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4.CURARE LA CHIAREZZA DELLA PROPRIA ESPOSIZIONE
MIGLIORA L’EFFICACIA FORMATIVA DEL DOCENTE: un
docente che cura la chiarezza della propria esposizione, ossia che
anticipa i contenuti e gli obiettivi della lezione, che organizza le
lezioni secondo una struttura precisa, che spiega usando una
terminologia accessibile al suo uditorio, che usa esempi, che fa
svolgere pratica guidata e prevede momenti di valutazione con
obiettivi chiaramente definiti e collegati alla pratica didattica, ha
maggiori possibilità di promuovere apprendimento.
5.ADOTTARE STRATEGIE DIDATTICHE BASATE
SULL’INSEGNAMENTO RECIPROCO RENDE
MAGGIORMENTE EFFICACE L’AZIONE FORMATIVA: nel
modello del Reciprocal Teaching gli studenti assumono a turno il
ruolo di docenti e preparano una lezione da esporre alla classe a
partire da testi o altri materiali di studio. Questo facilita lo sviluppo
di strategie efficaci per riassumere testi, ideare domande e
costruire risposte, chiarificare i concetti. In questo processo di
preparazione della lezione è ovviamente essenziale il ruolo del
docente nel supportare gli allievi ed estrarre dai materiali proposti
i significati principali.
6.PORSI IN OSSERVAZIONE E IN ASCOLTO PER RICEVERE
FEEDBACK DAGLI ALLIEVI RENDE MAGGIORMENTE
EFFICACE L’AZIONE FORMATIVA: il feedback va inteso anche e
soprattutto come un ritorno che gli studenti danno al docente, il
quale gli consente di avere un’idea più completa delle
preconoscenze e delle misconcezioni degli studenti su un dato
argomento, delle rappresentazioni da essi costruite a partire dai
materiali studiati, dei concetti non adeguatamente compresi e delle
strategie didattiche più o meno efficaci nell’attivarli e coinvolgerli
nel processo di apprendimento.
7.COSTRUIRE UNA BUONA RELAZIONE DOCENTE-
STUDENTE RENDE MAGGIORMENTE EFFICACE L’AZIONE
FORMATIVA: è importante la capacità di ascolto e l’empatia, il
prendere in carico l’apprendimento dello studente e l’avere di lui
una considerazione positiva, a prescindere da quali siano le sue
prestazioni in quel momento.
8.METTERE IN ATTO PERCORSI FORMATIVI CHE
PREVEDANO APPRENDIMENTI DISTRIBUITI NEL TEMPO
RENDE MAGGIORMENTE EFFICACE L’AZIONE FORMATIVA:
si ottengono apprendimenti più efficaci distribuendo nel tempo le
ore a disposizione per un dato argomento che non concentrandole
in un’unica sessione.
9.PROMUOVERE L’USO DI STRATEGIE METACOGNITIVE
RENDE MAGGIORMENTE EFFICACE L’AZIONE FORMATIVA:
le strategie metacognitive riguardano la capacità degli studenti di
riflettere sul proprio apprendimento e quindi di pianificare in
anticipo come affrontare un determinato compito, come valutare i
propri progressi e come monitorare la propria comprensione di
quanto studiato.
Altri fattori che la ricerca sul campo dimostra essere efficaci sono:
Gli interventi per il miglioramento del vocabolario dei ragazzi,
ossia l’arricchimento dell’insieme di termini linguistici di cui
si conosce il significato e del lessico da loro usato nella lingua
scritta e parlata;
Gli interventi di lettura ripetuta per migliorare l’abilità di
lettura;
Gli interventi tesi a sviluppare la creatività dei ragazzi;
Gli interventi che prevedono l’autoverbalizzazione di quanto i
ragazzi hanno appreso e la costruzione autonoma di domande
sui materiali di studio;
Gli interventi tesi a migliorare la professionalità del docente;
Gli interventi di problem based learning, che prevedono che
l’azione didattica parta dall’analisi di un problema e dalla
costruzione di possibili strategie di soluzione;
Il non porre etichette agli studenti, ossia credere nelle loro
capacità a prescindere dalla prime prestazioni osservate;
Gli interventi tesi a migliorare le strategie didattiche dei
docenti;
Gli interventi che prevedono interazione di gruppo fra i
discenti;
Gli interventi sulle strategie di studio;
L’istruzione diretta di Adams e Engelmann, un metodo basato
su: chiarezza riguardo a ciò che gli studenti dovranno essere
in grado di fare dopo l’intervento formativo e sui criteri di
successo attesi, strategie per catturare l’attenzione, strategie
per esporre i contenuti, pratica guidata, controllo di quanto
appreso e dissipazione di eventuali dubbi, pratica
indipendente da parte degli studenti;
Gli interventi mirati a migliorare la comprensione del testo;
Il mastery learning di Bloom e Block, un metodo basato sulla
suddivisione di sequenze istruttive complesse in obiettivi più
semplici e sul controllo sistematico della padronanza di
quanto appreso tramite azioni di valutazione diagnostica e
formativa;
Interventi basati su esempi mirati e commentati;
Gli interventi che prevedono la costruzione di mappe
concettuali da parte degli allievi;
Il proporre compiti sfidanti per gli allievi;
I programmi di formazione alla lettura, basati sulla
percezione visiva, ossia sul processo di organizzazione ed
interpretazione delle lettere sulla pagina;
Il peer-tutoring;
Gli interventi basati sulla creazione di un clima di classe
cooperativo e non competitivo;
Gli interventi per migliorare il clima e la coesione in classe;
Gli interventi di individualizzazione dell’apprendimento;
L’avere buone amicizie in classe;
L’adottare strategie esplicite di gestione della classe;
Gli interventi in outdoor;
L’uso di video interattivi;
Il coinvolgimento dei genitori;
Le attività basate sul gioco;
Gli interventi di recupero per le abilità di lettura.
