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Riassunto esame Pedagogia speciale, della marginalità e della devianza minorile, prof. Smeriglio Donatello, libro consigliato "Autismo. Una sfida per la pedagogia speciale", Autore "Goussot Alain" Pag. 1 Riassunto esame Pedagogia speciale, della marginalità e della devianza minorile, prof. Smeriglio Donatello, libro consigliato "Autismo. Una sfida per la pedagogia speciale", Autore "Goussot Alain" Pag. 2
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Il suo scopo è quello di favorire l'autonomia funzionale del bambino disabile;

la mediazione educativa deve portare il bambino con deficit a sviluppare le

sue competenze di adattamento all'ambiente sociale. Il paradigma centrale

della pedagogia di Petò è che è centrata non sui sintomi ma sulla persona. Si

tratta di un'azione educativa tesa a scoprire la personalità del bambino e non

solo il suo deficit o la sua patologia.

Un aspetto importante della pedagogia conduttiva, che non è terapia, è che

considera il lavoro pedagogico coordinato alla riabilitazione. Educazione e

riabilitazione sono parti integranti di un processo unitario. Il nome “conduttivo”

deriva dal concetto di educatore come conduttore del processo di crescita del

bambino.

Anche Petò non crede nell'utilità dei test in contesti artificiali.

I due aspetti di una buona attività educativa sono : la motivazione e il senso.

Troppo spesso vediamo fare con i bambini autistici attività che sembrano

avere senso per l'esperto e non per il bambino.

Il gruppo, infine, è lo spazio in cui si esperisce la tecnica dell'intenzione

ritmata: il collegamento tra movimento del corpo, ritmo, musica, canto e

verbalizzazione. Come si può notare, il lavoro educativo presenta degli

aspetti interessanti e utili per chi lavora con bambini che rientrano nello

spettro autistico: favorisce il passaggio dalla disfunzione comunicativa

all'ortofunzione cioè all'acquisizione, tramite l'esperienza mediata e guidata

dal conduttore e dai compagni del gruppo.

Non si può parlare di pedagogia speciale senza fare riferimento all'opera

pedagogica e psicologica di Lev Vygotskij.

Elenchiamo alcuni contributi importanti della sua pedagogia:

 Il concetto centrale di mediazione: servono delle mediazioni e degli

approcci, che possano favorire la prossimità, il contatto e il

coinvolgimento.

 Il concetto di meccanismo compensativo: ogni deficit produce delle

compensazioni; ad esempio il deficit visivo nel bambino non vedente

produce delle compensazioni per quanto riguarda lo sviluppo del tatto

(“ogni processo di superamento,di lotta, anche la compensazione può

avere due sbocchi opposti -la vittoria o la sconfitta- con una gamma

molto ampia di gradi intermedi fra un polo e l'altro. Lo sbocco dipende

da molti fattori, ma principalmente dalla correlazione tra il grado

compensatoria”).

d'insufficienza e la ricchezza della riserva

 Il concetto di zona di sviluppo prossimale: vi è una differenza di livello

dello sviluppo funzionale tra le capacità spontanee del bambino e quelle

che è capace di esprimere con delle mediazioni e il supporto-

accompagnamento di un adulto o di un pari più competente

(distingueremo quindi, una zona di sviluppo funzionale e una zona di

sviluppo prossimale).

 Il concetto di sviluppo storico-culturale: il bambino autistico fa parte di

un contesto sociale e culturale.

 Il concetto di sviluppo originale o di sviluppo altro: il bambino con deficit

non è un bambino “deficitario” inferiore agli altri funziona

semplicemente con uno sviluppo altro, con un sviluppo originale e più

ricco di quello tipico.

 Interazione e handicap: non è il deficit che produce l'incapacità ma

l'interazione con un contesto che non accetta la differenza di cui è

portatore il bambino disabile. L' handicap è un prodotto sociale in

quanto la società esclude, ghettizza e stigmatizza chi è diverso.

 Osservare per comprendere e non per catalogare o classificare:

Vygotskij è molto critico verso il modello dei test poiché si tratta di un

metodo quantitativo che non coglie l'originalità del bambino. Quindi più

efficace è un tipo di osservazione che parte dalle situazioni di vita vera.

 Le forme variegate dell'intelligenza: esistono diverse forme di

intelligenza: vi è l'intelligenza pratica dei bambini disabili, quella visiva

dei sordi...

 Pensiero e linguaggio: l'apprendimento del linguaggio parlato e scritto,

potenza la strutturazione del pensiero.

L'uso di tecniche è centrale per ogni processo d'apprendimento. Parla di

“forme culturali”. Per forme culturali intende i mediatori per favorire gli

apprendimenti, come la scrittura Braille per i non vedenti, oppure il linguaggio

dei segni per il sordo, i giochi educativi per il bambino con deficit intellettivo.

Feurstein parte dal presupposto che un bambino autistico possa imparare e

crescere (concetto di di modificabilità compreso come educabilità).

Esistono diverse forme di intelligenza, quindi, per capire il bambino da un

punto di vista intellettivo è opportuno osservarlo tramite un programma di

arricchimento strumentale (un programma di esperienze vissute che

permettono al bambino di acquisire gli strumenti cognitivi per gestire il suo

universo e orientarsi nella realtà).

Esistono alcuni parametri educativi fondamentali: l'intenzionalità, la

reciprocità, la mediazione delle trascendenza e del significato.

