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Riassunto esame Storia dell'Arte Moderna, prof. Pulejo, libro consigliato Storia dell'Arte Italiana, ed Einaudi Pag. 1
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Estratto del documento

Barocco e propaganda

-Una volta riconosciuto nella natura il segno sicuro di una realtà amica, si riconosce in esso il riflesso della

presenza divina

-nuovo concetto di divinità

-infinita vastità dell’Universo, infinita grandezza dell’anima

-uscita vittoriosa dalle tensioni e dalle spaccature determinate dalla Riforma

-azione di propaganda e diffusione dei principi

-persuadere la comunità dei credenti

-strumento al servizio di questa “scienza della persuasione”: l’esperienza figurativa

-all’artista barocco, tornato su posizioni di prestigio, la nuova committenza ecclesiastica chiedeva di

sollecitare nell’animo del credente reazioni emotive tali da farlo sentire concretamente partecipe del

vasto disegno divino

-sembra quasi che con il barocco arte e religione possano concretamente realizzarsi esclusivamente nei

sensi

-ebbrezza, voluttà d’infinito che viene espressa ed esaltata dall’eccitazione reale dei sensi: la Santa

Teresa o la Beata Ludovica Albertoni del Bernini, ma anche la facciata e l’interno del San Carlino o il

Sant’Ivo alla Sapienza del Borromini, la cupola del Lanfranco in Sant’Andrea della Valle o la volta del Gaulli

al Gesù, o la successione colonnato, interno, baldacchino, cattedra dello stesso Bernini per San Pietro

-ogni distanza tra cielo e altari viene illusivamente annullata

-il barocco va anche considerato come strumento per la concreta attuazione di un’efficace “politica del

consenso”

-una conciliazione degli “opposti”, di varietà e unicità, mutevolezza stabilità, dinamicità e staticità, finito e

infinito, è il segno più vero dell’intera civiltà secentesca e soprattutto della civiltà del barocco, sintesi tra

antico e nuovo

La rappresentazione dello spazio infinito: Pietro da Cortona e l’origine della decorazione barocca

-Concezione dell’infinita spazialità quale concreta e illimitata continuità naturale ed esistenziale, infinita

vitalità ed energia, infinito divenire delle cose e dei sentimenti, della natura e della storia

-anni intorno al ’30: momento della piena maturazione e definizione del barocco. Vasta decorazione di

Pietro da Cortona nella volta del salone di Palazzo Barberini

-tendenza a tradurre concretamente in termini visivi il “nuovo sentimento turbinoso e centrifugo

dell’infinito di natura”

-senso concreto dell’infinita varietà, molteplicità e immediatezza del grande spettacolo naturale,

sensazioni e illusioni, emozioni e aspirazioni, realtà e fantasia

-confronto con il vasto affresco, allusivo al Trionfo della divina Sapienza, dipinto da Andrea Sacchi nella

volta d un’altra sala dello stesso palazzo: nel Cortona marcata contrapposizione, nel disporsi e articolarsi

delle immagini allegoriche, nella resa dei valori cromatici e luministici, nell’illusiva rappresentazione

dell’infinita vastità celeste

-diverso modo del Cortona e del Sacchi di rapportarsi con l’eredità del mondo classico

-dal Sacchi viene percepita in quanto indicazione di soluzioni stilistiche tese al raggiungimento “della

regolarità, della simmetria, della sobrietà, della castigatezza formale”

-per il Cortona, invece, il valore più autentico ricavabile dagli esempi “antichi” e “recenti” della classicità

consiste nella capacità di esprimente quel sentimento di straordinaria vitalità, varietà e molteplicità del

reale

-Pietro da Cortona “non devia mai dagli ideali che avevano dato vita a quel momento della sua fantasia e

del suo ingegno”

-lavoro a Palazzo Pitti: volte della Sala della Stufa, della Sala di Venere, della Sala di Giove, della Sala di

Marte e della Sala di Apollo

-a Roma, riprendendo le soluzioni del Lanfranco nella cupola di Sant’Andrea della Valle, affresca quella di

Santa Maria in Vallicella; volta, tribuna e pennacchi della galleria di Palazzo Doria Pamphili; tribuna,

pennacchi e volta nella Chiesa Nuova

-nella Galleria Pamphili, ideata dal Borromini, forse l’opera più significativa della sua tarda maturità, Pietro

dipinge vari episodi dell’Eneide

-nella volta della Chiesa Nuova fa uso per la prima volta della tecnica dello “sfondato” e della disposizione

verticale delle figure

-clima prebarocco

Tassi, Guercino, Lanfranco : primi esempi di illusionismo barocco

-Agostino Tassi: Casino delle Muse (figure di Orazio Gentileschi) del Palazzo Borghese a Montecavallo;

Casino Montalto della Villa Lante di Bagnaia; Sala Regia del Quirinale (compartecipazione del Lanfranco

per le figure); Palazzo Lancellotti (collaborazione del Guercino per alcune figure); Palazzo Costaguti

(“quadrature” del Guercino e del Domenichino); Villa Ludovisi (con Guercino); Palazzo Odescalchi

-“architetture in prospettiva”

-resa del trascorrere della luce e del variare degli umori atmosferici

-Guercino: attento già in senso barocco alla percezione psicologica ancora prima che fisica, degli effetti di

moto atmosferico, di luce variante, di sensazioni mutevoli, del manifestarsi come visione improvvisa,

fugace, ma vera e concreta anche in ogni suo elemento costitutivo

-Giovanni Lanfranco: elaborazione di idee e soluzioni figurative ormai di sicuro respiro barocco

-anni di formazione giovanile prima presso Agostino Carracci poi presso Annibale Carracci nella Galleria

