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DIALOGO DELLA MODA E DELLA MORTE
• →
Concetti personificati. La moda muore di continuo caducità della vita
DIALOGO FRA LA TERRA E LA LUNA
• La Terra, dopo aver ricordato la sua natura armonica, divina e genitrice, domanda alla Luna che tipo di
abitanti la popolano, e di che natura è la società radicatasi sulle sue lande. La sua umile «suddita» risponde
di non essere in nulla conforme alla sua «Signora», e che è in errore se crede che tutto, nell'universo, Madre
Natura, abbia creato simile a lei e all'umanità.
DIALOGO DI ERCOLE E ATLANTE
• Atlante è il gigante che tiene sulle spalle la Terra. Dice ad Ercole che la terra non pesa più niente, si è
svuotata di senso. Ercole e Atlante cominciano a giocarci a palla.
DIALOGO DEL SOLE CON NICCOLÒ COPERNICO
• Il Sole è stanco e chiede a Copernico di far muovere la Terra. Torna il concetto della nullità del genere
umano: l'ironico testo attacca la filosofia che mette l'uomo al centro dell'universo.
DIALOGO DI PLOTINO E PORFIRIO
• Si discute sul suicidio e si conclude che esso è una tentazione, ma si deve vivere per gli affetti. Il dialogo si
ː
svolge fra due filosofi neoplatonici Porfirio, il più giovane, è intenzionato ad uccidersi e difende con
argomenti razionali la validità di tale decisione, affermando che tutti i sentimenti sono vani. Solo la noia è un
ː
sentimento vero, al quale tutti gli altri, che sono illusioni, si riducono tutto ciò ci fa capire quanto la vita
abbia di sostanziale. Il suo maestro Plotino non tenta di confutare le argomentazioni di Porfirio, ma sostiene
che il suicidio deve essere evitato per non rendere più gravi, con tale gesto, le sofferenze delle persone care.
DIALOGO DI UN VENDITORE DI ALMANACCHI E UN PASSEGGERE
• Venditore di almanacchi = venditore di calendari Passeggere = passante Il venditore promette che sarà un
anno bellissimo per riuscire a vendere i suoi calendari, ma come lui tutti gli uomini mentono raccontandosi
questa bugia per vivere. Il dialogo si concentra sull'illusione della speranza umana che tende a proiettare nel
futuro tutte le proprie aspirazioni di felicità: il passeggere si riconosce nell'immagine di sofferta esistenza del
venditore d'almanacchi, perché la vita di entrambi è stata molto dolorosa; e si augura un anno nuovo sereno
e migliore di quello passato.
Lo Zibaldone:
1817-32
Il nome completo è Zibaldone di pensieri. È u diario personale che raccoglie una grande quantità di appunti scritti tra
il 1817 e il 1832.
La teoria del Piacere: →
Se nella realtà il piacere infinito è irraggiungibile, l'uomo può figurarsi infiniti piaceri attraverso l'immaginazione.
l'immaginazione è la compensazione di una realtà di infelicità e di noia.
Teoria del vago e dell'infinito:
Anche nella poetica le immagini sono belle tanto quanto riescono a suscitare delle sensazioni vaghe. Alcune
immagini sono belle perché ci evocano sensazioni che ci hanno affascinati da fanciulli. La poesia non è che il
recupero di immagini della fanciullezza effettuato dalla memoria. Gli antichi erano maestri della poesia vaga, perché
più vicini alla natura potevano immaginare più facilmente.
Alessandro Manzoni
1785-1873
Autore di uno dei capolavori della letteratura italiana: I promessi sposi.
Nasce a Milano nel 1785. Nel 1810 segue gli sviluppi del movimento romantico milanese del “Conciliatore” (il
giornale). Nel 1812 inizia la composizione degli Inni sacri. Nel 1821 scrive l'ode politica Marzo 1821, in seguito si
dedica all'Adelchi e concepisce il disegno di un romanzo storico sulla Lombardia settecentesca dominata dagli
spagnoli. Alla notizia della morte di Napoleone scrive Il cinque maggio. Nel 1860 Manzoni è nominato senatore del
Regno d'Italia di Vittorio Emanuele II. Nel 1862 è nominato presidente della Commissione statale per l'unificazione
della lingua.
Pensiero e poetica:
La sua è una visione unitaria in cui si sintetizzano gli ideali e i valori di patria e religione, di fede e ragione. La
→
conversione cattolica segna profondamente la produzione manzoniana le aspirazioni illuministiche di libertà e
giustizia si fondono con gli ideali evangelici di uguaglianza e solidarietà cristiana. Lo stretto rapporto tra vero storico
e vero politico è al centro della sua riflessione. Manzoni dopo aver espresso in diversi generi la sua ricerca del vero,
approda al romanzo storico. Negli anni successivi rinuncia quasi completamente alla narrativa a alla lirica,
dedicandosi a studi filosofici. Le scelte di Manzoni influiscono molto anche sulla lingua, per la necessità di
rappresentare una realtà in più livelli. L'autore si orienta verso un toscano letterario, per poi in fine adottare un
toscano colto parlato. Tra le liriche civili, due sono completate e pubblicate dall'autore: Marzo 1821 e Il cinque
maggio. Le altre vennero pubblicate postume.
Il realismo romantico:
Dopo l’apprendistato classicistico, la conversione al cattolicesimo (1810) doveva preparargli la strada alla
conversione letteraria, di cui i primi Inni sacri (1815) costituiscono una tappa importante sulla strada del realismo,
segnando un allontanamento dai modelli neoclassici, nel tentativo di una poesia religiosa.
