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GUERRA DEL GOLFO

La guerra del Golfo (2 agosto 1990 – 28 febbraio 1991) è il conflitto che oppose l'Iraq ad una coalizione formatasi sotto l'egida dell'ONU e guidata dagli Stati Uniti, che si proponeva di restaurare la sovranità del piccolo emirato del Kuwait, dopo che questo era stato invaso e annesso dall'Iraq.

Nell'agosto del '90 il dittatore iracheno Saddam Hussein, già protagonista dell'aggressione all'Iran, invase il Kuwait traendo pretesto da antiche rivendicazioni territoriali ma mirando, in realtà, al controllo della penisola arabica e quindi al 40% delle risorse petrolifere. Ciò provocò, nel '91, la risposta di una coalizione militare guidata dagli Stati Uniti che agiva sotto la bandiera dell'Onu con condanna pressoché unanime (l'Urss, che spesso si era schierata a favore del nazionalismo arabo, non si oppose all'intervento armato, alle prese com'era con la

crisi interna). Nonostante Saddam, presentatosi come banditore di una guerra santa contro l'Occidente, avesse ottenuto l'appoggio dei palestinesi dell'Olp e del suo leader Arafat, la campagna fu rapida e vittoriosa. Gli Usa risultavano trionfatori e si imposero come i garanti degli equilibri mondiali, mentre il regime di Saddam, contro ogni previsione, rimase in piedi.

Negli Stati Uniti, nonostante le vittorie ottenute contro l'Urss e Saddamm Hussein, non si tradusse in un rafforzamento della presidenza Bush che subì, al contrario, un forte calo di popolarità determinato dalle difficoltà economiche. Nel '92, Bush fu sconfitto dal candidato democratico Clinton, privo di esperienza internazionale, ma abile nello sfruttare le debolezze dell'avversario. Clinton non mutò sostanzialmente la linea impostata da Bush, ma cercò di rilanciare gli Stati Uniti come garanti degli equilibri mondiali (interventi in Somalia e in Iraq, dove

costringevano Saddam a rispettare le condizioni di armistizio). Clintonaccrebbe la sua popolarità grazie soprattutto alla favorevole congiuntura economica e nemmeno le accuserelative alla sua vita privata scalfirono la sua popolarità. Le presidenziali del 2000 furono vinte distrettissima misura dal repubblicano George W. Bush che orientò la politica estera a una più esclusivatutela degli interessi nazionali: il rilancio del progetto dello “scudo spaziale” mirata alla difesa dagli “Staticanaglia”, irritò soprattutto le altre potenze nucleari. La strategia neoisolazionista non potè attuarsiappieno a causa degli attacchi dell’11 Settembre.

11 Settembre 2001La mattina dell’11 settembre 2001 il terrorismo integralista mise a segno un clamoroso attentato contro leTwin Towers a New York, sede di uffici e banche, e contro il Pentagono a Washington, sede del ministerodella difesa. I kamikaze erano tutti proveniente da

Paesi arabi e appartenevano a un'organizzazione terroristica internazionale detta Al Qaeda guidata da un miliardario saudita, Osama bin Laden, da tempo assertore di una guerra santa da condurre in ogni luogo e con ogni mezzo contro i nemici dell'Islam. L'intero Occidente ne fu sconvolto perché scopriva la propria vulnerabilità di fronte all'offensiva di un nemico inafferrabile. Un senso di paura e incertezza si diffuse in tutto il mondo, colpendo non solo i settori interessati dalla catastrofe, ma l'intera economia occidentale, di cui le Twin Towers apparivano come il simbolo e il cuore pulsante. L'amministrazione americana reagì predisponendo le condizioni politiche per un'azione militare adeguata che aveva come obiettivo primario l'Afghanistan, che ospitava il presunto capo dei terroristi, Osama Bin Laden. Gli Stati arabi (eccettuato l'Iraq) manifestarono sostegno agli Usa (persino l'Iran mantenne una posizione

(neutrale) e l'obiettivo di ObL (sollevare le masse arabe contro i regimi moderati in nome della fede islamica e dell'antiamericanismo) fu sostanzialmente fallito. Il 7 ottobre ebbero inizio le operazioni militari, il 13 novembre occuparono Kabul e il 7 dicembre cadde Kandahar (ultima roccaforte del regime); il mullah Omar e ObL fecero perdere le loro tracce mentre il governo di Hamid Karzai fu insediato il 22 dicembre.

Seconda Guerra del Golfo

Dopo l'Afghanistan, gli Stati Uniti volsero la loro attenzione all'Iraq di Saddam Hussein, accusato di nascondere armi di distruzione di massa (nel 1998 il governo iracheno aveva espulso ispettori internazionali incaricati di vigilare sugli armamenti). L'amministrazione statunitense aveva così aumentato la pressione sull'Iraq, informata anche dai servizi segreti di possibili rapporti tra Iraq e Al Qaeda. Dopo un infruttuoso negoziato tra Onu e Iraq, Stati Uniti e Gran Bretagna cominciarono a

difficile: i sostenitori del dittatore deposto diedero inizio a un lungo stillicidio di sanguinosi attentati, sequestri che si concludevano con barbare esecuzioni. In Iraq un passo avanti verso la democrazia fu l'elezione dell'assemblea costituente sotto la guida spirituale dell'ayatollah moderato Ali al-Sistani (2005).

