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Estratto del documento

Il terzo mondo: non allineamento e sottosviluppo

18-24 aprile 1955: 29 stati sudafricani si riuniscono in Indonesia, con loro

Indonesia, Pakistan, l’Egitto e l’Arabia Saudita, insieme alla Repubblica

popolare cinese. Venne approvato un documento che proclamava

l’uguaglianza di tutte le nazioni e il rifiuto alla alleanze egemonizzate con le

superpotenze: l’idea era quella di far parte di una terza via, terzo mondo,

distinto da due blocchi: capitalismo e comunismo. Molte altre riunioni per

rinsaldare il legame fra i paesi terzi: in una conferenza tenuta a Belgrado nel

1961 i leader del movimento – Tito, Nasser e Nheru – lanciarono la formula del

non allineamento: il terzo mondo si proponeva come portatore di una politica

di neutralismo attivo-> nel 1975, conferenza di Algeri, 75 stati partecipanti:

vengono fuori l’eterogeneità di interessi: tentativi di spostare l’asse di

neutralità in senso filosovietico (Cuba e Vietnam). Il sottosviluppo del terzo

mondo esemplificava la posizione economica dei paesi che lo componevano:

carenza industrie, arretratezza dell’agricoltura, emarginazione dal commercio

internazionale, sproporzione tra risorse disponibili e aumento della

popolazione. Non si trattava di fatti nuovi, ma nuova fu la percezione del

fenomeno: lo sfruttamento delle ex colonie non era più una condizione

naturale giustificabile, l’Occidente si era arricchito grazie allo sfruttamento

coloniale.

Dittature e democrazie in America latina

I paesi dell’America latina si avvicinarono alla politica del non allineamento del

terzo mondo: ma, per certi aspetti si allontanavano dai principi degli Stati

emergenti, il Sudamerica condivideva i modelli culturali europei e, nel sistema

di alleanza, si trovava in linea con gli Usa; a livello di crescita economica già

prima della SGM Messico, Brasile e Argentina avevano già dato il via a un

processo di crescita e industrializzazione, favorita dal calo delle esportazione

dall’Europa e dagli Usa impegnati nella guerra. La ripresa postbellica

dell’Europa e degli Usa riemersero i problemi dell’antica arretratezza e si

rinsaldò la dipendenza economica da Washington. In Argentina si instaurò

un regime di stampo populista, comandato dal generale Peron. Eletto nel

’46 inaugurò con i sindacati una politica di incentivi all’industria e di aumenti di

salari e nazionalizzazione dei servizi pubblici. Riformismo sociale + prassi

politica autoritaria-> ricordo regimi fascisti. La politica riformista durò

fino al ’55, ma il dissesto finanziario diede il via ad un colpo di stato militare:

l’Argentina visse anni agitati, nel ’72 furono gli stessi militari a sollecitare il

ritorno di Peron; ma niente riuscì a concludere, una serie di tentativi falliti

seguirono anche dopo la sua morte, sotto il governo della sua seconda moglie

Isabelita. Nel ’76 i militari ripresero il controllo, ma nemmeno la loro ferrea

politica riuscì a salvare il paese dal dissesto economico.

Al Brasile non toccò una sorte migliore-> primo esperimento di governo

populista negli anni ’30 con Getulio Vergas: rovesciato nel 45 dai militari tornò

al potere nel ’50, riscontrando li stessi problemi rinvenuti in Argentina. Nel ’54

si suicidò, i suoi successori seguirono una politica di non allineamento,

continuarono nell’opera di industrializzazione, senza riuscire a cancellare il

disquilibrio economico fra la popolazione. In un quadro d’indebolimento della

sinistra Cuba fu un esperimento unico: nel 1959 il regime dittatoriale di

Batista fu rovesciato da un movimento rivoluzionario guidato da Fidel Castro,

che appena al potere avviò una riforma agraria che colpiva il monopolio della

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United fruit company-> gli Usa assunsero un atteggiamento ostile nei confronti

del regime di Castro, che di conseguenza cercò la protezione dell’Urss per

sfidare il boicottaggio americano. Il regime cubano si indirizzò in

direzione socialista, l’economia fu statalizzata. Per la prima volta vicino agli

Usa nasceva un regime marxista, filosovietico, che mirava a esportare il suo

modello in tutto il terzo mondo. Uno dei più stretti collaboratori di Castro fu

Che Guevara, che si impegnò a innescare azioni di guerriglia in tutto il

Sudamerica, nel 1967 venne ucciso da militari in Bolivia.

America latina: il difficile ritorno alla democrazia-> a partire dagli anni

’80 la democrazia rappresentativa riprese piede a causa del fallimento delle

dittature militari: la prima dittatura a cadere fu quella argentina: nel 1983 i

militari furono costretti a convocare le libere elezioni, dove vinse il radicale

Raul Alfonsin. In Brasile le prima elezioni nell’85, tra 84-85 libere elezioni in

Perù, Bolivia e Uruguay. Il ritorno della democrazia trovava numerosi ostacoli,

primo fra tutti il dissesto economico. Quasi tutti i paesi latino-americani furono

travagliati dall’inflazione, con aumento dei prezzi vertiginosi, e dovettero farsi

carico di un aumento di debiti con l’estero: debiti contratti per finanziare

programmi di sviluppo.

La civiltà dei consumi

La crescita demografica-> a partire dagli anni ’50, la popolazione mondiale

crebbe ad un tasso dell’ 1,8% annuo, tra gli anni 50-70 la popolazione

raddoppiò, da due miliardi e mezzo a 3miliardi e 700 mila,

contemporaneamente aumentarono le aspettative di vita. La crescita della

popolazione non si sviluppò in maniera omogenea: nel terzo mondo la

popolazione crebbe ad un livello del 2,5% annui, raddoppiava ogni 28 anni. Nei

paesi industrializzati il babyboom si attenuò nel decennio successivo alla SGM.

