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METODI E TECNICHE DI RICERCA
La metodologia sperimentale non si limita a osservare fenomeni, ma organizza
situazioni cercando di controllarle il più possibile. Alla base di questo ci sono delle
ipotesi da verificare.
L’esperimento puro non è possibile in psicologia, si parla di “quasi esperimenti” visto
che lo sperimentatore non riesce a controllare perfettamente tutte le condizioni in
gioco.
Nelle situazioni sperimentali si cerca di trovare relazioni causa-effetto, nei casi in cui
non è possibile trovarli, si parla di “ricerche correlazionali” basate sull’indice di
correlazione. Quest’ultimo non mi informa su rapporti causa-effetto, ma mi permette
di verificare se tra due variabili vi è un qualche rapporto.
L’osservazione naturalistica, ha trovato spazio anche nella psicologia dello sviluppo,
negli studi di Piaget viene chiamata “osservazione quasi sperimentale”: l’osservazione
era accompagnata da ipotesi che, attraverso l’osservazione potevano essere
convalidate o no.
Tecniche di osservazione per lo studio dello sv. Cognitivo nei primi mesi di vita del
bambino:
- Abituazione/Disabituazione; gli si presenta lo stesso stimolo ripetutamente
finchè non perde interesse; se al presentarsi di un nuovo stimolo mostra di
nuovo interesse, significa che il b. è in grado di discriminare.
- Colloquio piagetiano; sostituisce le interviste strutturate attraverso questionari
(aspetti negativi: sempre uguali e presentate nello stesso modo, rischiano di
falsare la risposta del b. e non danno spazio alle sue riflessioni e iniziative
spontanee), la caratteristica del colloquio clinico/critico piagetiano è la
flessibilità (si parte dalle domande spontanee del b. per ricavare gli argomenti
di interesse, lo sperimentatore deve allo stesso tempo lasciare libertà di parola
al b. e, prendendo spunto dalle sue affermazioni, condurlo ai temi
fondamentali)→ 5 tipi di risposta da parte del b.:
purchessia, fabulazione, credenza suggerita, provocata e spontanea.
- Questionario o intervista.
- Scale per la misura degli atteggiamenti (esempio scala Likert).
ACCRESCIMENTO SOMATICO E SVILUPPO PERCETTIVO
Con il termine accrescimento somatico ci si riferisce a modificazioni morfologiche e
fisico/chimiche che caratterizzano lo sviluppo dalla cellula uovo al massimo sviluppo
del corpo.
I primi mesi di vita sono il momento migliore per verificare l’esistenza di abilità innate
per esaminare i primi processi di apprendimento. Alcuni studiosi sono riusciti a
ricavare informazioni solamente utilizzando i pochi indici comportamentali che
possiede il neonato (succhiare, movimento occhi, mani, pedi…).
Fantz: camera di osservazione. Il bambino osserva oggetti posti di fronte a lui;
vengono constatati quali sono gli oggetti che il b. osserva maggiormente. Se il
neonato ne osserva più uno rispetto ad un altro, significa che egli discrimina, ha una
preferenza.
Bower: utilizza la tecnica basata sul condizionamento; sono presentati due stimoli, ad
un certo ritmo di poppata compare uno stimolo, ad un altro ritmo un altro. Il b. impara
a succhiare con il ritmo necessario per far comparire lo stimolo che preferisce.
Vari studi consentono di affermare che il b., già durante i primi mesi di vita discrimina
dal punto di vista visivo, uditivo, ecc.
Gibson e Walk: studio con l’attrezzatura “precipizio visivo”→il b. percepisce la
profondità;
de Casper e Fifer: discriminano la voce materna. Ascolto di due brani, uno letto dalla
mamma, l’altro da un’estranea.→percezione uditiva;
Sincretismo percettivo infantile: fenomeno per cui la percezione della struttura di
insieme ostacola l’individuazione delle singole parti.
SVILUPPO DELLA MEMORIA
Esiste apprendimento anche nei primi mesi di vita. Se c’è apprendimento significa che
c’è anche memorizzazione. Secondo gli studi di Piaget, il periodo cruciale per lo
sviluppo della memoria è quello tra i 4 e 7 mesi, infatti a 7-8 mesi sono in grado di
riconoscere volti noti .
I b. sono in grado di usare strategie elementari per favorire la memorizzazione dai 3
anni: si tratta di strategie esterne (indicare con il dito o fissare un oggetto) e non
interne come la reiterazione e l’organizzazione.
Per quanto riguarda i registri sensoriali (si dividono in memoria ecoica: per stimoli
uditivi; e memoria iconica: per stimoli visivi. Conserva le info provenienti dall’esterno
per pochissimi secondi), non esistono grandi differenza tra b. e adulto.
Relativamente alla MBT(o memoria di lavoro. Ha una capienza limitata tra 7 + o – 2
elementi; ha due registri, uno per il materiale verbale e uno per il materiale
visuo-spaziale, entrambi gestiti dall’esecutivo centrale), dai 7 anni il b. acquisisce la
capacità tipica dell’adulto in quanto impara a utilizzare anche le strategie interne
come reiterazione sub vocalica(7anni) e organizzazione(11 anni dopo la scuola
primaria).
La MBT migliora da un punto di vista qualitativo, attraverso l’uso di strategie (capacità
funzionale); e quantitativamente (capacità strutturale).
Molti studiosi ritengono che le differenze tra adulti e bambini, non dipendano dallo
sviluppo e dalla maturazione, ma dalla capacità di usare strategie: i b. utilizzano meno
strategie per tenere “in magazzino” le informazioni, in quanto richiedono sforzo
cognitivo.
