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DIRITTO E LEGISLAZIONE FRA LE DUE GUERRE
Il diritto della chiesa
La chiesa cattolica aveva mantenuto le fonti tradizionali del corpus iuris canonici, integrate con la normativa del concilio di Trento, del Concilio vaticano I, e una serie di norme di origine pontificia. Ma con l'ascesa al pontificato di Pio X si giunse nel 1917 alla promulgazione del codex iuris canonici: per la prima volta nella sua storia la chiesa riuniva in un solo testo tutte e le sole leggi vigenti da osservare. I contenuti del codex sono quasi sempre conformi alla normativa precedente, con innovazioni marginali, ma la scelta del codice non fu sicuramente di poco conto: ovviamente aveva influito il modello delle codificazioni degli stati.
Le costituzioni di Weimar e di Vienna
In Germania il trauma della sconfitta militare, aggravato dalle condizioni vessatorie imposte dalle potenze vincitrici con il trattato di Versailles, portò ad una svolta costituzionale: alla monarchia imperiale succedette una repubblica presidenziale.
La repubblica di Weimar. La nuova costituzione affidava la sovranità dello stato da un lato al parlamento eletto a suffragio universale (Bundestag), dall'altro lato al presidente della repubblica, eletto anch'egli a suffragio universale e titolare di poteri eccezionali in caso di emergenza. Il governo era affidato al cancelliere, che dipendeva dal Bundestag attraverso il voto di fiducia (come Statuto Albertino). La struttura centrale dello stato era bilanciata con il peso attribuito alle regioni, rappresentate in un'apposita camera (Bundesrat). Il presidente della repubblica era considerato il custode della costituzione, in quanto titolare di poteri eccezionali: in effetti la "rivoluzione legale" che portò Hitler al potere nel 1933 si realizzò con la sospensione dei diritti fondamentali, disposta con due decreti sottoscritti dal presidente della repubblica. La costituzione appunto dedicava l'intera seconda parte alla definizione dei diritti fondamentali.
un tema che divenne centrale nel dibattito politico e giuridico. Per la prima volta facevano ingresso in una costituzione principi diversi da quelli di libertà e proprietà, come quello di equità e giustizia sociale. La dottrina tedesca si interrogò sulla natura di tali disposizioni, sulla loro gerarchia e sulla loro eventuale modifica: gli antipositivisti negavano che il legislatore ordinario potesse contrastare la costituzione, e prevedevano come limiti superiori alla stessa costituzione la tradizione storica tedesca ed il diritto naturale; i positivisti invece dichiaravano la legittimità di norme ordinarie che eventualmente contrastassero con la costituzione. Nel 1920 nacque anche la costituzione austriaca. Essa presenta due caratteristiche di spicco: vi è la dichiarazione che le norme di diritto internazionale generalmente riconosciute valgono come parte integrante del diritto costituzionale del paese; e vi è l'istituzione di una corte.Di giustizia costituzionale abilitata ad abrogare leggi giudicate in contrasto con la costituzione. Entrambe le disposizioni verranno riprese decenni più tardi sia in Germania che in Italia.
-Il diritto del fascismo e i nuovi codici
L'avvento del fascismo nel 1922 portò alla trasformazione dell'ordinamento costituzionale italiano, in quanto venne instaurato un regime nettamente autocratico.
Il potere era esercitato da un unico partito; per ogni categoria il fascismo consentì il riconoscimento di un solo sindacato e di una sola associazione padronale, imponendo loro l'adesione al regime; sciopero e serrata furono vietati e sanzionati penalmente; libertà di stampa e di associazione furono fortemente represse.
Al capo del governo venne riservata la prerogativa di sottoporre al re la nomina e la revoca dei ministri, nonché il potere di emanare norme giuridiche con valore di legge, mentre in luogo del sindaco elettivo subentrò un podestà.
scelto dal governo. Nel 1926 inoltre venne istituito il tribunale speciale per la difesa dello stato, volto alla repressione del dissenso politico che la magistratura ordinaria non aveva colpito in misura adeguata alle attese del regime. Nel 1928 venne istituito il Gran Consiglio del fascismo In fine l'ordinamento corporativo fu completato nel corso degli anni trenta, fino ad arrivare nel 1939 a sostituire la camera dei deputati con la camera dei fasci e delle corporazioni: il disegno autocratico che cancellava il pluralismo politico delle democrazie liberali era così completato.
