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L'ASSESTAMENTO DEI CONTI ALLE PARTECIPAZIONI
13.5 Al pari di quanto osservato per i titoli obbligazionari, anche le partecipazioni possono essere classificate in base all'intenzione sottesa all'investimento, distinguendosi le partecipazioni iscritte nell'attivo circolante da quelle rappresentate tra le immobilizzazioni finanziarie. Per le partecipazioni dell'attivo circolane, valgono i criteri già illustrati, ossia il confronto tra costo e valore di presumibile realizzo. Il costo è pari al prezzo pagato al momento dell'acquisto o al valore nominale delle azioni, in ipotesi di sottoscrizione al momento della costituzione o di aumento del capitale sociale. Inoltre, occorre sommare anche i costi accessori, il costo così determinato è confrontato con il valore di presumibile realizzo ricavato dall'andamento del mercato. Per le partecipazioni iscritte nelle immobilizzazioni finanziarie, la valutazione segue i criteri illustrati.
inprecedenza (costo ammortizzato) evidenziandosi, in particolare, l’obbligo di procedere a svalutazioni in presenzadi perdite durevoli di valore. Nel caso in cui le partecipazioni iscritte nelle immobilizzazioni finanziarie sianoacquisite in vista dell’esercizio di un influenza dominante (partecipazioni in società controllate) o notevole(partecipazioni in società collegate), può essere applicato il metodo del patrimonio netto (equità method) cheriguarda i seguenti aspetti contabili: - confronto tra costo e patrimonio netto; - variazioni del netto della partecipata dovute a utili/perdite d’esercizio; - variazioni del netto della partecipata dovute a variazioni del capitale. - CONFRONTO TRA COSTO E PARTIMONIO NETTO “Quando la partecipazione è iscritta per la prima volta in base al metodo del patrimonio netto, il costo diacquisto superiore al valore corrispondente del patrimonio netto riferito alla data di acquisizione orisultantedall'ultimo bilancio dell'impresa controllato o collegata può essere iscritto nell'attivo, purché ne siano indicate le ragioni nella nota integrativa. La differenza, per la parte attribuibile a beni ammortizzabili, o all'avviamento deve essere ammortizzata". Gli aspetti da chiarire sono: - Individuazione della data cui riferire il confronto. Le possibilità sono due potendosi far riferimento alla data di acquisizione della partecipazione o alla data cui si riferisce l'ultimo bilancio della controllata o collegata. - Interpretazione del significato economico della differenza tra costo di acquisto e valore corrispondente del patrimonio netto. Di regola, la differenza è originata dal divario tra valore contabile e valore economico del capitale della partecipata, assunto quale riferimento ai fini della detrazione del costo d'acquisto della partecipazione. - Se la differenza tra costo di acquisto e patrimonio netto non haalcuna giustificazione economica, si configura l'ipotesi del "cattivo affare" per cui occorre svalutare la partecipazione. VARIAZIONE DEL NETTO DELLA PARTECIPATA DOVUTE A UTILI/PERDITE D'ESERCIZIO Per quanto riguarda le variazioni successive dovute a utili/perdite della partecipata "le plusvalenze derivanti dall'applicazione del metodo del patrimonio netto, rispetto al valore indicato nel bilancio dell'esercizio precedente sono iscritte in una riserva non distribuibile". Se la partecipata consegue un utile, la controllante dovrà rivalutare la partecipazione, evidenziandosi una plusvalenza da valutazione. Se la partecipata subisce una perdita, la controllante dovrà svalutare la partecipazione, evidenziandosi una minusvalenza da valutazione. Occorre chiarire che l'utile da prendere in considerazione ai fini della rivalutazione non è quello espresso dal bilancio della partecipata. Infatti, recita ancora la norma, occorreche viene contabilizzato come entrate. Tuttavia, se il dividendo supera l'utile non distribuito accumulato dalla partecipata, viene considerato un recupero di capitale e viene ridotto il valore della partecipazione. Inoltre, nel caso in cui la partecipata subisca perdite, queste vengono contabilizzate come componenti negativi di reddito per la partecipante. È importante sottolineare che le detrazioni dei dividendi e le rettifiche richieste dai principi di redazione del bilancio consolidato devono essere effettuate in conformità alle norme di legge e ai principi contabili applicabili.
da imputare integralmente a conto economico. La seconda interpretazione aveva implicato l'individuazione di un componente positivo di reddito rilevato nel conto Rivalutazione partecipazioni, epilogato a conto economico. Quando la partecipata distribuisce utili, il dividendo riconosciuto alla partecipante non deve essere imputato a Conto economico, configurandosi tale dividendo quale mera riduzione del valore della partecipazione.