Flavell dice che ci sono tre periodi nell’uso delle strategie: in un primo periodo il b. non
possiede alcuna strategia, in seguito le utilizza saltuariamente se stimolato, infine le
utilizza in modo maturo ed efficace.
Strategie: reiterazione, organizzazione (raggruppare elementi in base a qualche
caratteristica. Questa strategia permette alla memoria di lavoro di operare con più
elementi perché quelli organizzati valgono ”una unità”) e elaborazione (integrare item
in unità significative come un’immagine o una storia es.AUGMENTIN ).
Tipi di memoria: semantica, episodica, autobiografica, prospettica e procedurale.
Amnesia infantile: prima dei due anni non vi sono ricordi in quanto: o essi sono
inaccessibili a causa del fatto che non possediamo strategie per recuperarli o perché
non vengono trattenuti dall’individuo i dettagli specifici degli eventi, o a causa di una
normale perdita di info perché troppo difficili da recuperare nel tempo.
SVILUPPO COGNITIVO - PIAGET
Sei fasi dello sviluppo cognitivo secondo Piaget:
- Stadio senso-motorio 0-18; attraverso i sensi e il movimento i b. si forma le
conoscenze di esplorazione dell’ambiente, si divide in altre 6 fasi nelle quali si
sviluppano le cosiddette reazioni circolari primarie, secondarie e terziarie.
L’ultimo stadio coincide con lo stadio simbolico.
- Stadio simbolico 18-36; permette al b. di utilizzare rappresentazioni di oggetti
non presenti per risolvere piccoli problemi quotidiani. Il b. trova soluzione ad un
problema con un atto di invenzione. I processi attraverso i quali avviene questo
cambio qualitativo (da rappresentazioni senso-motorie a rappresentazioni
simboliche della realtà) sono tre: imitazione differita, gioco simbolico e
comparsa del linguaggio.
- Stadio preoperatorio 3-6; è suddiviso in periodo pre-concettuale e periodo
intuitivo. In particolare in questo periodo il pensiero si presenta egocentrico,
magico e con spiegazioni ingenue dei fenomeni. Queste spiegazioni prendono il
nome di ismi i quali sono processi di creatività emotiva e pensiero ingenuo
(realismo, egocentrismo, artificialismo, animismo e finalismo);
- Stadio operatorio concreto 6-10;a 6 anni i b. si fermano ancora al dato
percettivo, in questa fase vi è la progressiva conquista della capacità di
compiere operazioni cognitive che permettono di collegare tra loro due rapporti
per ottenerne un terzo.
- Pubertà→ stadio ipotetico/
- Adolescenza→ deduttivo 10-14 anni; quest’età indica il transito
verso la pubertà, cioè la conqista della maturazione sessuale. In questa fase il
pensiero operatorio concreto conquista capacità logico-formali del pensiero
ipotetico-deduttivo.
SVILUPPO DELLA METACOGNIZIONE
Esistono due filoni nello studio della meta cognizione:
1. Teoria della mente: si riferisce a pensieri, credenze e teorie di senso comune
che si attribuiscono agli altri (es. Paolo è triste perché pensa che Maria non lo
ami più). Questo avviene attraverso ipotesi ricavate dll’osservazione degli altri.
Si usa il termine teoria perché ci si riferisce al sistema di conoscenza implicite o
esplicite che guidano i comportamenti effettivi di un soggetto.
2. Metacognizione: enfasi posta sui processi di memoria. Meta cognizione sono le
conoscenze che un individuo ha sulle abilità e i processi cognitivi, i compiti da
eseguire, le strategie utilizzate per affrontarli e le abilità di controllo e
monitoraggio durante e dopo l’esecuzione di un compito.
Borowski studia il rapporto tra meta cognizione e memoria, considerando
fondamentale anche il livello di motivazione dell’individuo. Egli rileva che le
potenzialità di memoria posso essere incrementate attraverso specifici interventi di
training che permettano di migliorare il controllo meta cognitivo (valorizzare
funzionamento della mente, uso di strategie, impegno).
4/5 anni: scarse riflessioni sull’attività mentale
6/7 anni: arricchimento quantitativo e qualitativo
8/9 anni: si scopre l’importanza di interesse e impegno
SVILUPPO DELLE EMOZIONI
Darwin: le emozioni hanno una funzione adattiva al fine di permettere una reazione
agli stimoli ambientali. Per lui esiste una base innata nel riconoscere le espressioni
facciali delle emozioni.
Nelle emozioni si distinguono queste componenti:
- Presenza di uno stimolo scatenante che può essere esterno o interno;
- La valutazione dellla situazione da parte del soggetto;
- Risposte fisiologiche particolari (variazioni corporee);
- Reazione posturale di rilassamento/tensione;
- Espressione del volto, i gesti e la voce…;
- Comportamenti esterni tipici dell’emozione (piangere, ridere,…).
Le emozioni hanno due funzioni: una funzione basata sull’agire, quando l’individuo fa
fronte a una situazione vista come eccezionale; e due funzioni comunicative, una per
comunicare all’esterno la propria situazione, l’altra per informare l’individuo sui suoi
risultati nel tentativo di controllo dell’emozione→ emozioni sono forma di linguaggio.
Distinzione tra espressioni primarie (innate) e complesse (al loro interno ne
contengono altre es. delusione= rabbia+ tristezza).
Due diverse ipotesi teoriche:
1. Teoria della differenziazione di Bridges; inizialmente si distingue nel neonato
solo maggiore o mi