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MODERNO

Paradossale perché, a rigore, Guido stesso era sicuramente un pittore moderno e pertanto la frase va intesa in opposizione nei confronti del vulgato clima di modernità allora vigente, quello del design neoplastico, industriale, postfuturista, contro il quale moveva il carattere magico-espressivo rivendicato dal loro neofigurativismo. Il quale però rientrava, di pieno diritto nell'avanguardia → l'opposizione era proprio quella tra il surrealismo, tipi di modernismo appena ricordati e la (neo)avanguardia, alla quale infatti appartiene tutta la produzione di Guido degli anni delle Invettive, per me (ma non solo) culminante in quel suo quadro La finestra di Marianna (1959), al quale egli aveva applicato uno sportello → chiuso da un lucchetto. Un tale espediente extrapittorico rappresentava un punto d'arrivo impensato, tra molti altri possibili, un suo modo clamoroso e ironico per preservare un segreto, forse una bugia, certo una parte.

recondita del suo cuore in quel soqquadro che era il quadro stesso nel suo insieme.

Nel Manifesto del Gruppo 58 si legge: "Gli incanti non bastano più a soddisfare la nostra coscienza e probabilmente neanche i nostri sensi desiderano più alcuna droga. Troppi sogni ci hanno devastato. La possibilità di nuove aperture può nascere dalla nostra stessa natura, la più intima, primitiva, che tenta di ricreare il gesto più spontaneo dell'inconscio, ma essa deve smettere di raggomitolarsi e di essere più pura. Non vogliamo negare la verità, mordere la propria coda per trovare finalmente la chiave di un'architettura etica senza illusioni e senza che permetta l'incontro fra l'io più privato e quella regione remota dell'ancestrale balbettii, così cara all'immaginazione dell'artista d'oggi, di una natura mitica, dentro e fuori di noi dove, calpestate le ceneri di una disperazione romantica."

Continuare il nostro fantastico viaggio verso zone più ridenti e felici 53dispense Pomilio-GASTONE NOVELLI (Vienna 1925 Milano 1968) È stato un pittore italiano operante negli anni sessanta. Artista della corrente informale, attivo in vari settori dell'avanguardia. Scampato al campo di concentramento di Mauthausen, Novelli si imbarca per il Brasile e Novelli non bastava avere abbandonato l'Europa, dovette prende dimora a San Paolo. Ma a fuggire persino le città, fuggire ogni specie di civiltà. Diventò allora cercatore di diamanti nel Mato Grosso. Abbandonato alle soglie della stagione delle piogge dalla guida indiana, è costretto a passare sei mesi disperso con un compagno malato, dormendo sotto il diluvio tropicale, catturando con le mani i pesci necessari al nutrimento. Si ritrovava ancora una volta come a Mauthausen (con la differenza che là si trattava di un inizio e non di una fine), ad uno dei "degrés"

zéro» della civiltà. Un mattino, al risveglio, la loro tenda si trova circondata da frecce conficcate in terra. Nient’altro. Non un rumore, un grido. Questo per un mese e mezzo durante il quale ogni giorno Novelli, in segno di amicizia, collocava pezzetti di pesce sulle frecce. Poi conobbe gli indiani.

Pittura procedente da segni (1964)

Ha inizialmente il titolo Linguaggio magico, poi viene cambiato. Novelli espone per la prima volta alcuni dei principi fondanti della sua poetica, dalla distinzione tra linguaggio «accademico» e linguaggio «magico» alla relazione tra immagine e parola.

Grazie a un determinato vocabolario (insieme di strumenti) si può portare un universo alla comunicazione è necessario innanzitutto catalogare gli strumenti (alfabeti, segni, frammenti) di cui si dispone e poi si procede alla organizzazione di questi in una struttura, per scegliere gli strumenti che le sono più adatti.

I segni sono concreti

quanto le immagini (le lettere quanto le parole), ma hanno un loro purpotere referenziale essendo essenzialmente relativi soltanto a se stessi, possono farele veci di qualche cosa d'altro. Novelli è interessato a procedere dai segni e dalle lettere, e non dalle immagini o dalle parole. I segni, le lettere, i frammenti, i campioni di materiali, organizzati, formano un universo. Tutti gli universi sono possibili ma si differenziano per la struttura, per il sistema in cui questo materiale è contenuto. Un universo diventa significante, e i suoi segni permutabili, cioè suscettibili di stabilire rapporti con altri, a condizione che il sistema che lo regge sia costituito in modo tale che la modificazione di uno solo dei suoi elementi interessi automaticamente tutti gli altri. Ogni universo è un. Novelli distingue tra: possibile linguaggio "linguaggio magico": elabora un sistema strutturato utilizzando residui e frammenti, fossili.

della storia di un individuo o della società, in modo del tutto astorico.

«linguaggio accademico»: utilizza (procede da) sistemi precedentemente esistenti per arrivare al proprio ↓ 54dispense PomilioPer Novelli dà importanza soprattutto al sistema e afferma che il momento principale nella è l’esecuzione, non l’occasione o la destinazione dell’opera→ l’opera creazione artistarisulta extratemporale e non legata a nessuna circostanza.

