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L MUSEO DELLA DIDATTICA
l'Italia partecipo all'esposizione universale di Vienna, esponendo strumenti e sussidi didattici
da proporre come modello per l'insegnamento nelle classi elementari. Gli oggetti esposti
furono uniti alla strumentazione didattico scientifica del museo presso il Collegio Romano di
Roma dove fu istituito il museo didattico 1873. Nei decenni successivi il museo conobbe un
periodo di decadenza finché nel 1891 il ministro Villari ne decretò la soppressione. Nel 1906
Luigi Credaro lo ripristinò, non più alle dipendenze del ministero, ma all'interno della scuola
pedagogica dell'università di Roma e ne tenne la direzione fino al 1934. Successivamente
con Radice il museo si dedicò alla raccolta di esperienze collegate al movimento delle scuole
nuove e dell'attivismo. Dopo un ulteriore periodo di chiusura fu riattivato per opera del prof
Mauro Laeng infatti oggi porta il suo nome e viene diretto dall’università di roma tre.
Una vicenda analoga si ebbe nel 1925 quando da una mostra didattica a
Firenze, fu creato un museo sotto la guida di Giovanni Calò. Eretto da Bottai
1941 in ente morale, il museo fu trasformato in centro didattico Nazionale 1943.
Con i decreti del 1974 il compito di organizzare e attuare iniziative di
aggiornamento per il personale direttivo e docente della scuola fu affidato
all'IRRSAE (Istituto Regionale per la Ricerca, la Sperimentazione e
l'Aggiornamento Educativo) e nel 1999 gli IRRSAE sono trasformati in IRRE
(istituti regionali di ricerca educativa). Oggi le stesse scuole possono progettare
corsi di aggiornamento.
6. Le autonomie locali. Deficienze e angustie.
Nell’800 e 900 l'insegnamento si svolgeva spesso in condizioni pietose, gli
insegnanti venivano ricattati, discriminati soprattutto le donne. I maestri
elementari denunciavano i casi di alcune maestre, una la quale era tenuta
anche a fare da sagrestano, l’altra veniva indotta al suicidio a causa delle
persecuzioni del sindaco. Inoltre non vi era alcuna protezione giuridica contro la
miseria una volta lasciato il lavoro. Per questo gli insegnanti decidono di unirsi
sotto la presidenza di Credaro, creando l'Unione Nazionale magistrale 1901 e
viene eletto presidente Credaro. Un primo successo fu la legge 1903 che oltre a
uguagliare maestri e maestre per il trattamento economico introdusse alcuni
vincoli ai comuni in merito alla nomina e al licenziamento degli insegnanti,
riconoscendo al consiglio scolastico provinciale un potere di controllo sullo
svolgimento dei concorsi e sulla conferma in servizio.
7. L’avocazione.
Ma la battaglia principale dell'Unione era rivolta a ottenere il passaggio delle
scuole elementari dai comuni allo stato. Nel 1911 con la legge Daneo-Credaro
vengono trasferite allo stato la gestione delle scuole elementari dei comuni
minori, con esclusione di quelle dei comuni capoluoghi di province più grossi.
Con il fascismo ci sarà una seconda avocazione nel 1933 che trasferì sotto la
gestione dello stato le scuole elementari delle grandi città rimaste autonome nel
1911. Parte seconda la scuola della Repubblica
capitolo primo un laboratorio speciale.
1. Segni di cambiamento.
Durante e dopo la 2 guerra mondiale si impone un modello di scuola diverso
democratico e “repubblicano”. Ciò non dipende dal fatto che nel 1946 l'Italia
scelse la repubblica ma perché 1) c'è una guerra che rompendo il quadro di
riferimenti costruito dal fascismo, inserisce il nostro paese dentro quel processo
di accelerazione in campo scientifico, tecnico, economico e porta un
cambiamento anche nella scuola. 2) L'operaio, l'artigiano, la casalinga il
contadino si cominciano a fare delle domande e diventano consapevoli del fatto
che il sapere non è più soltanto di interesse individuale. Il periodo che va dalla
caduta del fascismo alla proclamazione della Repubblica, è un laboratorio in cui
si sperimentano percorsi formativi di segno nuovo.
2. Un po' di storia.
(1 settembre 1939 – 2 settembre 1945) La Seconda Guerra Mondiale finì fra il
1943-45. Alcune date importanti: 1) 1943 il re fa arrestare Mussolini 2) l'8
settembre viene firmato l'armistizio con gli alleati 3) i tedeschi occupano Roma
e principali punti strategici e liberano Mussolini 4) lo mettono a capo della
Repubblica di salò. 5) La scuola fa la sua parte, i professori antifascisti romani
costituiscono un comitato provvisorio di agitazione CPA per organizzare nelle
scuole la lotta contro i tedeschi. 6) si arriva alla costituzione dell'associazione
italiana degli insegnanti. AIDI. In pochi mesi l'Italia meridionale è liberata. 7)
Roma è liberata il 4 giugno del 44 e il 18 si forma il governo Bonomi con la
partecipazione dei partiti politici. 8) nell'aprile del 45 la lotta partigiana e
l'offensiva alleata sconfiggono gli eserciti tedeschi il 25 aprile tutta l'Italia libera e
si forma un governo di unità antifascista sotto la presidenza di Parri già
comandante partigiano. 9) la guerra finisce l’8 maggio 1945 10) in Italia il
governo Parri subentra nel 45 governo De Gasperi durante il quale si prepara lo
svolgimento del referendum istituzionale del 2 giugno del 46 in cui gli italiani
scelgono la forma repubblicana.
