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I CONTESTI DELLA PROGETTAZIONE EDUCATIVA E FORMATIVA

3.1. Alcune classificazioni

Non è possibile trattare il tema della progettazione formativa senza affrontare in modo adeguato la

questione dei diversi contesti a cui essa si rivolge e nei quali si sviluppa. Per farlo ci serviremo di

due approcci. 3.1.1. Formali, non formali e informali

Secondo una definizione dell'Unione Europea i contesti di apprendimento si distinguono in:

- Formali: si caratterizzano per intenzionalità formativa e valutazione certificata e

globalmente condivisa

- Non formali: si caratterizzano anche loro per l'intenzionalità formativa, tuttavia sono privi

di una valutazione certificata e globalmente riconosciuta

- Informali: sono quelli che non possiedono nessuna delle due caratteristiche prima

menzionate, cioè non hanno né l'intenzionalità formativa né il rilascio di valutazioni

certificate e legalmente riconosciute. Si tratta di tutte quelle occasioni inconsapevoli di

apprendimento che per contatto e per osmosi con un determinato ambiente determinano

comunque nelle persone delle vere e proprie trasformazioni, degli apprendimenti informali.

Poichè abbiamo sostenuto che l'apprendimento informale è privo di intenzionalità formativa, ne

conseguirebbe che il rapporto tra la progettazione formativa e i contesti di apprendimento informali

sia di fatto impraticabile. Tuttavia, poiché uno degli oggetti della progettazione è anche la

valutazione degli apprendimenti, non si può affermare che la progettazione formativa e

l'apprendimento informale siano del tutto indipendenti l'una dall'altro.

3.1.2. Istruzione, educazione sociale e formazione professionale

L'altro approccio che impiegheremo per presentare i diversi contesti educativi e formativi è quello

della descrizione dell'esistente. Tre saranno i contesti che prenderemo a riferimento: il sistema di

istruzione, gli interventi educativi in ambito sociale e la formazione professionale.

Istruzione, educazione e formazione sono tre termini che identificano contesti che si differenziano

sul piano normativo, per gli scopi e per l’organizzazione e gestione.

3.2. I tre contesti, struttura, ambiti di intervento e implicazioni progettuali

3.2.1. Il sistema educativo di istruzione e formazione

Secondo la classificazione internazionale ISCED dell'Unesco, i sistemi di istruzione dei diversi

paesi che aderiscono all'organismo internazionale si articolano in 8 livelli: educazione dell'infanzia,

primario, secondario inferiore, secondario superiore, post secondario non terziario, terziario a ciclo

breve, terziario a ciclo lungo, terziario tipo Master o equivalenti, terziario tipo dottorato di ricerca o

equivalenti.

Il sistema educativo italiano dell'istruzione e della formazione comprende: scuola dell'infanzia,

primo ciclo dell'istruzione, secondo ciclo dell'istruzione, istruzione superiore, educazione e

formazione continua dei giovani usciti dal sistema di istruzione e degli adulti.

L'istruzione obbligatoria ha la durata di 10 anni, dai 6 ai 16.

La progettazione assume nel contesto italiano caratteristiche particolari per via dell’organizzazione

centrale; tuttavia il contesto della progettazione presenta un certo grado di strutturazione quindi la

pratica progettuale ha un margine di manovra più ristretto.

3.2.2. L'educazione sociale

Gli ultimi trent'anni hanno visto la crescita esponenziale dei servizi di tipo sociale, educativo e

riabilitativo. È possibile individuare alcune tipologie di azione tipiche di questo settore, in

particolare: nei cicli di vita personale e sociale delle persone, nei disagio dentro le strutture sociali e

nei cicli di cambiamento – innovazione delle strutture dinamiche sociali e culturali.

Alcuni autori distinguono: servizi residenziali, servizi domiciliari e servizi territoriali.

Diversamente da quanto accade nel sistema di istruzione, nel contesto dell'educazione sociale lo

spazio di manovra della progettazione è decisamente più ampio: nel sistema di istruzioni molte

variabili sono assegnate a livello centrale, nel sistema dell'educazione sociale la progettazione ha il

compito di assegnare il valore ad un numero molto più alto di variabili. Inoltre il quadro di

riferimento dal punto di vista normativo è di tipo locale.

Altra peculiarità del sistema educativo sociale è la sua territorialità, e la conseguente conoscenza

approfondita del territorio che diventa cruciale durante la fase progettuale.

3.2.3. La formazione professionale

Per formazione professionale si intende, in generale, il percorso di formazione che si deve

intraprendere per accostarsi ad una professione.

Si parla di formazione professionale iniziale se questa è rivolta ai giovani che si accostano per la

prima volta al mondo del lavoro.

Si parla di formazione professionale continua se il percorso formativo è rivolto agli adulti che sono

stati esclusi dal mondo del lavoro e intendono riqualificarsi.

In concreto, gli studenti, dopo aver concluso la scuola secondaria di primo grado, possono assolvere

l'obbligo di istruzione attraverso un percorso di istruzione e formazione professionale di

competenza regionale che rilascia una qualifica professionale.

La formazione professionale ha come riferimento soprattutto i processi produttivi e quelli di

innovazione, che hanno una dimensione che può essere nazionale e, in alcuni casi, sovranazionale.

