vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Viola Donarini Sezione Appunti
Lo storico deve possedere la capacità di comprendere la mentalità degli uomini che studia, può guardare il
passato e comprenderlo solo con gli occhi del presente al quale appartiene; la sua funzione non consiste né
nell'amare il passato né nel liberarsi di esso bensì nel rendersene padrone e nel comprenderlo per giungere a
capire il presente. E' la concezione collingwoodiana della storia, che presenta anche delle insidie come per
esempio il rischio che l'interpretazione conti tutto ed i fatti nulla.
L'uomo non è mai totalmente coinvolto nell'ambiente circostante ma nemmeno totalmente indipendente,
pertanto il rapporto storico-fatti si svolge su un piano di parità: la storia è un continuo processo di
interazione fra lo storico ed i fatti storici, un dialogo senza fine tra presente e passato.
Sei lezioni sulla storia di Edward H. Carr Pagina 2 di 16
Viola Donarini Sezione Appunti
2. Lezione II: la società e l'individuo
Società ed individuo sono inseparabili ed il loro sviluppo procede parallelamente, condizionandosi a
vicenda. L'uomo primitivo è meno individualista e più profondamente modellato dalla società di quanto non
lo sia l'uomo civilizzato perché le società elementari sono maggiormente uniformi, esigono e danno vita ad
una gamma molto minore di attività e di attitudini individuali.
La nascita del mondo moderno è accompagnata da un'accentuazione dell'individualismo (tipico di ogni
civiltà in fase di progresso):
- l'uomo ha la consapevolezza di sé in quanto membro di una famiglia, corporazione,…;
- nel Rinascimento si riconosce come entità spirituale individuale;
- il culto dell'individuo si lega al Protestantesimo, al sorgere del Capitalismo, agli inizi della Rivoluzione
industriale ed alle dottrine del "laissez-faire", i diritti dell'uomo e del cittadino proclamati dalla Rivoluzione
francese sono i diritti dell'individuo.
E' un processo sociale, una fase precisa dello sviluppo storico oggi terminato ma ancora decisivo nell'Europa
occidentale e nei paesi anglosassoni.
Data l'equazione "la storia è un dialogo fra lo storico che vive nel presente ed i fatti che si sono svolti nel
passato" (I lezione), esaminiamo i due termini:
1) lo storico è un individuo quindi un fenomeno sociale, il prodotto e, nello stesso tempo, l'interprete più o
meno consapevole della storia e della società cui appartiene ed in questa veste si
accosta ai fatti del passato. Bisogna studiare innanzitutto l'ambiente storico e sociale, il contesto, poi lo
storico, infine la storia.
2) I fatti storici: l'oggetto della ricerca storica è costituito da individui o dall'azione di forze sociali?
Tipico delle fasi iniziali della consapevolezza storica è il desiderio di attribuire la forza creatrice al genio
individuale e la stessa tendenza ricompare nel Rinascimento; è una teoria che andava bene in una società più
semplice, non in quella odierna. Qualcuno distingue:
- psicologia: scienza dell'individuo / psicologismo: concezione secondo cui tutti i problemi sociali sarebbero
riconducibili all'analisi del comportamento individuale
- sociologia: scienza della società.
L'errore sta proprio nel tentativo di stabilire una linea di separazione fra i due punti di vista poiché
l'individuo è per definizione membro di una società o, meglio, di più società (gruppo, classe, tribù,
nazione…).
La storia è la ricerca relativa al passato dell'uomo vivente in società . i fatti storici riguardano i rapporti che
Sei lezioni sulla storia di Edward H. Carr Pagina 3 di 16
Viola Donarini Sezione Appunti
legano gli uni agli altri gli individui viventi in società e le forze sociali che, dalle varie azioni individuali,
sviluppano effetti spesso diversi e non di rado opposti ai risultati che gli individui si proponevano di
raggiungere.
Come si collocano all'interno della storia il ribelle / anticonformista e il grand'uomo?
a) l'individuo che si contrappone all'autorità esistente è un prodotto ed un riflesso della società non meno di
colui che l'appoggia: ribelle e sovrano sono il prodotto delle specifiche condizioni del loro tempo e del loro
paese. Essi devono la loro importanza storica alla massa dei loro seguaci e sono importanti in quanto e solo
perché fenomeni sociali. Anche Nietzsche, colui che si è opposto nel modo più violento e radicale alla
società del suo tempo e paese, era un prodotto diretto della società europea, più precisamente tedesca, ed è
diventato una figura più significativa per i posteri che per i contemporanei.
b) Il grand'uomo è un individuo d'eccezione che può:
-contribuire a plasmare le forze che lo porteranno alla grandezza (Cromwell, Lenin);
-cavalcare verso la grandezza in groppa a forze già esistenti (Napoleone, Bismarck);
-sopravanzare il proprio tempo al punto da essere riconosciuto solo dalle generazioni successive.
Comunque non si pone al di fuori della storia, è allo stesso tempo prodotto ed agente del processo storico,
rappresentante e creatore delle forze sociali che trasformano il mondo e le teste degli uomini.
