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MOTIVAZIONE E MATEMATICA
(Capitolo 5)
Abbiamo visto come tutti fin dalla nascita abbiamo alcune abilità numeriche innate,
quindi per spiegare il diverso atteggiamento nei confronti della mate dobbiamo fare
riferimento ad altri fattori come: uso di strategie, capacità metacognitive, contesto,
motivazione ad apprendere. Quest'ultimo aspetto sembra essere il più impo, data la
grande difficoltà dell'appr mate.
[...]
I primi studi sperimentali che hanno analizzato l'atteggiamento vs la mate (anni
60/70) hanno individuato 3 aspetti del processo di appr in mate:
-i sentimenti di attrazione o rifiuto vs la mate vengono ricondotti alle esperienze dei
a a
primi anni di scuola; i momenti più problematici sono 2: fra 4 e 5 elementare (con
a a
l'introduzione di n° decimali) e fra 2 e 3 media (con l'introduzione dell'algebra)
-l'atteggiamento vs la mate è strettamente influenzato dai risultati scolastici
-l'atteggiamento degli alunni nei confronti della mate spesso riflette quello
manifestato dall'insegnante
Nel linguaggio psicologico contemporaneo tutti questi aspetti cognitivo-emozionali,
che accompagnano succ e insucc scolastici, fanno parte del concetto di Mot intrinseca
e della teoria attribuzionale del succ in relazione alla prestazione.
La Mot può facilitare o ostacolare il processo di acquisizione; quindi ad es le ragioni
per cui una persona esegue determinati compiti, si impegna di più in alcuni ambiti
piuttosto che in altri sono tutte questioni che fanno riferimento alla Mot.
Di solito questa viene distinta in -> Mot Intr = deriva da valori e interessi dell'
alunno; è legata al desiderio di migliorarsi, al piacere di apprendere, alla curiosità di
scoprire nuovi aspetti. Mot Estr = nasce da stimoli esterni ed è legata: alla necessità di
evitare rimproveri e punizioni, al desiderio di piacere agli altri, al desiderio di fare
bella figura per ricevere lodi e approvazione sociale.
-> quindi la Mot Intr riguarda attività in se stesse gratificanti, eseguite per l'interesse
che suscitano, e spingono lo studente ad entrare in sfida con se stesso per realizzarsi;
la Mot Estr invece mira al conseguimento di obiettivi e ricompense esterne all'attività
stessa.
Basandosi sul concetto di Mot Intr, gli autori hanno cercato di individuare quali sono
gli aspetti della competenza che accompagnano questa spinta ad apprendere. In questo
senso sono impo soprattutto gli studi di Harter, la quale ha affermato che la Mot di
competenza produce nei sogg una forte tensione che spinge ciascuno a obiettivi di
padronanza in 3 particolari aree di attività:
-area cognitiva (apprendimento)
-area sociale (relazione con i compagni)
-area fisica (attività sportiva e di gioco)
In particolare facendo riferimento all'età evolutiva, Harter afferma che se il bambino
-nei suoi primi tentativi di padronanza- trova sostegno nell'adulto e ottiene rinforzi
positivi o approvazione, allora interiorizza un sistema di auto-gratificazione che lo
porta a cercare sempre meno l'approvazione esterna dell'adulto (perchè impara a
rinforzare da solo i propri tentativi di padronanza). Diventa quindi fondamentale il
concetto, elaborato da Harter, di sfida ottimale = si riferisce a tutte quelle situazioni in
cui la difficoltà del compito viene stabilita in base alle abilità del sogg, che ha quindi
la pox di mostrarsi competente; il compito deve essere difficile quel tanto che basta
per sollecitare la curiosità e migliorare la conoscenza, senza tuttavia diventare un
ostacolo insuperabile.
Abbiamo quindi visto che alla base della Mot Intr si trovano componenti sia cognitive
che emotivo-motivazionali: infatti, per sviluppare in ciascun allievo il desiderio di
imparare, l'appr deve accrescere la competenza ma anche generare una sensazione di
benessere emotivo-cognitivo. A questo proposito sono impo le considerazioni di
Weiner che, partendo dalla teoria classica della Mot, ha dimostrato che gli individui
predicono il comportamento orientato al succ basandosi sulle attribuzioni (= processi
attravs i quali si interpretano le cause di eventi e azioni che accadono a noi stessi e
agli altri). In particolare, poichè le situazioni di succ e insucc sono moltissime, Weiner
ha individuato 3 dimensioni fondamentali di analisi:
1. il locus
2. la stabilità (riferita alla pox di prevedere i risultati di eventi futuri)
3. la controllabilità
Quindi ogni individuo, basandosi sulla propria esperienza e le proprie conoscenze, si
formula un insieme di credenze e convizioni che vanno a costituire il suo personale
schema di attribuzioni, al quale egli si rifà per spiegare la realtà.
Per quanto riguarda l'atteggiamento nei confronti della mate, gli studi al riguardo sono
ancora pochi e molto articolati; possiamo cmq distinguere 3 filoni ->
1. il primo ha indagato l'atteggiamento generale che gli studenti ricavano dalla propria
competenza e si basa sulle ricerche di Dwec che -x spiegare la "sensazione di abilità"
degli studenti si rifà alla teoria di orientamento degli obiettivi -> distingue quindi fra
studenti con obiettivi di prestazione= hanno il solo scopo di evitare giudizi negativi e
ottenere giudizi favorevoli, quindi cercano di dimostrare le proprie abilità e
nascondere i propri limiti (anche evitando compiti difficili); o con obiettivi di
padronanza= mirano ad acquisire nuove competenze e abilità (indipendentemente dal
riconoscimento esterno) e quindi cercano attività che diano l'opportunità di sviluppare
nuove capacità, vivono le situazioni di appr come opportunità per imparare.