In merito alla tragedie, l'autore vuole creare una nuova drammaturgia, libera dalla tradizione classica e dalle regole
pseudo-aristoteliche. Nel Conte di Carmagnola, incentrato sulla vicenda quattrocentesca del capitano Francesco
Bussone, Manzoni abbraccia una letteratura dell'eroe in positivo.
Grande rilievo hanno, nell'itinerario poetico manzoniano gli scritti di teoria letteraria. Nella lettera a M. Chauvet,
scritta in francese nel 1820,lo scrittore demistifica il significato e le funzioni delle teorie aristoteliche.
I promessi sposi:
1840-1842
Romanzo storico, di A. Manzoni, o, come dice il sottotitolo, "storia milanese del sec. 17°", che l'autore finge di avere
"scoperta e rifatta" sul manoscritto di un anonimo contemporaneo. La prima stesura del romanzo, risalente agli anni
1821-23, recava il titolo Fermo e Lucia, dal nome che vi avevano i protagonisti; la seconda redazione,
profondamente modificata (fra l'altro il nome di Fermo è mutato in quello di Renzo), fu pubblicata in tre volumi dal
1825 al 1827 (ed. detta ventisettana), col titolo, che doveva restare, I promessi sposi; la seconda edizione
definitiva, ampiamente riveduta e corretta specie in fatto di lingua, apparve dal 1840 al 1842 (ed è perciò detta la
quarantana).
Gli avvenimenti si svolgono tra il 1628 e il 1630 nella campagna lombarda, devastata dalla guerra dei Trent’anni e
stremata dalla carestia e dalla pestilenza. L’amore di due popolani, filatori di seta, Renzo e Lucia, in procinto di
sposarsi, è contrastato daI capriccio di un signorotto, don Rodrigo, che, invaghitosi della giovane, cerca di impedire il
matrimonio, facendo leva sulla viltà del curato, don Abbondio, a fianco del quale è la figura della serva padrona,
Perpetua. Renzo si reca a chiedere consiglio al dottor Azzecca-garbugli, ma questi si rifiuta di prendere qualsiasi
posizione quando sente il nome di don Rodrigo. Il frate confessore di Lucia, Cristoforo, si reca a sua volta, ma
altrettanto inutilmente, dallo stesso don Rodrigo, nel tentativo di dissuaderlo dallo sciagurato proposito. Visti i
tentativi falliti, suggerisce ai due giovani di fuggire dal paese e di trovare rifugio Lucia, con la madre Agnese, in un
convento di Monza e Renzo presso i cappuccini a Milano. Qui il giovane viene accusato di essere coinvolto nelle
rivolte scatenate dalla carestia ed è quindi costretto a fuggire. Lucia viene rapita dall'Innominato, al quale don
Rodrigo aveva chiesto aiuto. Terrorizzata, la giovane prega con fervore e fa voto di rinuncia al matrimonio. Dopo
averlo supplicato, viene liberata
dall'Innominato, ma cade vittima del contagio della peste che ha invaso Milano. Supererà la malattia nel Lazzaretto
dove si trovano anche fra Cristoforo e don Rodrigo, che è in punto di morte quando arriva Renzo, rientrato a Milano
in cerca di Lucia. Il frate convince Renzo a perdonare l'uomo che gli aveva provocato tante disavventure. Con la
morte di don Rodrigo cessa ogni pericolo. Renzo e Lucia possono finalmente unirsi in matrimonio.
Manzoni sceglie di usare uno schema romanzesco tradizionale - quello di due giovani innamorati che solo dopo varie
peripezie riescono a sposarsi - depurandolo da elementi fantastici o avventurosi e finalizzandolo alla descrizione dei
più saldi valori morali. Quella di Renzo e Lucia non è un’avventurosa esperienza d’amore, ma una difficile conquista
di pace e di felicità, perseguite con impegno e senso del dovere in una realtà dominata dall’ipocrisia e dal
conformismo. Scapigliatura; Verismo e Decadentismo
Il secondo Ottocento vede l'estinguersi del Romanticismo e la nascita di nuove tendenze. In particolare troviamo la
Scapigliatura, il Verismo e il Decadentismo. La Scapigliatura e soprattutto il Verismo sono movimenti d'avanguardia.
:
Scapigliatura
• Fu un movimento di contestazione antiborghese, che sorse in Italia tra 1860 e 1880. Essa venne
definita milanese, perché Milano era il centri dinamico della borghesia, divenne così il centro ideale di questo
movimento. Il termine deriva dal romanzo “La scapigliatura e il 6 febbraio” di Cletto D'Arrighi. I termini
scapigliati e scapigliatura venivano usati per indicare il comportamento anticonformistico, irriverente e
ribelle di alcuni giovani letterati nei confronti della cultura della società del loro tempo. In merito alla poetica
→
gli scapigliati riscoprono il principio fondamentale del Romanticismo ovvero proclamano che il
soggetto della poesia deve essere il vero, in quanto essa deve essere autentica.
:
Verismo
• →
Equivalente nostrano del naturalismo francese, il verismo ha una fisionomia soprattutto siciliana dalla
Sicilia provengo i maggiori esponenti come Verga, Capuana e De Roberto. È una corrente letteraria che si è
→
sviluppata nel corso dell'Ottocento, in Italia grazie allo scrittore siciliano Giovanni Verga dedicava la sua
attività letteraria alla scrittura di racconti della vita quotidiana.
Il verismo si fonda sulle basi del positivismo. Si basa sul concetto del Vero, racconta di eventi di vita
quotidiana realmente accaduti.
Appartengono a questo periodo due delle opere più celebri della letterature italiana: Pinocchio (Collodi) e
Cuore (De Amicis) Giovanni Verga
1840-1922
Nasce a Catania il 1840. Dopo la pubblicazione del 1866 di Una peccatrice (il romanzo mette in scena la crisi
esistenziale e creativa di