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LA PRIMA GUERRA MONDIALE (1914-1918)
Alla base vi sono motivazioni economiche, politiche, strategiche e a volte ideologiche.
Questa guerra nasce come il tentativo di vari Stati di imporre la propria supremazia dal
punto di vista sia politico sia territoriale.
Elementi che riguardano la durata della guerra: 1 servono sempre più persone per
andare a combattere e questo porta a un cambiamento della figura del soldato,
vengono coinvolte persone che non hanno nessuna preparazione militare e persone
che non rientrano neanche dal punto di vista anagrafico, poiché si tratta di tantissimi
adolescenti. 2 cambiano le situazioni economiche, servono sempre più capitali per
produrre tutto quello che serviva in guerra: le armi, i trasporti, gli equipaggiamenti, i
macchinari ect. 3 la guerra produce inevitabilmente povertà: impoverimento dei mezzi
di sussistenza, meno risorse per la salute, per l’alimentazione.
Cause:
1 SCONTRO FRA IMPERIALISMI.
Il colonialismo è la volontà di un paese economicamente forte di andare ad occupare
un paese più arretrato (non ha le capacità di sfruttare il proprio territorio per fini
economici), ma ricco di risorse (Africa, Asia, etc). di conseguenza la colonizzazione è
una vera e propria spartizione dei paesi che hanno risorse a disposizione. Dal punto di
vista storico va dal 600/700 al primo decennio del 900.
Dal 900 cambia la prospettiva perché non si ha solo lo sfruttamento economico, ma si
vuole imporre in questi Paesi il proprio modello ideologico – politico, e questo è
l’imperialismo. (civilizzazione) Ogni paese misurerà la propria forza
sulla capacità di imporre il proprio modello e la Germania è il primo Paese che si
propone come modello da imitare, come Stato forte.
2 CONFLITTO TRA STATI – NAZIONI
Questo termine vuol dire creare le basi di uno Stato che abbia una grande visibilità sul
piano nazionale. Ogni Stato cerca il proprio potere e la propria identità fuori dai
confini. Uno Stato – Nazione cerca la visibilità creando la rivalità.
In questa rivalità tra gli Stati – Nazioni, la Germania è quella che ha un ruolo
determinante perché trasforma l’idea dello Stato forte in un’idea di egemonia. Non
solo si crea nemici dal punto di vista economico, ma vuole essere lo Stato più forte di
tutti e vuole sostenere il suo modello come modello indiscutibile.
3 SVILUPPO INDUSTRIALE
Lo sviluppo industriale determina la capacità e la modernità industriale dei vari Paesi.
Lo Stato – Nazione è ancora più forte quando è in grado di mettere in campo la sua
forza industriale a favore della guerra. La capacità economica e tecnologica riguarderà
la fabbricazione delle armi, la costruzione delle imbarcazioni e tutto ciò che è
necessario per affrontare i vari fronti.
4 MOBILITAZIONE DELL’ECONOMIA A FINI BELLICI
La guerra costituisce sempre un affare, sia in termini di profitti, sia in termini di ricerca
di una propria posizione dentro la società. Coloro che più guadagnano sono gli
industriali perché producono tutto ciò che è necessario per la guerra e anche perché,
per fare questo, ricevono delle convenzioni statali.
Coloro che utilizzano la guerra per farsi conoscere:
Nazionalisti: si accreditano come i palatini dello Stato forte.
Giovani: ritengono che la loro partecipazione contribuisca a rafforzare il patriottismo
del paese, quindi diventano il sinonimo di difensori della patria.
5 GUERRA COME SOLUZIONE
Si ha l’idea che il conflitto possa risolvere problemi interni. Per alcuni Stati vincere la
guerra significava riprendersi e unificare i territori che erano stati estraniati (esempio
la Francia riguardo Alsazia e Lorena – l’Italia riguardo Trento e Trieste). Per sollecitare
questa guerra “salutare” si fa leva sull’idea del patriottismo.
6 NON C’E’ DIPLOMAZIA
La posta in gioco è troppo alta per poter accedere a compromessi. Vi è solo una corsa
alla superiorità di uno Stato su un altro. L’unica soluzione è la guerra.
Alleanze:
Triplice alleanza: Germania – Austria Ungheria – Italia – Impero Ottomano
Triplice Intesa: Gran Bretagna – Russia – Francia
Caratteristiche:
- DURATA. La guerra non fu veloce perché non c’era nessun Paese, nessun
esercito e nessuna strategia militare più potente di tutte le altre. Sicuramente
la Germania fu il paese che mise in campo la forza fisica e strategica migliore e
maggiore, ma questo non ha permesso di avere una forza di supremazia assoluta. Un
altro elemento che riguarda la durata della guerra furono le alleanze. I paesi che non
erano entrati in guerra subito e quelli che si erano alleati con la Germania, in nome del
pericolo tedesco fanno delle alleanze che mirano a contenere questa forza
espansionistica tedesca. E il fatto che queste alleanze cambiano e si allargano
durante gli anni ha influito molto nella durata della guerra. Inoltre si era capito che
questa guerra non poteva concludersi con la totale sconfitta dell’avversario. Un ultimo
elemento che spiega la durata del conflitto è l’ingresso in guerra degli Stati Uniti
poiché segnerà una svolta decisiva a partire dal suo ingresso stesso. La sua entrata
posticipata fa sì che questo conflitto abbia un allungamento nella durata, ma una volta
che entra in azione la diminuì.