PER UN LESSICO DELLA PROGETTAZIONE

4.1. La progettazione come ricerca

La progettazione ha subito negli anni una notevole estensione semantica. Al di là di ciò rimane

un'attività fondamentalmente unitaria, orientata all'invenzione e realizzazione di artefatti complessi

che possono essere un oggetto o un servizio.

In questo senso la progettazione può essere intesa come un'attività esplorativa e costruttiva volta

alla ricerca, alla definizione e alla soluzione di un problema.

4.2. Il progetto non è un programma

La prima distinzione che è utile affrontare è quella tra programma e progetto.

Fraccaroli e Vergani definiscono il programma come lo schema generale di un intervento indirizzato

ad affrontare un problema. È il documento più generale che proviene dal centro e che ha valore

prescrittivo per tutte le scuole.

Oggi tale termine è associato al concetto di piano, ovvero a un insieme di obiettivi strategici per la

realizzazione di un'idea.

La programmazione didattica invece può essere letta come l'insieme delle azioni finalizzate alla

pianificazione del processo di insegnamento – apprendimento in prospettiva curricolare.

Rispetto alla programmazione, la progettazione, invece, si caratterizza per essere un concetto con

una forte connotazione ideativa e creativa; può essere intesa come una determinata modalità di

pensare ed agire, all'interno di un campo specifico in cui sono visibili scopi, risorse e vincoli.

4.3. Cosa si intende realizzare

La progettazione si caratterizza per essere una metodologia funzionale al raggiungimento di precisi

obiettivi, ovvero ciò che ci si aspetta in concreto di ottenere con il progetto.

Obiettivo: ci si può riferire a qualcosa di molto astratto o a qualcosa di molto specifico, ambiguità

risolta mediante l’uso di due termini: goal  affermazioni generali

objective  affermazioni specifiche.

Importante distinzione perché mentre i primi non sono empiricamente verificabili perché connessi

alla sfera dei valori, i secondi possono essere rilevati e misurati.

Nella letteratura italiana tale distinzione si trova come:

obiettivi generali  punto di partenza di un progetto, formulazione astratta di ciò che intendiamo

realizzare.

obiettivi specifici  quello che concretamente ci si aspetta di ottenere, specifici cambiamenti che ci

si aspetta.

Macro obiettivi  finalità educative

Micro obiettivi  definizione delle concrete prestazioni che si intende raggiungere.

4.4. La ricerca dell'equilibrio

Con gli obiettivi è necessario definire anche gli ambiti in cui si intende intervenire. L'equilibrio tra

limiti e risorse rappresenta il vero nodo che rende effettivamente possibile o meno un'azione

progettuale.

Perchè un progetto ambisca a realizzarsi è necessario che il progettista investa del tempo per

individuare possibili limiti oggettivi alla sua azione.

4.5. Saper valutare

Saper leggere il contesto implica un'iniziale valutazione. La valutazione è il termine che meglio

descrive l'atto a partire dal quale viene emesso un giudizio.

Essa si può definire come l'applicazione sistema di determinate procedure di analisi di dati al fine di

raccogliere tutti gli elementi necessari per verificare in quale misura i risultati conseguiti durante e/o

alla fine di un percorso di intervento sono coerenti e/o adeguati rispetto ai risultati attesi.

Nella fase iniziale di un progetto la valutazione si occupa della rilevanza e fattibilità dell'intervento

che si intende realizzare.

Nella fase successiva assume invece la forma del monitoraggio  controllo costante del progetto,

dalla fase iniziale alla conclusione.

Valutazione di processo  comprende il monitoraggio ma implica anche l’interpretazione ed il

giudizio del progetto, inoltre accompagna in itinere la realizzazione dell’intervento.

Nel 1967 Scriven distingue:

- Valutazione formativa: si intende una valutazione che avviene mentre il processo che si vuole

valutare è ancora in atto

- Valutazione sommativa: viene eseguita dopo che il processo che si vuole valutare è terminato

4.6. Prendere le misure

La progettazione consiste nella capacità di prendere le misure alla realtà ed agire di conseguenza.

In senso stretto misurare consiste nel classificare o quantificare una proprietà di un determinato

oggetto, ovvero attribuire dei valori a determinati fenomeni o eventi secondo regole che permettono

di rappresentarne i caratteri con proprietà del sistema numerico.

In primis occorre definire in modo chiaro cosa si intende misurare, è la fase di operativizzazione

Sulla base delle proprietà utilizzate nella misurazione è possibile distinguere 4 diverse scale di

misurazione:

- La scala nominale: utilizza i numeri semplicemente come delle etichette per identificare singole

classi di oggetti o eventi

- La scala ordinale: è una scala in cui gli oggetti o eventi vengono disposti in modo crescente o

descrescente a seconda della loro grandezza

- La scala ad intervalli: è una scala in cui le differenze tra i valori numerici hanno un significato in

quanto si ha un'unità di misurazione

- La scala a rapporti: si differenzia dalla precedente per il fatto di avee sia intervalli equivalenti sia

un punto zero effettivo. 4.7. La scoperta dell

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A.A. 2017-2018
24 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/03 Didattica e pedagogia speciale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sara92p di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Progettazione nei contesti educativi e formativi e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia o del prof Cecconi Luciano.