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Capitolo 8: Nazioni nuove, nuovi Stati
1852: riforma costituzionale riporta la Francia a forma imperiale sotto Napoleone III
(L.N.Bonaparte), con il consenso della popolazione che si opponeva alla Repubblica.
"Bonapartismo" o "cesarismo" (espressioni di Marx, rischio che la democrazia sostenga
un potere illiberale).
Anni 1860: autoritarismo bonapartista si attenua, sviluppo economico del paese,
ricerca di un nuovo equilibrio europeo fondato sulla nazionalità. Interventi Francia
all'estero (es. Guerra di Crimea contro Russia).
1849-1859: Italia, "decennio di preparazione".
Camillo Benso di Cavour, liberale, entra in politica nel Regno di Sardegna (Statuto
albertino), punta all'unificazione con politica moderata, approvata anche dai patrioti ex
mazziniani delusi (es. Garibaldi). Protagonisti Risorgimento italiano: re Vittorio
Emanuele II, Cavour, Garibaldi.
1859-1860: Regno di Sardegna, appoggiato dalla Francia (alleanza segreta Cavour-
Napoleone III), vince guerra contro truppe austriache. Francia si ritira (teme nuova
potenza italiana) prima che il Veneto sia conquistato. Italia centrale chiede annessione
al Regno di Sardegna: concessa.
1860: da Genova Garibaldi e altri mille uomini non professionisti partono per
l'annessione del Sud Italia, poi Garibaldi consegna i nuovi territori liberati a Vittorio
Emanuele II.
17 Marzo 1861: Nuovo Regno d'Italia (Veneto annesso nel 1866, Lazio e Roma nel
1870).
- Stati Uniti: paese giovane, dinamico, in sviluppo. "Dottrina Monroe" (1823) dichiara i
cittadini americani estranei al sistema europeo. 1857: i neri non sono cittadini
(paradosso dell'individualismo egualitario). Guerra tra nordisti (Lincoln, presidente dal
1860, anti schiavitù, filoindustriale e protezionista) e sudisti (pro schiavitù, latifondisti,
interessi agrari, liberisti): nel 1865 vince il Nord.
- Giappone: 1853 Americani inviano piroscafi nei porti giapponesi per intimorire e
costringere i giapponesi ad aprire rapporti di commercio con gli USA. Al potere dinastia
Tokugawa (gerarchie, potere accentrato, società stratificata, proibizionismo). Poi
"restaurazione Meiji": restaurazione del potere imperiale (Tokugawa non aveva retto
infiltrazione occidentale).
- Germania: costellazione di Stati antiliberali, i cui poli erano Prussia a Nord e Austria a
Sud (entrambi con potere assolutistico). 1862: Otto von Bismarck nominato cancelliere
della Prussia, rafforza esercito, conquista appoggio di Francia e Russia, poi attacca e
vince l'Austria nel 1866, nasce Confederazione germanica separata da Austria-
Ungheria.
Poi Francia si sente minacciata, attacca Germania in Alsazia e Lorena, perde: fine
dell'impero francese, proclamato il secondo Reich (regno) tedesco (1871).
Francia e Parigi rimangono senza governo riconosciuto: si insedia il governo della
Comune (1871) di operai e non professionisti politici, orientamento radicalsocialista. Le
truppe del vecchio governo smantellano la Comune, Parigi in fiamme, fucilazioni e
morte.
Capitolo 9: Socialismo, comunismo
Dualità e contraddizioni nel nuovo mondo post rivoluzione: si vuole giustizia, più che
equità. Sono stati eliminati tutti i corpi intermedi, ma il capitalismo sta approfittando
della maggior libertà d’azione. Necessità di ricreare corpi intermedi in difesa degli
sfruttati. Emergere di capi di vari gruppi che vanno differenziandosi: anarchismo,
socialismo, comunismo…
Dicotomia sociale: buoni e cattivi, sfruttati e sfruttatori, poveri e ricchi. Conflitto sta
inevitabilmente alla base della dicotomia sociale. 1864-1872: prima internazionale.
Populismo: ideologia che vedeva il popolo come depositario di valori collettivi e
l’azione e l'organizzazione collettiva come indispensabili per la rivoluzione.
Collettivismo contro individualismo del nuovo mondo. Perché negli Stati Uniti non c'è il
socialismo pur essendo società industriale? Perché vige da sempre una più spiccata
idea di individualismo e meno di collettività e organizzazione sociale. 1889: seconda
internazionale, rete di autonomi partiti nazionali con comune ideologia marxista.
Adesione di tutti gli operai europei al socialismo ma spaccatura tra rivoluzionari e
riformisti. I revisionisti poi erano coloro che pensavano che la dottrina marxista
dell'inevitabile crollo del capitalismo andasse rivista.
Capitolo 10: Imperi. Le diverse Europe
In Europa coesistono modelli economici, politici e valoriali diversi dai modelli inglese e
francese basati su liberalismo, uguaglianza, nazionalismo, valori borghesi e
capitalismo.
Spagna: all’inizio è uno stato di antico regime, divisioni sociali su ceto, elite di
latifondisti e clero. Latifondi e forte incremento demografico producono arretratezza e
povertà. Bipolarismo politico tra partito “carlista” (partito di Chiesa, latifondisti ed
elite) e partito dei “cristinisti” (anticlericali e pro popolo). Fine delle colonie,
restituzione di Perù, Cuba e Bolivia; si alternano anni di monarchia costituzionale,
Prima Repubblica (1873), Restaurazione (1874-1923) con bipartitismo all’inglese
(alternanza obbligatoria: “caciquismo”, come trasformismo italiano), potere
centralizzato su modello francese. Spagna non ha un sentimento di identità spagnola,
più che una nazione si sentivano l’impero coloniale che ormai, però, era caduto.
