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IL MESTIERE DI CURATORE, LE ESPOSIZIONI E IL GESAMTKUNSTWERK
Oggi il termine curatore viene usato in senso molto più ampio rispetto al passato, che va
dall’esposizione di stampe antiche al contenuto dell’enoteca chic. C’è il passaggio da una persona
(il curatore) a un’attività (il curare, o fare da curatore) ormai intesa come una professione a sé.
I dialoghi tra artisti e luoghi, tra pubblico e esposizioni, possono essere catalizzati in modo
entusiasmante dalle forze della globalizzazione; tuttavia esiste il rischio dell’omologazione, verso
un’esperienza sempre più uniforme del tempo e dello spazio.
E’ importante modellare le esposizioni come progetti di lunga durata e prendere in considerazione
le questioni della sostenibilità e del retaggio.
Curatore→curare: “prendersi cura di”.
Nell’antica Roma i curatores erano funzionari pubblici che si occupavano di alcune funzioni
indispensabili, benché banali, ossia controllavano l’efficienza di opere pubbliche, fra cui gli
acquedotti, i bagni e le fognature.
Medioevo→il curatus era il sacerdote che si prendeva cura delle anime di una parrocchia.
Fine Settecento→curator era chi supervisionava le collezioni di un museo
CURATORE PROFESSIONALE→4 funzioni principali:
- CONSERVAZIONE→L’arte era concepita come retaggio di una nazione, che raccontava la
storia di un paese;
- SELEZIONE DI NUOVE OPERE→accrescere le collezioni;
- CONTRIBUIRE ALLA STORIA DELL’ARTE→gli studi dei ricercatori sulle opere già raccolte
consentono oggi al curatore di trasferire conoscenze come fa il docente universitario per la
sua disciplina;
- ESPORRE E DISPORRE LE OPERE→allestimento delle mostre; oggi è il ruolo principale che
assume il curatore;
La mostra d’arte ha le sue radici nelle processioni del Tardo Medioevo, quando il flusso di persone
che attraversava la città in occasione di festività annuali e stagionali offriva agli artigiani l’occasione
di esibire le proprie creazioni alla folla di passanti.
Nelle gilde medievali, agli apprendisti era richiesto di esporre in quel modo le loro migliori
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creazioni, e quelli di loro che passavano l’esame dei maestri artigiani potevano salire di un gradino
e diventare operai qualificati (era un rito di certificazione personale).
Durante tutto il Medioevo l’arte visiva solitamente non era esposta in pubblico, ma la nobiltà
esponeva dipinti e sculture a corte e nei castelli per ostentare la ricchezza.
Nel periodo premoderno scultura e pittura hanno svolto un’importante funzione propagandistica,
mentre gli artisti lavoravano sotto il patrocinio di persone a loro superiori per condizione sociale e
restavano per lo più sconosciuti o quasi.
In genere il grande pubblico entrava in contatto con le arti visive nei luoghi di culto→templi,
cattedrali, moschee.
Cinquecento→a Roma e a Firenze nacquero ufficialmente delle accademie che valutavano e
classificavano le opere d’arte prodotte nelle rispettive regioni.
1648→l’Académie francaise dette vita ai Salons, esposizioni che prendevano il nome dal Grand
Salon del Louvre dove venivano allestite. I salons erano mostre in cui l’arte francese veniva esposta
sotto il patrocinio dello Stato per essere giudicata dal pubblico.
600-700→con lo sviluppo degli Stati democratici l’arte ha cominciato a essere considerata
patrimonio del popolo, ritenuto bisognoso di quel miglioramento rappresentato dalla tranquilla
contemplazione dei dipinti.
1793→nascono, con il Louvre, i musei statali. I primi a svolgere la funzione di creatori
professionisti di esposizioni furono i décorateurs del Louvre, che erano in genere artisti in proprio
incaricati di organizzare e appendere opere d’arte per le esposizioni annuali.
Furono i primi a standardizzare la pratica di riunire opere tratte dalle collezioni del museo per
meglio illustrare vicende storiche e affinità tematiche. Ma verso la fine del secolo veniva esplorata
per la prima volta l’idea di esporre opere d’arte al fine di rappresentare un progresso storico.
Rivoluzione francese→il dibattito assunse connotazioni nazionalistiche ed emerse uno stile
ufficiale: una passeggiata da una sala all’altra costituiva per il visitatore un viaggio attraverso le fase
della storia della nazione.
XX sec.→ nel 700 e l’800 i dipinti erano appesi gli uni accanto agli altri, con le cornici dorate che
quasi si toccavano; quelli che erano esposti più in alto sulle pareti erano spesso inclinati verso il
basso per consentire al visitatore di vederli (modalità della salon style).
Le dimensioni dei dipinti aumentarono sempre più ed essi occuparono una parte crescente della
parete→lo spazio tra i dipinti cominciò ad aumentare e molti dipinti furono appesi a parete da soli
o con pochi altri accanto, rendendo superfluo il motivo separatore della cornice.
ES 1960→il curatore William Seitz elimina del tutto le cornici delle opere di Monet nella mostra
realizzata al MOMA. La stessa galleria diventa la cornice.
Il risultato è stato il cosiddetto white cube, uno spazio pulito e spoglio.
Quando si è giunti a intendere la galleria stessa come la cornice dell’arte visiva, gli artisti hanno
cominciato a innovare e inventare modalità di esposizione all’interno di questo format espanso.
