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Teoria degli insiemi e pregiudizio sull'handicap
L'uso del termine "diverso", in riferimento al soggetto disabile, è un errore logico. Considerando la teoria degli insiemi; le regole di ripartizione tra classi, derivanti dalla logica aristotelica, stabiliscono che su un insieme costituito da elementi equivalenti (insieme uomo) non si possono fare specificazioni, solo divisioni. Ora se noi volessimo operare una specificazione abili/disabili compiremmo un errore logico. Anche la divisione non risulta possibile, perché necessita di cambiamento di genere, varietà qualitativa e sostanziale, non accidentale.
Handicap, pregiudizio e scarto: due casi emblematici
Germana, disabile che chiede eutanasia, data la sua morte civile decisa dalla società. La società e la medicina considerano la malattia come un alieno, un'entità distinta dalla persona che soffre.
senza la quale questa persona sarebbe "normale". Non si comprende come la malattia, e il limite in generale, facciano parte della natura umana. Katie, bambina con sindrome di Down a cui è stato negato un trapianto al cuore. Disfunzione o responsabilità sociale? Riferimento alla macchina di distruzione umana nazista. Il primo passo dell'azione non fu giuridico o fisico, ma culturale; un'azione di definizione, che tramite pregiudizi, collocò l'umanità dell'altro su un piano di valore inferiore, che fece percepire "diverso" chi era uguale, impedendo così la ribellione della coscienza morale di fronte allo scarto. L'altro per il "realismo ingenuo": La coscienza non coglie il mondo esterno così come teorizza il realismo ingenuo ma attraverso percezione ed elaborazione. Anche la percezione dell'altro come handicappato non è dato fenomenico ma costruzione mentale che rinvia a memoria.E apprendimento. Evidente quindi, il ruolo degli apprendimenti radicati in cultura ed educazione.
Un difetto di ragione: i "tunnel" della mente
Pensiamo che certe idee siano sicuramente giuste, senza pensare che potrebbero essere un inganno della mente. Possiamo quindi lasciarci guidare da queste idee come dei veri e propri tunnel della mente, scorciatoie che orientano l'azione. Palmarini ne individua otto (es. confusione tra correlazioni causa-effetto o tra i concetti di causa e probabilità...), tutte caratterizzate dalla propensione psicologica a ritenere più probabile ciò che è più semplice da immaginare o che appare tipico.
Il pregiudizio delle vittime: la "zona grigia". Esiste una zona grigia di assenza di solidarietà tra oppressi, tra famiglie, di monadi sigillate (Primo Levi), di collaborazioni degli oppressi con l'oppressore.
[Conclusioni] Il deficit: un muro per l'handicap: Il muro del rifiuto del diverso.
A cuiconcorrono pregiudizi e stereotipi, impedisce di vedere nell'handicap una realtà che attraversa l'intera umanità. Si racchiude dietro questo cerchio chiuso di mura quelli che si considerano "scarti d'umanità" per sentirsi normali, sani, completi, funzionali ed allontanare da sé quell'evidenza di limite che in realtà è presente in ciascuno di noi. (L'altro da riconoscere e integrare è prima di tutto costituito dalle proprie disabilità).
Parte Quarta: Oltre il pregiudizio sull'handicap. Recuperare la vista
Superare la cultura del pregiudizio sull'handicap
L'azione educativa che contrasta il pregiudizio sull'handicap richiede interventi globali, capaci d'incidere sulla visione della vita dei soggetti, intervenendo sia sul contesto sociale d'appartenenza, sia sul sistema di significati e valori.
Le resistenze al cambiamento che si incontrano sono infatti sia di
“disabile o che non fannoaltre che rafforzare il pregiudizio sull’handicap.Ricchezza del diverso, ulteriorità, valori liberanti e sapersi orientareIl diverso, l’altro da noi è portatore di ricchezza, di unicità. Per coglierla è però necessariauna relazione umanizzante, che superi i confini dell’Io e del Tu per riconoscere l’identitàdell’altro, il suo nome. La barriera del pregiudizio e dello stereotipo impedisce che ciòavvenga, ci separa dalla relazione con l’altro; nei contatti domina l’estraneità.Ulteriorità: ciò che sta al di là del proprio baricentro; che si può cogliere solo quando non siha paura di sbilanciarsi verso l’altro.Nietzsche e la tragica visione della Terra sganciata dal Sole -> In un ipotetico mondo senzaSole, non sarebbe più possibile orientarsi; sarebbe l’inizio di un eterno nulla.Oggi viviamo in un contesto
relazionale sganciato dalle prospettive di valore (il Sole), da qui il disorientamento esistenziale. È necessario rieducare ai valori fondamentali della vita, solo l'educazione ai valori rende possibile un cammino di sbilanciamento verso l'altro e l'ulteriorità (auto-trascendenza). Questo cammino da un lato non può prescindere dal legame con la realtà (Terra); dall'altro, non può non tendere verso i valori (Sole).
l'epochè
La meraviglia si trova alla radice del dubbio e della ricerca. Molti filosofi hanno assunto il dubbio come punto di partenza per la ricerca.
