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L'invasione della Polonia era avvenuta senza che le potenze occidentali intervenissero,
aldilà di un inutile dichiarazione di guerra. Questa passività convinse Hitler ad avviare
nei mesi successivi altre operazioni militari verso occidente: Norvegia e Danimarca
erano i prossimi obiettivi. Il 1 marzo iniziava l'invasione dei due paesi nordici: la
Danimarca si arrese dopo poche ore, mentre l'esercito norvegese attento una breve
resistenza.
Il passo successivo era l'attacco contro la Francia. Qui Hitler mostrò una notevole
capacità strategica: appoggiò la proposta del generale Von Manstein di attaccare la
Francia nel punto più difcile, nella zona boscosa delle Ardenne, dove le fortifcazioni
presentavano delle lacune.10 maggio inizio l'attacco contro Belgio e Olanda. Le
divisioni corazzate tedesche avanzavano ad una tale velocità da rendere inutile la linea
difensiva francese. In pochi giorni erano giunte sulle coste della Manica, intrappolando
gran parte del corpo britannico, oltre al residuo di truppe francesi e belghe. Il governo
inglese inizio alle operazioni di evacuazione. Quando Hitler decise di attaccare gli
inglesi con i bombardamenti aerei, la gran parte dei militari alleati (340.000) era già
stata portata in salvo.
La campagna contro la Francia, che era costata alla Germania circa 50.000 caduti,
portò alla cattura di 1,5 milioni di militari francesi e vendicò lo smacco di Versailles. I
tedeschi di trasformarono il lavoratori coatti.
Con riluttanza, Hitler, il 1 agosto 1940, diede l'ordine di attaccare la Gran Bretagna dal
cielo. A causa della superiorità tecnica delle armi inglesi, lo scontro si risolse con la
supremazia della Gran Bretagna e con perdite sempre più pesanti da parte tedesca.
Queste perdite spinsero Hitler a concentrarsi sui bombardamenti notturni, fno al
terribile bombardamento del 14 novembre su Coventry, con 450 bombardieri, che
costò la distruzione del centro storico in un migliaio di vittime. Poche settimane dopo,
Hitler, reso sì conto che la battaglia era perduta, diede ordine di porvi fne.
Prof. Botta ESAME DI STORIA CONTEMPORANEA Pag. 12
Cap. 12 - La guerra ideologica oriente e lo sterminio degli ebrei
Attacco contro l'unione sovietica nel giugno 1941 rese la guerra incomparabile rispetto
i confitti precedenti. Hitler considerava l'immensa Russia come l'area ideale in cui il
germanesimo avrebbe dovuto espandersi.
Il Fuhrer tendeva a considerare l'apparato militare sovietico debole, secondo l'assunto
che gli ebrei non sarebbero capaci di costruire degli Stati duraturi. Questa
sottovalutazione indusse Hitler ad esprimere sin dall'avvio dell'operazione "Barbarossa"
un notevole ottimismo: progettò un attacco in profondità che avrebbe dovuto
raggiungere, prima dell'inverno, Mosca e gli Urali.
Fu poco cauto attaccare ad oriente senza aver prima debellato la Gran Bretagna. Ma
nella lunga lotta prevista contro l'Inghilterra, le materie prime interne si sarebbero
esaurite: era perciò necessario acquisirne quante più possibile dall'esterno, soprattutto
in unione sovietica. I piani davano anche per scontato che una parte della popolazione,
considerata "consumatrice inutile", avrebbe dovuto essere eliminata o spostata verso
la Siberia (30000.000 di persone). I tempi di attacco contro l'unione sovietica vennero
allungati dalla necessità di intervenire contro la Jugoslavia, che doveva essere
allineata alla Germania per proteggere il fanco meridionale dell'attacco: a fne marzo
1941 a Belgrado ci fu un colpo di stato che spazzò via il governo flo tedesco e mise il
potere il flo inglesi; inoltre, a ciò si aggiunse la richiesta d'aiuto lanciata da Mussolini,
bloccato sul fronte greco-albanese. Per sistemare questi due problemi, il 6 aprile fu
lanciato un attacco sulla Jugoslavia, a cui parteciparono anche le truppe italiane. In
pochi giorni l'esercito jugoslavo fu soggiogato ed il 27 aprile le truppe tedesche
entravano ad Atene. L'intera penisola balcanica era sotto il controllo congiunto di
tedeschi e italiani.
