vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
CURA
Nel corso del XX sec, in tutti i paesi sviluppati, le tensioni collegate alla trasformazione
demografica e ai mutamenti dei modelli di vita, hanno modificato radicalmente la struttura
dei bisogni sociali avviandosi verso nuovi rischi: non autosufficienza, precarietà lavorativa,
esclusione sociale, difficoltà di conciliazione fra responsabilità lavorative e familiari. Ciò ha
alterato la proporzione tra domande e offerta di cura all’interno della famiglia, richiedendo
una ridefinizione delle prestazioni sociali. L’invecchiamento delle reti familiari, e l’aumento
dell’occupazione femminile, sono considerate come le cause che hanno modificato il
rapporto tra domanda di cura e domanda di reddito. La crescente domanda di cura,
collegata all’aumento dei bisogni della popolazione anziana, diventa una problematica in
un contesto composto da forme di contenimento della spesa pubblica da parte dei governi.
Poiché le modifiche della struttura familiare, sono destinate a riflettersi anche nel sistema
delle relazioni, nel momento in cui le reti familiari, sono alle prese con l’invecchiamento,
anche la gestione familiare della cura diventa complessa. L’aumento dell’instabilità
coniugale, l’incremento dei tassi di divorzio, dei nuovi matrimoni e altre forme di
convivenza, coinvolgono le solidarietà di coppia e lo scambio intergenerazionale, con
ricadute sugli equilibri delle relazioni di cura. Secondo Cowgill, il cambiamento sociale
nelle società contemporanee, ha suscitato una crescente preoccupazione per la continuità
e la coesione di reti di solidarietà intergenerazionali. Tali sviluppi, hanno migliorato la
qualità della vita in generale, ma hanno anche favorito la nascita di ideologie individualiste
e il rafforzamento di alcuni valori rispetto ad altri. C’ è da dire che spesso, la separazione
domiciliare, non sempre compromette i rapporti intergenerazionali, anzi li rafforza;
un’intimità a distanza favorisce la stabilità e la durata delle relazioni tra genitori e figli.
Alcune ricerche, sul rapporto tra sistemi familiari e modelli di cura, hanno rilevato che le
famiglie non conviventi possano continuare a fornire livelli di assistenza anche attraverso
la vicinanza abitativa in modo da favorire l’assistenza ai membri fragili della famiglia. Il
processo di invecchiamento della popolazione, ha ampliato l’attenzione sulle esigenze
degli anziani, ma anche sugli adulti in generale poiché le questioni collegate alla cura,
sono collegabili a persone con problemi di disabilità, tossicodipendenza, patologie
croniche di tipo neurologico ecc…Sarasa, analizza come le responsabilità e le modalità
del prestare aiuto, siano collegate alla divisione del lavoro domestico all’interno della
famiglia. Si può osservare come le possibilità di cura all’interno delle famiglie, siano
molteplici con dirette conseguenze sulla qualità della vita del caregiver e sulla presenza
della donna nel mercato del lavoro. Le tradizionali forme di conciliazione (orari di lavoro
agevolati, permessi retribuiti, congedi per maternità), rendono ancora più difficile la
gestione del tempo da dedicare alla cura.
Le reti familiari alle prese con l’invecchiamento: l’aumento delle speranza di vita modifica
la struttura generazionale delle famiglie, l’invecchiamento della popolazione concorre a
modificare in modo rilevante le strutture e i legami familiari all’interno dei quali si
determinano i ruoli e rapporti intergenerazionali. Attualmente, stiamo assistendo al
fenomeno che Bengson chiama estensione generazionale caratterizzata dalla presenza di
più generazioni in vita e da un divario d’età significativo e un minore numero di
componenti. È un processo che produrrà un assottigliamento nelle reti intergenerazionali e
di parentela. Le famiglie attuali, hanno un aspetto diverso rispetto a quelle di 50 anni fa,
infatti l’aumento delle aspettative di vita consente ad un gran numero di persone di
diventare nonni e bisnonni. Il progressivo invecchiamento della popolazione, ha
determinato la nascita di 3 tipi ricorrenti in grado di provocare evidenti squilibri all’interno
della popolazione:
• L’aumento in termini assoluti del numero di anziani;
• Aumento in termini relativi del numero di anziani rispetto il resto della popolazione;
• Il complessivo innalzamento dell’età media.
Preston, invitava i ricercatori intenzionati a studiare i modelli generazionali, a prestare
attenzione alla lettura dei dati e alla loro analisi, spesso nelle rilevazioni standard, si
prendono in considerazione solo i comportamenti femminili, rischiando così di escludere
altri fenomeni altrettanto significativi. Altre ricerche hanno dimostrato che avendo meno
fratelli, aumenta la probabilità di fornire aiuto e di tenersi in contatto con i propri genitori.
Inoltre il rischio di perdere un figlio in età adulta, rappresenta una possibile implicazione
collegata al prolungamento della vita. Mappare quindi le strutture generazionali, è molto
complesso in relazione sia alla scarsità di dati presenti, sia ai problemi metodologici
connessi alla rilevazione delle informazioni, alla possibilità di stimare la futura
riproducibilità del modello di famiglia a 4 o 5 generazioni, che sembra oggi essere il
modello prevalente.