Es. Duchamp→nel 1938 cura l’Esposizione internazionale del surrealismo a Parigi: appese al
soffitto 1200 sacchi da carbone che oscuravano lo spazio e dominavano la mostra.
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In un’altra occasione addobbò lo spazio espositivo con festoni di fibre simili a tele di ragno (la sua
collaboratrice di allora, Leonora Carrington, disse che fu un’allusione sacrale all’obsolescenza della
pittura e della scultura).
Grande vetro→la mostra in cui era esposta ripercorreva il Gesamtkunstwerk, l’opera d’arte totale.
Era esposto con alcuni quadri in uno spazio apposito: Kandinskij, Malevic, Mondrian.
L’esposizione presentava mondi dietro altri mondi, come una matrioska.
Il pericolo delle grandi esposizioni collettive era ed è però quello che possono essere viste come il
Gesamtkunstwerk del loro stesso ideatore (curatore come figura predominante, che usa gli artisti
per illustrare le sue teorie). Il modo migliore di lavorare è invece lavorare con gli artisti.
La professione di curatore cambia di pari passo ai cambiamenti che avvengono nell’arte.
Spesso il ruolo di curatore viene svolto dagli stessi artisti.
COURBET, MANET E WHISTLER
→sono
Seconda metà XIX sec. stati gli artisti stessi a svolgere il ruolo cruciale nella trasformazione
del format “esposizione”.
Le esposizioni del Salon erano ormai diventate la sede più importante in cui i pittori francesi
potessero esporre le loro opere e ispirarono lo sviluppo della critica d’arte.
Nel XIX sec. figure come Baudelaire e Zolà evidenziarono l’importanza del Salon scrivendo sui
pittori dei quali avevano visto le opere.
Lo stile preferito dell’Accademia prevedeva l’utilizzo di grandi tele per soggetti importanti quali
scene storiche o mitologiche.
Courbet non era stato scelto dall’Accademia→aveva proposto un grande quadro in cui ritraeva gli
umili abitanti della sua cittadina, nel modo solitamente riservato ai ceti più alti della società.
In tutta risposta, Courbet, fece costruire una struttura temporanea nei pressi del Salon (Pavillon du
Realisme), dove espose dei suoi dipinti. Courbet inaugura quel periodo storico in cui il
protagonista è l’artista, non il suo mecenate + contribuì a sottrarre all’autorità dello Stato le
esposizioni di arte pubblica.
Le proteste continuarono e portarono Napoleone III a imporre che le opere respinte fossero
esposte nell’altro estremo della sala di esposizione dell’arte ufficiale.
Nacque così, nel 1863, il SALON DES REFUSES, che accoglieva opere di Cezanne, Renoir, Pissarro,
Manet (es. Colazione sull’erba), che non erano stati ammessi all’esposizione ufficiale.
Allestimento tradizionale dei Salon→dipinti esposti dal pavimento al soffitto, coprendo la parete
per intero.
Manet→credeva che le opere andassero esposte su una o due file al massimo e che andassero
distanziate per consentire al pubblico di osservarle meglio.
Manet e Courbet possono essere considerati i primi che di fatto si sono comportati come curatori.
Un terzo artista che ha portato grandi innovazione è stato James McNeill Whistler→doveva
aiutare a decorare un facoltoso armatore a decorare una stanza dove teneva le porcellane cinesi.
Dipinse le pareti di giallo e realizzò un motivo a onde + soffitto con foglia d’oro e motivo a penne di
pavone. 4
Quando arrivò al momento del pagamento, l’artista inserì anche questa decorazione.
E’ uno dei primi casi in cui l’artista interviene su un ambiente complessivo, anziché limitarsi a
decorarlo in parte con un dipinto o scultura.
Grazie a queste spinte, si è cominciata a sviluppare una figura autonoma dedicata alla cura degli
allestimenti. COLLEZIONARE CONOSCENZA
Mettere in piedi una collezione significa trovare, acquisire, immagazzinare oggetti in una stanza,
casa, biblioteca o museo. E’ inevitabilmente anche un modo di pensare il mondo: i nessi e i
principi che danno luogo a una collezione contengono assunti, scoperte, tentativi di possibilità e
associazioni,
Si potrebbe quindi affermare che collezionare è un metodo per produrre conoscenza.
RINASCIMENTO→privati cittadini raccoglievano nelle loro case oggetti degni di nota, di solito in
state appositamente allestite e denominate Wunderkammer (camera delle meraviglie). I
protagonisti erano aristocratici, monaci, studiosi, cultori delle scienze naturali.
Si trattava di una pulsione nel raccogliere oggetti significativi come fossili, minerali, campioni,
utensili e prodotti artigianali che attestavano le nostre conoscenze e teorie sul mondo.
Solo nel Cinquecento avviene la separazione fra arti e studi umanistici e scienze naturali.
Wunderkammer→presentavano in un ambiente o in una serie di sale, miscellanee di curiosità,
oggetti misteriosi e strani: esemplari di animali, vegetali e minerali, stranezze anatomiche,
diagrammi medici, dipinti e manoscritti che ritraevano paesaggi remoti, figure e animali strani o
bestie favolose e mitologiche, progetti di edifici e macchine impossibili.
Artificialia e naturalia: ogni e qualsiasi oggetto la cui curiosità abbia suscitato una ricerca di
comprensione.
Athanasius Kircher→studioso rinascimentale, scienziato e collezionista. Aveva creato una sorta di
museo/luogo di esposizione in cui accoglieva i visitatori.
British Museum→nato dalla collezione di Hans Sloane, imprenditore, botanico e medico. Nel 17