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-LE EXPO A PARIGI (1855-1900):
-Prima expo si tiene sugli Champs-Elysees nel 1955 fu memorabile perché c'era la fotografia e
non furono esposte le opere di Coubert (esposte indipendentemente nel Pavilon du Realisme).
Furono esposti soggetti molto violenti, erotici, macabri (più della normale pittura da Salon), quadri
implicitamente adatti ai gusti volgari. Fu l'occasione di celebrare la moderna scuola francese nei
suoi tratti eclettico-classista (Ingres), romantici (Delacroix) e brillantemente da Salon con pezzi
storici, esotici ed erotici, c'erano anche 4 opere di Coubert. Grazie a questa expo i francesi
conobbero la pittura dei preraffaelliti inglesi.
-L'expo del 1978 è da ricordare per il rilievo dato alla Statua della Libertà di Bartholdi divenuta
icona assoluta.
-Expo 1889: Tour Eiffel. Gli indipendenti venivano lasciati fuori anche qui a parte tre tele di Monet
e una di Cezanne. Non viene accettata l'opera di Paul Gauguin per cui, allestisce una mostra
indipendente di propri dipinti in un luogo “altro”, non in un padiglione apposito ma al Café des Arts
diretto da Volpini, locale all'ingresso dell'expo universale.
-Expo 1900: al Gran Palais, mostra spettacolare e centennale di pittura e scultura francesi
(David,Gauguin, Rodin ma non Van Gogh, Carrà, Picasso)
-Scultura italiana nel mondo: la scultura italiana era tra le più apprezzate nel mondo nel 1800, era
ammirata per la sua spettacolarità, per il fatto della possibilità di essere replicata, per i soggetti
sentimentali e erotici, sia per la loro verosimiglianza, le finezze decorative e la precisione dei
dettagli. Lo testimonia la partecipazione degli scultori alle expo (es. Mostra del 1876 a
Philadelphia, dove parteciparono 325 sculture italiane, quasi la metà del totale).
-50 anni di esposizioni in Italia (1861-1911):a Firenze nel 1861, nella dismessa stazione
ferroviaria di Porta al Prato, si tiene una mostra in cui la scultura ebbe un ruolo dominante per la
quantità di vendite rispetto alla pittura. La mostra metteva a confronto le belle arti e i prodotti
agricoli e industriali. Fu la prima occasione per fare il punto sullo stato dell'arte in Itala alla metà
del secolo, facendo convergere su Firenze la produzione artistica delle diverse regioni. La scultura
lombarda primeggiava insieme a quella toscana. Ma il gruppo che ottenne i maggiori riconoscimenti
nel suo insieme era quello delle regioni meridionali. L'arte toscana però dominò la scena per la
quantità di opere esposte (900 su 1900). Dopo questa mostra seguirono altre esposizioni nelle 3
capitali italiane.
3)CONOSCERE E PARAGONARE GLI INDIRIZZI ESTETICI Più DIVERSI:
LA PRIMA BIENNALE DI VENEZIA:
A partire dal 1895 le Biennali di Venezia fanno circolare una lingua internazionale che si arricchisce
moderatamente di novità tra realismo, naturalismo, post-impressionismo, simbolismo. Il comune di
Venezia decide di partecipare ai festeggiamenti del 25 anniversario di matrimonio dei reali italiani
con un'Esposizione di arte biennale. Fu l'occasione di offrire a tutti coloro impossibilitati a
viaggiare, di conoscere gli indirizzi estetici più diversi e arricchirsi. Meccanismo di ammissione per
inviti, mentre le opere deliberatamente inviate da altri artisti dovevano essere stimate da una giuria
autorevole. La mostra si sviluppava tra due estremi stilistici: - impressionistico realismo narrativo e
patetico -neoquattrocentismo di maniera imbevuto di virtuosismi. Tra i partecipanti della prima
edizione da ricordare il gruppo divisionista di Previati, Segantini e Pellizza.
2. I CIRCUITI ALTERNATIVI NELLA SECONDA METà DELL'OTTOCENTO
1)ARTE INDIPENDENTE A PARIGI:
-PAVILLON DU REALISME (1855): il principale centro artistico del 1800 era Parigi, modello
esemplare a partire dal Pavillon du realisme del 55' che vide Coubert proprsi come libero inventore
delle forme e imprenditore di sé. Era ben rappresentato con 4 opere anche al Palais des Beaux arts
(Prima expo), ma la sua decisione di opporsi alle mostre retrospettive di Ingres e Delacroix può
essere considerata la prima secessione dell'arte contemporanea. Essa comportava un'idea di pittura e
un programma artistico che si possono definire rivoluzionari. Non era estraneo al sistema espositivo
del tempo ma la sua pittura aveva un'originalità, un linguaggio e dei temi che potevano infastidire,
inoltre la componente infantilistico-naif era resa in forma caricaturale da altri artisti come Nadar.
Dato che non aveva pronte molte opere da presentare alla giuria dell Expo e spesso non venivano
scelte, decise di allestire una mostra personale, con ingresso a pagamento in una sedie precaria
“baracca”. Espose 39 dipinti e 4 disegni. Realizzò anche un catalogo dove è pubblicata la
dichiarazione “Le realisme”. All'interno le opere sono ordinate per importanza. La sua poetica
traduce costumi, idee e l'aspetto della sua epoca secondo il proprio giudizio, al fine di fare dell'arte
viva (Es. lo “Spacca pietre”). Il realismo di Coubert significava inventare (no imitazione)
un'immagine capace di uscire dalla dimensione della finzione artistica per entrare nella realtà e
contribuire a cambiarla. Contestazione iniziale all'imitazione.
