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PARTE SECONDA
IL PIANO ORGANIZZATIVO
Capitolo 3
L’ICF: quando la classificazione diventa uno strumento di guida alla didattica
Si deve attendere il1999 perché il tentativo di evoluzione operato con l’ICIDH-2 possa trovare il
suo completamento nella proposta di un nuovo strumento, l’ICF attraverso il quale descrivere
e misurare la salute e le disabilità della popolazione.
Nel 2007 l’OMS ha provveduto alla pubblicazione della Classificazione internazionale del
funzionamento, della disabilità e della salute per bambini ed adolescenti, sviluppata per
rispondere all’esigenza di una versione dell’ICF che potesse essere universalmente utilizzata
per bambini ed adolescenti nei settori della salute, dell’istruzione e dei servizi sociali.
Per comprendere ed apprezzare le novità apportate dall’ICF e dall’ICF-CY nel sistema di
classificazione delle condizioni connesse alla salute e alla disabilità delle persone, bisogna
comprendere i sistemi di classificazione di tipo clinico previsti nell’ICD-10 (decima revisione
della classificazione internazionale delle sindromi e dei disturbi psichici e comportamentali) e
nel DSM-5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali).
1. ICD-10
Rappresenta la decima revisione dalla Classificazione internazionale delle sindromi e dei
disturbi psichici e comportamentali pubblicata dall’OMS nel 1992. Comprende la codifica di
trecento sindromi e disturbi descritti in diverse sezioni. Per ciascun disturbo riporta una
delineazione delle principali caratteristiche cliniche, nonché alcuni aspetti associati, rilevanti
ma non specifici. Nell’ICD-10 viene adottato uno schema alfanumerico su codici a tre
elementi: lettera seguita da numeri.
1.1 Esempi di codifica ICD-10
Nella pratica si prevede che un soggetto venga valutato in relazione a vari assi.
2. DSM-5
Il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali insieme all’ICD-10 una delle modalità
più conosciute ed utilizzate dagli operatori sanitari a livello internazionale, per delineare la
diagnosi nell’ambito dei deficit mentali. Il DSM-5 inizia con i disturbi più diagnosticati nelle
prime fasi della vita e termina con quelli pertinenti all’età avanzata.
Fra i disturbi del neurosviluppo che impattano particolarmente con i temi affrontati in questo
lavoro, sono comprese le seguenti macrocategorie diagnostiche:
- Disabilità intellettive
- Disturbi della comprensione
- Disturbi dello spettro dell’autismo
- Disturbo da deficit di attenzione/iperattività
- Disturbo specifico dell’apprendimento
- Disturbi del movimento
2.1 Disturbo dello spettro autistico nel DSM-5
Schema previsto per il Disturbo dello spettro dell’autismo descritto da una diade di sintomi
afferenti a:
- Deficit di interazione e comunicazione sociale
- Comportamenti, interessi o attività ristretti e ripetitivi
Nello specifico:
- I <<Deficit persistenti della comunicazione sociale e dell’interazione sociale>>, che non
sono una semplice conseguenza di un ritardo generale dello sviluppo, devono
manifestarsi in differenti contesti indicati nel riquadro 1.
- Il “pattern ristretto e ripetitivo di comportamenti, interessi o attività” deve manifestarsi
in almeno due dei fattori indicati nel riquadro 2.
Altre caratteristiche sono che i sintomi si manifestano sin dall’infanzia anche se possono
manifestarsi solo quando le richieste sociali aumentano.
3. ICF
Si pone in continuità con le classificazioni precedenti, rovesciando in concreto la prospettiva
di analisi: non viene considerata la menomazione, ma la salute e le potenzialità dell’individuo
e le sue eventuali disabilità in relazione all’attività e alla partecipazione.
Così vengono poste le premesse, per individualizzare i bisogni e superare fino al possibile i limiti
all’attività e le restrizioni di partecipazione.
3.1 Organizzazione dell’ICF
L’ICF è organizzato in due parte. La prima formata dalle seguenti componenti:
- Funzione corporee e strutture corporee
- Attività e partecipazione
La seconda invece, prevede:
- Fattori ambientali
- Fattori personali
3.2 Qualificatori
L’ICF non riguarda solo persone con disabilità ma è applicabile ad ogni persona che si trovi in
qualsiasi condizione di salute, dove sia la necessità di valutarne lo stato di “salute” a livello
corporeo, personale o sociale. Per questo i codici ICF richiedono l’uso di qualificatori, che
denotano l’entità del livello di salute o la gravità del problema in questione.
Nella tabella qua sotto vengono riportati i qualificatori, con l’indicazione anche delle
percentuali da tenere in considerazione nei casi in cui siano disponibili strumenti di valutazione
standardizzati.
Qualificatori Significato Percentuale interessata
xxx.o Nessun problema (assente, 0-4%
trascurabile)
xxx.1 Problema lieve (leggero, 5-24%
piccolo)
xxx.2 Problema medio (moderato, 25-49%
discreto)
xxx.3 Problema grave (notevole, 50-95%
estremo)
xxx.4 Problema completo (totale) 96-100%
xxx.8 Non specificato
xxx.9 Non applicabile
3.3. Dall’ICF all’ICF-CY
ICF-CY cerca di rispondere alle esigenze connesse alla classificazione delle condizioni di
salute e delle manifestazioni di disabilità di bambini e adolescenti, alla luce del fatto, da tutti
condiviso, che tali situazioni sono diverse in età evolutiva rispetto a quella adulta.
