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GORDON).

E’ fondamentale che l’insegnante adotti alcune procedure metodologiche che

successo formativo di tutti gli allievi.

stimolino il Tre aspetti appaiono

significativi in questo senso:

1. Attenzione a come vengono presentati gli obiettivi e le aspettative, che

sin dall’inizio devono essere chiare e precise. Occorre comunicare anche

le aspettative inerenti i comportamenti da adottare attraverso un

sistema di regole condivise

2. Abbassare i livelli di competitività e favorire la cooperazione;

3. Porre attenzione al locus of control, mostrando agli allievi come essi

siano i responsabili dei propri processi di apprendimento.

Condurre la classe non significa soltanto mantenere l’ordine ed evitare la

messa in atto di comportamenti inadeguati. Bisogna invece coinvolgere gli

allievi, sostenere il loro interesse e impegno, incoraggiarne la partecipazione.

Tutto questo richiede competenze personali e organizzativo-metodologiche.

Gli insegnanti devono possedere un’adeguata capacità di problem solving e

decision making, nonché un forte autocontrollo.

Capitolo 9 “Attivare la risorsa compagni: educare alla socialità

Il comportamento sociale dipende da una serie di componenti che fanno

riferimento sia ad aspetti cognitivi e affettivo-emozionali che a una serie di

altri fattori, quali il controllo sociale, i modelli parentali e culturali, quelli

proposti dai mass media, ecc.

Presentiamo di seguito il programma ICPS (Interpersonal Cognitive Problem

Solving) di Spivack e Shure , che enfatizza gli aspetti cognitivi del

comportamento interpersonale. La caratteristica principale del programma

consiste nel fatto che non si cercano di imporre al soggetto delle soluzioni

sociali preconfezionate, quanto di insegnare delle strategie di pensiero che

consentano la scelta di una soluzione fondata su attente e accurate valutazioni

delle proprie azioni e di quelle degli altri.

La promozione per il problem solving interpersonale viene ricercata

attraverso tre azioni principali:

1. Generare il maggior numero di alternative per risolvere i problemi

relazionali e sociali di ogni giorno;

2. Anticipare cosa potrebbe accadere come conseguenza delle alternative

individuate;

3. Pianificare passo dopo passo i mezzi per raggiungere i propri scopi in

ambito sociale*.

Spivack e Shure hanno proposto un programma per la scuola dell’infanzia e le

prime classi della primaria e uno per le ultime classi della primaria.

Il primo propone due linee di lavoro principali:

- La strutturazione di una seria di prerequisiti linguistico-concettuali,

usando una serie di parole chiave (e, non, o, uguale, ecc.) in un contesto

interpersonale come aiuto per identificare preferenze individuali e

differenze interpersonali;

- La ricerca di soluzioni alternative a un problema sociale e la valutazione

delle loro conseguenze, vale a dire il problem solving interpersonale*.

Tale azioni sono precedute da una sessione dedicata all’apprezzamento

delle reazioni emozionali delle persone e delle cause che le determinano.

Il secondo prevede una serie di lezioni-gioco interattive di circa 30-40 minuti

per lezione. Sono indicati due livelli di attività finalizzate a sviluppare:

- Le abilità di problem solving come condizione di base al problem solving

vero e proprio per favorire negli allievi l’apprezzamento dei sentimenti

propri e altrui;

- Le abilità di ICPS per aiutare a generare il maggior numero possibile di

alternative per risolvere i problemi di ogni giorno, anticipare cosa

potrebbe accadere come conseguenza di ogni azione e pianificare passo

dopo passo i mezzi per raggiungere gli scopi prefissati.

Il comportamento pro-sociale si caratterizza per la messa in atto di azioni

che senza ricercare gratificazioni estrinseche o materiali, favoriscono altre

persone o gruppi o il raggiungimento di obiettivi sociali positivi o

aumentano la possibilità di dare inizio a una reciprocità positiva e solidale

nelle relazioni interpersonali conseguenti, salvaguardando l’identità, la

creatività e l’iniziativa delle persone o dei gruppi coinvolti.

Il comportamento sociale è un insieme di condotte finalizzate a favorire il

benessere degli altri rispettandone le caratteristiche e le peculiarità

personali.

La messa in atto di azioni pro-sociali di aiuto nei confronti di compagni in

situazione di disabilità o con altri BES dipende da una serie di condizioni

che fanno riferimento al possesso delle seguenti capacità:

- Abilità cognitive: capacità di leggere e interpretare lo stato di bisogno

del compagno, di valutare la propria possibilità di portare un aiuto

fattivo e l’accettazione del costo connesso all’emissione della condotta

sociale, di monitorare gli effetti della propria azione su di sé, sul

compagno e su eventuali altre persone;

- Empatia: capacità di discriminare, comprendere e assumere il punto di

vista dell’altro dal punto di vista sia cognitivo che emozionale;

- Assertività: capacitò di affermare e perseguire i propri obiettivi con

modalità socialmente adeguate e rispettose dell’interlocutore;

- Autocontrollo: capacità di scegliere, nell’ambito di due alternative,

quella meno gratificante.

I momenti essenziali sui quali soffermarsi nel lavoro educativo sono quelli

legati a favorire il riconoscimento dei bisogni dell’altro, a stimolare la

decisione ad intervenire, a guidare nell’adozione di modalità adeguate di

aiuto, a indirizzare la riflessione sull’efficacia dell’azione pro-sociale condotta.

