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Estratto del documento

SISTEMA DI PIANO:

SOCIALISMO ECONOMIA DI MERCATO CAPITALISMO

-Centralizzato: gruppo dirigente 1) Organizzazione del processo -Decentralizzato: scelgono i

che sceglie per i consumatori. decisionale soggetti economici: individui,

famiglie e imprese attraverso il

mercato.

-Rapporti verticali -Rapporti orizzontali

-Piano Gosplan: che concorda 2) Meccanismi di raccolta di -Mercato: coordinamento attuato

le attività economiche, scelte e informazioni e coordinamento tra numerosi centri di produzione

fatte dai pianificatori. attività economiche e consumo collegati da reti di

scambio.

-Collettiva 3) Proprietà dei mezzi di -Privata

traduzione (terre, capitali, lavoro)

-Incentivi morali: per il 4) Meccanismi per fissare gli -Profitto

benessere collettivo obbiettivi, cioè INCENTIVI

-Staccanovismo: Stakanov era

un operaio russo che lavorava

anche oltre i suoi orari, è stato

usato come esempio.

11) TOTALITARISMI

Tutti i totalitarismi visti nel corso della storia, hanno avuto le seguenti caratteristiche:

1. Ideologia che abbraccia tutti gli aspetti dell’esistenza umana: tutti gli individui

devono accettare questa ideologia, che si pensa sia millenaristica. Si pone come

obbiettivo una società perfetta.

2. Partito unico di massa guidato da uno solo: un capo carismatico. E’ organizzato

in modo gerarchico è votata al principio del capo, a cosa dice e a cosa vuole lui.

3. Sistema di terrore fisico e psichico: esercitato e attualizzato dal partito e dalla

polizia.

4. Monopolio di tutti i mezzi di comunicazione: propaganda in mano al capo (radio,

cinema).

5. Monopolio dell’uso effettivo di tutti gli strumenti che includono le Forze

Armate.

6. Controllo centralizzato e la guida dell’intera economia attraverso un sistema

burocratico.

NAZISMO:

Agli inizi Hitler era un individuo marginale, era a capo d una piccola formazione, il Partito

nazionalsocialista dei lavoratori tedeschi (Nsdap). Fino al ’29, questo partito rimase marginale,

ma già si serviva della violenza contro gli avversari politici e fondava la sua forza soprattutto su

un’organizzazione armata, la SA (reparti d’assalto). Dopo il fallimento del colpo di Stato a Monaco,

sull’esempio di Mussolini, egli cercò di dare al partito un aspetto più rispettabile. Egli aveva dei

progetti a lungo termine, che elencò in un libro che scrisse durante i suoi anni di prigione, “Mein

Kampf” (la mia battaglia). In questo libro sono racchiuse tutte le idee antisemite, le concezioni

darwiniane della vita come continua lotta in cui solo i forti possono sopravvivere. Hitler credeva

nell’esistenza di una razza superiore, quella ariana. Per poter realizzare tutti i suoi sogni, egli

doveva schiacciare i nemici interni, quindi primi fra tutti gli ebrei, considerati un popolo senza

patria, causa della decadenza della civiltà europea, popolo di approfittatori filo marxisti.

Con lo scoppio della crisi del ’29, la popolazione tedesca perse ogni fiducia nella Repubblica, e nei

partiti che in essa si identificavano. In questa situazione, i nazisti trassero vantaggio dalla

disperazione e delusione della popolazione, offrendogli cambiamenti, facendogli promesse. Inoltre

chi sarebbe entrato a far parte dei nazisti, sarebbe entrato in un gruppo di eletti. Arrivati all’apice

della crisi, nel ’32, ci furono le elezioni, pur di non dare il potere ad Hitler, venne rieletto il vecchio

Hindenburg. Ma nelle due successive elezioni politiche, il nazismo divenne il primo partito, in

quanto ormai tutti erano convinti che solo loro potevano governare.

