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BAMBINO

Contemporaneamente alla registrazione degli avvenimenti esterni nel Genitore avviene un’altra registrazione, che fissa gli avvenimenti interni e tutte le reazioni del piccolo a ciò che vede e sente. Questo insieme di dati visivi, uditivi, emotivi e intellettuali viene definito con il termine Bambino. Si tratta più che altro di stati d’animo, soprattutto negativi, dovuti al frustrante processo di civilizzazione. Il piccolo percepisce se stesso come un Bambino NON OK, con un senso di infelicità perenne che viene registrata nel cervello ed è incancellabile. Questo senso di NON OK si trova in tutti i bambini, anche in quelli con genitori buoni e amorevoli. Come il Genitore, il Bambino rappresenta uno stato in cui una persona può essere proiettata in qualsiasi momento durante le proprie transazioni attuali. Quindi, quando una persona è preda dei propri sentimenti, diciamo che il suo bambino ha prevalso. Ma nel Bambino sono

registrate anche le meravigliose prime esperienze, in cui risiedono la curiosità, la creatività e gli stimoli di esplorare e conoscere. - Tuttavia gli stati d'animo NON OK superano notevolmente quelli positivi, pertanto in ciascuno di noi esiste un Bambino NON OK.

Caratteristiche fisiche Bambino: le lacrime, il labbro tremante, il broncio, la stizza, la voce acuta lamentosa, il roteare gli occhi, il fare spallucce, gli occhi bassi, lo stuzzicare, il provare delizia, ridere, sollevare la mano per chiedere il permesso di parlare, mordersi le unghie, mettersi le dita nel naso, dimenarsi e ridacchiare.

Caratteristiche verbali Bambino: oltre al linguaggio infantile, sono molte le espressioni che servono ad individuare il bambino: "io desidero", "io voglio", "non lo so", "farò", "non me ne importa", "immagino", "quando sarò grande, più grande", "il più grande".

“migliore”, “il migliore” (moltisuperlativi hanno origine nel bambino, da cui vengono usati come “gettoni” nel gioco: “il mio e’migliore”).

ADULTO- Intorno ai 10 mesi di vita il piccolo scopre di poter utilizzare la propria coscienza e realizzare unpensiero originale.

L’autorealizzazione è l’inizio dell’ Adulto, che racchiude tantissimi dati grazie alla capacità dipensare e di scoprire da sè gli aspetti della vita diversi dal concetto “inculcato” del Genitore e dalconcetto “sentito” presente nel Bambino.

L’Adulto trasforma gli stimoli in informazioni ed elabora ed immagazzina le informazioni sulla basedell’esperienza precedente, provenienti dal Genitore, dal Bambino e dallo stesso Adulto cheraccoglie continuamente i dati.

Grazie all’Adulto, il piccolo capisce la differenza tra la vita così come gli è stata insegnata (Genitore),la vita

Come egli l'ha desiderata o provata (Bambino) e la vita che sta scoprendo da solo (Adulto).- La principale funzione dell'Adulto è quella di esaminare i dati del Genitore, verificarne la veridicità e accettarli o rifiutarli, e allo stesso tempo valutare l'adeguatezza alla situazione attuale dei sentimenti presenti nel Bambino.- Tutto ciò costituisce delle costanti su cui poi riporrà la propria fiducia.- Un'altra funzione è la stima delle probabilità, che permette all'Adulto di saper affrontare un'inconveniente e valutare le probabilità di riuscita delle soluzioni possibili.

Caratteristiche fisiche Adulto: qual'è l'aspetto dell'adulto? Se impediamo alle registrazioni del Genitore e del Bambino di apparire visibilmente, che espressione assumerà il volto? sarà assente? benevolo? velato? insulso? Ernst sostiene che un volto inespressivo non è indice del volto dell'adulto.

Egli osserva che nell'adulto l'atto di ascoltare è rivelato da movimenti continui del volto, degli occhi e del corpo, con una frequenza del battere delle palpebre che va dai tre ai cinque secondi. Il viso dell'adulto è franco. Se il capo è inclinato, la persona tende ad ascoltare da un punto di vista preconcetto. Caratteristiche verbali Adulto: il vocabolario fondamentale dell'adulto consiste di chi, cosa, come, dove, quando, quanto e perché. Altre espressioni sono: "in che misura", "in che modo", "relativo", "vero", "falso", "probabile", "possibile", "sconosciuto", "obiettivo", "creo", "capisco", "secondo me". Tutte queste parole sono indice di una analisi dei dati compiuta dall'adulto. Nell'espressione "secondo me", l'opinione può derivare dal genitore, mal'affermazione è da adulto, in quanto viene espressa come un'opinione e non come un dato di fatto certo.
  1. Quattro tipi di atteggiamento
L'Analisi Transazionale classifica quattro possibili atteggiamenti o posizioni esistenziali in relazione a sé e agli altri:
  1. IO NON SONO OK - TU SEI OK -- (futilità, cinismo)
  2. IO NON SONO OK – TU NON SEI OK -+ (comportamento servile, passivo)
  3. IO SONO OK – TU NON SEI OK +- (comportamento aggressivo)
  4. IO SONO OK – TU SEI OK ++ (sano, induce ad un comportamento assertivo)
Esistono anche le "posizioni a tre" che esaminano la valutazione che l'individuo effettua nei confronti di sé stesso, del suo interlocutore e degli "altri".
  1. IO NON SONO OK – TU SEI OK: atteggiamento universale della primissima infanzia, derivante dalle conclusioni a cui il bambino arriva alla fine del suo primo anno di vita.
Il fatto che "l'altro" è OK deriva

dalle carezze ricevute e dal fatto di essere tenuto in braccio, mentre il bambino si definisce NON OK perché si considera inferiore alle figure adulte che lo circondano, perché non è autonomo e ha il bisogno costante che qualcuno si prenda cura di lui.