VARIAZIONI DEL NETTO DELLA PARTECIPATA DOVUTE A VARIAZIONI DEL CAPITALE
Per quanto riguarda le variazioni della partecipazioni dovute a variazioni dirette del netto della partecipata, si tratta di operazioni aventi a oggetto il capitale della partecipata, quali:
- aumenti di capitale a pagamento deliberati dalla partecipata e sottoscritti dalla partecipante;
- versamenti in c/capitale effettuati dalla partecipante alla partecipata;
- riduzioni di capitale con rimborso di capitale ai soci, deliberati dalla partecipante.
L'ASSESTAMENTO DEI CONTI AGLI STRUMENTI
ma sia possibile determinarlo utilizzando modelli matematici o tecniche di valutazione. Il terzo livello, invece, si applica quando non è possibile determinare il valore di mercato né utilizzare modelli matematici o tecniche di valutazione affidabili. In questo caso, si utilizzano stime soggettive o valutazioni approssimative. Per quanto riguarda il trattamento contabile delle differenze tra valore iniziale e valore attribuito a fine periodo, queste vengono registrate nel conto economico come proventi o oneri finanziari, a seconda che si tratti di differenze positive o negative. Inoltre, è necessario valutare se tali differenze devono essere riconosciute immediatamente o se devono essere ammortizzate nel tempo. In conclusione, la valutazione dei derivati si basa sul fair value, che può essere determinato utilizzando diverse logiche valutative. Le differenze tra valore iniziale e valore attribuito a fine periodo vengono registrate nel conto economico come proventi o oneri finanziari.ma sia possibile determinarne il valore di mercato di uno strumento analogo a quello oggetto di valutazione, nel qual caso si farà riferimento a tale ultimo valore. Il terzo livello, infine, si configura quando il mercato attivo non può essere individuato; in tal caso dovranno essere applicati modelli e tecniche di valutazione generalmente accettate, purché consentano di ottenere un valore ragionevolmente approssimabile a quello di mercato.
Per quanto riguarda il trattamento da riservare alle variazioni da fair value si distinguono due casi:
il primo caso riguarda i derivati speculativi e i derivati di copertura aventi la finalità di coprirsi dal rischio di fluttuazioni dei valori di mercato del valore di un'attività.
il secondo caso riguarda i derivati di copertura dal rischio di variazione dei flussi finanziari attesi di un altro strumento finanziario o di un'operazione programmata, che di regola sono rappresentati da contratti a termine in valuta.
e contratti swap.
L'ASSESTAMENTO DEI CONTI AI DEBITI DI FUNZIONAMENTO
13.7 La valutazione dei debiti, nella tradizionale logica dei valori storici. È effettuata in base al confronto tra valore originario e valore di estinzione, scegliendo il maggiore tra i due. Laddove si configuri una differenza tra valore originario e valore di estinzione e il debito abbia scadenza medio/lunga, occorre applicare il criterio del costo ammortizzato. Peraltro, la valutazione deve tener conto anche del fattore temporale, configurandosi la possibilità di dover attualizzare il debito. Infine, laddove i debiti siano espressi in una valuta diversa da quella di conto, si applica il cambio a proti alla chiusura dell'esercizio, potendo quindi configurarsi utili o perdite su cambi. In presenza di un utile netto su cambi, occorre predisporre di una riserva non distribuibile sino a quando tale utile non sarà realizzato alla scadenza del debito.
L'ASSESTAMENTO DEI CONTI AI FONDI SPESE
E AI FONDI RISCHI13.8 I fondi rappresentano passività aventi caratteristiche peculiari, in quanto sono frutto di stime riguardanti il verificarsi di eventi futuri da cui possono derivare oneri e rischi. I fondi rappresentano, quindi, fonti numerarie presunte alimentate da accantonamenti ossia da costi imputati al reddito del periodo considerato in previsione di oneri/perdite derivanti da tali eventi futuri. Tali accantonamenti costituiscono le cosiddette riserve di provvisione, che intendono "fronteggiare il futuro manifestarsi di un onere il quale, peraltro, ha origini e radici nel tronco di gestione e si conclude con il bilancio in cui quella riserva viene iscritta". Il primo parametro è la natura dell'onere, che deve essere determinata, in quanto non possono essere iscritti in bilancio fondi generici essendo sempre necessario specificare l'evento che potrà originare in futuro il sostenimento del costo. Il secondo parametro è
l’esistenza dell’evento che deve essere certa o probabile. Il principio contabile ritiene che gli eventi, rispetto al grado di manifestazione futura, possano essere classificati in:- certi (si configurano fondi per oneri o fondi per spese)
- probabili (si configurano fondi per rischi)
- possibili (alcun accantonamento)
- remoti (alcuna informazione).
- Fondi per oneri, caratterizzati da natura certa dell’onere e dell’evento e da indeterminatezza dell’ammontare e della scadenza (fondi di quiescenza, fondi per garanzia, fondi per recupero)
ambientale ecc..)Fondi per rischi, caratterizzati da natura certa dell’onere, natura probabile dell’evento, indeterminatezza2. dell’ammontare e della scadenza (fondi per cause in corso, fondi per eventi futuri).