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SCUOLA PRIVATA.
I PROGRAMMI PER LA SCUOLA MEDIA SUPERIORE, presentati a febbraio del 1942 non saranno
mai applicati.
Bottai nel 1938 da inoltre il via ad una scuola razzista, successivamente alla pubblicazione delle
leggi raziali del medesimo anno. Dopo il MANIFESTO DEL RAZZISMO ITALIANO Mussolini
comunica a Bottai la sua volontà di
- allontanare gli ebrei da scuola, esercito e magistratura
vietare l’adozione di libri scritti da ebrei
-
- allontanare tutti gli insegnanti ebrei.
Nella realizzazione di tali punti vengono coinvolti presidi ed insegnanti.
Si arriva a confinare i candidati ebrei ai concorsi in banchi a parte ed a vietarne l’ingresso nelle
biblioteche. Nelle scuole vengono insegnati i principi delle razze, esaltando quella italica a discapito
della minoranza ebrea.
CAPITOLO 4:
La guerra minaccia anche la scuola, tanto da star chiusa per lunghi periodi e non viene risparmiata
dai bombardamenti, la scuola è lacerata nel profondo.
A SUD (dal 25 luglio all’8 ottobre 1943) l’istruzione venne affidata a
Nei 45 giorni di governo Badoglio
Severi prende le distanze da Gentile avvicinandosi a Croce, simbolo dell’antifascismo
Severi.
liberale.
Severi cerca di recuperare la riforma Gentile nelle sue parti più liberali, soprattutto i programmi
formulati da Radice per la scuola elementare. Viene sconfessata la Carta della scuola e sciolte le
organizzazioni giovanili fasciste. Il libro di stato viene sospeso. Maggior elasticità viene data ai libri
di testo delle medie ritenuti meno compromessi.
Dopo lo sbarco in Sicilia anche gli alleati si iniziano ad occupare della scuola, restituita al governo
italiano agli inizi del 1944. Viene affidata all’americano esponente dell’attivismo
Washburne
pedagogico J. Dewey: primo obiettivo aprire le scuole chiuse dal Natale 1942, vengono inoltre
cancellati i provvedimenti Bottai.
Nel 1943 GINO FERRETTI (pedagogista) interviene sui programmi, i quali si rifanno molto ai
tolte l’educazione militare, l’insegnamento religioso
principi di Dewey e della Montessori. Venne
venne lasciato solo ai maestri, venne introdotta una didattica per i problemi, venne dato rilievo al
gioco e al lavoro; le scuole erano concepite come piccole società di autogoverno.
I programmi di storia si fermano alla 1GM con lo scopo di non affrontare il fascismo. Jean Piaget è
coinvolto nella formazione dei maestri.
I ministri che si susseguono dalla liberazione del paese nel 1944 sono: Omodeo, De Ruggiero,
Arrangio Ruiz: intellettuali liberali, favorevoli ad una istruzione selettiva, con i quali inizia il processo
di defascistizzazione.
Con l’arrivo a Roma degli alleati il processo di defascistizzazione trae decisivo impulso.
A NORD
Si mostra contrario alla carta della scuola anche il ministro BIGGINI, fascista moderato, il quale sarà
ministro dell’educazione nazionale della Repubblica Sociale Italiana dal settembre 1943 all’ aprile
1945.
Biggini cerca di moderare gli eccessi della RSI: migliora lo status giuridico e il trattamento degli
insegnanti e sospende l’obbligo di giuramento. Presidi e professori sono chiamati a svolgere un ruolo
attivo. Per quanto riguarda i libri scolastici Biggini interviene revisionando i vecchi e affidando
l’incarico di scriverne dei nuovi.
Nei programmi di storia devono essere eliminati tutti i Savoia; la scuola diventa infatti un mezzo per
diffondere l’idea del re e di Badoglio come traditori.
DOPO LA LIBERAZIONE DEL 45 si ha l’abolizione al giuramento per
Con Ruiz, dopo la liberazione del 1945, i docenti universitari e la
cancellazione dei divieti di insegnamento sulle donne.
Successivamente alla crisi del governo Parri, sostituito da De Gasperi, diventa ministro
dell’istruzione GUIDO GONNELLA. Gonnella cerca di portare avanti un’epurazione del personale,
amministrativa e per categorie, la quale poi si limita soltanto agli alti gradi per non paralizzare il
sistema.
Con la collaborazione degli Alleati (in particolare con Washburne, facente parte della commissione
istituita dal ministro De Ruggiero nel 1944) nascono i programmi del 1945 per la scuola elementare
ed anche materna.
Questi programmi presentano alcuni aspetti innovatori, innanzitutto annullano la distinzione tra
scuole urbane e rurali, maschili e femminili, propongono un'attività scolastica non più autoritaria e
competitiva, ma comunitaria e fondata sull'autogoverno, sulla responsabilità individuale e collettiva.
Purtroppo questi principi espressi in forma astratta risultano incomprensibili a molti maestri
impreparati e sprovveduti ma sono anche in contraddizione con le avvertenze ed il contenuto delle
singole discipline.
REPUBBLICA
Dopo la proclamazione della repubblica, Guido Gonella è il primo ministro della pubblica istruzione
della repubblica italiana (cattolico). Gonella interviene molto spesso in modo spregiudicato sulle
questioni di bilancio, interviene innanzitutto sulla questione degli insegnanti di cui migliora il
trattamento economico, ripristina alcune garanzie degli insegnanti secondari, aumenta le indennità
e aggiunge migliorie per il personale non di ruolo. Egli conduce anche una politica di attenzione sulla
scuola privata (sulla quale puntava molto la DC, della quale è sottosegretario).