Il 30 gennaio 1933, Hitler diventa capo del governo. I conservatori credevano di averlo ingabbiato,

ma si renderanno conto ben presto che non è cosi. Differentemente da Mussolini, a Hitler bastò

pochissimo per creare un regime totalitario senza eguali. La prima occasione gli si presentò

quando una notte il Reichstag,cioè il Parlamento venne incendiato, i nazisti utilizzarono

l’avvenimento come pretesto per incolpare i comunisti, molti dei quali furono incarcerati. Il

prossimo obiettivo di Hitler era abolire il Parlamento, e cosi fu, si approvò una legge suicida che

conferiva pieni poteri al governo, anche quello di legiferare e di modificare la costituzione. Dopo

poco Hitler emanò una legge nella quale si diceva che l’unico partito consentito in Germania era

quello nazista. Gli rimanevano solo due ostacoli: l’ala estremista del nazismo, cioè le SA, e il

presidente Hindenburg. Per eliminare il primo nemico, Hitler procedette con le armi alla mano,

arrestando le SA, nella cosiddetta “notte dei lunghi coltelli”. Hindenburg invece morì dopo poco

tempo. Quindi Hitler diventava cancelliere e capo di Stato. Nasceva il Terzo Reich (il terzo impero,

in quanto il primo era stato il Sacro Romano Impero e il secondo quello caduto nel 1871), nel quale

si doveva realizzare il principio del capo, il Fuhrer, che aveva una missione da compiere a nome di

tutto il popolo. Da questo momento in poi, il fuhrer iniziò un’opera di eliminazione della razza

ebrea, in particolare emanarono le Leggi di Norimberga, che tolsero agli ebrei tutti i diritti, anche

quelli di matrimonio tra ebrei e non ebrei. In una notte chiamata “Notte dei cristalli” (per via di molte

vetrine dei negozi ebrei che furono infrante), essi vennero trasferiti nei ghetti, per poi andare nei

campi di concentramento. Si doveva arrivare ad una soluzione finale del problema, cioè uno

sterminio vero e proprio dell’intero popolo ebraico. Il fuhrer poteva contare su un forte apparato

repressivo, composto dalla Gestapo, dalle SS (guardie del corpo di Hitler), che controllavano la

vita pubblica e privata dei cittadini.

Ma come fece Hitler ad ottenere il consenso? Innanzitutto per i suoi successi in politica estera,

inoltre egli stimolò l’orgoglio patriottico dei tedeschi, facendogli provare una sensazione di rivincita.

Ci fu poi la ripresa economica, grazie al programma di lavori pubblici e riarmo che diminuirono

moltissimo la disoccupazione. Ma la maggiore novità fu l’applicazione del Fuhrerprinzip nei luoghi

di lavoro, in cui l’imprenditore era il capo assoluto dell’azienda. Infine Hitler ebbe una grande

capacità nello sfruttare la propaganda, stampa, parate, cerimonie, discorsi, cinema, diffondevano

un idea di popolo bello e sano, fondato sui valori della patria. Il governo nazista fu il primo governo

a creare un Ministero della Propaganda, capeggiato da Goebbels, che affermava che bisognava

colonizzare anche l’inconscio dei tedeschi, che dovevano appartenere alla razza ariana anche

quando dormivano. La prima

importante decisione hitleriana in politica estera, fu il ritiro della delegazione tedesca dalla

conferenza internazionale di Ginevra, in cui le grandi potenze cercavano di trovare un accordo

sulla limitazione degli armamenti. E in seguito il ritiro della Germania dalla Società delle Nazioni.

Hitler mostrava molto chiaramente di non sentirsi legato allo “spirito di Locarno”. Ciò destò allarme

in tutta Europa. Nel 1938, Hitler ottenne l’annessione dell’Austria (Anschluss), che da aveva già

tentato di fare in precedenza ma fu bloccato da alcune truppe mandate da Mussolini sul Brennero.