Il 22 giugno 1941, lo stesso giorno in cui 129 anni prima Napoleone aveva iniziato
l'invasione della Russia, un esercito di oltre 3 milioni di combattenti, 3600 carri armati e
7000 pezzi di artiglieria, scatenava la più grandiosa campagna della storia.
Grazie il fattore sorpresa e ad una migliore organizzazione, le armate corazzate
avanzarono velocemente e in ottobre erano quasi alle porte di Mosca e di Leningrado.
Le perdite sovietiche ammontarono ad oltre 2 milioni di caduti, dispersi e prigionieri. In
autunno, il fango ed il freddo fecero inceppare la macchina bellica tedesca. La
controfensiva costò ai tedeschi più di 200.000 caduti e quasi mezzo milione di
prigionieri: fu un colpo durissimo per Hitler, abituato ai successi.
Egli non si sentiva in buone condizioni fsiche e riteneva di dovere perciò agire in fretta.
(Probabilmente per questo, L'11 dicembre 1941 arriva la decisione di dichiarare guerra
agli Stati Uniti).
I tempi previsti per l'attuazione del piano di rimpatrio dei tedeschi sparsi in Europa
erano di circa 25 anni. Da subito, i nuovi arrivati ebbero difcoltà di inserimento, anche
perché lo spazio efettivamente disponibile era più ridotto di quanto i pianifcatori
avessero ipotizzato: gli immensi territori che Hitler aveva immaginato vuoti e
disponibile alla costruzione di uno spazio vitale germanico si rivelavano afollati. Così,
nel gennaio del 1944, ben 278.000 dei rimpatriati (circa un terzo del totale), si trovava
ancora in campi provvisori. La colonizzazione suscita una forte resistenza armata, fno a
costringere i tedeschi a porvi fne.***
Ad eccezione di piccoli gruppi di maschi adulti in grado di svolgere lavori essenziali
per l'economia di guerra, veniva efettuata all'eliminazione sistematica di tutti gli ebrei.
Alle uccisioni programmate si aggiungevano violenze su donne e bambini e ogni sorta
di umiliazioni, come costringere gli ebrei a bere il fango dalle buche o pulire le latrine a
mani nude. Il singolo massacro più sanguinoso fu quello alla periferia di Kiev: in due
giornate, 29 e 30 settembre 1941 vennero massacrati 33.771 ebrei, perlopiù donne,
anziani e bambini. I corpi furono gettati in una fossa, poi ricoperta di sabbia per far
sparire le tracce.
A questa prima fase dello sterminio partecipò anche la Romania La mortalità nei ghetti
gestiti dai rumeni era molto elevata: degli oltre 200.000 ebrei in mano i rumeni
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deceduti durante la guerra per cause violente, circa la metà deve essere attribuita a
questa fase di espulsione e di ghettizzazione selvaggia.
I ghetti rappresentavano la soluzione ideale allo sterminio degli ebrei: gli abitanti
sarebbero primo poi morti per fame e malattie. Tuttavia, queste stesse malattie,
rischiavano anche di difondersi in modo incontrollato fuori dai recinti del ghetto;
inoltre, la mortalità nei ghetti era molto elevata ma si trattava di un processo lento e
nel frattempo, i ghetti dovevano comunque essere tenuti in vita e questo costava.