3. L'Italia del re.
In effetti il potere sovrano era nelle mani del governo militare alleato AMG e
successivamente in quelle della commissione alleata di controllo AC infatti
anche quando la sovranità delle zone liberate passò in mano italiana fu
necessaria l’approvazione dell’AC su tutti gli atti amministrativi e legislativi del
governo. Anche dopo fino al 46 l’approvazione dell’AC è indispensabile per
nominare i ministri e gli alti funzionari. La vita civile, come anche la scuola era
controllata dagli alleati. I comitati di liberazione nazionale CLN avevano un
orientamento antimonarchico e ciò non era accolto da Badoglio, dai ministri e
dagli alleati perché ritenevano la monarchia l'unica forma di sovranità legittima
rimasta in Italia, perché puntavano sulla casa Savoia e sui ceti sociali. Nel 44 il
re decise di ritirarsi dalla vita pubblica. Nacque il governo di Badoglio
antifascista con la partecipazione di esponenti dei partiti del CLN. In questo
governo Adolfo Omodeo divenne ministro della pubblica istruzione.
4. I ministri della scuola al sud.
Adolfo Omodeo come antifascista fu uno dei primi ministri della pubblica
istruzione. Convinto antifascista si arruolò nel corpo italiano di liberazione.
Omodeo come faranno De Ruggiero e Ruiz, esprime un’ispirazione politica
democratica e antifascista e una visione elitaria della cultura. Da una parte
sentiva l'esigenza di una maggiore diffusione dell'istruzione dall'altra
un’istruzione destinata a spiriti alti, quindi una scuola selezionatrice, adatta a
pochi studenti. L’obiettivo di Omodeo, di Ruiz e di De Ruggiero fu quello di far
funzionare il sistema scolastico superando mille difficoltà la maggior parte degli
edifici scolastici furono distrutti, trovare i docenti, epurare i testi. De Ruggiero
sosteneva che non ci furono dei rinnovamenti all’interno della scuola a causa
della politica degli alleati, per l’appoggio verso le forze monarchiche, ma in
realtà fu anche perché gli ideali monarchici erano punti di riferimento in Italia.
Ruiz partecipa come vicepresidente del partito liberale italiano. Nel 1943 viene
chiamato a dirigere il CLN di Napoli entra nel secondo governo Badoglio come
Ministro di Grazia e Giustizia e poi dopo la liberazione come Ministro della
Pubblica Istruzione fino al 45. Anche per lui il problema è quello di riformare la
scuola. Ruiz riconosceva che la riforma del ministro Bottai creava disordine ma
decise di non intervenire. Nel 44 nomina una commissione consultiva
permanente la quale doveva studiare i problemi della revisione degli
ordinamenti della scuola secondaria e raccogliere i materiali di studio.
5. Modifiche marginali.
nel 1944 i provvedimenti più importanti sono:
a) norme per la nomina direttori nelle Università
b) cambiamento del nome del ministro non più dell'Educazione nazionale
ma della Pubblica Istruzione
c) la soppressione del divieto per la donna di impartire alcuni
insegnamenti come la filosofia nei licei.
Il periodo successivo fino a tutto il 1946 troviamo:
a) l'abrogazione del giuramento di fedeltà al regime fascista e la
riammissione in servizio dei professori universitari allontanati dal
fascismo
b) i nuovi programmi per la scuola elementare
c) la soppressione del divieto per la donna di assumere alcuni uffici
direttivi
Il governo del Sud conserva la legislazione scolastica ereditata dal passato
regime per 2 ragioni: A) non vi erano pensieri e idee che potevano portare ad un
rinnovamento. B) l’amministrazione militare voleva conservare le strutture create
dal fascismo e dai governi dell'Italia monarchica. La categoria degli intellettuali
che li sosteneva era conservatrice o alcuni volevano aspettare tempi migliori per
rinnovare il sistema scolastico.
6.Gli alleati.
Per quanto riguarda il rinnovamento scolastico è importante il contributo dato
dalla politica dagli alleati nelle regioni meridionali dell'Italia 1943-1945.Importante
fu Washburne che nel 1944 fu chiamato a coordinare la sottocommissione
dell'educazione, collaborò a diffondere i suoi principi pedagogici attraverso un
bollettino dell'educazione. Collaborando con il governo del Sud, con i ministri De
Ruggiero e Ruiz, Washburne cercò i far entrare nella scuola i principi di
ispirazione deweyana: la centralità del bambino, i suoi bisogni vitali, il principio
dell'interesse ad apprendere come punto di partenza di ogni azione didattica, la
alla vita sociale. Vennero costruiti su questi principi i programmi per le scuole
elementari e materne nel 1945. Gli alleati avevano trovato molte difficoltà in
Sicilia nell'anno scolastico 1943-1944 si dovevano ricostruire edifici, aule, i
programmi di insegnamento. Per quest’ultimi fu chiamato un pedagogista
siciliano Gino ferretti, il quale preparò un opuscolo da distribuire alle scuole in
cui riporta i principi psicologici e le idee di libertà, creatività, spontaneità e gioco.
C'era un problema quello della religione, Ferretti e gli americani pensavano che
la religione dovesse stare al di fuori della scuola, ma l’arcivescovo di Palermo si
oppose e l'opuscolo fu ritirato e distrutto. L'azione degli alleati fu destinato
soprattutto alla scuola elementare, tolsero dai programmi i riferimenti al
nazionalismo, alle mete imperialistiche, alla razza e all'esaltazione della
violenza e si fece più spazio ai valori della democrazia.