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CHE TRASCORRONO IL MAGGIOR NUMERO DI ORE CON I BAMBINI.

STRUMENTI: • Due compiti di Falsa Credenza (prova di relazione tra pari / prova di relazione con l’adulto)

Contenenti domande di primo e secondo ordine. • Due prove di Ansia da Separazione: -Riferita alla

famiglia: SAT Famiglia -Riferita al contesto scolastico: SAT Scuola • Intervista al Bambino sulla sua Relazione

con l’Insegnante (I.R.B.I) • Intervista all’Insegnante sulla sua Relazione con il Bambino (T.R.I)

Modalità di somministrazione La ricerca è stata condotta in ambiente scolastico. Le prove e le interviste

sono state presentate a bambini e insegnanti singolarmente. Le prove sono state suddivise sia per i bambini

sia per gli insegnanti in due sessioni a distanza di una settimana l'una dall'altra. Ogni bambino è stato

intervistato nella IRBI sulla relazione con uno specifico insegnante che, a sua volta, nella TRI ha parlato di

quell'alunno. Durante il primo incontro la TRI era posta in merito alla relazione con deficit visivo, nella

seconda alla relazione con il bambino di controllo. Nei bambino nella prima sessione: -compito di Falsa

Credenza nella relazione con l'adulto -SAT Famiglia Nella seconda sessione: -compito di Falsa Credenza nella

relazione tra pari -IRBI -Sat Scuola.

RISULTATI Le abilità di mentalizzazione nel bambini con deficit visivo: Bambini. FALSA CREDENZA: -

Considerando il gruppo nella sua totalità, sia i punteggi medi sia le frequenze di riuscita e fallimento dei due

gruppi non sono risultate significativamente differenti (tale dato conferma i risultati della letteratura,

secondo cui i soggetti con deficit visivo pervengono entro 10 anni alla comprensione della mente). -Nelle

domande di secondo ordine: nel compito di relazione con l'adulto il gruppo con deficit visivo ottiene

risultati inferiori rispetto al gruppo di controllo; nella prova di relazione tra pari invece i risultati dei due

gruppi sono uguali. (La relazione fra pari sembra porsi come fonte di attivazione sul piano cognitivo per i

bambini non vedenti, mentre nella relazione con l'adulto questi soggetti sono maggiormente inclini a porsi

in una condizione di passività). -Nella suddivisione in bambini di 6-7 anni e 9-10, si evidenzia un incremento

significativo in funziona all'età nel gruppo con deficit visivo e non in quello di controllo a livello di

comprensione delle false credenze, sia nella domanda di primo ordine sia in quella di secondo. -Nel gruppo

di controllo i bambini di 6-7 anni ottengono prestazioni migliori rispetto al gruppo con deficit visivo, mentre

a 9-10 anni le prestazioni tendono a livellarsi.

IRBI:

-Alto livello nei compiti di Falsa Credenza= Alto Livello nella dimensione Assunzione

prospettiva Altrui della IRBI.

I legami affettivi Rispetto al gruppo totale dei partecipanti non si rileva alcuna differenza significativa nella

qualità della relazione di attaccamento a genitori e insegnanti tra bambini con deficit e gruppo di controllo.

Dividendo i bambini in due gruppi di età, i bambini con deficit di 9-10 anni ottengono un punteggio più alto

nella scala della Fiducia in Sé nel SAT Famiglia, rispetto allo stesso gruppo di età di controllo. (Possiamo

ipotizzare che in condizioni di normalità la vista è un senso che permette di monitorare costantemente la

presenza/assenza del caregiver,i bambini vedenti possono utilizzare il canale visivo insieme ad altri sensi,

non tutto o nulla. I bambini con deficit hanno dovuto sviluppare una diversa capacità di monitorare questa

situazione, fidandosi dei sensi vicari. Quindi in situazioni di media intensità tali bambini possono aver

fiducia che con gli altri sensi sappiano affrontare in maniera più autonoma la separazione.)

Legami affettivi del bambino e capacità di mentalizzazione dell'insegnante

-I bambini con attaccamento insicuro nei confronti dei propri genitori hanno degli insegnanti che

esprimono alti livelli di base sicura nell'intervista: il caregiver riconosce maggiormente la tendenza dei

bambini insicuri a ricercarlo come base sicura. -Per il gruppo di controllo gli insegnanti fanno maggior

riferimento in termini di rendimento scolastico ai bambini con un attaccamento insicuro nei loro confronti.

(SAT scuola) -In relazione al gruppo con deficit visivo, l'insegnante appare maggiormente coinvolto sul

piano affettivo in relazione al gruppo di attaccamento insicuro in Famiglia: da questi bambini si sente

ricercato come base sicura. I soggetti di controllo, che mostrano invece un attaccamento insicuro

all'insegnante, lo impegnano maggiormente sul piano didattico-professionale. A questi bambini, come pure

a quelli del gruppo di attaccamento ambiguo, ma non a quelli di attaccamento sicuro, l'insegnante pensa

soprattutto in termini di rendimento.

Nessi tra abilità di mentalizzazione del bambino e dell'insegnante

Per l'insegnante Alto Livello nella dimensione Assunzione della Prospettiva Altrui nella TRI: • Alto Livello

nella dimensione Assunzione della Propria Prospettiva nella IRBI, per il bambino. • Alto Livello nella

dimensione Assunzione della Prospettiva dell’Insegnante nella IRBI. • Basso Livello nella dimensione

Neutralizzazione Affetti Negativi nella IRBI.