Appena chiusa la situazione austriaca, Hitler aveva ne aveva già un’altra, quella dei Sudeti, ovvero

i tedeschi che vivevano entro i confini della Cecoslovacchia. Anche qui Hitler sperava in

un’annessione della regione dei Sudeti e alla distruzione dello stato cecoslovacco (alleato con

Francia e Russia). Il governo britannico, per la seconda volta non ebbe nulla in contrario alla

richiesta di Hitler, in quanto credeva sarebbe stata l’ultima. Nel 1939 la Cecoslovacchia viene

conquistata da Hitler, che crea una Repubblica Collaborazionista dai Cechi, mentre gli Slovacchi

erano occupati, ed è per questo che nasce la Repubblica Slovacca e la Repubblica Ceca.

STALINISMO:

La prima importante decisione presa da Stalin, fu di porre fine alla Nep, in quanto era convinto che

solo un deciso impulso all’industria pesante, avrebbe potuto fare dell’Urss una grande potenza

militare. Quindi era necessario che lo Stato acquistasse il controllo completo dei processi

economici. Ma ci fu da subito un ostacolo, proveniente dai contadini benestanti, i kulaki, i quali

furono accusati di arricchirsi alle spalle del popolo e di affamare la città non consegnando allo stato

la quota di prodotto dovuta. Stalin proclamò la necessità di una collettivizzazione del settore

agricolo (non esiste più la proprietà privata, ci sono territori appostiti per coltivare) e di eliminare i

kulaki come classe. Milioni di contadini vennero deportati in campi di lavoro forzato o uccisi. Il

risultato fu una grande carestia, culminata nel biennio 1932-33.

Eliminato il “nemico”, Stalin poteva procede con il suo programma, che definì rivoluzione

dall’alto, che consisteva in uno spostamento di risposte economiche e energie umane, per

sviluppare l’industrializzazione. Iniziò la cosiddetta economia di piano: fu creato un primo piano

quinquennale per l’industria, che fissava una serie di obbiettivi da perseguire. La crescita del

settore fu imponente. Stalin aveva la fortuna di

poter godere di un onnipotente apparato burocratico, tanto che fini con l’assumere il ruolo di capo

carismatico, quindi guida e padre del suo popolo, l’autorità politica suprema. La letteratura, il

cinema, la musica, le arti furono sottoposte a grande censura e costrette a svolgere una funzione

propagandistica entro i canoni del realismo socialista, cioè descrivere solo la realtà sovietica.

Il periodo dell’anno 1934, viene comunemente chiamato, il periodo delle grandi purghe, in cui

contadini, commercianti, tecnici, furono accusati di sabotare lo sforzo produttivo, e uccisi. Furono

mandati anche in campi di lavoro o di concentramento, i cosiddetti Gulag (campi di

concentramento peggiorativi rispetto ai lager tedeschi), molto spesso le vittime venivano prelevate

dalle loro case, fucilate o deportate nei campi senza nemmeno sapere qual’era la loro colpa, altri

furono sottoposti a processi pubblici. Il conto totale delle vittime dello stalinismo ammontò a 11

milioni.

-Nel 1934 l’Urss entra nella Società delle nazioni, e l’anno dopo crea un’alleanza militare con la

Francia (il cui governo era presieduto per la prima volta da un socialista, Leon Blum).

GUERRA DI SPAGNA:

Tra il 1936 e il 1939, la Spagna fu sconvolta da una sanguinosa guerra civile. Dopo la dittatura di

Primo de Rivera e la caduta della monarchia, la Spagna aveva attraversato un periodo di grande

instabilità economica, queste tensioni condizionarono molto la vita politica della Spagna

repubblicana, anche se aveva una costituzione democratica molto avanzata. Si ved

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A.A. 2016-2017
33 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ilariacantoni di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia o del prof Bertella Paolo.