Oltre agli obiettivi, anche la percezione di sè esercita una forte influenza sulle
performance nelle varie aree di appr. L'autostima è così impo da poter essere
considerata un vero e proprio antecedente del comportamento: quindi se si riesce a
comprendere la modalità attravs cui gli studenti si valutano, si possono individuare
anche le potenziali aree di difficoltà. Inoltre sembrano impo anche le aspettative che
gli insegnanti hanno nei confronti degli alunni: in particolare, studenti con alto
giudizio di sè ottengono bassi risultati quando gli insegnanti hanno scarse aspettative
verso di loro, invece quelli con alto giudizio di sè raggiungono risultati più alti
quando i docenti hanno x loro maggiori aspettative.
2. x quanto riguarda le differenze di genere fra maschi e femmine, di recente sono
stati condotti moltissimi studi; x semplificare, qua riportiamo solo quelli che
analizzano le differenze di genere nella stima di sè e nelle attribuzioni di succ rispetto
a compiti mate. Durante la scuola primaria non vi sono significative differenze fra
maschi e femmine nelle abilità mate; invece a partire dalla scuola secondaria si
riscontrano livelli più bassi nel concetto di sè da parte delle ragazze (le quali cmq si
considerano più abili nelle attività verbali e di lettura; vv per i maschi). Tuttavia è
stato dimostrato che le aspettative di succ nei vari compiti sono in larga misura
influenzate dai risultati realmente ottenuti, sia x i maschi che x le femmine.
3. infine x quanto riguarda il ruolo della mate in rapporto alle attribuzioni di succ e
alla percezione del senso di sè (indipendentemente dal genere), facciamo riferimento
alle ricerche di Bandura, che ha considerato la teoria dell'appr sociale in rapporto con
la mate (disciplina che, come abbiamo visto, richiede precise caratteristiche
individuali e cognitive). Bandura ha definito giudizi di autoefficacia = fattori
personali che mediano l'interazione fra comportamento ed elementi socio-ambientali.
In particolare, l'aspettativa circa la propria efficacia sempre essere un buon predittori
di alcuni fattori come se la persona tenterà il compito o no/ la quantità di impegno e
persistenza/ la scelta del livello di difficoltà .. (ad es sogg con un'elevata percezione di
sè tendono a scegliere compiti difficili, mentre chi ha bassa autoefficacia preferisce
compiti più semplici). In particolare la fiducia nelle proprie abilità sembrano
influenzare soprattutto la motivazione e la persistenza (in questo caso le ragazze sn
svantaggiate a causa della bassa percezione di sè); sarebbe cmq auspicabile un
insegnamento della mate più dinamico, che organizzi i vari contenuti in modo
adeguato rispetto alle specifiche capacità degli studenti & che si concentri soprattutto
sul dialogo più che sulla produzione di risposte corrette, in modo da ridurre il
feedback negativo x ciascuna risposta sbagliata (che può portare i ragazzi a non
rispondere x paura di fallire).
Infine, altro buon predittore della prestazione in compiti mate è l'autostima.
Favorire esperienze matematiche positive
Abbiamo visto che motivazione/ percezione delle proprie abilità/ atteggiamenti
positivi nei confronti della mate diminuiscono sensibilmente nel passaggio dalla
scuola primaria a quella secondaria; diventano quindi impo in questo periodo la
tipologia di didattica svolta in classe e gli obiettivi che ci si propone di conseguire, in
quanto sembrano influenzare notevolmente la motivazione e la perseveranza.
Cercando di non ridurre l'appr mate a una semplice acquisizione di regole e procedure
da applicare meccanicamente, le attività didattiche dovrebbero aiutare i bambini a
comprendere e controllare le esperienze mate nelle quali sono coinvolti, in modo che
essi acquistino sempre maggiore fiducia e consapevolezza delle proprie abilità (utili
poi in tutti gli ambiti di appr).
Discalculia evolutiva
(Capitolo 6)
Oggi in Italia vengono segnalati 5 bambini per classe (ca 20%) con difficoltà di
calcolo, ma soltanto per l'1% ca di loro si può parlare di discalculia evolutiva. Ma
prima di parlare di disturbo di calcolo diamo una def di disturbo specifico dell'appr:
"disturbi evolutivi di origine biologica che si manifestano con significative difficoltà
in acquisizione e uso di abilità di comprensione del linguaggio orale/ espressione
linguistica/ lettura/ scrittura/ ragionamento/ e matematica, probabilmente dovute a
disfunzioni del SNC. Possono presentarsi insieme ad altri fattori di handicap (ritardo
mentale, disturbi emotivi..) o con influenze estrinseche, ma il disturbo specifico non è
il risultato di questi aspetti."
Il DSM-IV ha proposto 3 criteri che consentono la diagnosi di disturbo di appr:
-Criterio A: i risultati ottenuti dal sogg ai test standardizzati, somministrati
individualmente, risultano significativamente al di sotto di quanto previsto in
base all'età/ all'istruzione/ all'intelligenza
-Criterio B: tale disturbo interferisce con i risultati scolastici o