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SCENA ITALIANA

Fino alla IGM il sistema espositivo italiano era imperniato sulle innovative Biennali di Venezia sul

tradizionalismo della Società degli Amatori e Cultori di BA di Roma (1830) organizzatrice di mostre

annuali a Palazzo delle Esposizioni. Queste mostre riflettevano il gusto borghese con aperture alle emergenze

simboliste e secessioniste. Tale moderata modernità si manifestò nella sala internazionale dedicata all’Arte

del Sogno durante la Biennale del 1907. Pensata ed allestita dai pittori divisionisti come Previati e Nomellini,

insieme allo scultore De Albertis. Cercarono di combinare italiani attenti al gusto preraffaellita e del

secessionismo monacense a modelli europei e anche americani. Da Milano si sarebbe cominciato a guardare

sistematicamente a Parigi e al cubismo.

SECESSIONI TRA CA’ PESARO E ROMA

La Galleria Internazionale d’arte moderna di Venezia viene fondata nel 1897 quando il principe Giovanelli

acquista molte opere alla Biennale di quell’anno e crea una collezione inaugurata nella sede di Ca’Pesaro nel

1902. Il direttore Barbantini, oltre a disporre le opere, nel 1908 avvia un programma di esposizioni

annuali. Questo museo si configura come un museo di arte contemporanea molto vivace: dominava il

secessionismo austro-tedesco, sia in pittura che nel campo delle arti applicate.

Un momento di dichiarata contrapposizione alla Biennale fu nell’ambito della Mostra d’estate 1910 la sala

di Boccioni, presentata nel catalogo da Marinetti e annunciata da un volantino firmato dai pittori futuristi

(Carrà, Russolo, Balla e Severini). Era difficile considerare le 42 opere presentate futuriste però la mostra fu

un’occasione per Marinetti di riassumere i capisaldi del movimento: distruggere il culto del passato,

disprezzare l’imitazione, esaltare ogni forma di originalità, spazzar via dal campo ideale dell’arte i soggetti

già sfruttati ecc.

Lo scultore Martini ebbe un ruolo importante nell’arte italiana tra le due guerre dopo un lungo soggiorno a

Monaco.

A Roma: la prima dissidenza con la società Amatori e Cultori si ebbe con il Primo salone dei rifiutati

organizzato nel 1905 nel foyer del Teatro Nazionale. Partecipò anche Boccioni che insieme a Severini stava

imparando il divisionismo nello studio di Giacomo Balla.

Le 4 mostre della Secessione romana, fondata dai fuoriusciti dalla Società degli Amatori e Cultori,

mostravano una maggiore apertura ai giovani e alle arti applicate e più attenzione all’avanzato contesto

europeo (grazie all’esposizione di opere di impressionisti e post-impressionisti). Le novità più stimolanti

vennero dallo stesso Balla.

MILANO E I FUTURISTI

Il Manifesto del futurismo di Marinetti fu pubblicato nel 1909 a Parigi su Le Figaro e a Milano nella rivista

Poesia che Marinetti dirigeva. Dalla serata futurista al Teatro Lirico di Milano nel 1910 si susseguirono molti

incontri, manifestazioni e dichiarazioni, tra cui la Serata futurista alla Fenice di Venezia o il lancio del

manifesto dalla torre dell’Orologio di Venezia. Il linguaggio dei 5 pittori è accomunato in questa fase dal

linguaggio proveniente dalla matrice divisionista e nelle tematiche sia sociali-urbane, sia ancora simboliste.

