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PARTE SECONDA "LE VIE MAESTRE DELLE CURA SUI"
1. La funzione formativa della narrazione
Nel corso degli ultimi decenni il narrativo è stato sottoposto a un'analisi sottile e complessa e nel contempo si è attivata una ricerca intorno al valore e alla funzione del narrare, dal punto di vista psicologico, sociologico e storico, che ne ha messo in luce il ruolo cognitivo e comunicativo.
Dal punto di vista sociologico e storico, poi, la narrazione è un collante cruciale di tutte le civiltà di ieri e di oggi (ieri col mito, oggi con l'informazione e la comunicazione, che sono incardinate ancora sul paradigma della narrazione, cioè della messa in sequenza di eventi interpretati.
Per questo al narrare e al suo paradigma logico e comunicativo è riconosciuta una fondamentale funzione formativa a più livelli:
- Allena la mente al pensiero razionale, esplicativo e argomentativo;
- Dà identità al soggetto, nutrendone
L'immaginario:
- Fissa un'identità storica al soggetto, legata a un tempo e a una cultura;
- Apre nella mente mondi altri, virtuali e diversi e viene a nutrire la capacità critica.
Questi livelli sono aspetti cruciali della formazione del mentale e del soggetto stesso, che la cultura e la pedagogia contemporanea hanno sempre più riconosciuto e valorizzato, assegnando alla narrazione il ruolo di paradigma chiave del processo formativo e consegnandolo alla scuola come un principio fondamentale nella costruzione dei saperi e della personalità degli allievi.
La formazione della mente:
La formazione introduce a e avvia il processo razionale. È, cioè, una prima forma di spiegazione, applicando il principio di causa e la prospettiva della contestualizzazione.
L'uso educativo del narrare conduce direttamente ad una prima formazione della mente in senso cognitivo, legandola al paradigma esplicativo. Poi il narrare nutre l'attività.
simbolica della mente, il suo bisogno di fissare simboli, miti o figure che agiscono come orientatori di senso. In narrare costruisce l'immaginario e gli dà ordine e senso; lo fissa come fattore chiave dell'identità di gruppi, di etnie e soggetti; lo afferma come un fondamentale della cultura e della società. Infine, il narrare ci immette in un tessuto connettivo storico-sociale, in una identità culturale e fa di esse il nostro mondo di appartenenza. A cominciare dal linguaggio, che è una rete di significati e di simboli volti ad interpretare la realtà. Dopo il linguaggio sono i simboli-miti, le figure ideali, ecc. che costruiscono una seconda rete sul e nel reale. Ed è in questo immaginario collettivo che ogni mente, ogni io si forma e vive. Ma sono le storie a costruire questa rete di immagini. La narrazione nutre la mente e la costruisce attraverso quattro vie: - Esplicativa - Immaginativa - Di proiezione virtuale e di dissenso - Per via simbolicadi costruzione del simbolico. Ciò avviene a livello culturale e collettivo, ma anche individuale. Ed è qui che l'educazione e la sua agenzia-chiave, la scuola, entrano in gioco: dal momento che l'uomo costruisce il suo sapere sempre e comunque a partire dalla narrazione, questa va posta a cardine di ogni apprendere e di ogni insegnare. Con la narrazione si dà corpo anche ad una procedura formativa di tipo etico, in quanto, attraverso la narrazione, l'io consolida se stesso, prende più coscienza di sé e dà forza alla sua identità. Il narrativo, in quanto sviluppo dell'immaginazione, introduce anche in un altro mondo, dà voce ad esperienze virtuali che si legano ai bisogni e alle attese del soggetto. La narrazione rende percepibili e reali altri luoghi, altri spazi, altre forme di vita, altre tipologie di esistenza, ecc., che si impongono nel pensiero come degni. Così prende corpo il legame fra narrazione e utopia.
E si hanno due effetti etici:
- Il ricongiungere esperienza e trasformazione nell'ordine di un solo possibile compimento. Il soggetto, quindi, si apre all'ulteriorità e si dispone nell'ottica del cambiamento.
- Il valorizzare il dissenso, il guardare oltre il reale, insegna al soggetto a porsi in una dimensione di libertà e di proiezione nel futuro.
La narrazione, dunque, va coltivata per tutto l'arco della vita. Innanzitutto, va messa al centro nella formazione dell'infanzia, con la narrazione di storie e la loro produzione. Anche nell'adolescenza la narrazione è un'esperienza fondamentale per narrare sé a se stessi (nei diari), per esprimere i propri stati d'animo e per essere nel mondo, svolgendo una funzione cognitiva ed etica. Così come nell'età adulta, dove acquista anche la funzione di narrarsi per conoscersi, per ri-orientarsi, per fare bilanci. Le strutture autobiografiche sono, in questo senso,
strumenti preziosi.
