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STANZA DELLA SEGNATURA
È una biblioteca, molto interessante. Committente Giulio II Della Rovere. Precedente decorativo è il
Mantegna ma Raffaello non fa riquadri un’unica pittura per parete. Basamento con finti stucchi e
medaglioni. Il punto di osservazione dal centro è perfetto.
DISPUTA DEL SACRAMENTO: Raffaello volle far trasparire un interesse vivo e un trasporto nel
discutere circa il grande mistero cristiano dell'eucarestia. Su due registri sono infatti raffigurate la
Chiesa militante, nella parte inferiore, e la Chiesa trionfante, in quella superiore. Il dipinto è dedicato
quindi alla teologia, disciplina attraverso la quale l'anima può arrivare alla verità nel campo della fede.
Due ali prospettiche intorno all’altare del sacramento. Sopra sulle nuvole, i membri della chiesa
trionfanti intorno alla Trinità; più in alto un coro di angeli; sotto i dotti della terra meditano e discutono.
Il pavimento è in prospettiva e un paesaggio sfuma nella luce del cielo, non c’è distacco tra cielo
fisico ed empireo. Nulla di allegorico, non v’è trasporto di significato dal concetto all’immagine,
l’immagine è anche il concetto.
LA SCUOLA DI ATENE: rappresenta la sapienza antica. L'affresco, inquadrato da un arco dipinto,
rappresenta i più celebri filosofi e matematici dell'antichità intenti nel dialogare tra loro, all'interno di
un immaginario edificio classico, rappresentato in perfetta prospettiva. V’è una solenne architettura,
le persone sono concepite come l’architettura, monumentali. Prospettiva razionale, il chiaro e lo
scuro si fanno più intensi, forte la modellazione delle forme, marcati e individuati i movimenti.
Ciascuna figura si distingue per la grandiosità dell’atteggiamento e l’incisività del gesto. A vari
personaggi Raffaello affidò le effigi di artisti contemporanei, compreso sé stesso, come per ribadire la
nuova, orgogliosa autoaffermazione di dignità intellettuale dell'artista moderno.
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IL PARNASO: concetto del bello, luogo dove era apollo, armonico, piacevole. Parete con una
finestra, deve trovare una soluzione compositiva particolare. Scende dal promontorio. Figure dei
poeti, Dante, Omero (occhi chiusi, costante iconografia). Saffo poetessa di Lesbo, vestita all’antica,
capo con alloro, cetra. La pittura raffaellesca può apparire semplificata, ma ha sempre diversi piani di
lettura. Messaggi molto profondi, molte le storie, interpretazioni. Man mano che sale il livello culturale
si comprende di più. Sotto apparato ligneo, richiamo alla cultura di Urbino.
STANZA DI ELIODORO
CACCIATA DI ELIODORO: Eliodoro di Antiochia era un ministro di Seleuco IV, re di Siria, incaricato
di profanare il tempio di Gerusalemme. Ecco che però la preghiera del sacerdote Onia, al centro
della composizione, evoca un messo divino a cavallo, seguito da due aiutanti a piedi, che travolge il
profanatore nell'angolo destro della scena. Eliodoro e i suoi seguaci sono schiacciati al bordo del
campo visivo. Si tratta probabilmente di un'allusione alla vittoria del papa sui cardinali filofrancesi
scismatici, che avevano complottato contro di lui. È una figurazione drammatica, le figure sono spinte
ai lati, al centro vi è il vuoto e una prospettiva a cannocchiale. La scena ha luogo in un grandioso
edificio classico, con lo scorcio di una navata dai soffitti dorati, aperta sullo sfondo del cielo. Al centro,
il sacerdote Onia in preghiera di fronte al candelabro acceso.
L'azione si svolge prevalentemente a destra, dove il cavallo travolge Eliodoro steso a terra. A sx,
Giulio II entra con la sua corte, portato dai sediari, ribadendo l'inviolabilità dei possedimenti della
Chiesa e la sua volontà di cacciarne gli usurpatori. Vi sono due tempi distinti, è un quadro nel quadro.
