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IN ITALIA
1. Ebrei in Italia
Avevano ricevuto la piena emancipazione giuridica nell'Ottocento. Nel 1938 assommavano a 46000 (circa 2000 in più rispetto al 1931) conseguenza dell'immigrazione di polacchi e soprattutto tedeschi. Il 97% di essi abitava nella parte d'Italia compresa tra Roma, Ancona e le Alpi.
Da una statistica del 1931 risulta che il 70% degli ebrei italiani faceva parte di nuclei famigliari con un capofamiglia commerciante, impiegato o libero professionista mentre il 70% della popolazione italiana faceva parte di famiglie con capofamiglia contadino o operaio livello sociale degli ebrei alquanto superiore a quello dei loro connazionali.
Riforma legislativa del 1930-31 sanciva esistenza di 25 comunità israelitiche facenti capo all'UCII (unione delle comunità israelitiche italiane) governata da un consiglio, una giunta e un presidente. Molti dei rabbini si erano formati in Italia e la loro autorità era limitata.
All'ambito religioso e alla propria comunità. Alla vigilia della persecuzione il numero dei matrimoni religiosamente misti = numero di matrimoni israelitici. Le coppie che educavano la propria prole ebraicamente erano meno della metà. Nel 1938 tali matrimoni assieme a quelli religiosamente omogenei ma con un coniuge convertito costituirono problemi classificatori per la burocrazia nazionale.
Nei primi anni '20 gli ebrei italiani aderivano a tutti i partiti politici compreso quello fascista che non si dichiarava antisemita (Guido Jung ebreo fu ministro delle Finanze dal 1932 al 1935 nel governo di Mussolini) e anche nel campo opposto presenza rilevante.
2. Mussolini (fascismo e antisemitismo)
- nel 1912 uno dei massimi esponenti del Partito socialista italiano eletto nella Direzione nazionale e direttore del quotidiano Avanti.
- nel 1914 inizialmente sostiene la neutralità italiana nella guerra poi diventa interventista lascia l'Avanti
E crea il quotidiano Il popolo d'Italia venendo espulso dal suo partito.
- ®Nel 1919 fonda i FASCI DI COMBATTIMENTO movimento inizia a svilupparsi l'anno dopo con la crescita delle azioni delle squadracce fasciste contro le sedi e le conquiste delle organizzazioni operaie e socialiste.
- ®15 maggio 1921 alle elezioni della Camera ottiene 36 seggi nel suo primo discorso alla Camera si dichiara 'nettamente antidemocratico e antisocialista'.
- Nel novembre 1921 il movimento si trasforma in PARTITO NAZIONALE FASCISTA scegliendo di non diventare segretario ma limitandosi a far parte della direzione.
- Nel maggio 1922 organizza iniziativa paramilitare con lo scopo di ottenere per sé e per il partito un ruolo direzionale nel paese MARCIA SU ROMA.
- ®Il re decide di non contrastarla e il 29 ottobre lo incarica di formare il nuovo governo da un punto di vista formale atto legittimo e inscrivibile nel funzionamento della vita democratica.
- nel 1925 rivendica la responsabilità politica dell'assassinio del deputato socialista Matteotti.
- nel 1927 si gloria alla Camera di aver soppresso tutti i giornali di opposizione e i partiti antifascisti.
- nel 1928 fa approvare una legge che riduceva il diritto di voto (per la Camera) a un ®plebiscito su un'unica lista predisposta dal Gran consiglio del fascismo alle votazioni del 24 marzo 1929 partecipa l'89% della popolazione avente diritto di voto e i si furono il 98% di loro (il regime mostrava di basarsi su un intreccio totalitario di imposizione e consenso).
- nel 1929 Italia e Santa Sede firmano i PATTI LATERANENSI accordo storico che ®rese ufficiale la cattolicità della nazione demolizione.
‘salute della razza con la®quale si fa la storia’ e i ‘valori eterni della razza’ razzismo ancora più di tipo nazionale che giàbiologico (diverso da quello professato dal partito nazionalsocialista in Germania)
Nei primi 15 anni di governo complessa politica ebraica:condannava adesione al sionismo di ebrei italiani ma non il sionismo come movimento§ nazionalerallentava afflusso di ebrei est-europei in Italia ma riconosceva il ruolo ‘nazionale’ delle§ elites ebraico-italianesollecitava gli ebrei a nazionalizzarsi e a fascistizzarsi (es. con la riforma del 1930-31)§ ma rendeva sempre più cattolica la nazione.®
Aspetti più rilevanti della sua politica attenzione al comportamento degli ebrei italiani, lalegittimazione di una corrente antisemitica nel PNF e sul piano operativo un lentoallontanamento degli ebrei dai vertici dello Stato (soprattutto durante gli anni a cavallodell’ascesa al potere del
nazismo ®Relativamente all’azione persecutoria intrapresa nel 1933 da Hitler posizione complessa: egli non la criticava perché antisemita, tuttavia contestava la necessità di un’azione governativa pubblica contro gli ebrei e le forme violente della persecuzione, nonché dell’ideologia razzista-biologica e la centralità degli ariani nordici.