Integralismo e Fondamentalismo Islamico

L'integralismo islamico sostiene il dovere dell'applicazione rigida e totale della legge islamica, basata sul Corano e la Sunna, estesa anche alla vita politica e sociale. Con fondamentalismo islamico si usa definire, almeno a partire dalla nascita della Repubblica Islamica nell'Iran, quella corrente di attivismo teoretico e politico conservatore che attraverso interpretazioni letterali del Corano e di altri testi islamici propugna un ritorno ai "fondamenti" dell'Islam delle origini, ritenuti autentici e infallibili.

Al Quaeda e Isis

Al Quaeda è stato movimento islamista sunnita

paramilitare terroristico nato nel 1988 durante la Guerra in Afghanistan, fautore di ideali riconducibili al fondamentalismo islamico più oltranzista, impegnato in modo militante nell'organizzazione e nell'esecuzione di violente azioni ostili, sia nei confronti dei vari regimi islamici filo-occidentali definiti "ipocriti", sia del mondo occidentale, definito sommariamente "infedele". È stato guidato sino alla morte, 2011, dal miliardario saudita Osāma bin Lāden. Nato dalla diramazione irachena di Al Quaeda, fondata da Abu Muṣʿab al-Zarqāwī nel 2004 per combattere l'occupazione statunitense dell'Iraq e il governo iracheno sciita sostenuto dagli Stati Uniti d'America dopo il rovesciamento di Saddam Hussein, lo Stato Islamico è il nome che si è dato ad un'organizzazione jihadista attiva in Siria e Iraq, dove fino al 2017 controllava militarmente un ampio territorio. Il suo capo, Abu Bakr al-Baghdadi, nel

giugno 2014 ha proclamato la nascita di un califfato nei territori caduti sotto il suo controllo in un'area compresa tra la Siria nord-orientale e l'Iraq occidentale. L'ONU e alcuni singoli Stati hanno esplicitamente fatto riferimento allo Stato Islamico come a un'organizzazione terroristica, così come i mezzi d'informazione in tutto il mondo. Numerosi media e personalità politiche hanno espresso dubbi sul modo più opportuno di fare riferimento all'organizzazione, temendo che utilizzare il nome "Stato Islamico" possa in qualche modo contribuire alla sua legittimazione. Si sostiene inoltre che il nome "Stato Islamico" non sia adeguato perché il gruppo "non è né islamico, né uno Stato". Per questa ragione si usa talora il nome Daesh (acronimo arabo equivalente a ISIS, ma percepito come dispregiativo) o l'espressione "l'autoproclamato Stato Islamico".

È un'organizzazione estremista islamica, d'ispirazione salafita, che considera il jihad globale un dovere di ogni musulmano e mira a fondare uno Stato fondamentalista salafita e quindi sunnita, in Iraq, Siria e altre parti del Levante. L'UNIONE EUROPEA Dopo la seconda guerra mondiale, l'integrazione europea apparve come un antidoto ai nazionalismi estremi che avevano precedentemente devastato il continente, cosa che ha portato direttamente alla fondazione del Consiglio d'Europa nel 1949, il primo grande sforzo per riunire le nazioni d'Europa, inizialmente dieci. Il Consiglio si concentrò principalmente sui valori umani e democratici, piuttosto che su questioni economiche o commerciali, ma nel 1952, deluso da ciò che consideravano la mancanza di progressi in seno al Consiglio d'Europa, sei nazioni decisero di andare oltre e crearono la Comunità europea del carbone e dell'acciaio, che fu dichiarata "un primo passo nella. Il trattato instaurò un mercato comune del carbone e dell'acciaio, abolendo le barriere doganali e le restrizioni quantitative che frenavano la libera circolazione di queste merci. La prima unione doganale fra paesi europei, la cosiddetta Comunità economica europea, CEE, fu istituita mediante il Trattato di Roma del 1957 firmato da Belgio, Francia, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi e Germania occidentale. Firmarono anche un altro patto che istituiva la Comunità europea dell'energia atomica (Euratom) per la cooperazione nello sviluppo dell'energia nucleare. Nel 1965 fu raggiunto un accordo e il 1° luglio 1967 il Trattato di fusione creò un unico insieme di istituzioni per le tre comunità, che vennero collettivamente denominate Comunità europee. L'indiscutibile successo del mercato comune non fu di per sé sufficiente a stimolare il rafforzamento politico delle istituzioni comunitarie. Solonella metà degli anni '70 si ebbero due novità importanti: l'elezione del Parlamento europeo e l'istituzione dello Sme (Sistema Monetario Europeo). Nel decennio successivo, il processo di integrazione fu rilanciato dalla firma dell'Atto unico europeo (che)
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Publisher
A.A. 2021-2022
37 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Roby_13 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Suor Orsola Benincasa di Napoli o del prof Capozzi Eugenio.