- Socrate: il sentimento della meraviglia di fronte all'insondabile profondità dell'essere (all'ignorare, al non sapere), anche se per la ragione è scoperta del proprio limite, peraltro l'uomo rappresenta la possibilità di restare mentalmente aperto, verso ciò che è e si trova oltre.
- Cartesio:
La meraviglia nasce dalla disponibilità a lasciarsi interrogare da ciò che per altri è scontato, dal guardare la realtà ed il "familiare" in modo nuovo, liberi da ogni pregiudizio. L'epochè - Husserl: propone il metodo della riduzione fenomenologica, la sospensione del giudizio, la messa da parte di ogni conoscenza e pregiudizio sulla realtà. Attuata l'epochè, emerge dalla conoscenza pura l'inspiegabile ed il meraviglioso, che provocano nuovi modi di stare davanti alla realtà.
Parte Quinta: Prospettive d'educazione. Nel dialogo creativo del con-essere l'antidoto al pregiudizio sull'handicap. La soddisfazione dei bisogni umani fondamentali. Riprendendo la teoria frustrazione-aggressività, Doyal e Gough elaborano diverse ipotesi sul circolo vizioso carenza-frustrazione-aggressività-pregiudizio: la frustrazione nasce dalla carenza di soddisfazione dei bisogni fondamentali.
(individuati insalute e autonomia),- A essere oggetto di pregiudizio e aggressività sono proprio coloro che vivono le medesime situazioni di carenza poiché solo coloro che più rappresentano la condizione che si vuole rifiutare e allontanare.
- Nella relazione dovere/potere: Per assegnare un dovere a un soggetto è necessario che lui possieda il livello di soddisfazione dei bisogni necessario ad agire conformemente all’obbligo.
Implicazioni pedagogiche: Perché l’integrazione del disabile sia effettiva e non falsa, devono prima essere create le condizioni sociali per cui la sua situazione non comprometta l’esercizio di una cittadinanza attiva e reale.
Limiti: limitato il riferimento ai bisogni fondamentali, che non tiene conto del bisogno esistenziale di senso.
Soggettivizzazione Rinnovata concezione d’intelligenza che rivaluta il potenziale educativo della scuola e necessita di nuove didattiche. reticolo in movimento- L’apprendimento
è dinamico, è (apertura, positività, dinamismopsichico)- Le potenzialità del cervello sono tali che, anche in presenza di disabilità, è comunque possibile sviluppare l’intelligenza.- Diversi sono gli stili di apprendimento, multiple le intelligenze
Lavoro educativo per lo sviluppo dell’identità
L’identità va vista come il risultato di tutti i processi di identificazione che si sono succeduti nella vita di un soggetto. Da qui necessità educativa di guardare ad una molteplicità di fattori e alle loro relazioni.
L’identità non fa riferimento solo alle singole aree in cui si declina l’Io, ma anche alle relazioni di queste tra loro e con l’Io. Centrale poi la caratteristica dell’ancoraggio esistenziale che consiste nel prendere atto che la soggettività non esiste in astratto, ma solo negli effettivi reali legami con l’Altro.
L’autostima premessa d’apertura al
TUVicinanza o distanza tra Io ideale (sé desiderato) e Io reale (sé percepito), componenti del concetto di sé, possono confrontarsi e relazionarsi senza fratture interiori solo laddove è presente un Io forte, capace di reggere la tensione derivante dal cogliersi diversi rispetto a come si vorrebbe.
L'autostima si sviluppa proprio dentro questa consapevolezza, è guadagno del sentimento del proprio valore di persona capace di cambiare, migliorarsi e ridurre il divario tra Io ideale e reale.
L'educazione dell'autostima comporta supporto educativo per:
- La costruzione di un Io Ideale autentico, adeguato, fondato su desideri e obiettivi realmente perseguibili
- Prevenire la frustrazione. Le principali cause di disistima sono l'incapacità di gestire la frustrazione e l'eccessiva esposizione alle frustrazioni. Sta a scuola e famiglia, in compito di far vivere positivamente le frustrazioni. Come: Distinguere il fare dall'essere