Roche e i suoi collaboratori hanno elaborato un programma sulla pro-socialità

molto dettagliato, che si articola su un sistema di valutazione degli

atteggiamenti pro-sociali e su una serie di esercitazioni per incidere sui

seguenti fattori:

- Valutazione positiva dell’alunno;

- Empatia;

- Espressione dei propri sentimenti;

- Creatività;

- Relazioni interpersonali;

- Non aggressività e non competitività;

- Modelli positivi;

- Collaboratività;

- Aiuto;

- Condivisione.

Il programma prevede obiettivi adatti a tutti i livelli scolastici e richiede un

lavoro coordinato degli educatori incentrato su lezioni, letture, presentazioni

di audiovisivi, discussioni, esercitazioni varie ed esperienze di Tutoring.

Per valutare le competenze iniziali degli allievi, il programma di Roche

propone un ampio inventario di comportamenti pro-sociali. Al fine di verificare

i progressi che si registrano in seguito a particolari interventi, invece, sono

state elaborate delle schede riassuntive, che prevedono la valutazione

partendo da tre punti di vista differenti: quello degli insegnanti, quello dei

compagni e quello dell’allievo stesso.

Capitolo 10 “Le strategie cooperative”

L’interazione con i compagni assume un’importanza fondamentale alla luce del

concetto di zona di sviluppo prossimale di Vygotskij. Essa, inoltre, facilita gli

apprendimenti curricolari, potenzia l’autostima e la percezione di

autoefficacia, aumenta le competenze sociali e promuove processi inclusivi.

Il Peer Tutoring

Consiste nel coinvolgimento di allievi in funzione di tutor per favorire

l’apprendimento dei compagi, i quali vengono ad assumere la funzione di

tutees. Possiamo parlare di applicazione della strategia di Peer Tutoring

quando il passaggio di competenze tra tutor e tutee avviene all’interno di un

piano didattico ben strutturato, che prevede obiettivi, tempi, modi, ruoli e

adeguati materiali.

Il Peer Tutoring ha le seguenti caratteristiche:

- consente un approccio individualizzato, dedicando maggior tempo al

singolo allievo e alle sue difficoltà nell’ambito delle attività didattiche;

- determina una forte motivazione in entrambi gli alunni coinvolti;

- espone ognuno a prospettive diverse;

- fornisce più fonti di feedback e di correzione degli errori;

- aumenta le abilità comunicative degli allievi;

- promuove l’indipendenza e alimenta forme di autodeterminazione;

- sollecita le relazioni dirette fra i compagni.

Nell’applicazione del Peer Tutoring con allievi in situazione di disabilità o altri

BES, interessante è la possibilità che essi svolgano anche il ruolo di tutor. In

queste situazioni l’allievo può risultare fortemente gratificato a livello di

autostima e di conseguenza attivare un circolo virtuoso centrato sul

miglioramento della percezione di autoefficacia.

In sintesi, il Peer Tutoring può portare benefici:

- ai tutees attraverso l’incremento dell’attenzione individuale, la

possibilità di ripetizione del lavoro relativamente a certe parti del

programma didattico, il feedback immediato, il supporto del compagno e

un tempo aggiuntivo impiegato con i compiti;

- ai tutor, che possono fare progressi essendo le loro stesse abilità

rinforzate ed espanse come pure la loro autostima e la sensibilità per gli

altri;

- agli insegnanti, che, da un lato, sperimentano un modello di lavoro

efficace in grado di supportare la loro azione e accrescere il livello di

cooperazione nella classe e, dall’altro, si trovano a poter gestire un

tempo maggiore da dedicare ad attività funzionali al miglioramento della

didattica;

- al sistema educativo nel suo complesso, valutato nella dinamica costi

efficacia.

Stainback e Staiback elencano tre modalità principali di tutoring:

1. fra pari età;

2. fra alunni di età diversa;

3. con allievi in difficoltà nel ruolo di tutor.

tutoring fra allievi della stessa età

Nel si prevede un livello di partenza

simile fra gli alunni, i quali, articolati in coppie o in piccoli gruppi (tre o

quattro) hanno l’opportunità di rispondere ed essere attivi e vedere subito

confermata o corretta la loro risposta o prestazione. All’interno della coppia o

del piccolo gruppo, infatti, un alunno opera come tutor e assiste i compagni

per un certo periodo di tempo, trascorso il quale quel ruolo viene assolto da

un altro ed egli torna ad essere un discente.

tutoring fra allievi di età diversa

Il prevede che alunni più grandi e

preparati forniscano assistenza e aiuto a compagni più giovani. Il tutor

assicura la possibilità di sviluppare insegnamenti personalizzati usando

materiali predisposti dall’insegante

Nel tutoring esteso a tutta la classe, una classe viene attivamente coinvolta

nel processo di apprendimento e nella pratica di abilità scolastiche in modo

simultaneo, sistematico e divertente. Gli allievi della stessa età, in questo

caso, lavorano in coppia per svolgere un compito, alternandosi nella funzione

di tutor e tutee: il primo fornisce le istruzioni legate ai contenuti didattici, il

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A.A. 2018-2019
50 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/03 Didattica e pedagogia speciale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher WAMIAPP14 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Didattica e pedagogia speciale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Salerno o del prof Sibilio Maurizio.