Farnense

-prime prove “romane” in adesione ai modi recenti di Annibale, iniziali interessi moderatamente

naturalistici, strada delle sperimentazioni barocche

-lettura della opere, di una luminosità vera ed intensa, dipinte da Ludovico, religiosità commossa

-Parma, contatto con il Correggio nella Cupola del Duomo

-sintesi di tutte le esperienze pittoriche, libertà e naturalezza, infinita spazialità e concretezza visiva

-cupola aperta verso l’infinita vastità dei cieli

-a Roma: pale d’altare o affreschi (la Santa Teresa di San Giuseppe a Capo le Case, l’Annunciata della

Cappella Costaguti in San Carlo ai Catinari, decorazioni a fresco di Palazzo Mattei, Cappella Buongiovanni

in Sant’Agostino, San Paolo fuori le Mura, Cappella del Crocefisso in San Giovanni dei Fiorentini, una sala

della Villa Borghese

-vertice più alto nella decorazione, primo esempio d’illusionismo barocco: cupola di Sant’Andrea della

Valle

Rubens e la nuova spazialità barocca

-Ancora prima del Lanfranco la svolta si era avuta in pittura con le opere dipinte a Roma nel primo

decennio del secolo dal Rubens: le tre pale per la Cappella di Sant’Elena in Santa Croce in Gerusalemme e

quelle per l’altare maggiore di Santa Maria in Vallicella

-straordinaria foga pittorica, luminosità fluttuante, travolgente, intuizioni leonardesche, gigantismo

michelangiolesco, colorismo caldo e sensale di Tiziano ed esuberante, “florida naturalezza” di tinte, di luci

e di forme del Veronese. Raffaello, Annibale, Correggio e Tintoretto, Barocci e il Cigoli

-il contatto con l’opera di Rubens, per la complessità e la sconvolgente modernità, non è facile; bisogna

attendere quasi la fine del terzo decennio, gli anni della formazione e prima maturità del Bernini, di Pietro

da Cortona e del Sacchi, perché se ne intendano a pieno la straordinaria forza di novità e il valore

esemplare

-pur affrontando il problema della vastità, complessità e mobilità dello spazio, Rubens lo risolve muovendo

da premesse rinascimentali

-nuova spazialità che nasce dalla correlazione con altre entità visive presenti nello spazio reale

-un modo nuovo, diverso e moderno, di concepire la vastità e varietà spaziali

-l’eredità da lui lasciata alla generazione del Bernini e del Cortona ha valore soprattutto in quanto “legato

di un atteggiamento sentimentale verso la rappresentazione”

-una collocazione nei confronti del barocco e della pittura barocca che fu la stessa avuta dai Carracci e da

Annibale in particolare

-il valore dell’esperienza di Ludovico e soprattutto di Annibale consiste nel loro libero sperimentalismo;

fonti della tradizione artistica italiana; rapporto più immediato e sentimentale con la realtà naturale

Spazio infinito e decorazione barocca: Gian Lorenzo Bernini e l’unità delle arti visive

-Non è sempre avvertita la necessità, anche negli anni del barocco maturo, di ricoprire volte, soffitti,

absidi, cupole e pareti con immagini colorate di angeli e santi in vorticosa ascensione verso gli spazi

infiniti del cielo o di floride “virtù” librate in volo; ragioni di natura economica

-dal solo modo di distribuire e concatenare lo spazio reali si può determinarne l’aspetto di una allusiva

infinità

-possibilità di inserire in questa nuova spazialità architettonica presente oggettuali visive (Bernini,

Borromini, Guarini)

-Gian Lorenzo Bernini, per il quale lo spettatore deve entrare a far parte dell’infinita continuità e varietà

dello spazio architettonico, fa uso di una tecnica, quella degli stucchi modellati che sporgono su una

superficie dipinta, già in altro modo usata nel Quattrocento, nel Cinquecento e da Pietro da Cortona

-effetti di straordinaria naturalezza atmosferica e unità-continuità visiva

-nicchie reliquiario di San Pietro, volta della Cappella Raimondi in San Pietro in Montorio, Cappella Pio in

Sant’Agostino, Cappella Cornaro in Santa Maria della Vittoria

-“è concetto molto universale ch’egli sia stato il primo che abbia tentato di unire l’architettura colla

scultura e pittura in tal modo”

-realizza un’illusiva dilatazione spazio-temporale

-l’uso dello stucco non ha avuto, soprattutto a Roma, quel seguito così vasto e immediato che è toccato

invece alla tecnica del Lanfranco

-idee e soluzioni berniniane vengono riprese, nella seconda metà del secolo, solo dal Gaulli

-decorazioni settecentesche, quindi dal gusto tra tardo-barocco e rocaille, in stucco bianco modellato,

figurato o con motivi ornamentali, rispondono a criteri del tutto diversi da quelli berniniani

Illuminismo spaziale e decorazione barocca: Giovan Battista Gaulli e la concezione berniniana del fatto

decorativo

-Volta del Gesù: luci dorate, forme colorate e stucchi preziosi

-Gaulli sul grande esempio berniniano

-senso concreto, globale di una spazialità continua, viaria e infinitamente mutevole

-legami con il “cantiere” del Bernini, interesse per il Rubens “romano” e per gli esempi del Lanfranco e di

Pietro da Cortona, risospinto vero il Correggio

-decorazioni a Sant’Agnese e a Santa Marta

-l’idea berniniana di una infinita continuità materica nello sp

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Publisher
A.A. 2011-2012
5 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/02 Storia dell'arte moderna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Silent Wood di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'arte moderna e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Accademia di Belle Arti di Brera - Accademiadibrera o del prof Pulejo Raffaella.