E gli amministratori dei ghetti avanzavano un'obiezione di fondo: l'economia di guerra
aveva bisogno di manodopera e nei ghetti erano concentrati migliaia di operai
utilizzabili. Nei mesi seguenti decine di migliaia di ebrei vennero messi al lavoro in
fabbrica improvvisate dove, in condizioni durissime, producevano ciò che veniva
richiesto dagli occupanti. Il costo era tutta via molto elevato e i responsabili tedeschi
pretendevano di scremare la popolazione del ghetto, per eliminare le bocche inutili di
ridurre i costi di mantenimento.
La macchina della deportazione iniziava a mettersi in moto. Alla base della svolta
alcune ordinanze emanate alla fne del 1941 che toglievano a tutti gli ebrei la
cittadinanza, completando il percorso iniziato nel 1935 con le leggi di Norimberga.
Le deportazioni iniziarono a novembre. Fu necessario trovare ben presto un sistema il
più possibile rapido e indolore (per i carnefci) per eliminare grandi numeri di vittime: le
fucilazioni attuate nei mesi precedenti avevano evidenziato un elevato costo
psicologico, provocando un forte logoramento dei carnefci.
A marzo 1942 è ben Izio la cosiddetta Aktion Reinhard, ovvero lo sgombero completo
dei ghetti del Governorato generale, salvo un numero limitato di ebrei destinati al
lavoro. Anche il lavoro era inteso come forma di assassinio, anche se con tempi più
dilatati( a causa della mancanza di risorse-cibo adeguato e alloggi-e della durezza del
lavoro a cui erano costretti, gli studiosi hanno parlato di "assassinio per mezzo del
lavoro"). L' Aktion Reinhard costò in poco più di sei mesi circa 1 milione e mezzo di
vittime.Lo sterminio dei pochi ebrei rimasti in Polonia fu completato nella primavera
del 43, in un'operazione che fu denominata "festa per il raccolto".
Nel quadro di questi rastrellamenti fnali che si colloca la sollevazione del ghetto di
Varsavia: 19 aprile 1943 forze tedesche ben armate penetrarono in ciò che rimaneva
del ghetto, incontrando una disperata resistenza da parte di gruppi soprattutto dei
giovani che, nei mesi precedenti, avevano raccolto armi e preparato una resistenza a
casa per casa. Tuttavia, il 16 maggio viene fatto esplodere alla grande sinagoga nel
ghetto.
Hitler esercitò pressioni anche sugli alleati per la consegna dei compatrioti di religione
ebraica alla macchina dello sterminio: in forme diverse, tutti gli Stati alleati e satelliti
avevano, fn da prima della guerra,introdotto leggi discriminatorie nei confronti degli
ebrei che vivevano all'interno dei propri confni. Si può dire perciò che lo sterminio
degli ebrei d'Europa sia stato un fenomeno che ha coinvolto tutto il continente.
Punto di concentrazione del fusso di ebrei deportati da tutta Europa divenne nel corso
del 1942 Auschwitz. Istituito nel giugno 1940, in una posizione favorevole dal punto di
vista delle comunicazioni ferroviarie, venne successivamente ampliato con l'aggiunta
di un campo, Birkenau, destinato allo sterminio.
Qui, il sistema "industriale" di eliminazione di massa venne messo in atto nel modo più
completo, dopo le prove di utilizzo dell'antiparassitario Zyklon B per uccidere gli ebrei
in locali sigillati, camufati come docce.
Il campo operò fno al 1945, quando una parte dei detenuti fu evacuata prima
dell'arrivo delle truppe sovietiche, che liberarono il campo il 27 gennaio. Le stime
parlano di più di 1 milione di vittime, ma qualcuno arriva ipotizzare 1,5 milioni, il 90% dei
quali ebrei. Il contingente nazionale più rilevante è quello di ebrei ungheresi, che
ammontano a circa 433.000
Cap. 13 - Stalingrado e la comunità di popolo di fronte alla guerra totale
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