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C A I D
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C A Il modulo didattico è un percorso di
insegnamento – apprendimento dedicato a
un blocco di contenuti di natura curricolare. Si
compone di unità didattiche ed è componibile
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TRATEGIA TRATEGIA con altri moduli. Si pione all’intersezione tra
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EDUTTIVA NDUTTIVA una strategia deduttiva e una struttura
molare.
Il progetto didattico è un percorso di
insegnamento-apprendimento centrato su
una tematica piuttosto ampia ed
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L O TRUTTURA extracurricolare (esperienziale) che richiede
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D OLARE una trattazione curricolare per la sua
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C O complessità. Si pone all’intersezione tra una
strategia induttiva e una struttura molare.
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Con l’introduzione del concetto di competenza vi è una rivoluzione copernicana nel sistema scolastico:
cambia il punto di riferimento intorno a cui strutturare la proposta formativa. Cambia radicalmente il modo
di concepire l’apprendimento, non solo dal punto di vista burocratico (tipico depotenziamento della
competenza): se si cambiano solo i documenti senza scalfire le idee, l’approccio per competenze non ha
nessun futuro.
III.1. Una nuova idea di apprendimento
All’interno del Progetto PISA ci sono alcuni quesiti che presentano una situazione problematica che
contiene alcuni elementi di ambiguità rispetto ai quesiti scolastici che hanno tutti gli elementi necessari a
trovare una soluzione precisa. Per risolvere questo genere di quesiti si possono confrontare due approcci
differenti: quello dell’allievo diligente che ha acquisito i saperi scolastici e possiede abilità e competenze
necessarie a risolvere il problema, ma fatica a utilizzarle in contesti diversi da quelli abituali, e quello di un
allievo competente che gestisce con flessibilità l’incontro tra il quesito proposto e i propri saperi. In
rapporto a situazioni inedite o ambigue, l’allievo non può semplicemente ricorrere al suo bagaglio di saperi
e riprodurlo, ma deve escogitare percorsi originali per affrontarle. Shoenfeld identifica quattro componenti
in una competenza esperta nel problem solving matematico: le risorse cognitive necessarie alla risoluzione
del problema, le risorse euristiche utili per mettere a fuoco il problema, le capacità strategiche utili per
progettare la risposta e valutarne la plausibilità, e il sistema dei valori del soggetto. Nei confronti della
competenza, la scuola tende ad attribuire molto valore alle risorse cognitive e sottovaluta le altre
componenti, considerandole doti innate dello studente. Il passaggio alla competenza richiede di allargare lo
sguardo non solo a ciò che lo studente sa, ma anche a ciò che egli sa fare con ciò che sa.
Le Boterj dà una rappresentazione della competenza
V A
OLER GIRE per cerchi concentrici: il primo richiama le risorse
(Atteggiamento
verso il lavoro) cognitive; il secondo riguarda il saper agire, ossia la
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OTER GIRE capacità di mobilitare le proprie risorse nell’affrontare
(Sensibilità al il compito proposto; il terzo concerno il poter agire,
Contesto) ossia la sensibilità alle risorse e ai vincoli del contesto
S A
APER GIRE
(Processi operativo; il quarto si riferisce al voler agire, ovvero
Cognitivi) all’atteggiamento del soggetto rispetto al lavoro
proposto. L’insieme della figura ci restituisce la
R ISORSE
C OGNITIVE competenza intesa come capacità di affrontare un
(Conoscenze e compito di realtà mobilitando le proprie risorse in
Abilità) modo pertinente alle condizioni del contesto in cui si
opera.
opera. Una definizione molto vicina a quella del Quadro Europeo delle qualifiche e dei titoli per
l’apprendimento permanente: “la comprovata capacità di usare conoscenze, abilità e capacità personali,
sociali e metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e personale. Il
valore aggiunto dalla competenza si può scomporre su tre piani di analisi:
Il passaggio da una visione statica a una visione dinamica del sapere, che richiama una
mobilitazione di saperi in vista di uno scopo (saper agire)
Il passaggio da un approccio analitico (scomposizione del sapere) a un approccio olistico al sapere
(integrazione delle risorse dell’individuo; cerchi concentrici)
Il passaggio da un sapere decontestualizzato (conoscenze e abilità astratte) a un sapere situato
riferito a un determinato contesto operativo in cui agire
III.2. Competenze e discipline
La centralità della competenza nel compito formativo della scuola è accertata dalla crescente attenzione
per le competenze chiave per la cittadinanza attiva. Si avverte l’esigenza di declinare in termini operativi i
traguardi formativi (competenze) che la scuola deve assicurare per consentire all’allievo un inserimento
autonomo e responsabile nel contesto sociale, culturale e professionale. Questo è un orientamento diffuso
da tempo a livello internazionale, i cui echi sono arrivati in Italia negli ultimi anni. I principale riferimenti
normativi sulle competenze chiave sono:
Le Life Skills dell’OMS (1993)
Il Progetto DeSeCo dell’OCSE (2003)
Le competenze chiave per l’apprendimento permanente del Consiglio europeo (2006)
Il Quadro Europeo delle qualifiche e dei titoli del Consiglio europeo (2008)
Il regolamento sull’obbligo di istruzione del MIUR (2007)
Le nuove Indicazioni nazionali per il curricolo del 2012 hanno assunto come riferimento le competenze
chiave per l’apprendimento permanente definita dal Parlamento europeo come riferimento per
l’elaborazione del profilo formativo in uscita a conclusione del primo ciclo di istruzione. Un nodo chiave
riguarda il rapporto tra le competenze e i saperi disciplinari: la prospettiva di apprendimento veicolata dalla
competenza tende a superare i confini dei saperi disciplinari e a riproporsi nei diversi campi del saperi. Il
punto fondamentale dell’irrompere delle competenze nella scuola, consiste nel ricondurre i saperi
disciplinari al loro ruolo iniziale di strumenti culturali utili per comprendere e affrontare la realtà.