L'antitesi società / individuo è immaginazione, quindi il processo di interazione fra storico e fatti è un
dialogo fra la società odierna e quella passata, non fra individui strettamente isolati. Il passato è
comprensibile per noi soltanto alla luce del presente e viceversa.
La duplice funzione della storia è far sì che l'uomo possa comprendere la società del passato ed accrescere
il proprio dominio sulla società presente.
Sei lezioni sulla storia di Edward H. Carr Pagina 4 di 16
Viola Donarini Sezione Appunti
3. Lezione III: storia, scienza e giudizi morali
Fine '700: qualcuno comincia a chiedersi se la scienza, che ha contribuito meravigliosamente alla
conoscenza del mondo e degli attributi fisici dell'uomo, non sia in grado di far progredire anche la
conoscenza della società.
'800: nel corso del secolo si sviluppa gradualmente la concezione delle scienze sociali e si applica allo studio
delle cose umane il metodo con il quale la scienza studia il mondo naturale. Fino al 1850 circa prevale la
tradizione newtoniana: la società è concepita in termini meccanicistici (come la natura). Con la rivoluzione
darwiniana si introduce nella scienza la dimensione storica, cioè l'oggetto non è più qualcosa di statico ed
atemporale bensì un processo di trasformazione e sviluppo e l'idea di evoluzione nella scienza conferma ed
integra l'idea di progresso nella storia; gli studiosi di scienze sociali cominciano, così, a concepire la società
in termini organicistici. Tuttavia il metodo storico resta un processo induttivo (prima si raccolgono i fatti e
poi si interpretano) come nelle scienze naturali e la storia è definita una scienza.
I metà '900: vigorosa reazione contro questa concezione della storia però gli storici non si rendono conto
che, in questo lasso di tempo, la scienza subisce a sua volta una profonda rivoluzione . concetto di legge: per
tutto il '700 e l'800 gli scienziati pensano che le leggi naturali siano state scoperte in maniera definitiva e
che, pertanto, il compito degli scienziati sia quello di scoprire e formulare altre leggi analoghe. Gli studiosi
della società, desiderando più o meno consapevolmente sottolineare il carattere scientifico delle loro
ricerche, adottano la stessa terminologia e credono di seguire un identico procedimento (vedi le leggi del
mercato di Smith, le leggi della popolazione di Malthus…). Nel 1902 il matematico francese Poincarè dà
l'avvio ad una rivoluzione del pensiero scientifico: le proposizioni generali enunciate dagli scienziati sono
ipotesi soggette a verifiche, modifiche e confutazioni.
Oggi: scienziati e studiosi di scienze sociali talvolta parlano ancora di leggi come omaggio alla tradizione
però non credono più alla loro esistenza; per esempio gli scienziati fanno scoperte ed ampliano il campo
della conoscenza mediante l'enunciazione di ipotesi che aprono strada ad ulteriori ricerche. Tanto gli
scienziati quanto gli storici nutrono la speranza di passare via via da un'ipotesi circoscritta ad un'altra,
isolando i fatti per mezzo delle interpretazioni e saggiando le interpretazioni per mezzo dei fatti.
Nonostante le grandi differenze esistenti fra matematica e scienze naturali o fra le varie scienze, alcuni
sostengono che sia possibile operare una distinzione fondamentale fra queste e la storia perché:
1) "La storia ha a che fare con l'individuo / particolare, la scienza con il generale / universale" (concezione
risalente ad Aristotele).
In realtà la storia studia la relazione che intercorre fra l'individuo / irripetibile ed il generale; insistere
sull'unicità degli eventi storici ha un effetto paralizzante, così come affermare che le generalizzazioni sono
estranee all'attività di storico è una sciocchezza, anche se non bisogna credere che esse consentano di
Sei lezioni sulla storia di Edward H. Carr Pagina 5 di 16
Viola Donarini Sezione Appunti
costruire grandi sistemi storiografici in cui sia possibile inserire i singoli eventi.
2) "Dalla storia non si traggono insegnamenti di sorta".
In verità la funzione della storia è di promuovere una più profonda comprensione del passato e del presente
alla luce delle loro reciproche interrelazioni.
3) "La storia non è in grado di fare previsioni".
I fini ed i metodi dello storico e del fisico non presentano diversità sostanziali però si trovano di fronte a
difficoltà estremamente diverse:
- lo scienziato non pretende di prevedere ciò che avverrà nei casi concreti ma ciò non significa che le leggi
siano inutili. L'induzione può condurre logicamente soltanto ad affermazioni di probabilità o a supposizioni
fondate che possono essere considerate come regole generali, la cui validità può essere saggiata soltanto alla
prova dei fatti;
-lo storico non può prevedere eventi particolari in quanto il particolare ha un carattere di assoluta singolarità
in cui rientra un elemento casuale però può fornire indicazioni generali valide e utili, pur non essendo
previsioni particolareggiate. Dunque le deduzioni dello storico non possono competere in fatto di precisione
con quelle del fisico non perché egli sia inferiore, bensì perché studia i comportamenti dell'uomo, l'entità
naturale più complessa fra q