Partecipano a diverse mostre ma le due più importanti sono: L’Esposizione Intima della Famiglia artistica

inaugurale che vide la partecipazione di Carrà, Russolo, e Boccioni e La Prima esposizione d’arte libera nel

Padiglione Ricordi, manifestazione di particolare interesse sia per le opere esposte sia per il configurarsi

come esperimento italiano di mostra senza giuria d’accettazione secondo il modello degli Independants

francesi. Promossa dalla Direzione della casa del lavoro di Milano con un biglietto di 25 centesimi a totale

beneficio della cassa dei disoccupati. Il loro intento è quello di mostrare le opere di chi tenta di esprimersi

diversamente da ciò che è comune e convenzionale. Una mostra aperta ai non professionisti, i ragazzi e gli

operai, e agli artisti di tutte le tendenze impressioniste o ideiste che fossero. Il dipinto La risata di Boccioni

venne sfregiato. Quest’esposizione non era in sé un’iniziativa futurista ma era ritenuta di grande rilevo dal

movimento.

Il modus operandi dei futuristi è alternativo rispetto agli indipendenti francesi. Le dichiarazione di poetica di

pubblica diffusione a stampa, sono inizialmente anteriori alla prassi formale; la gestione e la

pubblicizzazione spettacolare delle serate e dell’attività creativa avviene in Italia al di fuori di strutture

pubbliche o private, lasciando agli artisti l’attività espositiva individuale. All’estero la mostra itinerante da

Parigi a Londra, Berlino, Bruxelles, L’Aia, Amsterdam, Monaco del 1912 si appoggia a gallerie private.

Balla non appare in catalogo dove i testi erano tradotti in inglese e la sua opera non verrà esposta.

L’intervento futurista sulla scena londinese si sarebbe consolidato con la Post-Impressionist and Futurist

Exhibition del 1913 anche se per l’occasione c’era solo Severini a rappresentare il movimento. A metà del

tour si cambiò il catalogo dove si precisava che le opere non erano in vendita ma di proprietà privata: un

grosso nucleo era stato comperato dal collezionista Bochard a Berlino.

Nel 1913 a Roma si tiene la Prima esposizione di pittura futurista in cui interviene di nuovo Balla e si

aggiunge Soffici.

ESPRESSIONISMO E CUBOFUTURISMO IN EUROPA CENTRALE

IL SONNERBUND A DUSSELDORF

A partire dal 1910 si sviluppa una lingua sovranazionale che comporta la fusione di espressionismo, cubismo

e futurismo, anche indicata come cubofuturismo. Nel 1908 a Dusseldorf il Sonnerbund che era

un’associazione di artisti, collezionisti, galleristi e critici interessati alla produzione di arte contemporanea

realizzano una serie di mostre volte a valorizzare le ultime tendenze tedesche e francesi. Le iniziative di

questo gruppo erano ispirate dal presidente Osthaus, grande appassionato di postimpressionismo. Tra il 1909

e il 1911 si tennero diverse mostre d’avanguardia che videro insieme esposte le opere dei fauves, dei cubisti

francesi e degli espressionisti tedeschi. Queste mostre suscitarono sconcerto sia nel pubblico sia negli artisti

tedeschi che disapprovavano tanto le nuove tendenze di linguaggio quanto le influenze francesi. Alla

Kunsthalle di Koln nel 1912 si tenne la più importante delle mostra con fondi pubblici. Essa voleva

presentare un panorama complessivo dell’arte contemporanea internazionale e delle sue fonti. Si assistette ad

una prima storicizzazione dei gruppi, delle tendenze e dei personaggi che avevano avviato una radicale

trasformazione del linguaggio della pittura, ancora in pieno svolgimento. Vi erano sale retrospettive dedicate

a Gauguin, Van Gogh, Cezanne, Munch e Picasso a cui era riconosciuta l’autorità. La moderna scuola

francese rappresentata dai pointillistes, il simbolismo dei nabis, la pittura fauve di Matisse, le opere

espressioniste tedesche della Brucke e del Blaue Reiter, Schiele e Kokoschka interpretavano in maniera

originale l’espressionismo austriaco, infine vi era la tradizione naturalista svizzera con lo Jugendstil.

L’anno dopo all’Armory Show vennero riprese diverse idee da questa mostra.