La cura tra mito e realtà: il concetto di cura (care), nasce negli anni ’70, innescato dal
movimento femminista. L’interesse delle femministe, è rivolto agli aspetti quotidiani e
concreti del care: interessi materiali, affettivi e morali di entrambi i sessi. A partire dagli
anni 80, il lavoro domestico e di cura, è stato al centro di numerosi dibattiti che hanno
confermato come tale lavoro, sia legato alla sfera emotiva e distinto per natura da altre
attività. Viene co sì ridefinito il concetto stesso di lavoro, il quale, assume varie
connotazioni in base a al campo di osservazione: lavoro riproduttivo, domestico-familiare o
lavoro non renumerato. Sempre negli anni ’80, il lavoro assume una parte rilevante nelle
analisi di genere, in grado di restituire alle donne visibilità e cittadinanza. L’aspetto del care
in letteratura, è stato descritto come un sapere femminile tipico del mondo delle madri,
figlie, sorelle e delle domestiche. Al riguardo, è stato osservato come il lavoro di cura, sia
rimasto a lungo un lavoro invisibile e poco considerato. Parlando del lavoro di cura,
occorre però osservare anche i diritti e le responsabilità dei caregiver e dei beneficiari
della cura, il contesto istituzionale in cui la cura viene esercitata. Il contesto della cura,
rimane lo sfondo di una relazione tra chi riceve e chi dà cura. Il lavoro di cura comporta
attenzione e dedizione come dimostrato da alcuni studi sulle professioni di aiuto: medici,
infermieri, operatori sociali ecc … C’è da dire quindi, come il lavoro di dipendenza, non è
necessario ma anche vitale per il successo di una società che vuole garantirsi
un’adeguata sopravvivenza.
Ripensare il care: Negli studi di genere, è stata sottolineata l’importanza di ripensare alla
cura, come responsabilità morale non solo della donna ma di tutta la società. Il lavoro, è
stato considerato un fattore di differenza tra i generi, ma attualmente, grazie alla crescente
femminilizzazione della forza lavoro, si è contribuito al tramonto del modello di famiglia
basato sul capofamiglia maschio. Occorre fare una netta distinzione concettuale tra
servicing e caring cioè tra lavoro di cura e assistenza. Waerness, la cura, dei familiari è
attraversata da un criterio razionale in grado cioè di definire le forme che può assumere il
lavoro di cura in base alle relazioni che esistono tra chi la fornisce e chi la riceve. Egli
afferma che occuparsi di un marito autosufficiente contribuendo così al suo benessere, è
servicing; mentre prendersi cura di un bambino o anziano disabile, o non autosufficiente,
con le stesse finalità è caring. Ciò, permette di distinguere quella che è realmente una
cura necessaria, da quella che non lo è. Il lavoro di assistenza, prevede tutte le cure
prestate in favore di persone autonome o legate alla dipendenza di un’altra persona o alla
non autosufficienza. Solo la cura per le persone molto dipendenti o non autosufficienti,
definisce i confini tra Stato e famiglia. Secondo Saraceno, le esigenze di cura relative agli
anziani, si differenziano notevolmente da quelle dei bambini, sia in termini di prevedibilità
che di durata. L’accudimento di una persona anziana, implica un’assistenza a tempo pieno
sia sul piano morale che materiale poiché meno gratificante rispetto alla presenza di un
bambino. È un lavoro che richiede alta professionalità e specializzazione soprattutto nei
casi in cui si hanno persone affette da patologie croniche come ad esempio l’Alzheimer. Vi
è quindi una differenziazione dei bisogni e dei modi in cui quest’ultimi, possono essere
soddisfatti.
Le responsabilità di cura una questione di genere: il lavoro è stato considerato sempre
l’oggetto che meglio rappresenta la differenze di genere. Nonostante i numerosi passi in
avanti, le donne restano le responsabili dei lavori domestici e di cura di membri non
autosufficienti. Il tema di lavoro di cura, pare stia man mano cambiando, alla luce delle
crescenti preoccupazioni relative alla bassa fertilità ai bisogni di una popolazione sempre
più anziana. I cambiamenti sociali e demografici, stanno ormai modificando la struttura e le
relazioni familiari, mettendo alla prova le famiglie a rispondere alle situazioni di bisogno a
causa di malattia o disabilità. Il declino dei tassi di fertilità, l’allungamento della vita media,
la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, rendono complessa la valutazione
sulle future dimensioni delle solidarietà familiari. Stando ai dati effettuati in 12 paesi
dell’OCSE (organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), la non
autosufficienza appare in notevole aumento, di pari passo all’incremento di patologie
croniche legate alla terza età. L’aumento delle richieste di cura, fa avanzare l’ipotesi che in
futuro, i modelli di salute in vecchiaia non rispecchieranno quelli di oggi e richiederanno
appositi assistenti formati per supportare la persona.
Leggere il welfare da una prospettiva di genere: gli uomini e le donne, hanno una visione
differente del welfare, legata proprio alle differenze di genere. Secondo Siim, le
preoccupazione per l’aumento della spesa pubblica e le possibili soluzioni per cercare di
risanarla, stanno cambiando il concetto di welfare. Le prestazio