In questa cornice maturò nel 1923 l'impresa del rinnovo dei codici. Nel frattempo nello stesso anno erano state abolite le cassazioni decentrate e venne istituita un'unica cassazione civile con sede a Roma. Il codice penale Rocco del 1930 si caratterizza, rispetto al codice Zanardelli del 1889, per un'impostazione accentuatamente repressiva: l'inasprimento delle pene si manifesta soprattutto
con la reintroduzione dellapena di morte per i reati più gravi. Anche per il concorso di persone nel reato la sanzione si accentua, inquanto il correo viene punito con la medesima pena inflitta al reo principale. Resta comunque fermo ilfondamentale principio di legalità, che nazismo e comunismo invece negarono, anche se di fatto taleprincipio venne contraddetto in più occasioni. Tutto ciò (e molto altro) corrispondeva alle idee che AlfredoRocco esponeva da anni, in un’ottica di rafforzamento dello stato in senso autoritario.Anche il codice di procedura penale del 1930 fu promosso da Alfredo Rocco, e venne impostato lungo lamedesima direttrice repressiva. Il testo si adegua alle innovazioni introdotte dal codice penale, ad esempionella previsione di una completa esclusione del difensore nella fase istruttoria del processo.Il codice di procedura civile del 1940 introdusse una serie di innovazioni di notevole rilievo: anzituttovenne istituita la figuradel giudice istruttore, incaricato di curare la trattazione della causa sino all'arimessione al collegio con tutta una serie di poteri connessi all'ammissione e all'assunzione delle prove; i poteri del giudice vengono ampliati, ma il principio dispositivo rimane fermo evitando l'attribuzione al giudice di poteri di natura inquisitoria; i provvedimenti interlocutori non sono più assunti sotto forma di sentenza bensì con ordinanze e decreti, e possono essere impugnati solo con l'impugnazione della sentenza; viene limitata fortemente la possibilità di portare nuove allegazioni e nuove prove nel corso del processo; al PM viene attribuito il potere di intervenire in alcuni casi in cui è in gioco l'interesse pubblico. Il codice civile del 1942 è il risultato di una preparazione assai lunga e complessa. In esso vi è tutta l'impalcatura del sistema corporativo, che si manifesta in più forme e direzioni: nel ruolo benpiù incisivo assegnato dal codice alla magistratura; nelle limitazioni imposte all'autonomia privata in nome dell'interesse pubblico; nella predisposizione di forme di intervento dello stato nell'economia; nella fissazione di regole più severe per le SPA e così via. Sono tutte misure di varia natura e finalità, ma convergenti nel proposito di accentuare il ruolo dello stato. Sul campo delle persone e della famiglia il codice migliorava la posizione successoria del coniuge superstite e dei figli naturali, e potenziava il ruolo del giudice nella tutela dei minori. Quanto alle obbligazioni era stata presa la storica decisione di fondere in un unico codice i due rami del diritto privato: come aveva auspicato Cesare Vivante 50 anni prima, attraverso l'adozione di un codice unico le regole più efficaci e funzionali ad un'economia di scambio, proprie del diritto commerciale, hanno affermato la loro prevalenza rispetto a quelle tradizionali del diritto civile.diritto civile. Sul campo del lavoro il codice modifica l'impostazione del 1865: mentre prima il rapporto di lavoro era inquadrato nel contratto di locazione d'opera, ora il rapporto di lavoro era una tipologia contrattuale autonoma. (NB: il codice è influenzato, oltre che dall'opera di giuristi dottrina ecc, anche dal BGB, per esempio con l'introduzione delle clausole generali e dell'azione di arricchimento).
Nazismo e diritto. Con l'ascesa di Hitler nel 1933 inizia la fase più tragica della storia tedesca ed europea del novecento. Subito dopo l'incendio del Reichstag vennero sospesi i diritti fondamentali teoricamente garantiti dalla costituzione di Weimar, mentre una legge approvata dal parlamento attribuiva pieni poteri al cancelliere: lo stato di diritto era finito. Da questo momento Hitler portò avanti un disegno di trasformazione dello stato in una macchina politico-militare che si fondava interamente su un uomo e una dottrina.
senza alcun contrappeso istituzionale. Un anno dopo moriva il presidente della repubblica e Hitler assunse la sua carica: il Fuhrer era ormai al di sopra di ogni legge e poteva intervenire autoritativamente in ogni settore. Sul terreno del diritto videro così la luce disposizioni che impedirono il dissenso politico e culturale; leggi che vietarono agli ebrei l'esercizio delle professioni e tutta una serie di diritti; restrizioni sui programmi scolastici e universitari; vennero abolite le autonomie locali e regionali. Soltanto i codici non furono alterati, anche se nel diritto penale venne espressamente negato il principio di legalità (differenza con fascismo): era considerato reato ogni fatto contrario al "sano sentimento del popolo". -Il diritto dell'unione sovietica La grave crisi economica e sociale indotta dalla prima guerra mondiale portò nel 1917 alla presa del potere da parte dei bolscevichi sotto la guida di Lenin. Il comunismo sovietico, durato perquasi 60 anni, è iltentativo più radicale e grandioso di creare una società integralmente pianificata dall'alto sotto la guida di unpartito elitario.Il regime venne configurato e perfezionato con gli strumenti del diritto: in effetti i due principifondamentali che il regime dichiarò di perseguire, la dittatura del proletariato e l'abolizione della proprietàprivata, sono di natura essenzialmente giuridica. La dittatura del proletariato si tradusse nel monopolio delpotere da parte dei bolscevichi, mentre la proprietà fondiaria fu abolita nel 1918 senza alcuna indennità diespropriazione per i possidenti: lo stato fu costituito proprietario del suolo, con la concessione in usufrutto aicontadini coltivatori. Gran parte dell'economia venne collettivizzata: mentre le imprese industriali venneronazionalizzate, la validità dei contratti venne subordinata all'assenza di un danno per lo stato. Con l'avventodi Stalinal potere si accentuò ulteriormente il controllo dello stato sull'economia: aziende agricole gestite collettivamente vennero obbligate a fornire quote di prodotti al centro, ricevendo dallo stato un compenso molto inferiore a