La reciprocità tra l'educatore e il soggetto crea l'intenzionalità cioè la voglia di

fare le cose insieme. Tuttavia, ci sono delle mediazioni da attivare: la

mediazione della trascendenza, creare una situazione, un'esperienza

educativa che porta il bambino oltre “qui e ora”. Si amplia il repertorio di

esperienza del bambino; la mediazione del significato, risponde alla

dimensione affettiva, ai vissuti, alla domanda del perché, per che cosa; la

mediazione della regolazione e del controllo del comportamento, supportare

e accompagnare il bambino nella gestione delle proprie emozioni e

nell'acquisire un forma di autocontrollo anche di fronte alle difficoltà e a

situazioni nuove; mediazione del senso di competenza, creare per il ragazzo

delle situazioni in cui possa sentirsi competente e aiutarlo a potenziare

queste sue aree e a prenderne coscienza; la mediazione del comportamento

condiviso, sviluppare le voglia del “partecipare insieme ad altri”; mediazione

dell'individualizzazione e differenziazione psicologica, anche i bambini con

autismo o deficit intellettivo hanno un carattere e presentano delle

particolarità individuali che vanno riconosciute; mediazione della difficoltà

della prova, portare il bambino a vivere esperienze nuove in contesti nuovi,

aiutarlo ad affrontare nuove realtà e a sperimentare nuove strategie di

adattamento; mediazione della ricerca di una alternativa ottimistica, credere

nella potenzialità e nella possibilità di cambiamento e di progresso del

bambino, anche i piccoli passi sono importanti; mediazione del nesso

ripetizione-variazione, importante dare dei punti di riferimento stabili e

costanti al bambino ripetendo le attività ma arricchendole di volta in volta di

nuovi gesti, per non renderle troppo meccaniche e noiose.

Célestin Freinet evidenzia la differenza che intercorre tra educazione e

addestramento :

 l'addestramento non ha nulla a che vedere con l'educazione, in esso

l'adulto ha deciso in anticipo che la costruzione avrà una forma precisa.

 nell'educazione è il bambino che cresce, secondo le linee che

rispondono al massimo ai suoi bisogni profondi.

Evitare quindi, di fare del bambino un automa, addestrato alla ripetizione d'atti

che non sono nella sua natura.

Il bambino autistico si trova di fronte alla necessità vitale di acquisire delle

modalità di gestione del proprio funzionamento. Freinet chiama queste

“tecniche di vita”,

modalità cioè delle competenze in grado di regolare le

emozioni e di strutturare delle forme di autocontrollo per affrontare le

situazioni dell'esistenza.

Ogni bambino è animato come ogni organismo che cresce di uno “slancio

vitale”, l'interruzione o la deviazione di esso non interrompe la vita che

continua a scorrere, se viene ostacolata lo farà in modo sotterraneo e

patologico, se viene deviato ricercherà il suo “letto naturale” per continuale a

scorrere.

L'organismo apprende nel ciclo di tutta la sua esistenza tramite il tatonnement

expérimental cioè tramite un processo di ricerca continua. Nel processo

educativo non vi è la cattedra ma un rapporto dialogico: tutti apprendono

compreso l'educatore. La collaborazione e la cooperazione sono delle

interazioni che fanno crescere il senso di sé e dell'altro. Un bambino impara

molto dal rapporto con i pari (tutoring educativo, riferimento libro iperattività

pag. 49)

La relazione educativa ha una dimensione che è insieme etica e politica.

Freinet non crede molto nel meccanismo stimolo-risposta, invece crede

nell'esperienza che è sempre complessa e imprevedibile. Il bambino deve

cadute e le ferite non hanno mai

poter fare degli errori per poter imparare (“le

impediti a un bambino di camminare normalmente nel miglior modo possibile.

Gli errori sono solamente un infortunio lungo la strada, ma il cammino

continua stimolato anche dalle difficoltà superate e lasciate dietro”)

La pedagogia istituzionale si fonda sugli apporti della pedagogia

cooperativa di Freinet. Essa si proponeva di cambiare i contesti istituiti con

delle azioni innovative istituenti in grado di mettere in discussione le logiche

di dominio e negazione della dignità delle persone.

Per chiarire anche quello che può essere utile oggi alla pedagogia speciale

che si occupa di autismo vediamo di sottolineare le differenze esistenti tra

l'approccio di Bruno Bettelheim e quello di Maud Mannoni: la madre proietta

sul bambino i suoi fantasmi e le sue aspettative, il bambino di conseguenza si

trova in difficoltà e non riesce ad attivare un processo d'identificazione o lo fa

in modo ambivalente. Questi aspetti vanno presi in considerazioni perché la

relazione madre-figlio , ma anche padre-figlio, è fondamentale per lo sviluppo

e la crescita. Bisogna lavorare su questa relazione dando un supporto alla

madre (cosa diversa dal distacco drastico che operava Bettlheim

considerando la madre come fonte di patologia). Il lavoro sulla coppia madre-

bambino avviene attraverso le attività positive di un fare insieme con l'aiuto di

un soggetto terzo mediatore.

La scuola sperimentale di Bonneuil è un luogo di vita aperto rispetto alla vita

di comunità e funziona come spazio transazionale, uno spazio dove hanno un

posto e un ruolo i genitori e gli attori sociali del territorio. Ma vediamo com'è

strutturata:

1. Le famiglie di accoglienza: vi è una rete di famiglie sparse per

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
24 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/03 Didattica e pedagogia speciale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher luigitripix di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pedagogia speciale, della marginalità e della devianza minorile e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Messina o del prof Smeriglio Donatello.