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STRUMENTO TESTA.

Per questo Gabelli rimproverava gli italiani in quanto il loro corso di

studi aveva delle fondamenta dialettiche e di conseguenza

ragionavano male: la scuola non sa preparare alla vita il bambino

come futuro cittadino.

Egli attribuiva tutta la colpa alla chiesa in quanto era proprio questa

ad aver immobilizzato le idee degli uomini non guardando avanti e

imponendone la liberà di pensiero e il giudizio dell’uomo.

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Per provare a risolvere questo problema l’autore vuole manifestare

il suo metodo che consisteva nel bisogno di portare il corso

elementare da 5 a 8 anni di studio in modo tale da poter applicare i

suoi programmi con le nuove abitudini di riflessioni e soprattutto

d’osservazioni.

Un altro libro fondamentale di Gabelli fu “L’istruzione classica”

dove si presenta come difensore della classicità, criticando chi non

lo era. Egli è convinto che l’antichità classica insieme alla poesia e

all’arte è il patrimonio più prezioso dei popoli colti.

Altri sostenitori della classicità che affiancarono Gabelli furono:

Angiuli, proponeva che l’insegnamento classico fosse

 spostato nelle scuole superiori ed università, mentre la scuola

media si basasse solo sulle scienze naturali, storiche e sociali.

Ardigò, affermava che per il giovane la letteratura nella

 scuola superiore resterà per tutta la vita.

Salvemini, appoggiava la scuola classica senza esentare

 alcuna modifica ed inoltre sosteneva che la vera democrazia la

si vede quando un soggetto è libero di scegliere.

Villari, riconosceva la rilevanza delle lettere classiche per la

 formazione soprattutto dell’intelligenza ma anche del

carattere, opponendosi alla scuola unica, con o senza

l’insegnamento del latino. 6

Gabelli viene descritto come uomo del suo tempo e

rinnovatore del suo tempo ( egli è un innovatore in

pedagogia)

Dal suo positivismo egli esclude qualsiasi tipo di conseguenza di

carattere ateistico in quanto si affida principalmente al metodo

dell’esperienza senza oltrepassare il limite.

Nello scritto “ L’insegnamento religioso nelle scuole

pubbliche” Gabelli si opponeva alla chiesa cattolica, perché

questa insegnava molto su Dio, sui misteri, sui peccati e poco sul

modo di vivere e di condursi verso il prossimo.

Per Gabelli la scuola da sola non può modificare la società, non può

educare in modo da trasformarla, ed è proprio sulla trasformazione

che agisce l’insegnamento religioso.

L’educazione è tutt’altro che una legge in quanto quest’ultima

impone la sua forza ai cittadini, invece l’educazione non può essere

imposta ma dev’essere qualcosa di spontaneo, quel bene che non

può nascere, non si può avere con la forza.

Lui vuole formare teste e uomini ed eliminare la mancanza di

serietà e d’impegno.

Infine, nello scritto “ I premi come strumento educativo” egli

allontana il concetto educativo del premio atto a stimolare il

desiderio tra i pari che farebbero sorgere egoismo e invidia.

I premi di cui parla non possono essere visti come strumenti

educativi e il compito dell’educazione è quello di preparare alla vita

piena di problemi da affrontare.

Secondo Gabelli il maestro per dominare gli alunni deve essere da

loro stimato sia come uomo sia come maestro.

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Publisher
A.A. 2013-2014
7 pagine
8 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher paperina91 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'educazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Messina o del prof De Salvo Dario.