III.3. Sfide professionali per il lavoro docente
Il punto centrale su cui ripensare l’insegnamento scolastico consiste nell’agganciare la scuola alla vita, in un
apprendimento profondo che non smarrisca mai il collegamento con l’esperienza reale del soggetto.
Perrenoud evidenzia alcune sfide professionali che l’introduzione delle competenze pone al docente:
Considerare i saperi come risorse da mobilitare per affrontare le esperienze e risolvere i problemi
Lavorare per situazioni-problema, termine che indica un approccio esplorativo orientato verso la
conoscenza in contesti operativi concreti in cui si propongono situazioni problematiche da
affrontare attivando processi euristici e integrando i diversi saperi
Condividere progetti formativi con i propri allievi rendendoli protagonisti del proprio
apprendimento e favorendo il coinvolgimento di tutte le componenti nel lavoro didattico.
Adottare una pianificazione flessibile che permetta di adattare e calibrare le linee d’azione durante
lo sviluppo del percorso formativo, avendone ben chiari i traguardi da raggiungere.
Praticare una valutazione per l’apprendimento, il cui potenziale formativo è aumentato in quanto
risorsa metacognitiva e specchio attraverso cui conoscere e riconoscersi per promuovere e
consolidare l’apprendimento.
Andare verso una minore chiusura disciplinare in quanto la realtà necessità di una pluralità di
sguardi attraverso cui osservare e comprendere la propria esperienza.
Convincere gli allievi a cambiare mestiere, superando i luoghi comuni e diventando co-produttori di
una conoscenza da costruire e condividere, padroneggiando l’incertezza e imparando a “sapere
cosa fare quando non si sa cosa fare” (Claxton).
La sfida, dunque, non è solo tecnico-professionale, ma culturale e investe tutta la comunità sociale che
ruota attorno all’universo scolastico: essa non riguarda solo i docenti, ma si allarga alla relazione con gli
allievi, con i genitori e con gli attori sociali portatori di stereotipi del fare scuola, di un’idea di scuola che va
smontata, problematizzata e ricostruita su premesse diverse. A scuola le difficoltà sono enormi perché,
nonostante la consapevolezza dell’inadeguatezza delle tradizionali modalità didattiche, la resistenza al
cambiamento di pratiche d’insegnamento secolari è molto forte.
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La sfida del curricolo pone un’innovazione soprattutto culturale, profonda e ricca di una criticità misurabile
dal punto di vista della resistenza più che della potenza del cambiamento. Per tale motivo è opportuno
avere un quadro generale dei punti critici dei passaggi chiave nella gestione di un processo innovativo in
relazione al curricolo per competenze: la preparazione della strategia innovativa, l’elaborazione e
l’implementazione della proposta curricolare, il controllo e la revisione in itinere.
IV.1. Preparazione della strategia innovativa
La sfida curricolare richiede un contesto operativo disponibile ad accoglierla. Al di là delle problematiche
organizzative sono importanti i nodi culturali legati all’elaborazione di un curricolo per competenze. Un
punto importante riguarda l’indeterminatezza della comunità scolastica cui è affidata l’elaborazione della
proposta curricolare, connessa alla logica amministrativa delle istituzioni scolastiche. In seguito ai
dimensionamenti e alla formazione degli Istituti comprensivi, infatti, si sono formate istituzioni scolastiche
giovani con un’identità culturale da rafforzare, ma con una fragilità causata dall’assenza di una memoria
comune su cui basare la costruzione del curricolo. Tale dimensionamento influenza anche il rapporto tra
scuola e territorio, reso difficoltoso dalla pluralità di contesti territoriali dalle caratteristiche intrinseche del
territorio. Inoltre, il carattere aperto e laico della scuola statale, la apre ad un’eterogeneità di studenti, di
personale docente e non docente (reclutati in modo anacronistico e senza alcun potere decisionale da
parte della singola scuola) che può ostacolare un processo di appartenenza identitaria (che si ripercuote
nella costruzione del curricol