Mentre nell’ICF alcune categorie sono affrontate solo attraverso i temi generali nell’ICF-CY le
stesse vengono definite più nel dettaglio e arricchite di ulteriori aspetti ritenuti importanti in
funzione dello sviluppo.
4. ICF, ICF-CY e didattica speciale
Le modifiche apportate al quadro di riferimento, se correttamente interpretate, rappresentano
un riferimento importante anche per la pedagogia e la didattica speciale.
è possibile individuare tre punti fondamentali:
- Il cambio di prospettiva, con il passaggio da una visione prettamente eziologica a una
improntata sul concetto positivo di attività e partecipazione
- La grande attenzione che viene riservata ai fattori contestuali e ambientali, oltre a quelli
specificamente connessi ai deficit biologici
- Il ruolo paritetico che viene riconosciuto agli interventi clinici, riabilitativi, educativi e
sociali, i quali dovranno necessariamente integrarsi e uscire dalle arbitrarie
demarcazioni che ancora li stanno abbondantemente caratterizzando.
Per quanto riguarda il primo punto l’ICF e l’ICF-CY, non richiedono di indicare la cause di una
menomazione o della disabilità, ma solo di specificarne gli effetti. Questo comporta
l’abbandono di termini a connotazione negativa come “menomazione” o “handicap” a favore
di altri che contengono una prospettiva molto più favorevole come “attività” e
“partecipazione sociale”.
Come messo in risalto ampiamente, la novità più rilevante introdotta dall’ICF riguarda il fatto
che il funzionamento e la disabilità della persona sono concepiti come una complessa
interazione tra le condizioni di salute e i fattori contestuali, relativamente all’attività concreta
dell’individuo e alla sua possibilità di partecipazione alla vita sociale. Viene superato il modello
di riferimento che tendeva ad enfatizzare in maniera preponderante la dimensione biomedica
nel concetto di salute.
L’impostazione ICF, quindi, enfatizza l’esigenza di non individuare soltanto gli elementi di
rilevanza clinica connessi al deficit, ma di conoscere la persona, con attenzione rivolta alle
sua capacità e potenzialità.
Il mancato coinvolgimento del personale educativo e della famiglia nella redazione di questo
momento iniziale rappresentato dalla DF ha determinato ripercussioni negativa di notevole
spessore. Sia perché l’attenzione è stata focalizzata su quanto il bambino non sapesse fare,
piuttosto che sulle abilità possedute o potenziali con un approccio essenzialmente medico e
poco educativo. Oltre questo è stata registrata una mancata comunicazione tra la componente
clinico-riabilitativa, quella pedagogica e la famiglia.
I principi espressi nella legge 107/2015, la quale prevede che a partire dal 1° gennaio 2019, il
profilo di funzionamento, redatto secondo i criteri del modello ICF, sostituisca la DF e il PDF.
Vygotskij sottolineava che nell’analisi dello sviluppo cognitivo e soprattutto delle potenzialità
di apprendimento dei bambini con deficit mentali non va considerata solo la situazione
rilevabile dai test, in quanto le effettive capacità di un individuo possono emergere soltanto nel
momento in cui si instaura un rapporto interattivo tra lui e l’ambiente umano.
Importante sottolineare che fin dal 2001 ben 191 Stati hanno dichiarato di riconoscere li CF
come sistema internazionale per misurare e classificare la salute e la disabilità e questa
adesione ha sicuramente contribuito ad aprire le porte a un cambiamento del modo di pensare
l'altro in termini di parità reale tra le persone che presentano abilità e disabilità diverse. Ogni
individuo infatti è portatore di una propria origine condizione di salute che si deve cercare di
elevare il più possibile al fine di renderlo capace di migliorare con la propria azione il contesto
sociale nel quale si trova a vivere e operare.
Capitolo 4
Verso il curricolo per l’inclusione
Come già ribadito la logica dell’inclusione non prevede che gli alunni con disabilità siano
trattati come ospiti nella classe, ma graditi. L’orientamento deve essere in grado di costruire
contesti in grado di accogliere tutti e consentire di avere le migliori opportunità per raggiungere
il successo formativo. In questo prospettiva, un ruolo centrale è rivestito dalla programmazione
dei curricoli didattici, intesi come percorsi coerenti e sistematici di insegnamento e
apprendimento. Schematizzando i concetti a questo proposito è possibile percorrere due
strade.
- La prima, prevede di costruire un programma per la classe da modificare in maniera più
o meno consistente per colore che non riescono a seguirlo compiutamente. Il fine è
quello di adattare il curricolo ai bisogno speciali dei singoli allievi, andando a
diversificare gli obbiettivi.
- La seconda, orientata sull’obbiettivo di progettare fin dall’inizio, i curricoli didattici per
affrontare le differenze individuali. Questa logica è sviluppata all’interno dell’approccio
noto come UDL, proposto negli stati uniti dal Center for Applied Special Technology
(CAST) a partire dagli anni 90. L'obiettivo perseguito &eg