-SALON DE REFUSES (1863):
in occasione del Salon del 1863, una giuria particolarmente severa non aveva accettato più dei 2/3
delle opere presentate. Il caso fu tanto clamoroso che intervenne lo stesso Napoleone III che decise
di esporre le opere rifiutate nel Palais de l'industrie o meglio conosciuto come il salon de refuses
che costituì una vera messa in discussione dell'autorità estetica dell'istitutuzione accademica.
Comincia ad essere un problema lo spostamento d'interesse dal soggetto al linguaggio; come la
Dama Blanchet di Whistler, dove utilizza un tal numero di toni di bianco tutti insieme, che fa
puntare l'attenzione più sulla qualità della pittura che sul soggetto, quello che conta è la sinfonia
cromatica “legame con la musica”, il fatto che una tale quantità di bianchi adeguatamente combinati
regga. Presenti anche 3 dipinti di Manet (Jeune homme en costume de majo, Victorine meurent, La
colazione sull'erba). Rispetto al salon ufficiale, suscitò un maggiore interesse, sia nella critica che
nel pubblico, tanto che certi artisti accettati al Salon, speravano di essere rifiutati l'anno dopo per
attrarre di più l'attenzione.
-LE MOSTRE DEGLI IMPRESSIONISTI (1874-1886):
questo gruppo di artisti non voleva passare attraverso una giuria per esporre le proprie opere.
-1874- Studio di Nadar: la prima esposizione della Società anonima cooperativa degli artisti pittori
scultori e incisori si tenne nello studio di Nadar. I fondatori della società erano Monet, Renoir
(anche allestitore), Pissarro, Degas, Morisot. L'intreccio tra fotografia e arte diventa sempre più
marcato, anche il titolo dell'opera di Monet rimanda al lessico della fotografia “Impression” e come
sottotitolo a precisare il soggetto “Soleil levant”. Il termine impressionismo deriva da una
recensione negativa fatta dal critico Leroy. L'intenzione di Monet è oggettiva in sintonia con il
pensiero postitivistico-scientifico dell'epoca; il pittore infatti non inventa ma seleziona dalla natura
un frammento su cui orientare lo sguardo. Cade l'interesse per il soggetto a favore del linguaggio
della pittura, basato in primo luogo sul colore. L'allestimento era diverso da quello dei Salon: i
quadri vennero disposti solo su due file, più distanziati l'uno dall'altro. Parteciparono 30 artisti le cui
opere erano disomogenee, ad esempio l'idea di impressione era del tutto lontana dall'arte di Degas
che intendeva il lavoro del pittore come la rielaborazione in atelier di studi e schizzi presi dal vero
quindi basandosi sul ricordo mentre quella di Monet sull'esperienza percettiva del momento.
Furono 9 in totale le esposizioni, caratterizzati da ingressi e ritiri di artisti e anche da
contrapposizioni di idee.
2°-1876: nella Galleria del mercante Durand-Ruel, dove i meglio rappresentati erano Degas e
Monet ma anche Morisot, Renoir e Pisarro con 10 tele per uno, Sisley con 8 tele.
3°-1877: in un appartamento preso in affitto, intitolata “Exposition des impressionistes” che
contrarietà Degas, vi ritroviamo Cezanne.
4°-1879: sempre in un appartamento, subentra l'aggettivo “Indipendente” a impressionista per
definire il gruppo. Per Monet è la penultima partecipazione mentre Cezanne non ci sarà più.
5°-1880: improntata sulle idee di Degas che l'annuncia come “Mostra di pittori indipendenti”.
Pissarro chiama a parteciparvi Gauguin.
6°-1881: allestita nuovamente da Nadar, dominata quantitativamente dalle opere di Pissarro (30).
La cerchia di Degas si contrapponeva agli Impressionisti (Pissarro, Gauguin).
7°-1882: vennero esclusi Degas e la sua cerchia. Presenti tutti gli impressionisti storici con
l'aggiunta di Cezanne e Gauguin, il risultato fu di insolita omogeneità. Vi era Renoir con la
“Colazione dei canottieri” mentre al contemporaneo Salon Manet esponeva “Bar alle Folies
Bergere”.
8°-1886: l'ultima mostra, segna il passaggio verso il neoimpressionismo pointilliste di Seurat e
Signac, chiamati da Pissarro. Scompare il termine impressionista “Expo di pittura”. L'opera che
desta più stupore fu quella di Seurat “Una domenica alla grande Jatte”.
-Salon des Independants (1884): nel 1884 si era costituito a Parigi un nuovo gruppo “Societé des
artists independants”che voleva organizzare mostre autogestite senza giuria come quelle
impressioniste, una specie di Salon de refuses permanente a cadenza annuale. In una prima mostra
alla fine di Primavera, nella corte delle Tuileries si poteva vedere Un bagno ad Asnieres di Seurat
che voleva combinare la sua cultura classica con la scienza positiva sulle armonie dei colori di
Chevreul Prima sperimentazione della divisione della pittura.
La prima mostra della nuova società fu inaugurata il 10 dicembre 1884, nel Pavillon de la ville de
Paris sugli Champs Elysées, dove Seurat vi aveva mandato lo studio di quello che sarebbe diventato
il suo quadro più famoso “Una domenica alla Grande Jatte”. Il nuovo Salon si andò sviluppando
sotto il segno del passaggio dall'impressionismo al neo-impressionismo, al pointillisme. Del primo
periodo del Salon Seurat con il suo pointillisme fu la figura più nuova ed influente. Nella seconda
edizione del 1886 vi espose finalmente il suo capolavoro (Una domenica...), fino al 1891, anno della
7° mostra e anno in cui si ammala e muore giovanissimo. Era in esposizione il suo ultimo
capolavoro “Il