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Media caldi e freddi
«C’è un principio base che distingue un medium caldo (come la parola scritta/la stampa, il cinema o la radio) da un medium freddo (come la parola/ogni espressione orale rientrante nel discorso, la tv o il telefono)».
«È caldo il medium che estende un unico senso fino a un’alta definizione: fino allo stato, cioè, in cui si è abbondantemente colmi di dati» specialistici, specificamente riconducibili a uno o a due soli sensi. La fruizione dei contenuti trasmessi attraverso media caldi implica quindi:
- elevato livello di specializzazione informativa e sensoriale, in considerazione della netta preminenza di dati/info decifrabili attraverso uno o due sensi
- basso grado di completamento da parte del pubblico, non lasciano cioè molto spazio che il pubblico debba colmare
- basso grado di partecipazione IL MEDIUM CALDO ESCLUDE favorisce processi di assimilazione passiva che implicano un basso
livello di coinvolgimento sensoriale ed emotivo dovuto a tendenze specialistiche / aridità emotiva su larga scala / eliminazione del sentimento emozionale collettivo
"Un medium freddo comporta invece una bassa definizione sensoriale, in quanto contiene una quantità limitata di informazioni" decifrabili attraverso uno o due sensi specifici. La fruizione dei contenuti trasmessi attraverso media freddi implica quindi:
- basso livello di specializzazione informativa e sensoriale
- elevato grado di completamento ® ®
- elevato grado di partecipazione in profondità
IL MEDIUM FREDDO INCLUDE favorisce la partecipazione attiva di più sensi in fase di fruizione mediale, cui è riconducibile la repressione dell'egemonica specializzazione di valori di tipo visivo/l'assenza della netta separazione tra vista-suono-contenuto programmatico (dimensione semantica) tipica di culture visive permeate dall'influenza dell'alfabeto
fonetico.Implica quindi un considerevole coinvolgimento sinestetico ed emozionale del pubblico, più consapevole ededito alla valorizzazione di esperienze auditive o tattili«Dal punto di vista visivo, una fotografia è un fattore di alta definizione, mentre un cartoon comporta una bassadefinizione, in quanto contiene una quantità limitata di info visive. Il telefono è un medium freddo, o a bassa definizione,perché attraverso l’orecchio si riceve una scarsa quantità di info, e altrettanto dicasi, ovviamente, di ogni espressione oralerientrante nel discorso perché offre poco ed esige un grosso contributo da parte dell’ascoltatore.Viceversa, i media caldi non lasciano molto spazio che il pubblico debba colmare o completare; comportano perciò unalimitata partecipazione, mentre i media freddi implicano un alto grado di partecipazione o di completamento da parte delpubblico».«È naturale quindi che unmedium caldo come il cinema (o la radio) abbia sull'utente effetti molto diversi da quelli di un medium freddo come la tv (o il telefono). E ancora, un medium caldo ed esplosivo come l'alfabeto fonetico, portato a un alto livello di astratta intensità visiva ed è diventato tipografia (in riferimento alla parola stampata con la sua intensità, ripetitività specialistica) ha effetti ben diversi da quelli di un medium freddo come il geroglifico o l'ideogramma.
Se i media meccanici, per eccellenza altamente specialistici, possono essere definiti media caldi (capaci di detribalizzare), allo stesso modo l'antispecialismo e l'automazione insita nell'elettricità ne determina una connotazione fredda (che retribalizza). Un concetto associato tanto alle distinte tipologie di culture esistenti, quanto ai mutamenti culturali che hanno determinato nel tempo importanti transizioni socio-antropologiche, profondamente interrelati alle tipologie
mediali di volta in volta preminenti -imposte o comunque assimilate- e ai loro effetti:
«Le tecnologie specialistiche detribalizzano. La tecnologia elettrica non specialistica ritribalizza».
«La nuova strutturazione e configurazione elettrica della vita s’oppone agli antichi procedimenti lineari e frammentari e agli strumenti d’analisi dell’era meccanica. Si sta passando sempre più dallo studio del contenuto dei messaggi a quello del loro effetto totale. L’interesse per l’effetto anziché per il significato è una novità fondamentale dell’era elettrica, in quanto l’effetto mette in gioco la situazione totale e non un solo, specifico livello d’informazione».
Cfr. «L’aspirazione della nostra epoca alla totalità è un complemento naturale della tecnologia elettrica».
«Una gerarchia tribale e feudale di tipo tradizionale si sfalda rapidamente al contatto con
il progresso tecnologico, che ha portato all'accelerazione degli scambi e dell'informazione, ha anche frammentato la struttura tribale della società. L'introduzione di medium caldi come il denaro, la ruota e la scrittura ha contribuito a questo processo. Tuttavia, l'avvento di medium freddi come l'elettricità ha il potenziale per ristabilire uno schema tribale di coinvolgimento intenso. Secondo l'autore, il primo effetto della tecnologia elettrica è stato l'ansia. Attualmente, sembra che il principale effetto sia la noia. Questo è un risultato naturale del passaggio attraverso le fasi di allarme, resistenza e spossatezza che si verificano in ogni malattia o situazione critica, sia a livello individuale che collettivo. Il tracollo che abbiamo sperimentato dopo il nostro primo scontro con il mondo elettrico ci ha preparato ad affrontare nuovi problemi. Paradossalmente, il progresso tecnologico che ha portato all'ansia e alla noia può anche essere visto come un'opportunità per affrontare e superare queste sfide.«certi paesi che sono stati poco permeati dalla cultura meccanica e specialistica (ritenuti quindiarretrati) si trovano oggi assai meglio preparati ad affrontare e capire la tecnologia elettrica.