Dopo la metà degli anni ’50 ripreso il controllo della nascite-> tendenza alla

pianificazione familiare favorita dalle pratiche anticoncezionali.

Il boom economico-> economia dei paesi industrializzati negli anni 50-

60: l’età dell’oro continuò per 25, conobbe pochi rallentamenti ma nessuna

battuta d’arresto. Prese il via dagli Usa, grazie agli aiuti erogati con il piano

Marshall: trainò le imprese europee e giapponesi, che riuscirono a rifondare

dalle loro ceneri le economie distrutte da più di 5 anni di guerra. Lo sviluppo

crebbe a velocità impressionante, tanto da superare la crescita statunitense,

che pur rimanendo la maggiore potenza economica vedeva ridursi le distanze

dai propri alleati. La ricchezza proveniva dall’industria delle tecnologie

avanzate e beni di consumo durevoli che raggiunsero diffusioni di massa.

Si consolidò lo sviluppo agricolo, e parallelamente crebbe la quota dei

lavoratori nel terziario: negli anni ’70 gli addetti al terziario divennero la parte

più ampia dei lavoratori. condizione favorevoli che contribuirono allo

sviluppo: 1- costo basso delle materie prime, in primis del petrolio 2-

scoperte scientifiche e invenzioni tecnologiche misero nel mercato nuovi beni

di consumo e consentirono di ridurre i costi di produzione, 3- tecniche

produttive capaci di migliorare i rendimenti/produttività 4- concentrazione

delle imprese 5- risparmi dei cittadini che consentirono alti livelli di

investimenti 5- governi aperti alla politica keynesiana di intervento statale.

espansione del commercio internazionale-> miglior efficienza nelle

tecniche di trasporto + liberalizzazione degli scambi, grazie all’opera di

organismi internazionali FMI e la Banca mondiale garantivano cambi tra

monete stabili. Anche la parte del mondo orientale riuscì a crescere in maniera

sorprendente: ma il controllo statale dell’economia pose la priorità nel

rafforzamento dell’industria pesante a scapito del benessere dei cittadini, che

non godettero del benessere raggiunto nei paesi occidentali.

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Consumi e Welfare-> boom economico rappresentò miglioramento delle

condizioni di vita. Si parla di società del benessere, o civiltà dei consumi.

Crescita dei consumi esponenziale, abbordabili anche dalle classi lavoratrici->

risultato: standardizzazione dei beni di consumo, processo iniziato negli

anni ’30, interrotto dalla tragedia delle dittature. Un grande impatto nella

diffusione dei beni di consumo offerti dal mercato fu l’affermazione del

Welfare State, un sistema di riforme di politiche sociale e assistenziali volte a

migliorare le condizioni di vita dei cittadini: aumentati gli investimenti nella

scuola, nelle università e nelle cure mediche, pensioni per gli anziani,

erogazione di sussidi per la disoccupazione, il sostegno all’invalidi. Welfare

State significa aumento della spesa pubblica. il sistema di Welfare differiva tra

stato e stato, la principale differenza era quella fra il sistema universalistico -

modello GB degli anni ’40 - e quello occupazionale, che offre servizi in base

all’occupazione svolta e ai contribuiti pagati (Germania).

Le imprese spaziali-> John Kennedy nel 1960 nuova frontiera:

l’esplorazione spaziale. Nessun progresso scientifico colpì le fantasie dei

contemporanei come la possibilità di esplorare lo spazio, capace di

simboleggiare lo slancio ottimistico di un’intera epoca. Le due superpotenze

mondiali concentrarono parte ingente delle loro risorse per gareggiare

nell’esplorazione spaziale. Il primo successo fu raggiunto dall’Urss, per la

prima volta nel 1957 un satellite artificiale fu mandato in orbita, nel ‘58 gli

americani lanciarono il loro satellite, chiamato Explorer. Furono sempre i russi a

mandare nello spazio il primo astronauta Yuri Gagarin, che il 12 aprile 1961

girò per due ore intorno alla terra. Gli Usa centrarono l’obiettivo maggiore; il 21

luglio 1969 gli astronauti Armstrong e Aldrin arrivarono sulla luna a bordo della

navicella apollo 11. Le imprese spaziali ebbero una forte ricaduta sulla

tecnologia e sulle implicazioni di carattere militare: perfezionamento delle

tecniche di lancio missilistiche + satelliti spia nello spazio

Un mondo più piccolo: trasporti e comunicazioni di massa.

Macchina-> bene di consumo più ambito, status simbol; sviluppo dell’aviazione

civile-> declino del treno e della navigazione. Sempre più rapida circolazione

dei messaggi, protagonisti di questa trasformazione: i mass media-> la

televisione: cambia il mondo dell’informazione, nuove forme di intrattenimento

collettivo=nuova cultura di massa.

Il ’68, critica del consumismo, nasce in America e si sposta nell’Europa

occidentale: vari movimenti di contestazione tendenti a sinistra, mancarono

però adeguate riflessioni critiche sui regimi comunisti. Le lotte del ’68

lasciarono un segno profondo nella società occidentale rilanciando il mito di

una trasformazione rivoluzionaria della società. Rilancio della questione

femmini

Dettagli
A.A. 2016-2017
86 pagine
2 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher gisella.governi92 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia d'Europa contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Greco Giovanni.