivano discriminati e venivano valorizzate la purezza e la
bontà dei normali. In questo clima ottenne un notevole successo un libro che
ripropone due relazioni stese nel 1801, 1806 da un medico ricercatore francese
Itard su un esperimento fatto su un ragazzo selvaggio Victor, trovato nelle
foreste in Francia. Itard cercò per 10 anni di risvegliare in lui le facoltà
intellettuali e morali senza molto successo. Gli studiosi si dividevano vi erano
coloro che lo consideravano un soggetto minorato dalla nascita e c'erano quelli
che invece lo ritenevano vittima delle condizioni di vita in cui si era trovato a
crescere in solitudine, in assenza di qualsiasi stimolo culturale. Negli anni 70 si
iniziò a ritenere indispensabile l'integrazione tra soggetti normali e soggetti in
condizione di handicap disagi e difficoltà di apprendimento. Il disabile in
situazioni di svantaggio viene tenuto in isolamento e ciò accentua ancora di più
i suoi deficit. In questa prospettiva la ricerca didattica si spinge a individuare
una serie di esercizi di vario tipo per impegnare tutti i bambini di una classe,
I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher siro.13 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'educazione e del sistema scolastico e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università L'Aquila - Univaq o del prof D'Arcangeli Marco Antonio.
Acquista con carta o conto PayPal
Scarica il file tutte le volte che vuoi
Paga con un conto PayPal per usufruire della garanzia Soddisfatto o rimborsato