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Rivoluzioni di Natura Economica
Tra il 1870 e il 1914 l'economia capitalistica subì una serie di importanti trasformazioni, definite dagli storici come seconda rivoluzione industriale. Questa nuova fase ebbe inizio con una crisi di sovrapproduzione nel 1873 che portò ad un calo prolungato dei prezzi. Il settore che fu maggiormente colpito era quello agricolo, infatti, i progressi della navigazione a vapore avevano consentito ai prodotti agricoli nordamericani di raggiungere l'Europa, andando a provocare dure conseguenze per l'agricoltura europea; i governi cercarono di far fronte a questa situazione proprio adottando il protezionismo, strada che invece non fu seguita dalla Gran Bretagna.
Le società europee cambiano nel corso dell'800 proprio come conseguenza di queste trasformazioni economiche, comportando effetti in diverse direzioni:
Cominciano a inasprire i rapporti fra le grandi potenze europee, soprattutto a seguito delle spinte imperialiste e...
nuovi spazi commerciali -Affermazione di nuove potenze -Introduzione di forti innovazioni tecnologiche che producono conseguenze sia sugli assetti sociali che sull'organizzazione politicaNel corso dell'800 si sviluppa lungo due direttrici, ossia il sud africa che era già stata preda dellemire espansionistiche di Francia e regno unito e che diventa un terreno di sviluppo dellaglobalizzazione a causa del fatto che finisce per essere di forte contesa anche per Italia e Germania, soprattutto verso la fine del secolo.
La seconda direttrice è verso l'oriente, la globalizzazione qui segue una traiettoria indiana (che inquesto secolo fa parte dell'impero britannico) e uno nuovo rappresentato dalla Cina e l'obiettivo quiè quello di allargare il mercato delle potenze europee andando a monopolizzare anche quell'area. Apartire dagli anni 30 dell'800 infatti anche la Cina entra nelle mire espansionistiche prima dellaGran Bretagna e poi della Francia e gli eventi che scandiscono ciò sono le due guerre dell'oppio, pur non trattandosi di conflitti armati, sono contrasti di nature commerciali.
L'ultima si conclude con il trattato di Pechino, aprendo i rapporti tra le potenze europee e la Cina. Quando scoppiano questi "conflitti" la Cina è un impero che è estremamente arretrato economicamente, lo definiscono come un impero feudale, tradizionalista e conservatore oltre che isolato politicamente (anche sericchissimo di materie prime); attraverso le guerre dell'oppio per le potenze europee è facile conquistare questo paese. La prima guerra dell'oppio è un conflitto di natura diplomatica che nasce perché la Gran Bretagna commercializzava l'oppio prodotto in India anche in Cina dove però era illegale per cui ad un certo punto il governo imperiale cinese blocca l'attracco delle navi inglesi nei porti per evitare che scaricassero i carichi di oppio. La Gran Bretagna vince facilmente ottenendo la sigla di un trattato, quello di Nanchino. Questo rappresenta un primo passo per il controllo sull'area cinese.
Dato che il trattato consente alla Gran Bretagna l'accesso libero ai 4 porti principali della Cina e soprattutto le viene ceduto il controllo dell'isola di Hong Kong.
Seconda guerra dell'oppio scoppia su una dinamica simile alla prima, infatti porta ad una nuova crisi diplomatica che si conclude a vantaggio delle potenze europee perché al fianco della GB partecipa anche la Francia. Il secondo trattato consente, oltre alle condizioni già dettate da quello precedente, alle navi occidentali di percorrere anche le vie fluviali interne che diventano la principale via di comunicazione interna.
Il caso della Cina, per gli storici, è quello di un paese che favorisce l'apertura di un mercato globale ma che finisce per ritardare, così facendo, il proprio sviluppo economico, non facendo diventare la Cina una grande e nuova potenza economica perché resta fortemente controllata dalle potenze occidentali.
- affermazione di nuovi stati-
Economicamente parlando, i paesi del nord sono più simili al modello europeo. Nonostante ciò, la crescita economica non corrisponde alla fine dell'isolazionismo politico, infatti rimarranno ancora fermi nella dottrina Monroe.