Ci sono due modi in cui una persona può tentare di vivere reggendosi su questo atteggiamento:

  1. il primo è di seguire un copione che conferma il NON OK (cercando le carezze)
  2. mentre il secondo è il sostenere che IO NON SONO OK, attraverso comportamenti provocanti e aggressivi per dimostrare di non essere ok, come appunto sostenuto dagli adulti.

Mentre il TU SEI OK (e io voglio essere simile a te) stila il controcopione inconscio.

2) IO NON SONO OK – TU NON SEI OK: entro la fine del primo anno il bambino solitamente passa dal primo atteggiamento a questo secondo atteggiamento.

Ciò avviene perché il bambino inizia a camminare, quindi non ha più bisogno di essere preso in braccio.

e le carezze scompaiono. (questo atteggiamento è il primo nei bambini con autismo, che hanno una distinta percezione delle cure materne e non riescono a trovare consolazione dopo la "catastrofica venuta al mondo".)

3) IO SONO OK – TU NON SEI OK: atteggiamento tipico dei bambini maltrattati, vittime della mancanza di carezze, che preferiscono stare soli perché hanno paura di essere malmenati.

a. Questi bambini sanno cosa sia la brutalità ma sanno anche cosa sia sopravvivere e la scelta IO SONO OK – TU NON SEI OK è una scelta di importanza vitale.

4) IO SONO OK – TU SEI OK: mentre i primi tre atteggiamenti sono inconsci e si basano sui sentimenti, essendo stati assunti nei primissimi anni dell'infanzia, questo quarto atteggiamento è una decisione cosciente e verbale e si fonda sul pensiero, la fiducia e la posta dell'azione.

a. Si sceglie di adottare questo atteggiamento quando si è riusciti a superare gli atteggiamenti precedenti.

risponde, creando così una sequenza di scambi comunicativi. L'Analisi Transazionale si focalizza sull'analisi di queste transazioni per comprendere i modelli di comunicazione e i giochi psicologici che si sviluppano tra le persone. L'obiettivo dell'Analisi Transazionale è quello di permettere alle persone di acquisire consapevolezza e libertà di scelta nel modo in cui reagiscono agli stimoli esterni. Questa libertà deriva dalla conoscenza e dalla comprensione di ciò che risiede nel Genitore e nel Bambino, e di come queste informazioni influenzano le transazioni attuali. L'Adulto, invece, rappresenta la posizione da cui è possibile agire, sperare e trasformarsi. È il punto di equilibrio tra il Genitore e il Bambino, in cui si possono prendere decisioni consapevoli e responsabili. In conclusione, l'Analisi Transazionale offre uno strumento per comprendere e modificare i modelli di comunicazione e di comportamento, permettendo alle persone di vivere in modo più consapevole e soddisfacente.

stimolo deve reagire. Lo scopo dell'analisi è quello di scoprire in ciascuno la componente Genitore-Adulto-Bambino che sta sotto ogni reazione. La prima regola della comunicazione nell'Analisi Transazionale afferma che quando stimolo e reazione, nel diagramma transazionale del G-A-B formano delle linee parallele, la transazione è complementare e può proseguire indefinitamente. La direzione non ha importanza, purché essi siano paralleli.

Le transazioni complementari Bambino-Bambino hanno luogo col permesso e sotto la sorveglianza dell'Adulto. Quando l'Adulto non è presente, il Bambino realizza delle transazioni incrociate. Questo porta alla seconda regola della comunicazione in Analisi Transazionale, che sostiene che quando stimolo e reazione si incrociano sul diagramma transazionale del G-A-B la comunicazione si interrompe.

Esistono diversi tipi di transazione:

  1. Transazione complementare o parallela:
    • È detta anche

semplice.

  • I vettori transazionali sono paralleli e lo stato dell'io cui ci si rivolge è quello che da il feed-back.
  • La persona attiva uno dei tre stati dell'io del suo interlocutore e lo stesso risponde proprio da quello stesso stato dell'io: si risponde all'attesa.
  • Finché i vettori della comunicazione rimangono paralleli, la comunicazione può continuare all'infinito senza interrompersi.

2. Transazione incrociata:

  • I vettori transazionali non sono paralleli.
  • L'interlocutore non dà la risposta "attesa" ma la rifiuta.
  • Si interrompe la comunicazione e per poterla ristabilire si dovrà attivare uno stato dell'io diverso.
  • Questo tipo di transazione danno origine ai litigi e alle incomprensioni.

Generalmente questo tipo di transazione non dura nel tempo, perché gli interlocutori vedono la realtà dei fatti a modo loro e non vi è possibilità di

adeguamento tra i loro punti di vista. L'unica possibilità, affinché
Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
19 pagine
8 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Miri925 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia cognitiva e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Cagliari o del prof Conte Stella.