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WELFARE NEL SISTEMA SOCIOSANITARIO
1. Nascita ed evoluzione del Welfare
Il termine "welfare" risale agli inizi degli anni '40 del secolo scorso quando la Gran Bretagna, in guerra con la Germania, lo contrappose al Warfare dei nazisti. Ma lo sviluppo del Welfare State si ebbe nel periodo successivo alla fine del secondo conflitto mondiale quando gli interventi dello stato si diffusero sempre di più, per incentivare lo sviluppo alternando la natura sia dello stato e dei rapporti sociali come Durkheim e Weber avevano intuito.
Il Welfare State nasce molto prima, intorno al XVII secolo, quando in Inghilterra vengono promossi servizi e provvidenza a favore dei più poveri. Durante la rivoluzione industriale, secondo Polany (1975-1834), in Inghilterra il mercato del lavoro fu limitato attraverso lo Speenhamland Law che istituiva un sistema di sussidi inedito che garantiva per la prima volta il diritto a vivere dei poveri. Questa innovazione si mostrò una vera e propria rivoluzione nel concetto di assistenza sociale.
propria trappola mortale. Secondo la legge elisabettiana avevano diritto al sussidio solo quei poveri che non potevano ottenere un lavoro, ma che avevano l'obbligo di cercarselo. Quindi le prime forme di assistenza da parte dello stato, secondo Tilly, tendevano più al mantenimento dell'ordine pubblico che a venire incontro ai bisogni degli ingenti. Per alcuni studiosi bisogna distinguere il Welfare dell'età industriale dalle versioni dei periodi anteriori, perché i costi della sicurezza sociale che in origine costituirono un problema "interno" di gruppi sociali divennero poi una questione che interessò l'intera comunità e per questo acquistò una rilevanza esterna. Per Wilensky non bisogna trascurare una questione importante e cioè che l'essenza del Welfare state regge su interventi pubblici o di governo: - fissazione di standard minimi di reddito; - fabbisogno alimentare, di protezione, di salute, diesigenze abitative ed educative;-standard riconosciuti a ciascun cittadino sotto forme di diritto e non di elargizioni caritative.Lo sviluppo dell'assistenza sociale è correlato alla crescita economica e dei suoi effetti demografici. Ma questo sviluppo troverà nel tempo un'accelerazione per l'interazione dei giudizi espressi della classe politica, delle pressioni esercitate dalle masse e del funzionamento dell'apparato amministrativo dei servizi sociali. Dall'analisi di Wilensky emerge come lo stato sociale diventa la soluzione momentanea alle contraddizioni prodotte dal sistema capitalista. Lo stato è l'unico soggetto che è in grado di assicurare le esigenze innovative che il sistema economico richiede con la formazione e la protezione sociale.
Che valenza assume la politica delle politiche pubbliche? O, sono queste a influenzare la politica? Studiosi del fenomeno come Pelzman sostengono che il sistema democratico (basato sui
partiti politici e le elezioni)contribuisca alla fluttuazione delle politiche sociali. I partiti, per ricevere consensi, tendono a promettere ai loro potenziali elettori che saranno in grado di elevare il loro tenore di vita e benessere sociale, senza tenerconto dei cicli economici. Un altro filone individua nel sistema dei valori lo sviluppo del welfare state dei paesi interessati. Questa variabile se in passato non è stata considerata degna di attenzioni, oggi proprio di fronte a contingenze economiche che pongono molti paesi sullo stesso piano, diventa lo scarto per poter affermare o meno una certa idea di welfare. Autori come Flora e Heidenheimer pongono in evidenza come sono importanti le differenze valoriali che emergono dal confronto tra chiese protestanti che sottolineano i doveri dello stato e chiesa cattolica che sottolinea il suo dovere caritativo e il ruolo delle comunità di base. Negli USA prevale un'ideologia individualista. Il sistema welfare si differenzia.Da quello del self help (aiuto-assistenza). Di fronte alla crisi del sistema si chiede quale sarà il futuro del welfare state e si tiene conto di due aspetti:
- massiccio intervento pubblico assistenziale non ha ridotto le disuguaglianze;
- in un periodo di crisi economica che non riesce a intraprendere la via per la crescita e lo sviluppo economico, ci si chiede con quali mezzi potrà far fronte alle aumentate necessità.
Paradosso: quindi si rendono necessari più interventi dello stato assistenziale. In quel momento mancano le risorse in grado di garantire interventi di sostegno sociale. Per questa ragione il welfare può essere garantito solo se siamo in presenza di società economiche solide. Si è sempre più convinti che sia lo stesso sistema di welfare ad essere responsabile della crisi, in quanto sottrae risorse per lo sviluppo. Sostenitore di questa tesi è il filosofo-economista Von Hayek, altro autore che negli anni '80.
descriverà i guasti dello stato sociale sarà Gilder, che allacciandosi al pensiero di Gans diverrà un convinto assertore delle funzioni positive della povertà. Le ricette che i neoconservatori come Reagan e Thatcher attueranno saranno appunto indirizzate verso un ridimensionamento delle politiche pubbliche, riducendo le tasse per stimolare gli investimenti che produrranno nuovi posti di lavoro, che di conseguenza forniranno nuove risorse. Se il pensiero liberista conservatore critica lo stato assistenziale, quello socialdemocratico nonostante si sia convinto delle necessità di una forma di welfare, non manca di critiche al sistema. Un autore che critica fortemente il welfare è Giddens che vede anacronistiche le forme del welfare nate in età bismarkiana e nel dopoguerra con le nuove necessità della società del nuovo millennio. Secondo Giddens lo stato sociale andrebbe riformato tenendo conto che oggi il ruolo dello stato nonpuò essere semplicemente quello di fornitore di servizi sociali e deve assumere un ruolo di autorità, di regolamentazione, più ampio ma al tempo stesso meno rigido. Tutto ciò perché secondo il sociologo inglese, lo Stato ha il compito di contribuire a creare una sfera pubblica efficiente, considerando nello stesso tempo che non è più l'unico soggetto coinvolto nella fornitura di beni pubblici. Giddens afferma che il termine welfare è ambiguo. L'Oxford English Dictionary dà due significati:
- assistenza economica alle persone bisognose;
- (più generale) stato in cui ci si sente felici e in salute (sinonimo di well being = benessere).