All’interno dell’ASSEMBLEA COSTITUENTE si contrappongono vari punti di vista: Moro parla
dell’istruzione come un diritto primario inalienabile). Per Gonella si deve trattare di una scuola di tutti
a servizio di tutti, nella quale l’insegnamento della religione si giustifica a prescindere dal
Concordato, nel rispetto della diffusa conoscenza religiosa del popolo italiano.
La costituente si concentra su 5 grandi temi scolastici:
1. obbligo
2. rapporto tra istruzione pubblica e istruzione privata
3. insegnamento religione
4. istruzione professionale e artigiana
5. assistenza scolastica
Sono aspetti cruciali per la scuola che si intende attivare ma anche le caratteristiche che si vogliono
imprimere nella nuova Repubblica.
L’istruzione è ritenuta formativa della classe dirigente e quindi affare di stato da mantenere sotto
controllo, mentre l’istruzione artigiana e professionale attribuite alle Regioni.
La COSTITUZIONE detta i principi dell’istruzione negli articoli:
2 e 3 principi fondamentali, in cui si parla della scuola come strumento libero ed uguale per tutti
per superare i limiti economici e sociali.
33 e 34 in cui si dettano le regole organizzative senza però indicazioni sulla struttura del sistema
Nell’articolo
scolastico. 33 sono definite in particolare le competenze dello stato e delle iniziative
nell’articolo l’obbligo
private in ambito scolastico e 34 viene fissato scolastico fino a 14 anni senza
però specificare il tipo di scuola in cui assolverlo, viene così lasciata aperta una questione che si
risolverà solo nel 1962.
Vengono inoltre inseriti i PATTI LATERANENSI (riportati nell’articolo 7), nonostante nell’articolo 8 si
parli di libertà religiosa.
CAPITOLO 5
Il fascismo ha insegnato a tutti l’importanza dell’istruzione, ma i cattolici vantano un retroscena
teorico e un capitale teorico ben più saldo.
L’attività di Gonella risponde alle esigenze della Costituzione. Nel 1947 egli promuove infatti
un’INCHIESTA SCOLASTICA NAZIONALE, ritenuta un passaggio fondamentale per una futura
riforma. Intende raccogliere le indicazioni e le proposte degli insegnanti tramite dei questionari. Tale
sforzo risulta di grande portata perché consente di dare voce al paese.
Ci troviamo in un paese dove nel 1946 una parte dei ragazzi non assolve l’obbligo di frequenza è
solo una minima parte prosegue gli studi, però la maggioranza continua ad esprimersi favorevole
agli esami di stato e allo sfoltimento degli istituti nazionali e delle università.
Inoltre molti ritengono che sia necessario un prolungamento dell’obbligo rese, inoltre accanto alla
riforma della scuola media introdotta da bottai ritengono sia necessario un percorso post elementare
senza sbocchi. “È un’Italia secondo cui
Vi è da parte del ceto medio inferiore il terrore che i diplomati aumentino.
l’istruzione secondaria deve rimanere una realtà elitaria, cittadina e maschile”.
L’inchiesta evidenzia problemi preoccupanti dove l’analfabetismo è alto
al sud, ed è difficile
insegnare, la fame e la miseria sono prevalenti.
GLI INTERVENTI DI GONELLA:
Grazie agli interventi di Gonella la ripresa è innegabile. Aumentano i fondi per la ricostruzione edilizia
e per la scuola materna soprattutto grazie ai fondi dati dal piano Marshall.
Gonella cerca di intervenire sulla disoccupazione intellettuale che colpisce soprattutto i maestri,
perciò aumenta il numero dei posti facendo uno sdoppiamento delle classi. La disoccupazione
magistrale viene inoltre affrontata istituendo corsi post-elementari per la popolazione più povera.
Gonella procede anche al riorganizzo e al potenziamento dell’educazione popolare. nell’82),
NEL 1947 VIENE ISTITUITA LA SCUOLA POPOLARE (ritoccata nel 58 e abolita che è
correttiva dello scarso funzionamento dell’istruzione regolare che punta a combattere
un’istruzione
l’analfabetismo. È rivolta ai maggiori di 12 anni ed ha corsi di 3 tipi:
- per gli analfabeti
- per i semianalfabeti
l’aggiornamento
- per culturale e professionale
vera soluzione al l’analfabetismo potenziamento dell’istruzione elementare
Però la risiede nel e
soprattutto di quella rurale che ha gravissime carenze.
In questo riprendono le ispezioni nelle scuole non statali, le quali sollevano molte polemiche sulle
numerose istituzioni e finanziamenti concessi alla scuola privata.
Il ministro Gonella insiste sulla libertà della scuola come condizione indispensabile e nel 1946
abolisce il giuramento degli insegnanti, e nel 1948 si oppone ad un indice di libri scolastici proibiti.
L’INCHIESTA si CHIUDE nel con l’incarico di
1949 ed è nominata una COMMISSIONE REDIGERE
UN PROGETTO DI RIFORMA.
Dopo un inter lungo e accidentato IL DISEGNO DI LEGGE DECADE con la crisi di governo; a
Gonella succederà Segni.
La riforma di Gonella abbraccia il sistema scolastico in ogni suo aspetto, in armonia con i principi
della costituzione l’istruzione è concepita come diritto dell’uomo.
Il PROGETTO prevedeva:
istruzione ai diritti dell’uomo
-
- intervento dello stato quando la libera iniziativa non è sufficiente
- insegnamento di ideali democratici
decentramento dell’amministrazione, ripartita in: centrale, regionale e provinciale
- creazione di sezioni didattiche con il compito di favorire l’autonomia didattica
- Risolvere un problema di matematica
- Riassumere un testo
- Tradurre una frase
- E molto altro ancora...
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