Un altro fronte da considerare è quello orientale, ovvero il Giappone. Il punto di partenza per lo sviluppo economico è molto simile a quello della Cina, infatti è un impero arretrato dal punto di vista politico ed economico, oltre ad essere isolato dal punto di vista diplomatico. Gli Stati Uniti cercano di fare pressioni sul governo giapponese per aprire rapporti commerciali, firmando i "trattati ineguali" che pongono le premesse per assicurare agli USA un totale controllo del commercio con il Giappone. Tuttavia, gli USA non riescono a raggiungere questo obiettivo e, anzi, provocano un forte risveglio nazionalistico da parte del Giappone. Questo si traduce in una ribellione alle condizioni dei trattati ineguali, che coinvolge i grandi feudatari e la nobiltà giapponese.
regione della Manciuria. Questo conflitto, noto come guerra russo-giapponese, si conclude con una vittoria del Giappone, dimostrando al mondo la sua forza militare. Durante il periodo di crescita economica, il Giappone si concentra sull'industrializzazione e sulla modernizzazione delle infrastrutture. Vengono costruite nuove fabbriche, strade e ferrovie, e vengono introdotte nuove tecnologie. L'agricoltura viene migliorata attraverso l'uso di nuovi metodi e attrezzature. Parallelamente, il Giappone si espande anche a livello coloniale, acquisendo territori come Taiwan e la Corea. Questa espansione territoriale porta ad un aumento delle risorse e del potere del paese. Tuttavia, questa crescita economica e politica non è priva di conseguenze negative. L'industrializzazione porta ad un aumento delle disuguaglianze sociali e ad una maggiore sfruttamento dei lavoratori. Inoltre, l'espansione coloniale porta ad un aumento delle tensioni con altri paesi, in particolare con gli Stati Uniti. Nonostante queste sfide, il Giappone continua a crescere e a diventare una delle principali potenze mondiali. La sua economia si sviluppa ulteriormente durante la seconda guerra mondiale, grazie alla produzione di armi e all'espansione militare. In conclusione, la modernizzazione e l'industrializzazione del Giappone durante il periodo Meiji hanno portato ad un rapido sviluppo economico e politico. Tuttavia, questo sviluppo non è stato privo di conseguenze negative e ha portato ad un aumento delle tensioni internazionali.Manciuria.-innovazione tecnologiche-A favorire lo sviluppo di un mercato globalizzato sono I e II rivoluzione industriali, che partono dalla gb una nella fine del 700 e inizio dell'800 mentre l'altra più o meno tra gli anni 50-80 dell'800. Sono processi che portano gradualmente all'affermazione dell'economia capitalista con il passaggio ad economie di fabbrica rispetto a quelle agricole oltre ad affermare la definitiva affermazione dei modelli produttivi industriali.
Gli effetti globali che i due processi hanno avuto sono ad esempio la modernizzazione nelle capacità produttive e un aumento generalizzato della ricchezza degli stati che vengono coinvolti in questi due processi, e per effetto di queste c'è anche una trasformazione dell'assetto delle società europee. Tale aspetto comporta che la società europea diventi da esclusivamente agricola a caratterizzata dalla comparsa di un nuovo tipo sociale, cioè il...
proletariato (esclusivamente rivolto ai lavoratori di fabbrica). Queste trasformazioni economiche e sociali fanno anche emergere per la prima volta un problema al quale la cultura europea dovrà provare a dare una risposta: questione sociale, come definita dagli storici, problematica che si pone sia di fronte agli effetti della I rivoluzione industriale ma che ritorna con gli effetti della II, avendo però in questo passaggio un'inclinazione diversa. Questione sociale dopo la I rivoluzione industriale vuol dire come affrontare i problemi creati dall'economia capitalista, cioè constatare che tale economia crea ricchezza ma anche squilibrio e disuguaglianza, soprattutto nella distribuzione della ricchezza. (si cerca di correggere il capitalismo perché genera ricchezza e non distruggerlo come dirà Marx dopo la II rivoluzione). Dal punto di vista culturale la risposta all'emergere di questa questione sociale è il socialismo.
“Utopistico” che gli storici definiscono però romantico. Questione sociale dopo la II rivoluzione industriale, il proletariato si afferma come classe sociale e questo determina un modo diverso di declinare la questione sociale, assume diversi connotati rispetto a quelli che aveva avuto dopo la I. Prima infatti era come correggere il capitalismo mentre dopo diventa come difendere il proletariato in un sistema economico capitalistico che non si può correggere, per cui il modo nuovo di leggere la questione sociale è proprio come tutelare la classe sociale che paga di più gli effetti deleteri dell’economia capitalista. La risposta coincide con l’elaborazione della teoria di Marx e quindi l’affermazione del socialismo scientifico, che si basa su una concezione materialistica della storia per cui questa evolve secondo il susseguirsi di lotte di classe ma la base portante di ogni assetto sociale sono i rapporti economici partendo da una.
La constatazione cioè che nel corso dell'evoluzione delle lotte di classe la borghesia è stata la più grande forza rivoluzionaria, significa che è stata capace di portare avanti cambiamenti significativi nella società.