- ESPERIENZA DELLA TRINCEA. Le trincee sono delle strategie di guerra che consistono
in degli scavi abbastanza profondi con dei rialzi antistanti dove all’interno vi erano i
soldati che dovevano difendere il territorio dagli attacchi nemici, gli ufficiali che
decretavano quando uscire per attaccare. I soldati che erano all’interno non avevano
alcun tipo di preparazione. Ciò che li spingeva a combattere era il patriottismo, un
sentimento che accumunava tutti. All’inizio vi era una forma di entusiasmo, un senso
molto forte di partecipazione. Un elemento che permetteva la trasmissione dei loro
sentimenti era la lettera. Però la maggior parte dei soldati era analfabeta e questo
fece nascere dei legami tra loro e chi invece sapeva scrivere (abbattimento delle
gerarchie sociali). Ma i contenuti delle lettere venivano controllati prima di essere
spedite. Inizia così la cosiddetta “censura di guerra” dove appunto veniva deciso cosa
far filtrare all’esterno. Passando gli anni l’entusiasmo dei soldati inizierà a svanire e si
trasformerà in un’opposizione alla guerra. Si vuole comunicare a tutti le atrocità della
guerra e le loro condizioni. E le lettere che riescono a sfuggire dai controlli ci fanno
comprendere questo cambiamento nei confronti della guerra. Un'altra forma presente
nelle trincee sono le canzoni e vi sono quelle che esprimono il senso di
partecipazione, quelle utilizzate come momento di incitazione, ma anche quelle che
esprimono la lontananza da casa, dagli affetti più cari. (momento di distrazione)
- AMPIEZZA DEL MASSACRO. 70 milioni di uomini mobilitati, 13 milioni di vittime tra
soldati e popolazione civile.
La guerra scoppia nell’estate del 1914, mentre l’Italia entra in guerra il 24 Maggio del
1915. (guerra moderna, guerra di massa) L’Italia quindi passa un anno in cui rimane
neutrale poiché quando scoppia la prima guerra mondiale faceva parte della Triplice
Alleanza, dove all’interno vi era l’Austria, da quel momento suo alleato, ma era anche
un nemico storico, che aveva nel proprio impero una parte della popolazione italiana,
Trento e Trieste. (irredentismo: fenomeno politico che chiedeva la liberazione delle
terre italiane che si trovavano ancora sotto il controllo austriaco). E così preferisce
rimanere neutrale poiché non ha contese territoriali né con la Francia né con
l’Inghilterra e attende che il tempo passasse per poi passare alla Triplice Intesa.
Durante l’anno in cui l’Italia è neutrale, nelle piazze si creano due schieramenti: gli
interventisti che chiedono al governo di entrare in guerra e i neutralisti che
chiedono invece di rimanere neutrale.
INTERVENTISTI NEUTRALISTI
Intellettuali, tra cui i Futuristi: Socialisti: vedono la guerra come guerra
chiedono l’entrata in guerra che tra borghesi che tuttavia mandano a
faccia dell’Italia una grande nazione morire i proletari, i poveri. E vi sono due
e vedono la guerra come momento di fasi: prima dell’entrata in guerra loro
rigenerazione nazionale dalla politica sono contrari all’intervento, dopo
giolittiana. l’entrata in guerra non mantengono la
contrarietà di fondo, ma scelgono di non
fare propaganda a favore della guerra.
Irredentisti e democratici: ritengono Cattolici: il papa Benedetto XV rimane
la guerra necessaria per completare neutralista per tutta la durata della
l’unificazione nazionale. (Salvemini, guerra. Lui vede nella guerra uno scontro
Battisti) fra cattolici: da una parte l’Austria e
l’Italia. E vede l’allontanamento
dell’Europa dalla Chiesa come l’origine
della prima guerra mondiale. Tuttavia le
masse cattoliche, protestanti e anche gli
ebrei sono nettamente a favore della
guerra e soprattutto i cattolici vedono
nella guerra un momento di
riconciliazione con lo stato italiano
Liberali conservatori e nazionalisti: Liberali giolittiani: vedevano l’Italia
vogliono l’entrata in guerra perché impreparata a uno scontro epocale come
l’Italia diventi una potenza europea. la prima guerra mondiale e ritengono che
Vedono nella guerra l’occasione di l’Austria, temendo l’Italia, possa cedere
controllare il mar Adriatico e parte dei territori per non farla entrare in
affermarsi insieme all’Inghilterra guerra (Trieste probabilmente no perché
come potenza del mar Mediterraneo. era il porto di riferimento dell’impero
austro ungarico). E l’Austria teme l’Italia
perché è già costretta a combattere sul
fronte russo (grande quanto tutti gli altri
fronti) e se l’Italia entrasse in guerra
l’Austria sarebbe costretta a combattere
su due fronti.
Sindacalisti rivoluzionari: vedono la
guerra come l’occasione di
trasformare una guerra tra nazioni in
una guerra civile europea, cioè in
una grande guerra tra proletariato e
borghesia. Si entra in guerra quindi
per combattere gli imperi centrali,
per combattere l’autoritarismo
dell’impero tedesco e creare una
rivoluzione.
La piazza era a maggioranza interventista (avevano un fortissimo propagandista,
D’Annunzio e importante fu anche Mussolini con “il popolo d’Italia), ma la popolazione
e il parlamento erano a maggioranza