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IL PIANO DI ZONA, COSTRUZIONE, GESTIONE, VALUTAZIONE
Premessa
Il piano di zona è la novità più importante dell'approvazione della legge 328/2000 che ha coinvolto le Pubbliche Amministrazioni. Anche i consulenti esperti di politiche sociali sono stati coinvolti in attività professionali di consulenza, formazione, accompagnamento e valutazione della pianificazione zonale a diversi livelli di governo.
Il piano di zona rappresenta un'esperienza di grande cambiamento per il sistema dei servizi e delle politiche sociali e la sua realizzazione introduce 4 significativi cambiamenti nella prassi di programmazione delle politiche sociali:
- Si sintetizzano gli interventi e le politiche dello stesso settore, mettendo insieme tradizioni programmatorie e fonti di finanziamento considerate prima in modo separato e autonomo
- Si passa da una programmazione del settore sociale nella prospettiva di government a una programmazione di sistema
- Si introduce una logica di programmazione territoriale, che supera la logica di settore
- Si promuove la partecipazione attiva dei cittadini e delle organizzazioni del territorio nella definizione degli obiettivi e delle strategie di intervento
prospettiva di governance
- Si programma in un'ottica di promozione dello sviluppo locale
- Si programma in modo congiunto con l'asl nella logica dell'integrazione operativa al livello territoriale
Cap. 1 - Valore e significato dei piani di zona
1. Un'esperienza innovativa
L'innovazione più significativa nella realtà delle politiche e dei servizi sociali nel nostro paese è stata realizzata con l'elaborazione dei piani di zona.
L'esperienza della programmazione di zona si realizza grazie ad un processo di innovazione delle politiche sociali e sociosanitarie che si è andato sviluppando dalla metà degli anni '90.
Significative sono state le esperienze programmatorie e operative della legge 258/1997 (interventi a sostegno delle responsabilità familiari e a favore dei minori e degli adolescenti), della legge 45/1999 (interventi sulle dipendenze), della legge 40/1998 (interventi a sostegno degli immigrati),
L'istituzione di un fondo sociale a livello nazionale, la sperimentazione del Reddito minimo di inserimento sociale (RMI). Queste realizzazioni hanno portato all'approvazione della legge 328/2000.
L'innovativa dei piani di zona sta nell'aver superato un limite dei primi attori istituzionali delle politiche sociali: i comuni. Grazie al D.P.R. 616/1977 e alla riforma sanitaria della legge 933/1978 si è arrivati all'unificazione di un unico ente sul territorio dell'unità sanitaria locale a scala e la gestione intercomunale, all'erogazione di tutti i servizi sanitari e all'opportunità di integrazione dei servizi sociali comunali.
Negli anni '80 il ruolo delle Regioni nella sanità si allarga a scapito di quella dei comuni, infatti il D.P.R. 502/1992 aziendalizza le USL e le configura come enti strumentali della regione.
In tema di assistenza e di servizi sociali molte regioni dalla metà degli anni '70 a...