IL PRIMO HERBSTSALON A BERLINO

Il grande sostenitore della successiva generazione tedesca espressionista è Herwarth Walden con la galleria

Der Sturm a Berlino e l’omonima rivista. Nel 1913 vennero esposte anche le opere futuriste italiane dei

futuristi storici (Carrà, Russolo, Balla, Boccioni, Soffici e Severini). Walden non voleva esporre tutta quella

parte francese presente al Sonderbund perché guardava a forme di realismo visionario e di primitivismo e

all’astrattismo (Rousseau e Kandinskij).

IL MODERNE KUNSTRING AD AMSTERDAM

Il pittore e critico Conrad-Kickert fondò il Moderne Kunstring (Circolo d’arte moderna) con l’idea di

imporre i nuovi stili francesi (guardava soprattutto a Picasso e Braque). Il suo progetto si ispirò al Salon

d’Automne. La prima mostra si tenne al Stedelijk Museum di Amsterdam dove erano comprese sia opere di

artisti olandesi sia francesi (di cui le due anime cubista e fauvista erano ben rappresentate). Era la prima volta

che in Olanda in uno spazio pubblico si vedevano opere cubiste di Picasso e Braque. Mondrian ancora

attratto dallo stile simbolista-sintetista ne rimase molto impressionato; questa mostra diede il via al processo

di avvicinamento alla nuova sintassi che si sarebbe concretizzata nel soggiorno parigino tra 1911-1914. La

seconda mostra fu molto simile mentre nella terza comparvero opere espressioniste-astrattiste del Blaue

Reiter e molti avanguardisti russi. L’esperienza di questa associazione si concluse con la guerra.

MOSTRE D’AVANGUARDIA A LONDRA

Le parole d’ordine erano post-impressionismo e attenzione alla realtà. I modelli del Camden Town Group di

Sickert (uno dei gruppi antiaccademici londinesi) erano Cezanne, Van Gogh e Gauguin sfrondati dalle

inclinazioni troppo concettualistiche. Le loro opere furono prestate da mercanti francesi e ne furono esposte

una ventina per ciascun artista. La mostra si apriva con l’opera di Manet Bar les folies Bergere. L’esito della

Prima mostra post-impressionista fu contrastato: molto entusiasmo per gli artisti e i letterati ma sconcerto del

pubblico e della critica conservatrice. Oltre a suscitare un interesse per l’arte contemporanea questa mostra

permise anche di considerare l’influenza che ebbero l’arte primitiva ed esotica su queste tendenze.

Nella seconda mostra il Manet che apriva l’esposizione venne sostuito da un quadro di Cezanne, come padre

fondatore del nuovo periodo. Andava emergendo la centralità del problema della forma: gli artisti non

cercavano più di imitare le forme ma di crearle, dando vita a una nuova arte geometrica astratta; tale

idee si formalizzano nella mostra dedicata ai vorticisti.

VORTICIST EXHIBITION 1915, LONDRA

Questa fu la prima manifestazione dei vorticisti, costituitisi come gruppo nel 1914. La loro pittura nasceva da

Omega Workshop ispirati dal solito Fry, dove i modernisti con Lewis in testa progettavano le forme di

tessuti, tappezzerie, mobili ecc senza preoccupazioni di tipo figurativo ma piuttosto in direzione astratto-

geometrizzante. Il distacco dal gusto estetizzante di Fry si determinò quasi subito. Il loro stile si

caratterizzava per una netta definizione lineare delle forme, frammentate, angolari, attraverso le quali dar

luogo a opere formalmente corrispondenti al mondo e allo spirito delle macchine dell’industria.

MOSCA E SAN PIETROBURGO

Nella seconda metà del primo decennio del 900 il quadro di rinnovamento russo continua ad articolarsi lungo

l’asse Mosca-San Pietroburgo. Le idee francesizzanti e d’impronta simbolista sono condivise dal gruppo

della Rosa az

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Publisher
A.A. 2014-2015
21 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/03 Storia dell'arte contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher fabio.dipi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'arte contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Libera Università di Lingue e Comunicazione (IULM) o del prof Ferrario Rachele.