Alto Livello nella dimensione Neutralizzazione degli Affetti Negativi nella TRI =

Basso Livello nella dimensione Assunzione della Prospettiva Altrui nella IRBI

Basso livello nella dimensione Affetti Negativi nella TRI

= Alto Livello nella dimensione di Neutralizzazione degli Affetti Negativi nella IRBI

I legami significativi riscontrati tra le prestazioni dei bambini nei compiti di falsa credenza e le dimensioni

della TRI: -bambini non vedenti caratterizzati da bassi livelli nella prova di falsa credenza nella relazione tra

pari, hanno insegnanti che tendono a neutralizzare le componenti negative della propria relazione con

l'alunno. -nella prova di falsa credenza nella relazione con l'adulto basse prestazioni del bambino

corrispondono a poveri riferimenti dell'insegnante all'obbedienza da parte dell'alunno alle regole

(compliance), al contrario i bambini che ottengono punteggi più alti hanno insegnanti che fanno maggiore

riferimento alla compliance.

Questi dati sottolineano da una parte il fondamentale ruolo della figura del caregiver, in quella che Mains

chiama mindmindless, per facilitare l'incontro del piccolo con la soggettività altrui, dall'altra sottolinea

secondo la visione di Fonagy l'esistenza di un processo intersoggettivo per lo sviluppo dei processi di

mentalizzazione. Se la capacità riflessiva del caregiver permette di raffigurarsi accuratamente il bambino

come essere mentale , questi ha la possibilità di trovare se stesso nell'altro come essere mentalizzante.

Diversamente se tale capacità dell'adulto è carente, l'immagine che il bambino trova di Sè è quella di un

soggetto concepito per lo più in termini di realtà fisica. Gli insegnanti dei bambini non vedenti “poveri

lettori” della mente, parlano di loro con scarso riferimento agli aspetti disciplinari e di obbedienza, come se

con questi bambini preferissero non parlare di regole di convivenza sociale. Ciò potrebbe essere connesso

al vivere da parte dell'insegnante questi bambini come “immaturi” e meno competenti dal punto di vista

sociale.

IMPLICAZIONI EDUCATIVE: L'abilità di muoversi tra vincoli e possibilità

I bambini con deficit visivi sono molto più sensibili agli effetti dei fattori ambientali. L'interazione adulto-

bambino con disabilità visiva ha caratteristiche e mete differenti rispetto a quelle del bambino con sviluppo

“normale”, e per raggiungerle vengono percorse strade alternative. Durante i primi anni di vita, la

dimensione affettiva gioca un ruolo fondamentale, per gli educatori non è facile essere in relazione con

questi bambini e attivare quella circolarità di comunicazione e di scambio reciproco che di solito si instaura

sin dai primi momenti di vita fra mamma e bambino, il cui funzionamento costruisce l'infrastruttura

fondamentale che accompagna il piccolo nella comprensione della propria e altrui soggettività. I segnali

inviati dal bambino con deficit sono spesso deboli , a volte poco comprensibili, per cui è difficile per un

caregiver sintonizzarsi con il bambino. La mancanza della vista limita la possibilità dei bambini di riferirsi a

oggetti esterni, di monitorare l'attenzione altrui attraverso l'alternanza degli sguardi o di fare affidamento

sul processo del riferimento sociale, di conseguenza l'adulto è spesso scoraggiato. Per tutti questi motivi la

mente del caregiver è spesso occupata in maniera prevalente dall'handicap del bambino, che da una parte

gli impedisce di entrare in contatto con il soggetto reale, dall'altra determina una maggiore propensione a

considerarlo in termini fisici. Il rischio che si impone è l'invischiamento nella fisicità, che rende complesso il

passaggio alla mentalizzazione. Diventa fondamentale che il caregiver affini le proprie capacità

interpretative, nutra la mente del bambino dando un senso alle sue reazioni, segnali e alle sue espressioni,

coltivando uno scambio emotivo. Il contenimento fisico, le coccole, il linguaggio e giochi corporei diventano

ancora più importanti. Il linguaggio costituisce uno strumento privilegiato per raccogliere informazioni sulla

realtà esterna: la separazione, la differenzazione, l'individuazione.. i discorsi sui sentimenti e sulle emozioni

che stanno alla base delle persone, rappresentano un ruolo facilitante per lo sviluppo delle abilità

linguistiche. L'adulto, prendendo in considerazione non solo il livello di abilità attuale del bambino, ma

anche il livello potenziale, può inserirsi nelle attività condivise secondo interventi tutoriali che risultino

coerenti con la ZSP del piccolo e capaci di incrementare inoltre la fiducia nella propria riuscita.

La scuola e il gruppo dei pari costituiscono un'ulteriore risorsa evolutiva per lo sviluppo di questi soggetti. Il

distacco dalla famiglia costituisce un momento critico, perché rappresenta un primo passo che dallo stato

di completa dipendenza dalle figure parentali conduce a una maggiore autonomia. L'esperienza scolastica

permette la bambino di cimentarsi in una realtà meno protetta e di arricchire il proprio bagaglio

esperenziale sia dal pdv cognitivo, affettivo e sociale. La relazione Alunno-Insegnante:

• IMPORTANTE FATTORE DI PROTEZIONE NEL PERCORSO DI CRESCITA DEL BAMBINO CON DEFICIT VISIVO •

OPPORTUNITÀ EMOTIVA IN CASO DI “NECESSITA’” DI SICUREZZA DA PARTE DEL BAMBINO

CONCLUSIONI: Il confronto con un bambino “rotto” pone l'educatore, sia familiare che scolastico, di fronte

alla necessità di misurarsi con i vissuti emotivi suscitati da tale incontro. L'accet

Dettagli
A.A. 2017-2018
27 pagine
6 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher lelesprint1993 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dello sviluppo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università del Salento o del prof Lecciso Flavia.