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L’insieme di queste condizioni è ampio e variegato, che va molto al di là del è organizzata l’esperienza in una certa umanità e in un determinato periodo storico.
perimetro dei media o mass media. La parte costitutiva del medium è tutto ciò che Alla scuola viennese di storia dell’arte (in particolare a Riegl e Wickoff) che
può contribuire a dare forma a un’esperienza sensibile che è sempre mediata e Benjamin riconosce il primato di questa intuizione.
storicamente variabile. In quest’ottica, la teoria dei media di Benjamin è Riegl lo accompagnerà lungo tutta la sua riflessione. Lo storico austriaco era in vero
inscindibile da una teoria e da una storia della percezione e più in generale e proprio fisionomo dell’arte e aveva affrontato la trattazione dello spazio
dell’esperienza. nell’antichità prestando attenzione a una dimensione che potremmo chiamare di
1. MEDIUM, APPARAT, APPARATUR pragmatica dell’immagine, cioè relativa alla sua capacità di attirare presso di sé
l’osservatore, invitandolo ad una visione ravvicinata o respingerlo lontano.
I termini Medium, Apparat e Apparatur sono usati da Benjamin per articolare nei
suoi scritti una teoria dei media che ha una dimensione ontologica, estetica e Una linea interpretativa simile o dello svizzero Wölfflin, che lasciò un segno
politica. profondo nella riflessione benjaminiana a partire dalle indagini su segno e
macchia.
L’uso del termine Medium da Benjamin è riscontrabile negli scritti della seconda
metà degli anni 10. Lo statuto di medium viene attribuito al colore, alla pittura, alla Per Wölfflin come per Riegl la transizione dall’egizio al tardoromano si caratterizza
lingua. Le tre declinazioni dell’idea di Medium che sono negli scritti di questo per un movimento dal tattile all’ottico. Riegl ammette la possibilità di inversioni e
di riprese di fasi percettive precedenti e sarà a questo recupero dell’esperienza I nuovi apparecchi di riproduzione tecnica coi loro promotori, rappresentano
un’alleanza di forze impegnate a rimodulare l’organizzazione della percezione nella
tattile che Benjamin ricondurrà quei fenomeni suoi contemporanei. Molti lettori di
Wölfflin e Riegl si erano preoccupati di tenere separata la sfera della percezione modernità. Benjamin ritiene benefica la distruzione dell’aura che ne conseguiva,
fisiologica dell’uomo “naturale” dalla raffigurazione artistica, leggendo in chiave perché il declino dell’aura gli appare come un guadagno in termini di spazio di
metaforica la storicità della visione. Benjamin radicalizza la proposta di una gioco. Il gioco è potenziato al massimo nel montaggio cinematografico, ma è anche
correlazione storicamente determinata fra la storia degli stili figurativi e quella che praticato a tutti i livelli.
si potrebbe chiamare la storia della percezione umana. Questa fenomenologia della prossimità è riconducibile nel termine choc. Tracce di
3. DIALETTICA DELL’ESPERIENZA SENSIBILE: VICINO E LONTANO, AURA E CHOC choc devastanti le ha lasciate la Grande Guerra, un bagno di sangue che nella
guerra ha trovato un mezzo per eliminare l’aura in modo nuovo.
Nell’estetica come dottrina della sensibilità, la struttura relazionale più elementare
è quella polarità di vicino e lontano che Benjamin trova nella coppia tattile-ottico. La risposta di Benjamin sta nella politicizzazione dell’arte, ma non si tratta di
Tale polarità entra profondamente in Benjamin assumendo di volta in volta ottenere una resurrezione artificiale dell’aura, ma di esplorare le possibilità di
maschere differenti, e significati anche opposti. Egli contrapponeva alla vicinanza metabolizzazione psicosomatica delle tracce choccanti grazie al training offerto dai
una distanziazione, e quindi nell’oscillazione dialettica dei due estremi del vicino e nuovi media, al fine di garantire sia una forma di sopravvivenza che un libero spazio
del lontano che va colto il movimento del suo pensiero. di gioco in una condizione in cui “esperienza” fa coppia con “povertà”.
Questo principio dialettico vale maggiormente nel binomio aura e choc. La nozione 4. “INCONSCIO OTTICO”, “INNERVAZIONE”, “SPAZIO DI GIOCO”: IL RUOLO DEI
di aura chiama in causa tradizioni assai eterogenee. MEDIA NELL’EPOCA DELLA “SECONDA TECNICA”
Nel saggio sull’opera d’arte, “aura” è una nozione che condensa le proprietà I termini training e test sono usati molto da Benjamin per descrivere la condizione
appartenenti all’opera d’arte tradizionale: unicità, autenticità, autorità, vincolo al di continua sollecitazione e verifica a cui, secondo lui, l’apparatur tecnica nelle sue
suo hic et nunc (=qui ed ora), appartenenza a una tradizione e tramandabilità. Il varie forme sottoponeva l’individuo moderno. Tutti questi apparati tecnici stavano
venir meno di queste istanze tramite i processi di riproducibilità tecnica significa il determinando una trasformazione dell’apparato percettivo umano che poteva
venir meno della sua aura. La distruzione dell’aura è interpretata dall’autore come essere subìta passivamente, con esiti disastrosi, o governata attivamente,
la liberazione dell’oggetto dalla sua guaina e a tale liberazione corrisponde una attraverso un training sensoriale capace di allenare l’individuo moderno a far fronte
trasformazione percettiva. Tale involucro rende possibile la visione dell’oggetto ai continui test percettivi e motori a cui era sottoposto.