Austria-Ungheria: compromesso del 1867 l’aveva trasformato in una duplice
monarchia con governo centrale a Vienna, autoritarismo conservatore insieme ad un
crescente spirito liberale necessario per controllare gli squilibri etnici, linguistici, sociali
e territoriali. Forte multiculturalismo, criterio principale di differenziazione etnica è la
lingua. Squilibri nella collocazione delle varie attività economiche nelle varie regioni
dell'impero.
Impero Ottomano: dei Turchi Ottomani dal XIII secolo, graduale perdita di territori
(indipendenza Grecia, invasioni di Russia e imperi circostanti), “riorganizzazione”:
periodo delle grandi riforme di tipo occidentale. Due filoni di pensiero: “nazionalismo
borghese” (tende ad assimilarsi al modo di vivere occidentale pur mantenendo i
principi dell’Islam), “wahabismo” (ortodossia della comunità islamica). Occidente non
riconosce il valore della cultura islamica, quindi entrambi i filoni si radicalizzano in
senso antioccidentale. “Millet”: gruppi di minoranze non musulmane, in Occidente si
sarebbero potute chiamare nazioni (richieste di indipendenza nazionale).
Russia: territorio vastissimo, infinite lingue ed etnie (motivo di forza ma anche di
fragilità). Struttura di potere tripartita: autocrazia dello zar, nobilta, contadini. 1854-
1856: Guerra di Crimea, Russia vorrebbe il controllo dei luoghi santi sul suolo
Ottomano, attacca l’impero ottomano, interviene coalizione con Francia, Gran
Bretagna e Piemonte, Russia si deve arrendere. Zar Alessandro II avvia periodo di
riforme (1861: abolizione servaggio contadino) ma subito dopo si torna all'autocrazia,
ma ad uno sviluppo economico ed industriale del paese. Scontro perdente con
Giappone per il controllo della Corea. 1898: nasce Partito operaio socialdemocratico.
1903: partito si divide in menscevichi (filoccidentali) e bolscevichi (più radicali guidati
da Lenin). 1905: corteo al Palazzo d’Inverno per chiedere riforme, fine guerra in Corea,
meno tasse...conclusa con fucilazioni sulla folla, ma inizio rivoluzione costituzionale in
Russia (concesso un manifesto costituzionale e una assemblea elettiva).
Germania: modello di modernità diverso da quello franco-inglese, è stato aristocratico,
antiliberale, nazionalità fondata sul sangue e sul suolo, spirito del popolo, principi di
disciplina e gerarchia aristocratica e militare. Più che giusnaturalisti, i tedeschi furono
giuspositivisti (il diritto è di natura storica e positiva, deriva dall’autorità dello stato,
non dall’ordine naturale di ogni uomo).
Giappone: dinastia Meiji, centralizzazione del potere e spinta innovatrice
(infrastrutture, commercio, industria…). Giappone da una parte importa modelli
economici e politici europei, dall’altra irrigidisce i valori civili e politici tradizionali:
manca il senso di “nazione” giapponese. Politica uniformata all’ideologia imperiale, no
opposizioni, intervento stato nelle imprese commerciali (poco liberismo). Politica
estera: vittoria sulla Russia e conquista della Corea.
Capitolo 11: Grandi movimenti. Uomini, macchine, merci, capitali
“Seconda rivoluzione industriale”: innovazioni in ogni campo nella seconda metà
dell’Ottocento (aumento smisurato di ferrovie, telegrafo di Morse nel 1844, telefono di
Meucci, navigazione marittima a motore anziché a vela, dinamite di Nobel nel 1867,
lampadina di Edison ed elettricità, automobili, industria chimica e pesante).
Innovazioni portano anche cambiamenti economici (nascita di grandi banche che
raccolgono i piccoli risparmi dei singoli trasformandoli in grandi capitali), sociali (boom
agricoltura americana, crisi agricola europea, migrazioni di massa dall'Europa
all’America, Europa abbandona sempre più agricoltura per dedicarsi all'industria),
culturali (strati operai più simili alla borghesia, istituzionalizzazione degli sport,
borghesie e domesticitá, vetrine e grandi magazzini, esposizioni universali per
mostrare il progresso e le innovazioni di tutti i paesi). Unificazione e avvicinamento di
tutte le parti del mondo: orologio da polso, fuso orario, divisione in meridiani,
unificazione delle unità di misura, rete postale e telegrafica. L’economia è diventata
ormai un fenomeno globale e cresce anche la competizione: tensione politica tra
liberismo o protezionismo. Il protezionismo, teorizzato da List, ha un fondamento più
politico che economico: varie ragioni politiche per adottare una politica protezionistica,
piuttosto che il libero scambio.
Capitolo 12: Alla conquista del mondo
La nascita degli Stati nazionali porta ad una politica internazionale “anarchica”, non
esiste un’autorità sovranazionale. Continui congressi e conferenze per ricerca di un
equilibrio sovranazionale. Primi accordi internazionali: 1873 Intesa dei tre imperatori
(Germania, Austro-Ungheria, Russia), 1882 Triplice Alleanza (Italia, Germania, Austro-
Ungheria). Introduzione dei termini “imperialismo” e “imperatori" applicati sempre più
ai moderni Stati nazionali (es. Terzo Reich, ma anche regina Vittoria “imperatrice delle
Indie”). Europei si muovono verso le Americhe, America si espande (guerre indiane),
Russia si estende verso Siberia e Cina: non è più una storia eurocentrica, ma mondiale.
Prima fase dell’imperialismo &egra