Questa linea si esaurisce intorno alla metà degli anni 30 venendo sostituita da una POLITICA ANTIEBRAICA pubblica e generalizzata rivolta contro tutti gli ebrei italiani.
Due periodi interrelati ma autonomi: ®periodo della persecuzione dei DIRITTI (dall’autunno 1938 al luglio 1943) emanazione § e applicazione di una legislazione antiebraica ®periodo della persecuzione delle VITE (dall’8 settembre 1943 al 25 aprile 1945) arresti, § internamenti e deportazioni verso lo sterminio ®NB nella maggior parte degli altri paesi mai differenziazione così netta Shoah
riferimento aquello che in Italia fu il periodo di persecuzione delle vite ma in senso lato comprende anche quello della persecuzione dei diritti.3. Persecuzione dei DIRITTI (1938-1943)
Mussolini decide di adottare in Italia una PERSECUZIONE ANTIEBRAICA nonostante mancasse un acceso antiebraismo e un partito storicamente e pubblicamente antisemita. (® questo ha portato poi alla nascita di interpretazioni della svolta sempliciotte e negazionistees. Mussolini non era comunque antisemita o Mussolini non voleva e fu costretto da Hitler)
La decisione di perseguitare gli ebrei fu un’azione AUTONOMA attinente alla politica interna e non a quella estera, sebbene interrelata con le altre linee di azione del governo:
- alleanza con la Germania nazista
- sviluppo di una politica razzistica indirizzata soprattutto contro i neri e i meticci
- costruzione di una dignità imperiale e di un carattere fascista collettivi
- strutturazione del totalitarismo
Crescita di
Antiebraismo nel paese. Agli occhi del regime gli ebrei non erano stati in grado di compiere una fascistizzazione delle proprie strutture associative (comunità israelitiche e soprattutto l'UCII) e non utili agli interessi nazionali all'estero.
In sostanza persecuzione antiebraica non fu un atto strumentale ad altre politiche ma un atto che aveva prima di tutto finalità antiebraica ovvero eliminare gli ebrei dalla società e dalla nazione italiana.
Strumenti furono: la legislazione e la propaganda sistema totalitario ne garantiva l'attuazione e provvedeva a creare il consenso verso entrambe.
Gli ebrei dovevano essere estromessi tramite la progressiva eliminazione dai singoli ambiti e questo doveva essere realizzato SENZA VIOLENZA fisica (a differenza con la Germania).
Fino al 1941 l'obiettivo dell'allontanamento accumunava tutti i paesi antisemiti.
Mussolini matura la nuova politica tra il 1935 e il 1936 31 dicembre 1936
ne da notiziapubblica sul suo giornale con l'articolo non firmato Il troppo stroppia in cui torna a definire l'antisemitismo una conseguenza inevitabile del 'troppo ebreo', questa volta senza presentare la speranza che in Italia non si manifestasse.
In Italia antisemitismo presente ancora nel programma governativo piuttosto che nel pensiero e nel comportamento della popolazione: ®1937 propaganda e acquisizione del consenso§ ®1938 succedersi di azioni di censimento con impostazione sempre più razzistica§ che religiosa (+ processo di definizione dei destinatari della persecuzione)
Nel 1938 l'Ufficio centrale demografico del ministero dell'Interno venne trasformato nella Direzione generale per la demografia e la razza e presso il gabinetto del Ministero della Cultura venne istituito l'Ufficio studi del problema della razza.
Insieme delle persone da perseguitare venne definito applicando il principio contenuto nel documento Il
cato come ebreo solo se professava la religione ebraica. Discendente da 2 nonni di razza ebraica: avrebbe potuto essere classificato come ebreo solo se professava la religione ebraica. Discendente da 1 nonno di razza ebraica: avrebbe potuto essere classificato come ebreo solo se professava la religione ebraica. Discendente da 1 bisnonno di razza ebraica: avrebbe potuto essere classificato come ebreo solo se professava la religione ebraica. Discendente da 1 trisavolo di razza ebraica: avrebbe potuto essere classificato come ebreo solo se professava la religione ebraica.