1.3 E in Italia? Spunti dall’indagine Pisa 2009
PISA (Programme for International Student Assessment) è
un’indagine comparative internazionale promossa dall’Ocse che si
svolge ogni tre anni con l’obiettivo di valutare in che misura gli
studenti che si approssimano alla fine dell’istruzione obbligatoria (i
quindicenni) abbiano acquisito alcune competenze ritenute
essenziali per una consapevole partecipazione alla società, oltre
che per continuare ad apprendere nei percorsi di istruzione o di
lavoro. Gli ambiti indagati sono quelli delle competenze in Lettura,
Matematica e Scienze. Dal 2009 tutte le regioni italiane hanno un
proprio campione, scelto secondo i canoni della rappresentatività
che ne consente il confronto. Accanto alle domande di competenza,
Pisa 2009 ha proposto agli studenti anche un questionario sulle
strategie usate per apprendere. Di seguito sono presentati alcuni
dei risultati emersi dalle analisi compiute su Piemonte, Lombardia,
Toscana e Calabria:
1.LA MEMORIZZAZIOE DI CONTENUTI E’ UNA STRATEGIA
PERDENTE: gli allievi che usano strategie basate sulla
memorizzazione, ossia che quando studiano cercano di
memorizzare ogni cosa riportata nel testo, leggendolo più e più
volte, ottengono nell’indagine risultati peggiori di coloro che non
usano tali strategie.
2.CERCARE DI COLLEGARE AUTONOMAMENTE LE NUOVE
INFORMAZIONI ALLE CONOSCENZE GIA’ ACQUISITE,
SENZA UN’ADEGUATA GUIDA ISTRUTTIVA, E’ UNA
STRATEGIA INEFFICACE: gli allievi che usano strategie di
studio basate su forme di elaborazione delle informazioni che
prevedono il collegamento delle nuove informazioni alle
conoscenze già acquisite in altre materie, agli eventi della loro vita
reale, a come le informazioni acquisite potrebbero essere loro utili
al di fuori della scuola e che cercano di capire meglio gli argomenti
mettendoli in relazione alla loro esperienza personale, ottengono
nell’indagine risultati che non sono significativamente differenti
rispetto a coloro che non usano tali strategie. Tale risultato è
probabilmente da imputarsi alla difficoltà nel collegare
autonomamente, senza una guida istruttiva, le nuove informazioni
esperite a quanto già si conosce e alle proprie esperienze nella vita
quotidiana.
3.CERCARE DI CAPIRE COSA ESATTAMENTE BISOGNA
APPRENDERE E CONTROLLARE SISTEMATICAMENTE DI
AVERLO APPRESO E’ UNA STRATEGIA EFFICACE PER
APPRENDERE: gli allievi che usano strategie di studio basate sul
controllo di quanto apprese, ossia prima di iniziare a studiare
cercano di capire cosa esattamente devono imparare, che mettono
in atto strategie di verifica per controllare se hanno compreso ciò
che hanno letto, che cercano di isolare e ricordare i concetti più
importanti del testo, che quando non capiscono qualcosa cercano
ulteriori informazioni per chiarire l’argomento, ottengono
nell’indagine risultati migliori di coloro che non usano tali
strategie.
4.CERCARE DI ISOLARE LE PARTI PIU’ IMPORTANTI DI UN
TESTO E DI OTTENERNE UNA COMPRENSIONE
APPROFONDITA E’ UNA STRATEGIA EFFICACE PER
APPRENDERE: gli allievi che sottolineano le parti importanti del
testo, riassumono il testo con parole proprie e, dopo averlo letto,
discutono del suo contenuto con altre persone, ottengono
nell’indagine risultati migliori di coloro che non usano tali
strategie.
5.RIASSUMERE UN TESTO RIFLETTENDO IN MODO
SISTEMATICO SUL PROPRIO OPERATO E’ UNA STRATEGIA
EFFICACE PER APPRENDERE: gli allievi che per riassumere un
testo lo leggono, sottolineando le frasi più importanti e
riportandole con parole proprie in forma di riassunto, controllando
con attenzione che i dati più importanti del testo siano riportati
anche nel riassunto, ottengono nell’indagine risultati migliori
rispetto a coloro che non usano tali strategie.
1.4 Alcune conclusioni: quale didattica?
Le evidenze empiriche presentate mettono in luce numerose
tendenze comuni. Ci si chiede, quindi, come l’azione didattica può
venire incontro a queste tendenze. Di seguito presenteremo alcuni
principi che sembrano sottendere i tre insiemi di risultati
esaminati.
1.4.1. Promuovere comprensione approfondita già a partire dai
materiali didattici.
Se un allievo incontra informazioni a cui non riesce ad assegnare
significato sulla base di ciò che già conosce, queste informazioni
saranno presto dimenticate. E’ importante, quindi, che chi
costruisce i materiali didattici:
Faccia uso di organizzatori anticipati che aiutino ad assegnare
significato alle informazioni che verranno man mano esperite
e focalizzino l’attenzione di chi apprende sui concetti
importanti e su come essi siano organizzati ed interrelati fra
di loro. Un esempio di organizzatori anticipati possono essere
gli schemi riassuntivi volti a delineare una panoramica dei
contenuti da apprendere o l’elenco delle domande a cui lo
studente dovrà essere in grado di rispondere dopo aver
terminato