tutti gli anni '90 sviluppano una loro attività legislativa e programmatoria, in assenza e in attesa di una leggequadro nazionale di riforma. Negli anni '90 le riforme Bassanini e la riforma del sistema elettorale con l'elezione diretta del sindaco creano una situazione nuova in termini di visibilità, ruolo, capacità di iniziativa dei comuni. Si dibatte a lungo se reintrodurre o meno i comuni associati in ruoli di gestione delle aziende USL ma le regioni si oppongono, infatti con il D.P.R. 229/1999 la gestione rimane affidata al direttore generale. Ai sindaci viene riconosciuto un ruolo nella programmazione e nella valutazione dell'attività dell'Azienda USL e dell'operato del direttore generale. Negli stessi anni con le leggi 285/1997, 40/1998, 45/1999 i comuni insieme ad altri enti sono chiamati a progettare interventi e servizi e si avviano processi e percorsi programmatori interistituzionali. Si arriva così.all'approvazione della legge 328/2000 che prevede e disciplina i piani di zona. I comuni sentono l'esigenza di dotarsi di strumenti tecnici per istruire e alimentare il processo programmatorio e quindi nascono gli Uffici di piano. A seconda dei contesti regionali e locali la dimensione di ambito cresce rapidamente e viene a rappresentare un fatto nuovo e di grande significato. 2. Un nuovo attore per realizzare il sistema integrato di interventi e servizi La legge 328/2000 svolge un'importante funzione nel riconoscere piena legittimità ai diritti sociali nel promuovere l'azione sociale a sostegno integrato, nel prefigurare la costruzione di una rete di sicurezza e di protezione per i cittadini e le famiglie che si trovano in condizioni di fragilità, nel valorizzare ruoli di soggetti diversi in una logica di integrazione e collaborazione. Tale legge attribuisce un ruolo fondamentale al comune e all'insieme dei comuni dell'ambito, che deveconcentrare la propria programmazione, dialogare con l'azienda sanitaria in una logica di integrazione operativa a scala territoriale, farsi promotore di iniziative di mobilitazione di tutti gli altri attori locali, pubblici e del privato sociale. Attraverso lo strumento dell'accordo di programma i comuni possono proporsi come nuovo soggetto istituzionale. Il modello di intervento disegnato dalla legge poggia su 2 pilastri: 1. La responsabilità pubblica del sistema dei servizi per dare risposte alla complessità dei bisogni 2. L'integrazione degli interventi comporta l'intervento di più professionalità che si coordinano tra loro, l'accordo fra le istituzioni di riferimento e lo sviluppo di sistemi diretti La realizzazione del piano di zona introduce 4 significativi cambiamenti nella prassi della programmazione delle politiche sociali: - Si integrano gli interventi e le politiche sociali, mettendo insieme tradizioni programmatorie e- Fonti di finanziamento prima considerate in modo separato e autonomo
- Si consolida il passaggio della programmazione da una prospettiva di government ad una di governance
- Si programma a un nuovo livello: l'ambito territoriale
- Si programma in modo congiunto anche con l'asl nella logica dell'integrazione operativa a livello territoriale
L'integrazione fra sociale e sanitario
Il piano di zona rappresenta anche una grande opportunità per realizzare l'integrazione fra servizi sociali e servizi sanitari.
L'art. 3 della legge 328/2000 afferma che i diversi soggetti: enti locali, regioni e stato, provvedono alla programmazione degli interventi e delle risorse del sistema integrato secondo diversi principi:
- Coordinamento e integrazione con gli interventi sanitari e dell'istruzione con le politiche attive di formazione, di avviamento e di reinserimento al lavoro
- Cooperazione tra i diversi livelli istituzionali, tra cui le onlus
- Operativo/funzionale: richiede di lavorare per progetti, la capacità di incontro nel processo operativo di più operatori e di più professionalità, la capacità di condivisione, la conoscenza e il rispetto delle competenze altrui
Essenziali di assistenza sociosanitica, con l'indicazione delle quote di spesa, dovrebbe avvenire solo dopo l'avvio di una programmazione congiunta fra i comuni e le Asl. Purtroppo le quote di spesa dei LEA sono state definite a livello nazionale senza nessuna rilevazione empirica che verificasse la situazione in atto, quantificasse gli oneri, ne accertasse la sostenibilità.
4. Principali funzioni delle politiche sociali
Quanto viene affermato dalla legge 328/2000 incontra però resistenze, difficoltà e problemi reali che emergono in ordine alla governance.
L'analisi dell'art. 1 della legge consente di individuare 3 funzioni nelle politiche sociali rispetto alle quali definire il ruolo dei diversi attori pubblici e privati: una funzione di governo, una funzione di produzione e una funzione di tutela e promozione dei diritti sociali.
Queste 3 funzioni concorrono a realizzare il sistema integrato di interventi e servizi sociali che la Repubblica assicura.
alle persone e alle famiglie per garantire la qualità della vita, pari opportunità, non discriminazione e diritti di cittadinanza e per ridurre le condizioni di bisogno e disagio individuale e familiare.- La funzione di governo
copertura finanziaria e patrimoniale, responsabilità e unicità