Il moto dei personaggi ha un ritmo rapido ma perfettamente scandito, le luci irrompono dall’altro. Un
giovane accorre nel gruppo di dx, il corpo si allinea, il manto si gonfia dal vento. Personaggio che
abbraccia la colonna per vedere meglio.
MESSA DI BOLSENA: il miracolo eucaristico di Bolsena avvenne nel 1263, quando un sacerdote
boemo, dubitante della transustanziazione, vide sgorgare gocce di sangue vivo da un'ostia durante la
celebrazione eucaristica, che macchiarono anche il corporale. Dall'avvenimento, riconosciuto da
Urbano IV, nacque nel 1264 la festa del Corpus Domini. A sx il fatto, a dx il papa in preghiera e la sua
corte. È un miracolo che si ripete davanti al papa testimone. Architettura all’antica, ma è solo uno
sfondo. Le figure sono realmente presenti, spiccano con un vivace contrasto di colori.
LIBERAZIONE DI S. PIETRO: Tre momenti. Al centro, al di là di una grata tra oscure e massicce
cortine murarie, avviene l'apparizione radiosa dell'angelo nel carcere, dove Pietro giace ancora
profondamente immerso nel sonno e avvinto dalle catene. L'emanazione luminosa arriva a toccare
tutti gli elementi della scena. A destra l'angelo conduce l'apostolo fuori dal carcere, in un'atmosfera
tra sogno e realtà, evocata anche dalle guardie miracolosamente cadute nel sonno; a sinistra altri
soldati scoprono la fuga, mentre si agitano al chiarore della luna e dei bagliori delle fiaccole, che
accendono le loro armature di riflessi.
Sono presenti ben quattro tipi diversi di luce: la luna, che si riflette nelle armature dei soldati; la
fiaccola, con il suo riverbero fluttuante; la luce divina; infine c'è la luce della finestra sottostante che si
somma alla luce dell'angelo.
STANZE DELL’INCENDIO DI BORGO
Leone X la renderà sala da pranzo. Visione molto complessa, architettura civile, può essere S. Pietro.
Loggia con serliana. Sotto bugnato con fascia piana. Scritta con Leone IV avo di Leone X. Si affaccia
dalla loggia e benedice la folla sottostante. Incendio, architettura antica ideale che rimanda al
concetto di Roma. Incendio di Borgo che devasta il quartiere, a ridosso di S. Pietro. Anchise, Enea e
Ascanio che scappano., riferimento all’incendio di Troia. Al centro figura di schiena in ginocchio,
evoca un aiuto, comportamento corporale antico, intorno bambini. A dx anfore con acqua per
spegnere l’incendio. Donna con anfora sulla testa, riferimento a Sodoma e Ghirlandaio. Abiti al vento,
richiamo da parte di Raffaello di istanze figurative, in una chiave narrativa di forte caratterizzazione
emotiva. Unica visione di molti significati. Uomo nudo, si allunga e si getta dal muro. Estremamente
allungato, anatomia nervosa ma anche dilatata, voluminosa. Vede Michelangelo, e inserisce una sua
interpretazione michelangiolesca. Archetipo figurativo del Manierismo, quello che segue questi artisti
perché non rappresenta più solo il profilo o i ¾, questo corpo si muove, si flette. Donne che urlano,
sguardo terrorizzato.
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LA BATTAGLIA DI OSTIA: entra di prepotenza un avvenimento militare. Raffaello tenta di raffigurare
più scene contemporaneamente, forte dinamismo pose azzardate architettura del Castello di Ostia.
SALA DI COSTANTINO - GIULIO ROMANO
Su cartone di Raffaello, fatto dalla sua bottega, impatto totalizzante. Soffitto eseguito dopo (fine ‘500)
fascia parietale, tripartita con nicchie con pontefici del passato. Rimane incompiuto perché Raffaello
muore e i cartoni del soffitto non c’erano.