Le culture arretrate e non industriali, quando s’imbattono nell’elettromagnetismo, non devono superare abitudinispecialistiche e riescono ancora a conservare e a utilizzare la loro tradizionale cultura orale che ha, in fondo, lo stessocarattere di campo totale e unificato tipico dell’elettricità.
Le regioni, invece, da lungo tempo industrializzate, che hanno automaticamente eroso le proprie tradizioni orali (infavore della preminenza del senso della vista), rischiano di doverle riscoprire per poter affrontare l’età elettrica».
E sebbene «intere culture potrebbero essere riprogrammate in modo da mantenere la stabilità del loro clima emozionale6(attraverso i media) nello stesso modo in cui si conserva l’equilibrio nelle economie
“I media sono gli strumenti che hanno il potere di plasmare e influenzare le nostre vite. Come afferma Marshall McLuhan nel suo libro ‘Understanding Media: The Extensions of Man’, ‘i media sono le estensioni dell’uomo’. Essi ci permettono di comunicare, condividere informazioni e accedere a contenuti provenienti da tutto il mondo. Tuttavia, come tutti gli strumenti, anche i media hanno effetti diversi a seconda del contesto culturale in cui vengono utilizzati.’
Ad esempio, “le cose cambiano moltissimo a seconda che un medium caldo sia usato in una cultura calda (quella industrializzata, meccanizzata) o in una cultura fredda (tribale o permeata dall’elettricità nel caso dell’epoca attuale). Una cultura fredda o a basso livello di alfabetismo non può accettare media caldi come la radio o il cinema a puro titolo di svago. Essi diventano fatti radicalmente sconvolgenti come lo è stato il medium freddo della tv per il nostro mondo (caldo) ad alto livello d’alfabetismo, perché ciò che nei nostri media noi consideriamo svago o divertimento a una cultura fredda appare inevitabilmente una forma violenta di agitazione politica”.
E ancora, parlando in via generale, “se si applicassero ai paesi gli stessi aggettivi usati per i media, i paesi caldi sarebbero quelli industrializzati, meccanizzati, ad alto livello di alfabetismo, mentre i paesi freddi sarebbero quelli tribali o con un basso livello di alfabetismo. Questo ci fa capire come i media siano strettamente legati al contesto culturale in cui vengono utilizzati e come i loro effetti possano variare notevolmente da una cultura all’altra”.
Potremmo dire che le nazioni arretrate sono fredde e noi siamo caldi; che l'uomo di campagna è freddo e l'uomo di città è caldo. Ma tenendo conto del capovolgimento dei procedimenti e dei valori verificatosi con l'era elettrica, possiamo dire che era calda l'epoca ormai passata della meccanica, mentre siamo freddi noi dell'era televisiva. "Noi l'avanguardia la troviamo nel freddo e nel primitivo, con la sua promessa di profondo coinvolgimento e di coesione integrale". Cfr. "Noi viviamo miticamente (in un'età divenuta fredda dopo l'avvento dell'energia elettrica) ma continuiamo a pensare frammentariamente e su piani distinti (secondo gli antichi schemi dell'età calda industrializzata)". Mai dimenticare tuttavia che l'eccessivo riscaldamento, al pari dell'eccessivo raffreddamento, di una società o di uno o più sensi, comporta seri rischi; da un lato,
L'impossibilità di giungere a una totale partecipazione dei sensi a causa di un riscaldamento tale da consentire a un solo senso il controllo egemonico della situazione (questo il caso della vista in una cultura calda), dall'altro, furiose operazioni di riempimento e di completamento dei sensi che si rivelano pure allucinazioni (in una cultura fredda). "Insomma il riscaldamento di un unico senso tende a produrre ipnosi mentre il raffreddamento di tutti i sensi tende a sfociare nell'allucinazione". Inutile negare che secondo lo studioso "ci stiamo avvicinando a un modo automaticamente controllato in cui si potrà dire: 'Per la settimana prossima dobbiamo programmare nel Sudafrica venti ore in più di tv per raffreddare la temperatura tribale aumentata la settimana scorsa dalla radio'". Sarebbe come dire che passare dal freddo al caldo è stato come passare dal caldo al freddo. McLuhan cita in proposito
L'amore manifestato da Mumford per la civiltà ateniese in La città nella storia, opera in cui indica una preferenza per le città fredde, o strutturate casualmente, rispetto a quelle calde e intensamente riempite. Il grande periodo di Atene fu secondo lui quello "nel quale sopravvivevano le abitudini democratiche di vita e di partecipazione del villaggio, tutte le forme dell'espressione e dell'esplorazione umana impossibili nei centri urbani altamente sviluppati, poveri di occasioni di partecipazione e rigorosi nelle loro richieste di frammentazione specialistica".
3. CAPOVOLGIMENTO DEL MEDIUM SURRISCALDATO
La diversa percezione dei media sulla base del contesto culturale di riferimento viene qui esplicata rievocando eventi risalenti agli anni della contrapposizione politico-ideologica tra America/mondo occidentale/ideologia democratico-capitalista e Russia/mondo orientale/totalitarismo filocomunista estraneo.
All'internazionalismo del mercato, contrapposizione nota con il nome di Guerra fredda (1947-1991). Nel 1963, sui giornali appariva la notizia dell'inaugurazione della cosiddetta "linea calda tra Mosca e Washington", una linea di comunicazione d'emergenza.