La posizione, l’aspetto di un’opera, quali che siano le circostanze storiche, sono definitivi: l’opera esiste in tutte le sue possibilità e in tutti i momenti in rapporto al linguaggio cui appartiene. Il lavoro artistico si può paragonare ad un «gioco» che ha le sue regole precise ma permette infinite partite, ed ogni singola partita è comprensibile solo attraverso la→ ogni componente risponde al sistema, è conoscenza delle regole

del gioco cui appartiene fatto in funzione di esso.

La pittura di Novelli non è fatta di semplici gesticolazioni, né si basa su sistemi che le sono estranei, ma è chiusa in una struttura sua, autonoma. In quanto parte di un universo definitivo, è sempre "fruibile" anche se non serve ad una determinata società in un determinato momento.

Claude Simone, Novelli e il problema del linguaggio (1963)

La pittura di Novelli ci afferra, ci coglie, essa può per contro essere "conosciuta" soltanto un lungo inventario nel corso del quale l'occhio deve percorrere l'intera superficie. Dopo la sua pittura "racconta", come ad esempio quella di Jeronimus Bosch, ma con la differenza che in Novelli nulla viene mai imitato ma piuttosto significato.

Poiché la nostra epoca e gli avvenimenti che hanno sconvolto il mondo hanno rimesso in questione l'intero ordine sociale e le nozioni stabilite, il problema

Del linguaggio compromesso fra l'innominabile e il nominato, l'informe e il formulato (irreducibile viene imposto più insistentemente che mai: dopo la guerra sono pubblicati Le degré zéro de l'écriture di Roland Barthes e di Samuel Beckett, mentre negli stessi anni veniva elaborandosi la pittura di Dubuffet, di Bissier, di Novelli.

Periodo delle pitture "schematiche": comincia a dipingere grandi superfici sulle quali distribuisce semplici macchie colorate, approssimativamente rettangolari o quadrate, che si giustappongono o si accavallano. Tra queste forme, l'equilibrio, i rapporti di colore sono di una raffinatezza estrema, come se chi le aveva inventate volesse rifugiarsi deliberatamente in un estetismo di rifiuto. Sono come delle opere depurate e smaterializzate.

Nuova fase fino al 1959 "ricominciare la pittura dall'inizio": Novelli definisce le sue precedenti opere come "cose"

esteticamente belle ma prive di un sufficiente apporto intellettuale. Era necessario andare oltre "Dopo la guerra", dice con pudore Novelli "eraricomporre un'estetica, ricostruire una civiltà". Necessario E come ripartire da zero, se non fondandosi, quale supporto, su materiali elementari, i soli certi, i più poveri, i meno equivoci o ricusabili: il gesso, la terra, la sabbia, muri i colori, gli à-plats geometrici e dispense Pomilionettamente delimitati vengono sostituiti dai grigi, dai bianchi calcinati, spessi, in cui si distinguono macchie incerte, forme cancellate a metà. Novelli crea "oggetti" pittorici, tanto concreti, carnali. Dopo l'esplorazione dei due poli estremi della pittura, dipinge allora il quadro intitolato Première salle de Musée (1959) si tratta sempre di un "muro", in una spessa e sontuosa materia, di grigi e di bianchi, ma sul quale appaiono ora, come

frammenti di manifesti strappati, testi e macchie inquadrati da una larga banda nera, come una collezione di cose (o meglio di frammenti di cose) amate, incollate e distribuite sulla superficie intonacata.

Un anno più tardi (nel 1960) giunge la Seconde salle de Musée: è composta di una parte destra simile alla Première salle de Musée, dipinta in "non colore" (variazioni di grigi e di bianchi), mentre la parte sinistra è riempita come da una scacchiera o ammattonato dai colori vivi (rosa elettrico, nero, rosa-rossetto per labbra, verde oliva, verde smeraldo, giallo limone, blu reale, lilla), nei comparti della quale si vede apparire una sorta di alfabeto, repertorio di forme, frammenti o elementi di corpi perlopiù femminili (busti, seni, cosce); di questi "segni" alcuni sono molto riconoscibili, molto leggibili, altri sono come "derivati" da forme ossessive, assumendo quell'aspetto di animali favolosi.

od onirici. Altri comparti sono completamente occupati da un solo colore, altri contengono una lettera, altri la stessa lettera più volte ripetuta, altri un finale di frase. L'alfabeto dello spazio, accuratamente ordinato, classificato, si sparpaglia nell'immensità.

NB Gli indiani che conosce si esprimevano mediante la sola lunga modulazione della stessa → su alcune sue tele, lunghe file di A (la prima lettera, il primo suono, il primo grido) vocali si allineano, ondeggiano, ora diventano piccole, ora si ingrandiscono. A sua volta il loro colore subisce, da una lettera all'altra, infimi mutamenti, infime modulazioni.

Le linee della rete, la scacchiera che si voleva rigida, le sue rette ondeggiano, si spezzano, si allargano, si avvicinano, vanno in nuove direzioni. Lo spazio non è imitato dagli artifici del "trompe l'oeil", l'idea MA è rappresentata stessa dello spazio. ↓ Questa scacchiera è come una "s"

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
74 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Bacchae2 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di testi e questioni di letteratura italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma Tor Vergata o del prof Pomilio Tommaso.