Il welfare secondo Beveridge doveva prendere di mira i cinque giganti cattivi, il bisogno, la malattia, l'ignoranza, la miseria e la disoccupazione. Questo modello appare superato perché impregnato di azioni negative. Secondo Giddens sarebbe opportuno promuovere lo stato
sociale positivo che ti protegge ti propone di fare e agire. I mostri che affliggevano la società di Beveridge vanno sostituiti con modalità di agire nuove.- Al posto del bisogno lo stato deve promuovere libertà e autonomia;
- al posto della malattia lo stato deve promuovere la salute attiva;
- al posto dell'ignoranza, lo stato deve promuovere l'istruzione con apprendimento continuo;
- al posto della miseria, lo stato deve promuovere la prosperità.
investire nel capitale umano garantendo opportunità all'istruzione. Un altro aspetto welfare positivo è quello dell'attivismo, che permette di supportare alcuni tipi di disagi sociale. Nel nuovo welfare di Giddens nasce una nuova figura di cittadino che all'interno di un contesto dove prevalgono le logiche di mercato trae vantaggi da una corretta concorrenza: il consumatore cittadino. Il cittadino consumatore ha diritto a chiedere all'autorità di far rispettare determinati criteri, che identificano un livello standard di servizio offerto. Gli incentivi del mercato possono portare a raggiungere gli obiettivi del welfare, ma solo se applicati in un quadro normativo: uno stato con pochi vincoli deve affrontare un degrado dell'ordine civico.
2. Dalla crisi del welfare ai nuovi modelli di stato sociale
Secondo Ferrera nella metà degli anni '70 il welfare state è entrato in crisi originata dalla crescente inadeguatezza delle
“vecchie” soluzioni di fronte a nuovi problemi. La crisi è stata causata da circostanzeche hanno condizionato alcuni strumenti organizzativi del capitalismo occidentale. Si è passati daun’economia in rapida crescita ad una con sviluppo lento. A ciò si è aggiunta la trasformazione della societàda industriale a post-industriale.
A metà degli anni ’90 le economie occidentali:
- hanno registrato cali nei propri tassi di crescita: al posto dei dividendi fiscali sono comparsi deficit edebiti pubblici a causa delle dinamiche di spesa sociale. Ciò ha portato a scelte dolorose sul pianofinanziario.
- declino della fertilità delle donne che ha accentuato l’invecchiamento della popolazione, alterandol’equilibrio sui quali l’intera struttura del welfare poggiava.
Per questi motivi, il welfare state si è trovato ad essere minato nelle sue stesse fondamenta politico-istituzionali. Pertanto,
Per far fronte alle dinamiche di crisi economica si sono attuate misure di contenimento della spesa sociale e, di conseguenza, si sono ridotti gli interventi da parte dello stato. Nell'ambito della sanità pubblica, la ristrutturazione del welfare si è avvertita nei paesi emancipati e industrializzati con la riorganizzazione delle strutture e del personale, controlli sulle tecnologie e sui prezzi.
Con queste iniziative di contenimento e razionalizzazione della spesa pubblica in sanità, si sono incentivate la nascita dei mercati interni alla sanità, nei quali si presentava un'offerta in grado di soddisfare la domanda di salute. Negli USA negli anni '80 sono state effettuate delle sperimentazioni in questo ambito, con la creazione di centri di servizio in grado di attirare pazienti con offerte vantaggiose (per esempio, HMOs - Health Maintenance Organization). Nel decennio successivo, in Inghilterra su iniziativa del governo della Thatcher
servizi sanitari necessari per la popolazione locale. Questo sistema permette una maggiore flessibilità e adattabilità alle esigenze specifiche di ogni area geografica. Inoltre, il NHS si basa su un principio di accesso universale ai servizi sanitari, garantendo che ogni cittadino abbia diritto a cure di qualità indipendentemente dalla propria situazione economica. Per raggiungere questi obiettivi, il NHS si avvale di diverse strutture e professionisti sanitari. Ogni District Health Authority è responsabile della gestione dei servizi sanitari nella propria area, inclusi ospedali, cliniche e servizi di assistenza domiciliare. Inoltre, il NHS impiega medici, infermieri, farmacisti e altri professionisti sanitari per fornire cure e supporto ai pazienti. La riforma del NHS mira a migliorare l'efficienza e la qualità dei servizi sanitari, riducendo i tempi di attesa e garantendo un'assistenza più personalizzata. Inoltre, si punta a promuovere la prevenzione e la salute pubblica, investendo in programmi di educazione e sensibilizzazione. In conclusione, il NHS è un sistema sanitario che si basa su principi di accesso universale e decentralizzazione amministrativa. La sua riforma mira a migliorare l'efficienza e la qualità dei servizi sanitari, garantendo cure di qualità a tutti i cittadini britannici.