proteggendolo al contempo da sguardi intrusivi. Benjamin attribuisce un potere rivelatore ai nuovi media ottici che si stavano
diffondendo nella modernità, una capacità di portare alla luce delle regioni prima
Nel saggio su Baudelaire, l’aura è identificata con l’esperienza che si deposita nella
mente indipendentemente dalla memoria volontaria. Quindi le immagini che inesplorate del visibile che nella “Piccola storia della fotografia” chiamerà con il
scaturiscono dalla memoria involontaria possiedono un’aura. termine “inconscio ottico”. Nella “piccola storia della fotografia” la “nuova regione
della coscienza” diventa “inconscio ottico” definito in termini di volta in volta
Con il suo scritto “hashish” chiarisce l’essenza dell’aura: diversi.
I. la vera aura si manifesta in tutte le cose;
II. l’aura muta, e radicalmente, con ogni movimento della cosa in cui è l’aura;
III. il momento distintivo della vera aura è un’incorniciatura ornamentale nella
quale la cosa o l’essenza è calata come in un fodero. I modelli di un ritrattista di nome Hill sembravano riservati, invece erano timidi di
PICCOLA STORIA DELLA FOTOGRAFIA fronte all’obiettivo, e il precetto che verrà più tardi durante l’epoca della massima
I primordi della fotografia vedono numerosi uomini che perseguivano lo stesso fine: fioritura del non guardare mai dentro l’obiettivo, potrebbe derivare dal loro
quello di fissare le immagini della camera oscura. Vi riuscirono dopo sforzi di 5 anni comportamento. Si era intimiditi dalla nitidezza di quelle immagini. Le prime
Niepce e Daguerre, ma vi sono state delle difficoltà con i brevetti, così lo stato prese persone a venir riprodotte entravano anonime nel campo della fotografia.
in mano la cosa e la rese pubblica. Così cominciò uno sviluppo costante e rapido. Il L’espressione dei modelli ottenuta mediante la sua lunga immobilità è la ragione
periodo di fortuna della fotografia coincide col suo primo decennio, quello che del fatto che queste lastre con una sobrietà pari a quella di ritratti ben disegnati o
precede la sua industrializzazione. L’industria si impadronì del settore grazie alle ben dipinti, esercitano nell’osservatore un effetto più penetrante e più duraturo
fotografie delle cartes de visites. delle fotografie più recenti. Il procedimento stesso induceva i modelli non a vivere
proiettandosi fuori da quell’attimo, bensì a sprofondare nel suo interno; nel corso
Ovviamente non mancarono gli oppositori a questa tecnica francese: definendo della lunga durata della posa, essi crescevano insieme e dentro l’immagine, il che è
impossibile fissare le immagini ed inoltre il farlo era un’offesa a Dio, visto che in contrasto con ciò che appare in un’istantanea. Tutto in quelle fotografie era
l’uomo è a sua immagine e somiglianza e che quindi visto che Dio non poteva essere predisposto perché durasse.
catturato, non poteva esserlo nemmeno l’uomo, solo un artista senza macchine ma
solo col suo genio poteva tentare di farlo. Compare quindi il concetto che l’arte, non Nel momento in cui Daguerre era riuscito a fissare le immagini nella camera
avendo nessun aiuto tecnico, con la comparsa di questa nuova tecnica, era vicina obscura i pittori erano stati congedati dal tecnico, ma si vendicheranno più tardi
alla sua fine. nel ritoccare i negativi. La prima vera vittima della fotografia non fu la pittura di
paesaggio, bensì il ritratto miniato. Già verso il 1840 moltissimi pittori di miniature
Le fotografie di Daguerre erano lastre d’argento allo iodio impresse nella camera diventarono fotografi professionisti, in modo gradualmente esclusivo. Alla fine
obscura, e in mano a determinati pittori si trasformavano in mezzi tecnici ausiliari, entrò a far parte del ceto dei fotografi professionisti un numero sempre maggiore
per poter riprodurre fedelmente luoghi anche non dal vivo. Una volta il ritratto era di affaristi provenienti da ogni dove.
conservato in famiglia ma il quadro dura soltanto in quanto testimonianza dell’arte
di colui che li ha dipinti. Con la fotografia accade di vedere l’immagine ancora reale. Arrivò l’epoca in cui cominciavano a riempirsi gli album fotografici. Dove i familiari
posavano con costumi e pose nuove, erano sempre poggiati a qualcosa, di solito un
Se si indugia abbastanza a lungo su una fotografia si capisce come gli estremi si elemento scenografico, a causa del lungo tempo di esposizione in cui dovevano
tocchino infatti una tecnica esattissima riesce a conferire ai suoi prodotti un valore rimanere immobili. Precedentemente si utilizzavano reggitesta o
magico che un dipinto non possiede più. Nonostante l’abilità del fotografo, “appoggiaginocchi”, in questo periodo invece, elementi “artistici”.
l’osservatore sente il bisogno di cercare nell’immagine quella scintilla di caso, di hic
et nuc, con cui la realtà ha folgorato il carattere dell’immagine, il bisogno di cercare Nelle prime fotografie gli uomini erano circondati da un’aura, da un medium, il
il luogo invisibile in cui, nell’essere in un