Leggere per formarsi: un'avventura fra costruzione disé e conoscenza del mondo
Nell'atto di lettura avvengono le seguenti cose:
- Una sospensione del vissuto, poiché si crea una condizione aparte, diversa e raccolta in se stessa,
- Si compie l'entrata in un mondo-altro, diverso da quello proprio del soggetto, un mondo che ci affascina per la sua diversità, ci inoltra verso altri paesaggi, ruoli, ecc., ci arricchisce di esperienze e dilata il nostro io, disponendolo in un sé più ricco, più dinamico, più dialettico;
- Si attiva e si vive la potenza evocatrice della parola, si entra nel mondo costruttivo del linguaggio, sottraendolo al suo solo ruolo comunicativo/formativo e ponendolo come scoperta/costruzione/ricostruzione del mondo;
- Si entra dentro una storia, che ci rispecchia, ci amplia, ci sfida proprio nel nostro vissuto e ci impone di ripensarlo da un altro punto di vista.
La lettura è, allora,
un atto di spaesamento, di apertura al virtuale, di potenziamento dell'immaginario; un atto di crescita/sviluppo del soggetto proprio nella sua humanitas, intesa come coltivazione di sé per dare significato al mondo. La lettura è un atto costitutivo dell'humanitas, in senso non biologico, ma socioculturale, legato al linguaggio, ai saperi, alla storia, alla costruzione di senso. Leggere sarà sempre un'avventura formativa, è una via aurea della cura di sé. La lettura va coltivata per tutta la vita. Si deve leggere per capire il mondo in cui viviamo, per crescere, affinarsi, conoscersi a livello personale, per esercitare la cura di sé. Con la lettura cresce e si sviluppa l'immagine del mondo che noi abbiamo, attraverso la conoscenza di ciò che è lontano, di ciò che accadde ieri, di ciò che è possibile e auspicabile e vogliamo che accada. Di seguito le strategie per fare una lettura che sia esperienza efficace e dicoltivazione dell'io etico, cognitivo ed estetico: - Isolarsi; - Leggere secondo libertà; - Darsi alla lettura come pratica consolidata, da esercitare ogni giorno. La lettura mette al centro della vita del soggetto proprio la cura su di sé. Già gli antichi, nell'età ellenistica, individuavano nella lettura e nella scrittura una doppia via aurea per la crescita dell'io e la maturazione del sé. In alcuni luoghi, soprattutto, a scuola, l'iniziativa personale del leggere deve essere sollecitata e sviluppata secondo pratiche esemplari. La scuola deve costruire pratiche di lettura con animazioni, gare, ludi letterari, ecc., ma anche attivando la fantasia per entrare nel mondo magico del narrare, del testo e del libro. Possiamo definire un libro in molti modi. Ma soprattutto un libro è uno specchio parziale del mondo, uno concentrato settoriale della realtà e, quindi, uno strumento di conoscenza e di crescita, di comunicazione e di apprendimento, che.talvolta, assume anche l'aspetto della rivelazione, della guida e del risveglio. Il libro possiede un potenziale enorme, in quanto è un veicolo basico del fare esperienza. Leggere è, allora, aprirsi al mondo, ma è anche entrare nel mondo e vivere l'avventura di un viaggio e attraverso questo venire a formarsi, a dar forma alla propria mente/coscienza e a prendere coscienza del proprio vissuto interiore. Dal momento che la coscienza è la chiave di volta per la crescita dell'uomo, essa va coltivata con la cura di sé e gli esercizi spirituali, come sostenevano già gli antichi. Questi esercizi per gli antichi sono tecniche di meditazione, scritture di sé (come il diario) e letture (che sono considerate tecniche base). Anzi, proprio nel nostro tempo, dominato dall'informatizzazione, la lettura va particolarmente coltivata per evitare che la macchina della tecnologia eroda l'umanità propria del singolo soggetto.Lettura si delinea come pratica di coltivazione dell'io perché impone all'io stesso un movimento assai complesso, fatto di estraneazione, assimilazione, inglobamento di storie e nozioni, che dilatano e arricchiscono lo scenario della vita interiore. La lettura, dunque, produce un io più profondo e sofisticato, un io in crescita, che, proprio grazie alla lettura, si sviluppa in senso emotivo e razionale, ma anche nell'intreccio di ragione e sentimento. Da qui derivano due importanti conseguenze: la continuità della lettura e la varietà delle letture. Molti, infatti, sono i tipi di libro e tutti sono necessari alla crescita interiore. Diverse sono anche le forme del libro, che vanno dalla poesia al romanzo, dalle riflessioni ai testi informativi. La lettura è importante soprattutto nel corso dell'età evolutiva, quando svolge una funzione di maturazione del soggetto e crea nell'io empirico quel sé culturale e
Riflessivo. Nell'adolescenza e nella giovinezza, poi, la lettura si personalizza. Nell'età adulta, invece, il libro è un compagno di strada, un'occasione di relax o di fuga; tende a farsi qualcosa di extraformativo e si risolve in informazione.
La scrittura come cura di sé e come piacere formativo.
La scrittura è stata una delle conquiste più importanti dell'uomo, in quanto ha dato corpo lineare e stabile al pensiero, delineando, anzi, diverse tipologie dello stesso. Pochi secoli dopo, inoltre, i discorsi scritti cominciarono a distinguersi (poesia, teatro, ecc.). Scrittura di sé è la poesia lirica, che esprime il sentire del soggetto, fissa nuclei del suo fare esperienza, mostra i circuiti della sua sensibilità e la cr