VISIONE DELLA CROCE: durante la battaglia di Ponte Milvio, colori scuriti, chiaroscuro marcato. La
gamma cromatica più affine a S Pietro liberato dal carcere. Dettaglio della corte, il nano, aveva anche
uno status privilegiato nelle corti italiche. Buffone di corte. Cartone elevatissimo, esecuzione un po’
più rigida, contenute nel disegno. Raffaelleschi ma senza “sprint” di Raffaello.
BATTESIMO DI COSTANTINO: dopo la battaglia, momento importantissimo. Ambientazione del
battistero di S. Giovanni in Laterano, edificazione costantiniana nel alto sud della città.
DONAZIONE DI ROMA: scena in cui il tesoro di Costantino viene donato a Roma, dal potere
imperiale alla chiesa falso storico dovuto al rinvenimento di una cassetta piena d'oro nelle
fondamenta di San Giovanni Laterano. Era una cassetta di fondazione una pratica pagana poi
assorbito dalla pratica cristiana. Scena che il vino nell'antica San Giovanni Laterano, oggetto ora di
rifacimenti seicenteschi torno delle invenzioni raffaellesche qualità pittorica lievemente inferiore
personaggi abbigliato rinascimentale un po' fuori contesto.
BATTAGLIA DI COSTANTINO: elementi narrativi presi dalla battaglia di Casciari e Anghiari. Modello
per le future generazioni e per il modello della Battaglia.
RITRATTO DI BADASSARRE CASTIGLIONE: autore de “Il Cortigiano”, ritratto di ¾, sguardo che
entra in contatto, intensità di emozioni. Scrive dell’atteggiamento nella corte, un comportamento
protocollare. Nel momento che si sbagliava era un atto di sfida. Lui molto semplice anche
nell’abbigliamento, ritratto quasi atemporale.
AUTORITRATTO CON UN AMICO: doppio ritratto, secondo personaggio non riconosciuto con
certezza.
RITRATTO DI PAPA GIULIO II: melanconia nello sguardo, anche se Papa guerriero, carattere forte,
uomo con decisioni importanti che cambieranno la storia. Momento quasi di intimità, non guarda
nessuno, verso il basso, bocca serrata. Qualità pittorica eccezionale.
MADONNA SISTINA: putti famosissimi. Giulio II inginocchiato. Non c’è trono, sfondo come una nube,
non reale. Tende scostate, come un’opposizione, angioletti per fatti loro, non portano niente.
Milano viene invasa nel 1499 dai francesi, Bramante si trasferisce a Roma, Michelangelo vi torna nel
1505 e Raffaello vi giunge nel 1508. Leonardo lascia Firenze nel 1506, ma rimane estraneo alla
situazione artistica romana, si trasferirà nel 1516 in Francia, ospite di Francesco I, dove morirà nel
1519.
VILLA FARNESINA
Baldassarre Chigi, uomo molto ricco di Siena è il proprietario di questa villa.
Progettata da Baldassarre Peruzzi, la sua realizzazione ebbe notevole risonanza, anche perché a
partire dal 1511 la residenza fu affrescata da: lo stesso Peruzzi, Sebastiano del Piombo, Raffaello
Sanzio e la sua scuola (compreso Giulio Romano) e Il Sodoma. Prende il concetto romano di
divertimento. Villa con due corpi che vengono avanti, ruotato di 21 gradi, tutti e quattro i lati della
casa erano illuminati dal sole. Giardino all’italiana, scendeva in declivio fino al Tevere, aveva fatto
costruire un patio dove si facevano dei banchetti dove partecipava il papa. Chigi voleva mostrare la
sua ricchezza, la ostenta. Faceva buttare le stoviglie d’oro e d’argento nel Tevere, però aveva fatto
mettere delle reti per recuperare tutto. Aveva dei collaboratori in tutto il mondo dell’epoca. Interno
razionalizzato, doppia loggia.
LOGGIA DI GALATEA: volta decorata, stemma